martedì 29 giugno 2010

INCONTRO CON FERRERO - Mercoledì 30 Giugno 2010 ORE 18.00


ALLA FESTA DI CASSANO
Incontro con Paolo Ferrero
Segretario Nazionale di Rifondazione Comunista
Mercoledì 30 Giugno 2010 ORE 18.00
Presentazione del libro
QUEL CHE IL FUTURO DIRÀ DI NOI
Idee per uscire dal capitalismo in crisi e dalla seconda Repubblica

…La sinistra comunista ha ancora qualcosa da dire? Decisamente sì, risponde Paolo Ferrero. Perché il neoliberismo che sembrava trionfante è precipitato nella più grave crisi della storia, e nessuno – ai piani alti – sa come uscirne. Alla crisi economica, infatti, se ne sommano altre: climatica, ambientale, energetica, dei rapporti sociali. E l’umanità si trova di nuovo davanti al bivio tra socialismo o barbarie. Ma l’orizzonte della scarsità delle risorse pone il problema in modo diverso, più drastico. Richiede un di più di scienza e coscienza, di giustizia ed eguaglianza. Il socialismo torna quindi con prepotenza l’unica alternativa teorica possibile. Ma proprio gli eredi di questa tradizione – in Italia più che in altri paesi – escono da una sconfitta senza precedenti, che li ha fatti quasi scomparire dalla scena politica. Ferrero ripercorre gli ultimi tre decenni della storia del nostro paese, interrogandosi sulla serie di scelte che hanno determinato infine la frantumazione e l’emarginazione della sinistra. Fino all’assunzione del punto di vista dell’avversario. Una “sindrome” di cui invita a liberarsi in fretta, riconquistando quell’autonomia culturale e politica indispensabile per rappresentare davvero un’alternativa generale, capace di rompere le trappole del bipolarismo e del populismo: ovvero di quanto ha permesso la “resistibile ascesa” del potere berlusconiano…

Comunali MILANO - Lista unitaria della Sinistra in coalizione


Comunali MILANO - Lista unitaria della Sinistra in coalizione

"Sinistra unita in un'ampia alleanza di centro-sinistra". E' questa la formula della Federazione della Sinistra per le prossime elezioni amministrative a Milano. "Penso che ci siano le condizioni, vista la caduta di consensi della Moratti, per provare a riconquistare l'amministrazione comunale. Per questo la Federazione della sinistra propone due cose: un'alleanza ampia a sinistra con una lista unitaria con Sel, e una coalizione ampia su un programma condiviso con il Pd all'interno del centro-sinistra", ha detto stamani il portavoce della Federazione della Sinistra, Cesare Salvi, in una conferenza stampa convocata a Palazzo Marino.
Presto per pensare a eventuali candidati sindaci. "Noi siamo abituati a partire dalla politica, prima vogliamo capire i punti programmatici, poi parleremo delle persone - ha detto Salvi - certo, bisogna stringere i tempi".
"Siamo in ritardo. Le riunioni per definire il programma non partono. Noi saremmo partiti anche dopo le regionali - ha detto anche il portavoce della Federazione della Sinistra per Milano, Antonello Patta - noi chiediamo di avviare questo percorso, sono gli altri a essere refrattari. Purtroppo a sinistra c'e' attendismo, mentre la Moratti e' gia' in campagna elettorale e il tempo perso gioca a svantaggio del risultato. Anche noi abbiamo personalita' prestigiose da mettere sul piatto - ha aggiunto a proposito delle candidature - ma per il momento non le facciamo perche' siamo interessati a un percorso condiviso". "Se si realizzasse questa ampia alleanza del centro-sinistra, sarebbe una soluzione che farebbe bene a tutta la citta', anche contro l'astensionismo", ha commentato anche il consigliere comunale Basilio Rizzo (Lista Fo per Milano).

domenica 27 giugno 2010

Europa - Italia - Lunedì 28 giugno 2010 ore 20,30 c/o Sala della Provincia Via Corridoni 16 - Milano


Europa - Italia: Facciamo pagare la crisi a chi l’ha causata Fermiamo la manovra del Governo

Lunedì 28 giugno 2010 ore 20,30 c/o Sala della Provincia Via Corridoni 16 - Milano

