giovedì 30 aprile 2009
PRIMO MAGGIO 2009 - MILANO
1 MAGGIO CGIL CISL UIL
Legalità, dignità, sicurezza, ambiente, diritti e solidarietà per uscire dalla crisi
1 MAGGIO CON CGIL CISL UIL - Milano, Porta Venezia Ore 9.30
1 MAGGIO EURO MAY DAY
l’Europa si solleva contro il neoliberismo e i suoi disastri. Abbandoniamo la nave liberista che affonda e usciamo dalla crisi con nuovi diritti!
La sicurezza che vogliamo si chiama reddito, diritti nel lavoro e oltre il lavoro, cittadinanza per i migranti, diritto alla casa, scuola e sanità pubbliche e di qualità, trasporti gratuiti, conoscenza e formazione libere e condivise, tutela della salute sui luoghi di lavoro.
Noi precari e precarie, nativi o migranti, viviamo tutti i giorni la precarietà sulla nostra pelle. Abbiamo il diritto di dire a cosa aneliamo. Vogliamo cittadinanza, vogliamo diritti, Chiediamo la garanzia del reddito
1 MAGGIO CON MAY DAY 2009 - Milano, Porta Ticinese Ore 15.00
lunedì 27 aprile 2009
UN'ALTRA PROVINCIA CON GATTI PRESIDENTE - MARTEDI 28 APRILE ore 20.30 - V. DE AMICIS 17 MILANO ...
APPELLO PER IL TERRITORIO. PER I BENI COMUNI. PER I DIRITTI. PER UNA SOCIETÀ GIUSTA. PER UN’ALTRA POLITICA. PARTIAMO DALLA PROVINCIA DI MILANO
ASSEMBLEA PUBBLICA PER UN’ALTRA PROVINCIA
Le prossime elezioni amministrative che coinvolgeranno Milano e la sua provincia possono costituire una preziosa occasione. Si tratta di gettare le basi necessarie alla costruzione di un nuovo progetto politico-amministrativo che unisca la sinistra e rimetta in connessione politica e società, valorizzando la partecipazione attiva.
Un progetto che si ponga l’obiettivo di restituire dignità alla politica, che rimetta al centro le cittadine e i cittadini e i loro diritti - al lavoro, all’uguaglianza, alla libertà, alla salute, alla cultura, indipendentemente da genere, età, orientamento sessuale, religione - assieme ai diritti della natura.
Un progetto che richiami all’impegno e al protagonismo il popolo della sinistra deluso e scoraggiato.
Un progetto che si sostanzi in un programma semplice e chiaro. Che affermi in primo luogo il legame indissolubile tra etica e politica. Che assicuri alle persone una vita dignitosa, a partire dal lavoro e dalla vita quotidiana. Che combatta la precarietà e promuova la sicurezza sul lavoro. Che ruoti intorno alla tutela dei beni comuni, la difesa della Costituzione, della pace e della scuola pubblica. Che metta al centro la cultura come occasione di cittadinanza. Che preveda un nuovo welfare contro l’attuale crisi e un piano straordinario che realizzi il diritto alla casa. Che affermi la necessità di interrompere il consumo di suolo e la realizzazione di infrastrutture inutili e dannose. Che sappia interpretare una nuova e indispensabile politica dei rifiuti abbracciando la strategia “Rifiuti Zero”. Che riaffermi il principio irrinunciabile che l’acqua deve restare un bene pubblico nelle mani dei comuni e sotto il controllo dei cittadini. Che promuova l’economia etico-solidale, l’inclusione sociale, l’accoglienza e la solidarietà come principi fondamentali della propria azione politica. Contro ogni uso politico della paura e dell’insicurezza esistenziale delle persone.
Un progetto che sappia rimettere al centro la programmazione pubblica per il bene comune, nella prospettiva della città metropolitana, spezzando la connessione politica-affari e coniugando efficacia, lotta agli sprechi e qualità dei servizi per tutte le cittadine e i cittadini. Un progetto che metta finalmente in discussione un modello di sviluppo fondato sulla crescita infinita, che sta accompagnando il Paese e il Pianeta verso un’inesorabile declino ambientale, sociale e morale.
Un progetto che abbia il coraggio e l’ambizione di essere laboratorio per la costruzione di una politica di donne e di uomini alternativa, nei contenuti e nelle forme, per la Provincia di Milano e per il resto del Paese. Una proposta, che a partire dalla coalizione di liste che si sta formando a sostegno della candidatura di Massimo Gatti alla presidenza della Provincia di Milano, possa diventare una speranza di rinnovamento, in alternativa al centro destra e a chi lo insegue sullo stesso terreno. Un primo passo nella direzione di un’altra politica, a partire da “un’altra Provincia”. Un primo pensiero per immaginare e realizzare un’altra Italia.
La coalizione è aperta a tutti i soggetti individuali e collettivi che vogliono apportare il proprio contenuto in termini di idee e di persone.
Tutti sono invitati a contattarci e a partecipare all’Assemblea pubblica
martedì 28 aprile 2009 alle 20.30
presso la sala del Circolo “Salvadaneè” (via De Amicis, 17 – Milano)
per la presentazione e la discussione delle proposte della coalizione.
Patrizia Quartieri, Giuseppe Landonio, Basilio Rizzo, Vittorio Agnoletto, Giansandro Barzaghi, Giuseppe Boatti, Sergio Brenna, Giovanna Capelli, Bruno Casati, José Luiz Del Roio, Irma Dioli, Andrea Di Stefano, Domenico Finiguerra, Francesco Francescaglia, Teresa Isenburg, Osvaldo Lamperti, Rolando Mastrodonato, Lodovico Meneghetti, Emilio Molinari, Luciano Muhlbauer, Giuseppe Natale, Antonello Patta, Giorgio Riolo, Anita Sonego, José Luis Tagliaferro, Adriano Voltolin
Info e adesioni: gattialtraprovincia@gmail.com
domenica 26 aprile 2009
giovedì 23 aprile 2009
VIMODRONE: 25 APRILE IL PRC AL CORTEO E IN PIAZZA PER RACCOLTA FIRME LISTA PROVINCIALE. CON MASSIMO GATTI PRESIDENTE
VIMODRONE: 25 APRILE IL PRC AL CORTEO E IN PIAZZA PER RACCOLTA FIRME LISTA PROVINCIALE.
Nell'ambito della celebrazione della FESTA DI LIBERAZIONE del 25 aprile a Vimodrone il Partito della Rifondazione Comunista sarà presente in Piazza V. Veneto con un banchetto per la raccolta di firme dalle 9.30 alle 12.00 per la presentazione della lista alle elezioni provinciali di Milano del 6 e 7 giugno 2009.
Il corteo partirà dal municipio di Via C. Battisti alle ore 9.30.
UN'ALTRA PROVINCIA METROPOLITANA, SOSTENIBILE E SOLIDALE CON MASSIMO GATTI PRESIDENTE
venerdì 17 aprile 2009
ROMA - 18 aprile - UN’ALTRA EUROPA E’ POSSIBILE.
Diamo vita ad una lista anticapitalista che unisce in una proposta politica per l’Europa il PRC, il PDCI, Socialismo 2000 e i Consumatori Uniti. Lo facciamo insieme ad esponenti della sinistra, del mondo del lavoro e sindacale, del movimento femminista e ambientalista, del movimento lgbtq e pacifista. La lista lavora per un’uscita dalla crisi fondata sulla democrazia economica, sulla giustizia sociale e sulla solidarietà.
Siamo di fronte ad una crisi di carattere sistemico , non solo economica e finanziaria, ma sociale, alimentare, energetica, ambientale, che sta scuotendo l’intero pianeta. La crisi del capitalismo globalizzato.
Ci opponiamo all’Europa liberista e tecnocratica e al governo di “grande coalizione” composto da socialisti , popolari e liberaldemocratici europei che ha fin qui dettato l’agenda della costruzione dell’Unione. Lottiamo con i movimenti sociali e le forze politiche di trasformazione di tutto il continente per UN’ALTRA EUROPA.
Una lista che fa sue le ragioni di chi in questi anni e in questi mesi sta lottando, nella scuola e nei luoghi di lavoro, per la giustizia sociale e contro la precarietà, per la libertà femminile, che si oppone al razzismo e all’offensiva oscurantista e clericale delle gerarchie ecclesiastiche. Che si batte per un intervento pubblico finalizzato alla riconversione sociale e ambientale dell’economia, per la redistribuzione del reddito, contro la guerra e per il disarmo. Siamo convinti che la questione morale abbia un valore universale, in Italia come in Europa. L’intreccio perverso tra politica e affari e l’uso clientelare delle risorse pubbliche sono fattori di degenerazione della democrazia, come intuì Enrico Berlinguer.
La lista appartiene interamente al campo del GUE-NGL, il Gruppo parlamentare della Sinistra Unitaria Europea – Sinistra Verde Nordica che unisce partiti comunisti, anticapitalisti, socialisti di sinistra ed ecologisti e al cui interno si colloca il Partito della Sinistra Europea.
Le forze che danno vita alla lista si impegnano a continuare il coordinamento della loro iniziativa politica anche dopo le elezioni europee.
Brigate di solidarietà attiva del PRC in Abruzzo: i primi risultati
RIFONDAZIONE: PRIMI NUMERI DELLA BRIGATA DELLA SOLIDARIETA' - RIFONDAZIONE - PARTITO SOCIALE
2 campi S. Biagio di Tempera e Carmarda (con cucina e circa un migliaio di sfollati)
10 magazzini di cui uno da 200 metri quadri uno da 100 metri quadri e da domani 1 da
1000 metri quadri
30 volontari a rotazione su pescara nei vari
magazzini in turno dalle 8,30 alle 22 per 5 giorni di fila compresi
ieri ed oggi 15 volontari sui campi
7/8 furgoni ogni giorno in spoletta tra l'aquila e pescara sui nostri campi e per i paesini 3 furgoni
sulla costa per rifornimenti per gli alberghi della costa
rifornimenti
per le organizzazioni....
Finora 100 furgoni da tutta italia in tutte le ore della notte con i rifornimenti
Centinaia di persone hanno donato viveri ed indumenti in questi giorni
Decine e decine di lettere ed attestazioni di solidarietà da associazioni ,
cooperati ove di ex detenuti – ultras compagne e compagni
Superate le 200 offerte di volontariato per i prossimi mesi (decine di disoccupati
pronti ad offrire il loro aiuto)
Centinaia di posti letto – appartamenti e stanze offerte da tutta italia
Decine di animatori pronti per il nostro asilo popolare
Diversi gruppi musicali pronti ad animare i campi
Migliaia di euro raccolte (da ogni angolo d’italia)
Decine di aziende ci hanno contattato per offrire materiali
Mille e mille grandi storie di solidarietà da ogni angolo del paese
ed il cellulare che continua a trillare...