Presenta:
Antonello Patta, Portavoce FDS Milano

Intervengono:
Fabio Amato Responsabile esteri PRC
Sabine Wills Capogruppo Die Linke Parlamento Eu Willy Meyer Capogruppo Izquierda Unida Parlamento Eu
Danilo Ferrati RSU Mangiarotti
Patrizia Frisoli RSU Comune di Milano
Citto Maselli Regista
Amerigo Sallusti CPF Milano PdCI
Angelo Pagaria RSU Eutelia
Francesco Bonfini Docente
Paolo Limonta Comitati in Difesa della Scuola Pubblica
Conclude
Cesare Salvi, Portavoce nazionale FDS

QUESTA E' L'ITALIA


QUESTA E' L'ITALIA
BOCCIATO TRE VOLTE
ALLA MATURITA':
CONSIGLIERE REGIONALE
LOMBARDIA
10.000 EURO AL MESE
LAUREATA CON 110 E LODE:
OPERATRICE CALL CENTER
830 EURO AL MESE

UNITA' A SINISTRA e FEDERAZIONE DELLA SINISTRA


UNITA' A SINISTRA

e

FEDERAZIONE DELLA SINISTRA

DIBATTITO CON

Basilio RIZZO
consigliere comunale LISTA FO Milano

Massimo GATTI
consigliere prov. UN’ALTRA PROVINCIA MI

GIOVEDI’ 24 GIUGNO 2010
ORE 21 - SALA “C. PORTA”

BIBLIOTECA COMUNALE

VIA BATTISTI 56 – VIMODRONE (MI)


Sono stati invitati ad intervenire:

Luigi VERDERIO (Ass. Servizi Sociali Vimo),
Vincenzo GORNATI (Ass. Cultura Partecipazione Vimo),

Marco ALBERTI (Pdci Vimo),
Aurelio LAMORTE (Com. Referendum Acqua Pubbl. Vimo),
Antonello FERRARI (Cons. Com. Vimodrone Sei Tu),
Giuseppe LO PRESTI (Cons. Com. Pdci Vimo),
Marco MESSINEO (Cons. Com. PRC Vimo),
Enzo GALATIOTO (Ass. PUNTO ROSSO Vimo),
Lucio FORMIGONI (Movimento La Tartaruga),
Claudio BALASINI (Sinistra Ecologia e Libertà Vimo),
Massimo MAGNANI (Sinistra Europea Vimo),
Lorenzo FRIGERIO (Ass. LIBERA),
Leopoldo SALVATI (sindacato USB Ipab),
Luigi LATESSA (Coord. Genitori Scuola Vimo).

A SINISTRA DEL PD COSTRUIAMO L’UNITA’
DELLA SINISTRA ALTERNATIVA


Federazione della Sinistra – Vimodrone


DA
1 MILIONE DI FIRME
A
25 MILIONI DI VOTI









VIMODRONE - VENERDI 18 GIUGNO 2010
DALLE 12.00 ALLE 14.30

BANCHETTO FIRME
REFERENDUM ACQUA
VIA 11 FEBBRAIO FRONTE AL CIVICO 99.
DALLE ORE 12.00 ALLE ORE 14.30


giovedì 24 giugno 2010

VENERDI 25 GIUGNO 2010 SCIOPERO GENERALE



VENERDI 25 GIUGNO 2010
SCIOPERO GENERALE
DELL’INTERA GIORNATA


PER TUTTI I LAVORATORI E TUTTE LE LAVORATRICI



NO ALLA MANOVRA DEL GOVERNO

COMUNICATO PRC

ADERIAMO ALLO SCIOPERO GENERALE DI VENERDI’: CI SAREMO CONTRO LA MANOVRA ECONOMICA DEL GOVERNO E CONTRO L’ATTACCO DELLA FIAT E DI CONFINDUSTRIA AI DIRITTI FONDAMENTALI DEI LAVORATORI.