R I C H I E S T A R I F O R N I M E N T I
aggiornamento del 14/04/09
INTIMO (NO USATO):
Pigiami – slip – canottiere – reggiseni – calze
IGIENE PERSONALE:
Pasta adesiva per dentiere – pasticche per dentiere - spugne da doccia
nuove – sapone liquido – salviettine umidificate – dentifricio –
spazzolini – schiuma da barba – rasoi – shampoo – assorbenti –
detergente intimo – fazzoletti di carta – bacinelle per acqua –
deodoranti donna/uomo – pomate e creme (adulti e bambini) – cotton
fioK–
UNTENSILI:
Guanti in lattice da casa – spugne nuove per piatti –
scolapasta – utensili da cucina – taglieri – vettovagliamento monouso –
vassoi alimenti monouso – pettini – torce da campo – torce a dinamo –
pile per torce - stendipanni e mollette
ALIMENTARI:
The – cacao in
polvere – orzo – latte in polvere – caffè solubile – condimenti
spezie/odori – olio per frittura – riso
PULIZIE:
Amuchina - detersivo
per panni – detersivo per piatti – candeggina – sgrassatori – sacchetti
immondizia – strofinacci - bidoni – taniche per acqua
VARIE:
Cosmetici
– creme solari – ombrelli – K-way - –– bustine assorbi colori –
pellicola alluminio – pellicola per alimenti - stufe a olio – gazebo a
fisarmonica
MATERIALE SANITARIO:
Farmaci esclusivamente d’uso comune
(aspirina, antinfiammatori) – acqua ossigenata citrosil – garze –
cerotti
INDUMENTI
Tute uomo/donna – ciabatte (nuove) - cinte
Per il
momento abbiamo sospeso le forniture di vestiario, latte,
omogeneizzati, alimenti per bimbi ed acqua
Avvertenze: solo alimenti a
lunga scadenza, indicare date di scadenza, se si consegna materiale
dentro scatoloni (grandi raccolte) dividere il più possbile per
tipologie,per gli indumenti dividere per tipologie e taglie
“Brigata
di Solidarietà Attiva”
Partito della Rifondazione Comunista
Tel. 085 66 7 88
mail info@rifondazioneabruzzo.org Indirizzo e-mail protetto
dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo
www.rifondazione.
it www.partitosociale.org
PROVINCIA DI PESCARA
PESCARA C/O CIRCOLO
“A.. GRAMSCI”
piazza dei Grue, 39
orario 09.30 – 21.30
tel. 08566788
CITTA’ SANT ANGELO C/O CIRCOLO PRC
via Petruzzi (vicino clinica Villa
Serena)
orario 10.00 – 13.00 / 15..00 – 20.00
tel. 3397531059
CEPAGATTI C/O CIRCOLO PRC “A. GRAMSCI”
viale Duca degli Abruzzi
orario
17.00 – 20.00
tel. 3937703631
SPOLTORE C/O Area E-spò
via dietro le
Mura, 16/1
tel. 3335327500 – 3385619192
LORETO APRUTINO C/O CIRCOLO
“P. IMPASTATO”
via dei Normanni, 5
orario 09.00 – 19.00
tel. 3392130511
PROVINCIA DI CHIETI
CHIETI C/O FEDERAZIONE PRC CHIETI
viale Majella,
72
orario 08.00 – 20.00
tel. 0871401151
cell. 3316821388
SAMBUCETO C/O
CIRCOLO “P.IMPASTATO”
via Manzoni, 3
orario 09.30 – 13.30 / 14.30 –
20.30
tel. 3465703126
SAN VITO CHIETINO C/O CENTRO SOCIALE “L’
ARREMBAGGIO”
orario 08.00 – 17.00
tel. 3395852959
PROVINCIA DI TERAMO
TERAMO C/O FEDERAZIONE PRC TERAMO
via della cittadella, 11
tel.
0861241511
GIULIANOVA C/O CIRCOLO PRC “P. DI MASSIMANTONIO”
corso
Garibaldi, 43/45
orario 09.30 – 13.30 / 15.00 – 19.30
Orlando tel. 3471139192
DAL PIRELLONE 4,5 MILIONI A SCUOLA DI CL. E' UNO SCANDALO INTOLLERABILE. SABATO 18 APRILE MANIFESTAZIONE REGIONALE A CREMA
Grazie a un protocollo d’intesa firmato tra il Pirellone, il comune di Crema e la fondazione Charis (legata alla Compagnia delle Opere) la Regione Lombardia stanzierà nell’arco di 3 anni ben 4,5 milioni di euro per la costruzione di una scuola privata di CL.
“E’ un vero scandalo, ma purtroppo è anche un caso del tutto normale in questa regione”, dichiara il consigliere regionale del Prc-Se Luciano Muhlbauer. “In Lombardia l’istruzione privata, sovente legata agli ambienti confessionali, gode infatti di un favore e di privilegi inaccettabili a scapito del bene comune, esattamente come accade negli altri settori, primo fra tutti la sanità”.
“Si dà il caso che, nell’edilizia scolastica, dal 2007 il governo regionale può destinare fino al 25% del finanziamento complessivo alla scuola privata. Ecco come accade che, mentre le scuole pubbliche cadono a pezzi, una fondazione legata a Cl ottiene un contributo regionale di 4,5 milioni di euro per costruire una scuola nuova di zecca.