Il Partito della Rifondazione Comunista della Lombardia aderisce allo sciopero generale indetto dalla Cgil per venerdì prossimo. Le politiche economiche e sociali del governo Berlusconi picchiano in un’unica direzione: contro i lavoratori, i pensionati e il “Paese reale”. La manovra economica proposta dal governo non mette un euro a disposizione del processo necessario di ridistribuzione del reddito; lascia intatti i patrimoni dei ricchi; taglia brutalmente il welfare; blocca i contratti e punta apertamente al massacro sociale. La manovra economica è un tassello del disegno più complessivo della destra politica e economica di abbattere i diritti garantiti costituzionalmente e dallo Statuto dei lavoratori. Ciò che sta avvenendo a Pomigliano, con l’offensiva padronale della Fiat, è infatto il “corrispettivo” sul piano delle relazioni industriali e sindacali di ciò che il governo prova a fare in Parlamento, con la cancellazione dei diritti e di tutti quelli che dissentono e si oppongono. Per tutto questo venerdì saremo a Milano alla manifestazione, a fianco dei lavoratori e di chi si oppone a Berlusconi e a Confindustria. Chiediamo che sia solo l’inizio e che il resto dell’opposizione si svegli e scenda in piazza.

MANIFESTAZIONE REGIONALE A MILANO
CONCENTRAMENTO ORE 9
BASTIONI PORTA VENEZIA
COMIZIO FINALE IN PIAZZA DUOMO

lunedì 21 giugno 2010

“O la borsa o la vita”, parte la campagna di Rifondazione contro Berlusconi e il governo dei sacrifici


O la borsa o la vita”, parte la campagna di Rifondazione contro Berlusconi e il governo dei sacrifici

Milano, 21 giugno 2010. Rifondazione Comunista e la Federazione della Sinistra sono impegnati a livello nazionale in una campagna contro la crisi e la manovra del Governo.
Per chiarire l’iniquità della manovra economica e costruire una grande mobilitazione sociale contro il Governo e per la fuoriuscita dalla crisi, da sabato 19 al 25 giugno (a sostegno dello sciopero generale della CGIL) partirà una campagna di sensibilizzazione della cittadinanza nei quartieri, nei mercati, nei luoghi di lavoro.
Volantinaggi, confronti nei comuni della provincia di Milano, nelle zone della città e un gazebo centrale in P.zza Cordusio (da lunedì 21 giugno a giovedì 24 giugno dalle ore 12 alle ore 19), caratterizzeranno la campagna “O la borsa o la vita: Milano dice no. In 100 piazze contro Berlusconi e il governo dei sacrifici”.
“Le manovre varate dagli stati europei per fronteggiare la crisi finanziaria e del debito sono il contrario delle cose che servono e contengono provvedimenti che sono solo contro il lavoro, mentre non fanno nulla contro la speculazione – ha dichiarato Paolo Ferrero, Segretario nazionale di Rifondazione Comunista – I veri ladri sono qui dentro la sede della Borsa e non a San Vittore, la crisi e’ nata dalla speculazione finanziaria e dai salari troppo bassi. Ora le misure prese sono per abbassare i salari e invece non fanno nulla contro la speculazione. Vanno tassate le transazioni speculative e le rendite finanziarie, perché è uno scandalo che un lavoratore paghi più del 30% di tasse e chi ha milioni di azioni appena il 12,5%”. Vanno tassati anche i grandi patrimoni, perché il 10% delle famiglie più ricche ha il 60% del patrimonio”.
“La manovra del governo, colpisce i redditi dei lavoratori pubblici e privati e taglia le risorse economiche di comuni e regioni. – dichiara il Segretario Provinciale di Rifondazione Comunista, Antonello Patta – Questi tagli, oltre a non produrre nulla per il rilancio dell’occupazione, provocheranno, anche a Milano e in Lombardia, l’impossibilità di garantire servizi essenziali per la cittadinanza, dagli asili ai trasporti. I comuni saranno costretti ad aumentare le tasse. Per questo abbiamo manifestato questa mattina davanti alla Borsa di Milano, luogo simbolico della speculazione finanziaria responsabile della crisi che ha colpito l’Europa”.

martedì 15 giugno 2010

POMIGLIANO - LA FIOM DICE NO!