"Non dimentichiamo poi che il Pirellone attraverso i ‘buoni scuola’ ha assegnato 45 milioni di euro (700 euro pro capite) agli studenti delle scuole private. Il 70% delle famiglie che hanno ricevuto il contributo dichiarano oltre 30.000 euro di reddito annuo, e tremila di queste si collocano addirittura tra i 100mila e 198mila euro. Dall’altra parte, 970mila studenti della scuola pubblica devono accontentarsi delle briciole: 8,5 milioni di euro per il ‘diritto allo studio’, 8 euro a testa. E per ottenere un magro sussidio devono pure dimostrare di essere meritevoli ed economicamente svantaggiati”.
“Il finanziamento della scuola ciellina di Crema è un esempio clamoroso della politica classista e clientelare della giunta Pdl-Lega guidata da Formigoni”, rincara il portavoce regionale del partito Alfio Nicotra.
“Nel pieno della recessione economica, con le pressanti necessità di adeguamento e messa in sicurezza degli edifici scolastici pubblici della regione, è più che mai intollerabile che il denaro di tutti sia dato ai privati sottraendolo al servizio pubblico cui ha diritto la collettività, è ingiusto e sbagliato che si sovvenzionino i ricchi e le imprese mentre non c’è mai un soldo per sostenere i lavoratori, i disoccupati, i precari e i beni comuni colpiti dalla crisi.
“Basta con i finanziamenti alle scuole private”, conclude Nicotra. “Il denaro pubblico va utilizzato per le scuole pubbliche, per un nuovo welfare che garantisca i diritti di tutti tutelando i ceti più deboli, per lo sviluppo dei beni della collettività”.
Il Prc della Lombardia, insieme all’organizzazione regionale dei Giovani comunisti, aderisce e parteciperà attivamente alla manifestazione lanciata dagli studenti del Comitato in difesa della Scuola Pubblica (CSP) contro i finanziamenti regionali alla scuola di CL, che si svolgerà a Crema domani, sabato 18 aprile, con partenza alle 14.30 dal Piazzale della Stazione FS.
Milano, 17 aprile 2009
Prc Lombardia
giovedì 9 aprile 2009
PROVINCIA DI MILANO - IL PRC ESCE DALLA GIUNTA PENATI
Milano, 8 aprile 2009
“NON SONO STATI RISPETTATI GLI IMPEGNI” Antonello Patta Segretario provinciale PRC Milano
Nello scorso mese di ottobre, a conclusione della verifica politico-programmatica richiesta dal PRC, il Presidente Penati e la sua maggioranza si erano impegnati a dar seguito ad una serie di scelte amministrative di fine mandato, tra le quali l’approvazione del bilancio e lo stanziamento di fondi a sostegno dell’occupazione e dei ceti più colpiti dalla crisi economica. Nella verifica di maggioranza si era concordata anche la presentazione e approvazione entro il 2008 del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) con l’indicazione degli ambiti agricoli, che avrebbe consentito la protezione dalla speculazione edilizia del Parco Sud, dei tanti territori agricoli dei comuni e posto vincoli importanti all’EXPO cementificatorio della Giunta Moratti. Era inoltre riconfermata la volontà della Provincia di Milano di non privatizzare l’acqua dei cittadini, attraverso la costituzione di un unico soggetto totalmente pubblico che riunisse in sé patrimonio, gestione di reti e impianti ed erogazione del servizio idrico. Nonostante su questi punti si fosse raggiunta una sintesi nella maggioranza, che avrebbe consentito il completamento del mandato amministrativo, il Presidente Penati ha ritenuto di disattenderli, rinviando le scelte a dopo l’approvazione del bilancio di previsione 2009 e, successivamente, effettuando una inconcepibile retromarcia. Con il ritiro della delibera di approvazione del PTCP nella seduta di Consiglio del 1° aprile 2009 e non completando gli impegni per rendere erogazione e gestione dell’acqua integralmente pubbliche, è stata fatta una scelta di campo: quella dei “poteri forti” che mirano all’urbanizzazione selvaggia e a mettere le mani sul patrimonio idrico della provincia. Un’esperienza amministrativa nata all’insegna dell’apertura alla società e alla partecipazione, si è resa impermeabile alle istanze dei cittadini e permeabile alle richieste di Regione e Comune di Milano (leggi: Formigoni e Moratti) e dei grandi poteri economico-finanziari che vedono nell’EXPO un’occasione di affari ai danni della gran parte degli abitanti di quest’area metropolitana. Così si è rotto ogni residuo rapporto di fiducia tra il Presidente Penati e il Partito della Rifondazione Comunista. Prendendo atto di ciò il 7 aprile il Comitato Politico Federale ha dato mandato al Segretario e alla Segreteria Provinciale, di richiedere l’immediato ritiro della nostra delegazione assessorile dalla giunta Penati e di provvedere, in accordo con il gruppo consiliare, ad esercitare un fermo controllo e, dove necessario, l’opposizione su tutti i futuri atti amministrativi portati in discussione in Consiglio provinciale. Rifondazione Comunista ha contribuito in questi anni al governo della Provincia di Milano, realizzando importanti conquiste: una politica attiva per l’istruzione e l’edilizia scolastica, il sostegno al lavoro e il puntuale contrasto delle crisi industriali, un’azione a favore dei giovani, dello sport e delle politiche di pace, l’avvio di importanti interventi per la disabilità, con il coinvolgimento di centinaia di associazioni. Altrettanto importanti i risultati a difesa del territorio e dei beni comuni, così come lo stanziamento di 25 milioni di euro a sostegno dei redditi bassi, delle povertà estreme e del lavoro di grande importanza nella fase di grave crisi e di recessione che stiamo attraversando. I numerosi interventi e le realizzazioni di questi cinque anni, parlano di una iniziativa politico-amministrativa del PRC, sia in consiglio che in giunta, produttiva, costruttiva, leale, mai subalterna e acquiescente. Per tutto questo ringraziamo gli Assessori e la Consigliera delegata per il positivo lavoro svolto in questi anni di governo, senza il quale le politiche a difesa della scuola pubblica, del lavoro, dei giovani, per la pace e lo sport per tutti, così come i diritti delle persone con disabilità, non avrebbero avuto la rilevanza politica e amministrativa riconosciuta. Ringraziamo altresì per il lavoro svolto il Vicepresidente del Consiglio e il Gruppo Consiliare alla Provincia di Milano, impegnati ad esercitare dall’opposizione il completamento del proprio mandato.