Su un ricatto incostituzionale non si vota



La vicenda di Pomigliano non è questione sindacale, ma politica e rappresenta la principale battaglia oggi in corso nel Paese. Il diktat della Fiat che pretende di derogare dal contratto nazionale e dalle leggi della Repubblica costituisce il principale attacco politico alla Costituzione repubblicana. Berlusconi propone la manomissione dell’articolo 41 e Marchionne la pratica. Di fronte a questo scontro tutta la destra appoggia ovviamente la Fiat in nome della fine del conflitto di classe. Vergognosamente il Pd dice che la Fiat esagera, ma che il ricatto va accettato.In questo breve riassunto è contenuta la fotografia dello scontro politico nel Paese. Dov’è quel centro sinistra che giustamente si indigna per le nefandezze di Berlusconi? Dove sono i direttori dei quotidiani che giustamente protestano contro le leggi bavaglio? Dove sono i liberali che gridano al golpe quotidianamente? In silenzio. Perché noi oggi in Italia abbiamo un’opposizione liberale che si schiera a difesa della Costituzione formale senza preoccuparsi della Costituzione reale, senza difendere le basi materiali su cui si regge il compromesso costituzionale. Abbiamo cioè un’opposizione per la quale la democrazia si ferma davanti ai cancelli delle fabbriche, degli uffici, dei supermercati. Essa si contrappone a Berlusconi ma è subalterna ai poteri forti: a Confindustria come alle banche.Noi riteniamo che questo ricatto di tipo mafioso non sia accettabile. Se passa a Pomigliano è evidente che troverà la strada aperta anche negli altri stabilimenti Fiat e poi in tutti i luoghi di lavoro. Se il rispetto della legge e del diritto di sciopero possono essere aggirati attraverso un violento atto di forza vuol dire che non esistono più. Per questo l’accordo di Pomigliano va rifiutato e non può essere sottoposto a referendum. Nessun cittadino può essere chiamato a votare sul rispetto della Costituzione, tanto più con una pistola puntata alla tempia.Siamo contro l’arrogante imposizione della Fiat perché difendiamo i diritti dei lavoratori dentro questa globalizzazione neoliberista, progettata proprio per mettere i lavoratori gli uni contro gli altri. Lo facciamo perchè difendiamo la democrazia in Italia. E’ del tutto evidente che se non ci si oppone a questa proditoria aggressione diventerà assai difficile spiegare ai lavoratori italiani perchè è importante difendere la Costituzione. Noi diciamo forte e chiaro che la difesa della democrazia deve essere tutt’uno con la difesa dei diritti dei lavoratori e sosteniamo la Fiom nella sua battaglia che è anche e sino in fondo la nostra. Rompiamo il muro di silenzio costruito attorno a questa vicenda e denunciamo le responsabilità della Fiat e del governo.

Paolo Ferrero

lunedì 14 giugno 2010

100.000 NO ALLA MANOVRA


Centomila no alla manovra
In prima fila funzione pubblica e scuola
Bandiere rosse, palloncini, bande musicali, sirene, e una incontenible e sana voglia di protesta. Contro la manovra finanziaria «tutta sulle nostre spalle», ieri il popolo della Cgil ha fatto sentire la sua voce. Se ne aspettavano «alcune decine di migliaia», e invece nella Capitale ne sono arrivati più di centomila. E dire che mentre le categorie dell'industria hanno mandato solo qualche delegazione, il grosso del serpentone, che ha sfilato da piazza della Repubblica a piazza del Popolo sotto un sole cocente e la prima afa romana, era rappresentato dal pubblico impiego e dalla scuola. E' su di loro che si abbattono principalmente i tagli del governo: aumento dell'età pensionabile, restituzione degli aumenti, licenziamento dei precari, blocco della contrattazione. Tutte cose note, certo, scritte nella "macelleria sociale di Tremonti". Quello che non è scritto è che i dipendenti pubblici sono ormai "al limite". «Non ce la facciamo più davvero», dice un dipendente della Provincia di Grosseto che assicura di aver portato in piazza anche tanti iscritti a Cisl e Uil. «La manovra si abbatterà su di noi e sarà un disastro - spiega Enzo, un lavoratore del Comune di Vicenza - perchè si bloccano gli stipendi mentre l'inflazione continuerà ad avanzare e quindi ci tolgono i soldi dalle tasche prima che ci arrivino».Gli studenti, alcune centinaia, sono concentrati alla fine del corteo. Tra le bandiere che fanno sventolare quella dell'Udu, dell'Uds, della Rete degli studenti e dell'associazione Link-coordinamento universitario. «Dall'analisi della finanziaria si evince che i 400 milioni che dovevano essere restituiti all'università sono spariti - spiega una studentessa - vengono confermati i tagli della legge 133 e questo vuol dire che tantissimi atenei alzeranno le tasse per gli studenti». «Il fine ultimo del ministro Gelmini - dice dal palco il segretario generale della Flc-Cgil Mimmo Pantaleo - è quello di privatizzare il sistema: non siamo disponibili a vedere la scuola, l'università e la ricerca ridotte in questo stato». Pantaleo, e Rosanno Dettori, segretaria generale della Fp-Cgil, fanno capire che la partita non si chiuderà con lo sciopero generale del 25 giugno. Il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, che ha chiuso gli interventi, ha parlato di «manovra iniqua» e «inservibile alla crescita». Il leader della Cgil, che non ha detto una parola sulla spinosa vicenda della Fiat, ha adombrato la possibilità che l'allungamento dell'età della pensione per le donne nel pubblico impiego possa essere esteso anche al settore privato. «Prima o poi capiterà il furbetto di turno che ci spiegherà che bisogna portare tutti a una età di pensionamento di 65 anni», per eliminare le disuguaglianze. Epifani ha anche rinnovato l'invito all'Europa a tassare le rendite finanziarie speculative. «Ci vorrebbe davvero che i governi europei decidessero una volta per tutte una tassazione sulle transazioni finanziarie a scopo speculativo», ha detto. Accanto alle bandiere della Cgil ne sventolano anche alcune dell'Idv, di Sinistra ecologia e libertà, Rifondazione comunista e del Partito comunista dei lavoratori. Impossibile trovare anche una sola bandiera del Pd. Sarà Epifani a segnalare alle agenzie la presenza di Stefano Fassina e Filippo Penati. Per il segretario del Prc Paolo Ferrero, che ha seguito il corteo dall'inizio alla fine, «è da tempo che il governo prepara la manovra. Due anni fa attaccò con la storia dei fannulloni e oggi siamo a questa porcheria». «In Europa vogliono giustificare questi interventi con la lotta alla speculazione, sia il centrodestra che il centrosinistra - aggiunge Ferrero - ma in realtà è proprio contro la speculazione che non fanno nulla. Usano lo spauracchio per stangare i lavoratori e le lavoratrici». Ferrero sabato scorso era presente nel corteo organizzato da Usb e Cobas contro la manovra. Per Roberta Fantozzi, responsabile Lavoro del Prc, «la riuscita della manifestazione è il segno che c'è disponibilità alla lotta. Questa manovra acuisce la crisi e quindi darà il via ad altre manovre». Marco Ferrando, infine, propone «uno sciopero continuativo che duri fino al ritiro della manovra».

venerdì 11 giugno 2010

VIMODRONE 11 12 13 GIUGNO 2010 "CULTURE IN FESTA"




VIMODRONE



11 12 13 GIUGNO 2010


CULTURE IN FESTA


CASCINA TRE FONTANILI



VIA DANTE



ALZAIA MARTESANA



CULTURE IN FESTA


Nella nostra città è presente da anni una composita società multietnica, dove si incontrano linguaggi, culture, storie e sapori, appartenenti al mondo intero.
La seconda edizione di “CULTURE IN FESTA”, organizzata dall’Ufficio Pace e Cooperazione Internazionale, dall’Assessorato alla Cultura e Partecipazione, dal Coordinamento Milanese Pace in Comune, in collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente, le associazioni Kayros, Libera, Tibet, Figli Liberi, Progetto Solidarietà, La Goccia, Casa della Carità, Peter Pan, Cascina Nibai, vuole creare non soltanto momenti di aggregazione e di socializzazione, ma soprattutto luoghi di incontro tra culture, linguaggi, storie e sapori del mondo, affinchè le terre di mezzo possano un giorno diventare terre di tutti!


L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE




NO AL BAVAGLIO



DDL INTERCETTAZIONI – FDS-PRC: “UNA VERGOGNA DA CANCELLARE. OGGI TUTTI IMBAVAGLIATI DI FRONTE ALLA PREFETTURA DI MILANO” (ore 17.00 – Corso Monforte)