UCCISIONE CLOCHARD STAZIONE CENTRALE DI MILANO
Nicotra (Prc Lombardia): necessaria riqualificazione democratica corpi di Polizia
Dichiarazione di Alfio Nicotra, portavoce regionale del Prc della Lombardia e componente della direzione nazionale del partito Dopo la pietà e lo sdegno per l’uccisione del clochard alla stazione centrale di Milano, causata dalle botte di due agenti della polfer, dobbiamo ragionare su come avviare un nuovo movimento per la riqualificazione democratica dei (troppi) corpi di polizia.
C’è innanzitutto un dato evidente: dalla gestione della “macelleria messicana” di Genova nel 2001, con il seguito vergognoso di promozioni e assoluzioni dei principali responsabili, si sono affermate gerarchie, scelte e stili inclini alla repressione e alla violenza ingiustificata, sia sui singoli cittadini – specie se poveri e “diversi” – sia sulle manifestazioni di dissenso politico e sociale.
La radice di tutto ciò non è in questo o quel singolo, in questo o quel gruppo di agenti. La vera responsabilità risale alle decisioni politiche e alle culture regressive che si sono affermate in questi anni, spinte in primo luogo – ma non solo - dal centrodestra.
L’autoritarismo, le ideologie securitarie, l’indebolimento del quadro democratico-costituzionale dentro e fuori la polizia, si sono combinati in una miscela esplosiva con il taglio delle risorse utili al funzionamento e soprattutto alla riqualificazione delle forze dell’ordine. Tra le più consistenti del mondo occidentale (per numero di corpi e per addetti sul totale della popolazione), oggi esse sono caricate dei ruoli più diversi, sono sottoposte alla pressione di sindaci e vicesindaci che s’improvvisano sceriffi, vengono chiamate di fatto a fare da ausiliarie accanto ai militari spediti sul territorio, e devono addirittura vedersela – sul piano reale e simbolico – con le ronde inventate e sovvenzionate dal ministro degli interni!
E’ un quadro che sembra fatto apposta per indebolire, insieme all’idea, il funzionamento democratico delle forze dell’ordine, promuovendo inevitabilmente, al loro interno, logiche organizzative, comportamenti e culture che confliggono con lo stato di diritto.
Il bisogno di un cambiamento di rotta complessivo si è manifestato di recente attraverso importanti pronunciamenti dei rappresentanti della pubblica sicurezza e dei carabinieri contro i tagli di bilancio e le ultime trovate securitarie del governo Berlusconi. Nel grave fatto di cui è stato vittima il sessantenne senza dimora di Milano, l’apporto dato alle indagini dalla stessa polfer conferma la presenza di importanti anticorpi interni contro le derive in atto.
Occorre ed è possibile dunque unire le forze per tornare allo spirito della riforma che smilitarizzò la polizia di stato con la legge 12/81, per combattere l’involuzione, per la riqualificazione funzionale e democratica dei corpi di polizia.
martedì 7 aprile 2009
TERREMOTO – ABRUZZO: La Brigata di solidarietà del Prc a lavoro nel campo di Tempera
Conto Corrente Bancario
RIFONDAZIONE PER L'ABRUZZO
IBAN: IT32J0312703201CC0340001497
Le cucine da campo sono già in funzione, sotto i gazebo montati questa mattina in una manciata di ore. La ‘Brigata di Solidarietà Attiva’ di Rifondazione comunista, giunge nelle zone colpite dal violento sisma abruzzese, nella tarda serata di ieri.
Le strade che collegano Roma all’epicentro della tragedia sono quasi tutte bloccate e per i quattro furgoni carichi di viveri e strutture da campo, il viaggio è tutt’altro che facile. A l’Aquila e nei paesi limitrofi, nonostante il lavoro dei “soccorritori professionisti”, manca quasi tutto. Cibo, acqua, latte per i bambini, pannolini e molto altro ancora, sono di difficilissima reperibilità. In questo drammatico quadro, la ‘Brigata’ di Rifondazione proveniente dalla Capitale si mette a lavoro per supportare concretamente la popolazione di Tempera. A sette chilometri dal capoluogo abruzzese, ormai ridotto in macerie, questo piccolo paese che conta poche centinaia di abitanti è uno dei centri più colpiti dal sisma di domenica notte. Per diverse ore, la gente di Tempera è rimasta praticamente sola a fronteggiare il proprio dramma, scavando a mani nude tra i calcinacci delle proprie abitazioni ed estraendo sette corpi senza vita e cinque sopravvissuti. Nel paese, ormai semi distrutto, gli abitanti si aggirano come spettri tra le case pericolanti. Chi si accampa nel proprio giardino, chi invece trova riparo dal freddo nelle tende montate presso il vicino campo di soccorso. E’ qui che dalle prime ore di stamani, i volontari di Rifondazione lavorano incessantemente per garantire un pasto caldo per il pranzo. Più di 300 persone, soprattutto donne, bambini e anziani, attendono pazientemente di poter mangiare, mentre l’acqua dei pentoloni comincia a bollire. Nel frattempo, quando una parte dei volontari è impegnato a cucinare e qualcun altro a distribuire il cibo tra gli abitanti del paesino, viene messo in moto il ponte di solidarietà tra il campo di Tempera e il Prc romano. C’è chi, infatti, si rimette in viaggio alla volta della Capitale, per rifornire questo centro di soccorso con pasta, scatolame, zucchero, caffè e tutto quanto di non deperibile si riesca a trasportare in un incessante andirivieni dei furgoni del partito. Ma la solidarietà si attiva anche tra chi non è potuto partire ieri per l’Abruzzo. Numerose sono le sottoscrizioni messe in moto dal Partito per sostenere concretamente chi in questa tragedia ha perso quasi tutto.
lunedì 6 aprile 2009
ACQUA PUBBLICA - PENATI E BREMBILLA NON RISPETTANO GLI INDIRIZZI DEL CONSIGLIO PROVINCIALE
“Dopo avere contribuito ad affossare il PTCP, Penati non rispetta neanche l’impegno per l’acqua pubblica in provincia di Milano”. È quanto dichiarato dal Capogruppo Prc in Provincia di Milano, Antonello Patta, durante la conferenza stampa. “Il Comitato Politico Federale di Rifondazione Comunista valuterà nei prossimi giorni se porre termine alla partecipazione del nostro partito a questa amministrazione”.
Alla conferenza stampa, indetta in seguito alle dichiarazioni dell’Assessore Brembilla durante la Commissione Affari istituzionali e Ambiente, erano presenti anche i consiglieri provinciali Massimo Gatti (SD), Luca Guerra (PdCI) e Piero Maestri (Sinistra Critica), Rosario Lembo del Comitato Italiano per un Contratto Mondiale sull’Acqua e Giovanni Cocciro, Assessore del PD a Cologno Monzese e portavoce del Comitato dei 144 comuni contro la legge regionale 18/2006 sull’acqua.
“La decisione della Brembilla di mantenere la separazione tra gestione ed erogazione, è in contrasto con la battaglia dei sindaci che si sono battuti contro la legge regionale e chiedevano alla Provincia di Milano di fare quanto dichiarato da 5 anni: un’unica società in mano totalmente pubblica. Penati faccia seguire alle parole i fatti” ha commentato Giovanni Cocciro. “In vista delle prossime elezioni provinciali – ha dichiarato Rosario Lembo - la società civile sceglierà anche in base alle posizioni che i diversi candidati avranno nei confronti del tema dell’acqua”.
“Siamo di fronte ad uno strappo democratico intollerabile - ha dichiarato Massimo Gatti - Dopo tre ordini del giorno approvati dal Consiglio provinciale a favore di una gestione unica totalmente pubblica del servizio idrico integrato, dopo la modifica della legge regionale, l’Assessore Brembilla si muove in tutt’altra direzione, senza coinvolgere con chiarezza tutti i sindaci: mantiene un modello a spezzatino con sprechi e doppioni, non scioglie inutili CdA, sottraendo risorse a investimenti e manutenzioni, proprio in un momento di grave crisi economica”.
“Conservare la separazione tra gestione ed erogazione (“l’ultimo miglio”) – ha affermato Piero Maestri - ha un unico significato: aprire la strada alla privatizzazione dell’acqua. E’ necessario che il Consiglio si riappropri delle sue competenze”. Non usa mezzi termini Luca Guerra: “Chiediamo le dimissioni dell’Assessore Brembilla per manifesta incapacità politica”.
La denuncia dei consiglieri e dei Sindaci ha già ottenuto il primo risultato di far rinviare al 15 aprile l’Assemblea dell’ATO della Provincia di Milano prevista per ieri pomeriggio. “Prima di allora – hanno concluso i consiglieri presenti alla conferenza – la Brembilla torni in Consiglio e predisponga rapidamente l’annullamento della delibera ereditata dalla giunta Colli, che prevede l’ingresso dei privati nella gestione dell’acqua in provincia di Milano”.
4 APRILE - 4 GATTI... CON LA CGIL
Giustizia fiscale, tutele verso i pensionati, ammortizzatori sociali ed estensione della cassa integrazione ordinaria, politiche industriali e lotta all'evasione. Questi sono i quattro punti principali della piattaforma con cui la Cgil ha portato il 4 aprile a Roma quasi 3 milioni di persone, inondando il Circo Massimo.
Un successo straordinario soprattutto se si tengono in considerazione le difficoltà che affrontano quotidianamente le famiglie italiane e che inevitabilmente rendono difficile anche lottare rinunciando ad una giornata del proprio salario o pagandosi il viaggio per andare alla manifestazione. In questi mesi, infatti, a causa della crisi, la situazione economica, già di per se non rosea, si è ulteriormente aggravata: tante famiglie sono ormai risucchiate dalla povertà e non riescono più ad arrivare a fine mese a causa della perdita o drastica riduzione dello stipendio dovuto ai numerosi licenziamenti, al mancato rinnovo dei contratti dei precari ed alla cassa integrazione.