Milano, 11 giugno 2010.
In merito al DDL sulle intercettazioni approvato con la fiducia in Senato, il portavoce della Federazione della Sinistra di Milano e Segretario provinciale PRC, Antonello Patta, ha dichiarato:
“Il DDL sulle intercettazioni approvato con la fiducia dal Senato è una vergogna da cancellare immediatamente, un vero attentato alla democrazia e alla libertà di informare ed essere informati. Del resto non potremmo aspettarci nulla di meglio da una maggioranza il cui leader reputa la costituzione “datata” e un inutile intralcio da cancellare quotidianamente nei fatti e poi sulla carta. Il disegno è chiaro: il manovratore non deve essere disturbato da magistrati, giornalisti o liberi cittadini, mentre la crisi viene nuovamente fatta pagare ai lavoratori e alle lavoratrici con l’aumento dell’età pensionabile e i pesanti tagli alla spesa sociale. A restare impuniti e liberi di agire rimangono solo gli speculatori, ai quali Lega e PDL regalano un nuovo condono e la modifica dell’articolo 41 della Costituzione. Per queste ragioni come Federazione della Sinistra ci presenteremo imbavagliati di fronte alla Prefettura di Milano, oggi alle ore 17.00, per protestare contro il DDL ‘bavaglio’ sulle intercettazioni. Aderiamo inoltre all’appello lanciato da Articolo 21 per promuovere immediatamente una grande, unitaria manifestazione nazionale contro la macelleria politica e sociale in atto”.



L’UNIONE EUROPEA OBBLIGA LA PENSIONE A 65 ANNI? FALSO

di Rosa Rinaldi – Da "il manifesto" del 11 giugno

Non è assolutamente vero che l'Europa impone che le donne italiane vadano in pensione a 65 anni, come invece viene motivato in modo infondato non solo dal governo, ma dalla più parte dei media.

Com'è che invece l'informazione non solleva alcun dubbio?

I pronunciamenti di Commissione e Parlamento europeo non riguardano l'innalzamento dell'età, ma sono fondati sull'esigenza di non discriminare il lavoro femminile, giacché tutte le ricerche denunciano retribuzioni e pensioni inferiori a quelle maschili.
Con la direttiva 79/1978, l'Europa salva infatti la possibilità per gli stati di stabilire età di pensione differenti tra uomini e donne; e comunque l'Unione non può intervenire sull'età stabilita dai paesi membri.
Può, invece, chiedere conto di atti discriminanti, come «obbligare» le donne ad andare in pensione prima: perché, in presenza di un regime legato ai contributi, porta a un rendimento ridotto.
Esiste dunque una questione di parità, ma non riguarda l'età.
Nella «Piattaforma di Pechino» i governi si erano piuttosto impegnati a esplicitare l'impatto delle politiche economiche in termini di lavoro pagato e non pagato e di accessi al reddito delle donne. E il Consiglio Europeo di Lisbona, nel marzo 2000, fissava l'obiettivo del pieno impiego attraverso un miglioramento quantitativo e qualitativo dell'occupazione e il diritto fondamentale al lavoro di uomini e donne. Nel diritto comunitario, del resto, la tutela antidiscriminatoria è da sempre un architrave, che col Trattato di Amsterdam del 1998 è divenuto un principio fondamentale.
I dati ufficiali mostrano invece che siamo ben lontane da una parità retributiva, quindi economica, sociale e politica. Questo il quadro: fino a 20.000 euro, 48% donne e 52% uomini; da 20.000 a 40.000, 27% donne e 73% uomini; da 40.000 a 60.000, 20% donne 80% uomini; da 60.000 a 80.000, 15% donne 85% uomini; da 80.000 a 100.000, 12% donne 88% uomini; oltre 100.000, 10% donne 90% uomini.
Il differenziale retributivo uomo/donna si attesta su una media del 23%. Il gap per le retribuzioni nette annue delle donne va da 3.800 euro per i dipendenti a tempo indeterminato agli oltre 10 mila degli autonomi. Gli uomini hanno in media redditi superiori in tutte le forme contrattuali: 23% nel lavoro dipendente, 40% in quello autonomo, 24% per le collaborazioni.
Il lavoro delle donne nei 14 paesi più avanzati per un terzo è lavoro pagato e per due terzi è lavoro non pagato. Mentre tre quarti del lavoro degli uomini è pagato ed un quarto no. Quindi, è il peso dell'ineguaglianza di genere nella distribuzione del lavoro non pagato che determina le condizioni materiali delle donne nel lavoro produttivo a tutti i livelli. Ciò mentre rimane un carico di lavoro famigliare non retribuito: all'Italia appartiene infatti il primato del tempo dedicato dalle donne al lavoro familiare. Lisbona auspica il raggiungimento nel 2010 di un tasso di occupazione femminile del 60% in tutti i paesi. I nostri tassi di occupazione femminile risultano inferiori a quelli medi dell'Ue per ogni classe d'età e non solo rispetto all'Europa a 15, ma anche rispetto alle recenti adesioni. L'Italia infatti è, dopo Malta, il paese con i più bassi livelli di occupazione femminile di tutta l'Ue.
Quanto poi alle anziane e pensionate, due dati sono confermati in tutte le aree del paese e in tutti gli enti previdenziali: il 76% dei trattamenti integrati al minimo (cioè sotto i 500 euro mensili) riguarda le donne (2,6 milioni) e le donne mono-pensionate sono il 64,8% del totale, con un importo medio annuo di circa 7.300 euro. Si aggiunga che solo l'1,2% delle donne arriva ad avere 40 anni di contributi, il 9% arriva a una contribuzione fra i 35 e i 40 anni e ben il 52% è al di sotto dei vent'anni. Il che la dice lunga su ogni ipotesi di elevamento dell'età pensionabile per le donne, che attualmente in Italia avrebbe solo l'effetto di peggiorare le condizioni per quelle poche che riescono ad andare in pensione con una vita lavorativa consistente alle spalle.
Prima di omologarsi ad una stramba idea di parità, ci piacerebbe che almeno il sistema dell'informazione desse conto di questa condizione in modo documentato. E forse scopriremmo che quella della disparità tra differenti è l'unica uguaglianza e una battaglia politica che val la pena di fare.