Il corteo era uno spaccato rappresentativo ed importante della nostra società e un segno evidente della portata della crisi che colpisce indistintamente le lavoratrici ed i lavoratori del Nord come quelli del Sud: milioni di lavoratori in lotta per la difesa dei propri diritti; molti i licenziati tra i quali numerosi giovani a cui non viene rinnovato il contratto precario e, quindi, privi di qualsiasi tutela; tanti pensionati che dopo una vita di sacrifici percepiscono una pensione appena necessaria a vivere, insieme a tantissimi giovani il cui futuro è minacciato dalla scarsa qualità della formazione oggi, e dall'incerto destino lavorativo domani.
Estremamente significativa, inoltre, la presenza dei lavoratori migranti. Un fenomeno positivo da non sottovalutare: negli ultimi anni, infatti, molti di loro hanno cominciato a prendere parte alle manifestazioni ed alle lotte, rendendo visibile la loro presenza, spesso dimenticata. Tutto ciò è oggi possibile anche grazie al lavoro svolto dalla Cgil che è stata in grado di valorizzare la loro doppia natura, quella di lavoratori (sfruttati) e quella di immigrati, riuscendo a coinvolgerli sia partendo dalla loro condizione sociale, sia dalla loro peculiarità culturale. È questa, una lezione importante per i partiti che a sinistra aspirano a lavorare con le comunità migranti presenti sul territorio ma che spesso hanno difficoltà nel portare avanti questo intento.
giovedì 2 aprile 2009
Milano, assedio al manager
Arriva anche in Italia la pratica di bloccare i capi per far valere i diritti dei lavoratori
Manager accerchiato. Azienda avvisata. Infuria la bufera alla Omnia service center di via Breda, periferia Nord di Milano, a un passo da Sesto San Giovanni, l’ex Stalingrado d’Italia che non c’è più. Non ci sono nemmeno gli operai ma la storia è sempre quella. Come alla Sony francese. Alla Caterpillar oltre le Alpi. Nella fabbrica del lusso dove gli operai bianco-rosso-blu hanno sequestrato un manager. Adesso è toccato a un’azienda italiana, l’episodio sembra meno grave, ma quello che conta è l’aria che tira. «Una brutta aria, aspettiamo gli stipendi di febbraio da oltre un mese», racconta Silvana, una operaia di questo call center che ieri pomeriggio si è fermato in assemblea, ha costretto l’amministratore delegato a parteciparvi, gli ha chiesto con le buone e facce cattive notizie sul futuro del gruppo aziendale e su quello di chi ci lavora. L’assemblea è andata avanti per meno di un’ora. Il manager è stato poi «liberato». Non ci sono stati momenti di tensione vera come nelle aziende francesi. Ma quello che conta è l’episodio in sé. Il primo in Italia. Il primissimo in un grande gruppo.
Alla Omnia service che fornisce assistenza telefonica al gruppo H3g e non solo lavorano settecentocinquanta addetti. Trecento hanno un contratto a tempo indeterminato. Tutti gli altri firmano per quindici giorni, quando va bene sono sei mesi. I turni - va da sé - sono su 24 ore. La paga oraria è di quelle tipiche nel mondo del terziario avanzato solo quando si tratta di tecnologie, mica di stipendi. Sette e cinquanta l’ora la paga base. Dodici e cinquanta quando va benissimo. Uno stipendio che alla fine non arriva nemmeno a 1000 euro al mese ma si ferma a quegli 850 euro con cui a Milano è quasi impossibile vivere con dignità. «Sempre che arrivino poi, gli stipendi...», mugugnano gli addetti al call center, voce suadente quando si tratta di rispondere al cliente dall’altra parte del filo, voce tiratissima davanti all’amministratore delegato che racconta la storia di sempre. Quella che parte dai subprime americani, travolge Wall Street e Piazza Affari e finisce come al solito nelle tasche vuote degli operai. Anzi no, degli addetti al call center, il lavoro del Terzo Millennio che non ti unge le mani di olio e di grasso ma alla fine è la storia di sempre.
«Da due mesi l’azienda ritarda i pagamenti sostenendo che c’è la crisi, imputando la responsabilità ai committenti», spiegano gli addetti al call center, quelli che fanno sorridere quando sono protagonisti del film «Tutta la vita davanti» con Sabrina Ferilli. «Ma che vita è... Stiamo ancora aspettando lo stipendio di febbraio, ci avevano promesso che ce lo avrebbero dato il 5 marzo, è passato quasi un mese e ancora niente. Dobbiamo pagare mutui, affitti, spese...», fanno due conti gli impiegati che per una volta hanno provato a chiedere il conto al manager di turno. Costretto almeno una volta a sentire pure la loro voce e mica al telefono.
Manager accerchiato. Azienda avvisata. Infuria la bufera alla Omnia service center di via Breda, periferia Nord di Milano, a un passo da Sesto San Giovanni, l’ex Stalingrado d’Italia che non c’è più. Non ci sono nemmeno gli operai ma la storia è sempre quella. Come alla Sony francese. Alla Caterpillar oltre le Alpi. Nella fabbrica del lusso dove gli operai bianco-rosso-blu hanno sequestrato un manager. Adesso è toccato a un’azienda italiana, l’episodio sembra meno grave, ma quello che conta è l’aria che tira. «Una brutta aria, aspettiamo gli stipendi di febbraio da oltre un mese», racconta Silvana, una operaia di questo call center che ieri pomeriggio si è fermato in assemblea, ha costretto l’amministratore delegato a parteciparvi, gli ha chiesto con le buone e facce cattive notizie sul futuro del gruppo aziendale e su quello di chi ci lavora. L’assemblea è andata avanti per meno di un’ora. Il manager è stato poi «liberato». Non ci sono stati momenti di tensione vera come nelle aziende francesi. Ma quello che conta è l’episodio in sé. Il primo in Italia. Il primissimo in un grande gruppo.
Alla Omnia service che fornisce assistenza telefonica al gruppo H3g e non solo lavorano settecentocinquanta addetti. Trecento hanno un contratto a tempo indeterminato. Tutti gli altri firmano per quindici giorni, quando va bene sono sei mesi. I turni - va da sé - sono su 24 ore. La paga oraria è di quelle tipiche nel mondo del terziario avanzato solo quando si tratta di tecnologie, mica di stipendi. Sette e cinquanta l’ora la paga base. Dodici e cinquanta quando va benissimo. Uno stipendio che alla fine non arriva nemmeno a 1000 euro al mese ma si ferma a quegli 850 euro con cui a Milano è quasi impossibile vivere con dignità. «Sempre che arrivino poi, gli stipendi...», mugugnano gli addetti al call center, voce suadente quando si tratta di rispondere al cliente dall’altra parte del filo, voce tiratissima davanti all’amministratore delegato che racconta la storia di sempre. Quella che parte dai subprime americani, travolge Wall Street e Piazza Affari e finisce come al solito nelle tasche vuote degli operai. Anzi no, degli addetti al call center, il lavoro del Terzo Millennio che non ti unge le mani di olio e di grasso ma alla fine è la storia di sempre.
«Da due mesi l’azienda ritarda i pagamenti sostenendo che c’è la crisi, imputando la responsabilità ai committenti», spiegano gli addetti al call center, quelli che fanno sorridere quando sono protagonisti del film «Tutta la vita davanti» con Sabrina Ferilli. «Ma che vita è... Stiamo ancora aspettando lo stipendio di febbraio, ci avevano promesso che ce lo avrebbero dato il 5 marzo, è passato quasi un mese e ancora niente. Dobbiamo pagare mutui, affitti, spese...», fanno due conti gli impiegati che per una volta hanno provato a chiedere il conto al manager di turno. Costretto almeno una volta a sentire pure la loro voce e mica al telefono.
mercoledì 1 aprile 2009
TUTTE-TUTTI A ROMA IL 4 APRILE - LORO LA CRISI NOI LA SOLUZIONE
Negli ultimi trent’anni le disuguaglianze sociali sono tornate a crescere. Questo è avvenuto a causa della diminuzione della quota dei redditi da lavoro sul totale della ricchezza prodotta, quota andata a profitti e rendite. Si tratta di 10 punti percentuali dal 1976 al 2006. In sostanza i ricchi sono diventati più ricchi, i poveri più poveri. In Italia la crescita delle disuguaglianze è stata più forte che altrove. Quasi la metà della ricchezza nazionale è detenuta dal 10% della popolazione.
La crisi è la conseguenza di questa situazione: delle politiche di precarizzazione del lavoro, bassi salari, riduzione dello stato sociale, cioè dell’accesso a beni essenziali, come la salute, la casa, la pensione, l’istruzione. I lavoratori impoveriti non sono in condizione di comprare le merci che producono.
La crisi economica si intreccia inoltre ad una gravissima crisi ambientale, energetica, alimentare, anche per le politiche di privatizzazione che hanno contribuito all’ulteriore devastazione del territorio e dell’ambiente.
Per uscire dalla crisi è indispensabile garantire tutti i posti di lavoro e redistribuire la ricchezza. E’ indispensabile un nuovo intervento pubblico in economia che cambi i modelli di produzione e consumo.
Per uscire dalla crisi è necessario:
La riduzione d’orario redistribuendo il lavoro. Il blocco dei licenziamenti e il rinnovo dei contratti di lavoro precari. La generalizzazione degli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori precari e l’aumento dell’indennità. L’istituzione del salario sociale per i disoccupati.
L’aumento dei salari da subito con la restituzione del fiscal drag. L’aumento delle pensioni basse e medio basse. La salvaguardia del TFR versato nei fondi e che il TFR torni nella disponibilità dei lavoratori.
Il blocco degli sfratti e un piano di edilizia residenziale pubblica. Un fondo per l’acquisizione e riconversione dei mutui.
L’ampliamento e la riqualificazione del sistema sanitario pubblico, un piano per la non-autosufficienza.
L’aumento della spesa per la conoscenza, portandola al livello europeo.
Politiche creditizie e industriali pubbliche. Basta con i soldi regalati alle banche e alle imprese senza che ad essi corrispondano quote di proprietà pubblica. Le risorse date alle imprese devono essere vincolate al mantenimento dell’occupazione e alla riconversione ecologica delle produzioni. Al posto delle grandi opere, politiche per il risanamento del territorio, per la ristrutturazione degli edifici scolastici, per sistemi di mobilità sostenibile.
Si può fare, portando la spesa sociale in Italia alla media Europea. Si può fare recuperando l’evasione fiscale, tassando le rendite finanziarie, tassando i grandi patrimoni, tagliando le spese militari.
CONTRO LA CRISI.
CONTRO IL GOVERNO BERLUSCONI CHE ATTACCA IL SALARIO, LO STATO SOCIALE, I DIRITTI, LE LIBERTA’.
PARTECIPIAMO ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DELLA CGIL IL 4 APRILE.
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