mercoledì 9 giugno 2010

SCUOLA - TREMONTI BERLUSCONI BOSSI




TREMONTI BERLUSCONI BOSSI CONTRO I LAVORATORI
DALLA PARTE DI FINANZIERI, BANCHIERI, LADRI E SPECULATORI




Il trio Berlusconi Tremonti Bossi mette le mani nelle tasche dei lavoratori della scuola e del pubblico impiego.
La manovra di 25 miliardi colpisce chi vive del proprio lavoro.
I grandi patrimoni, la speculazione finanziaria, i banchieri, gli evasori, non pagano e ringraziano!

MANOVRA DEL GOVERNO = 25 MILIARDI DI EURO

· 14 SOTTRATTI ALLE REGIONI E AGLI ENTI LOCALI = MENO SERVIZI

· 5 OTTENUTI DAL BLOCCO DEI CONTRATTI DEL PUBBLICO IMPIEGO

· ALTRI RUBATI A PENSIONI, CONTRIBUTI E LIQUIDAZIONI PAGATE A RATE









PAGHIAMO SOLO NOI!
FERMIAMO LA RAPINE DEL GOVERNO!
Se 65 mila euro vi sembran pochi…

Dal giornale “LIBERAZIONE” del 30 maggio
Lettera del Prof. Giannino Marchetti

Egregio Direttore,
ma le sembra equo che il contributo richiestomi (docente di scuola superiore, 60 anni con stipendio netto di 1.700 euro) attraverso la manovra che il governo si appresta a varare ammonti a 65 mila euro?

Pare proprio di si.

Ecco 4 conti per fornire a tanti attenti economisti, politici e sindacalisti che si accingono a salvare l’Italia.

Blocco degli scatti per 4 anni, maturati negli ultimi sei (mancano 2 mesi) 2 mila euro per 4 = 8.000 euro

Blocco del rinnovo del contratto 100 euro per 13 mensilità per 4 anni = 5.200 euro
Riduzione conseguente della pensione 200 euro per 13 per 20 (anni presunti di vita) 52 mila euro.

Totale del contributo richiestomi: 65 mila euro.
A me sembra esagerato.
Dimenticavo: la cifra va raddoppiata in quanto lo stesso trattamento è riservato a mia moglie anch’essa insegnante.

FATE ANCHE VOI IL CALCOLO
DI QUANTO IL GOVERNO
VI PORTA VIA…
E VENITE A LOTTARE INSIEME A NOI!

martedì 8 giugno 2010

INTERVISTA A CESARE SALVI PORTAVOCE NAZIONALE FDS



INTERVISTA A CESARE SALVI PORTAVOCE NAZIONALE FDS

VOGLIONO FARCI TORNARE ALLA SOCIETA’ DELL’OTTOCENTO




Intervista a Cesare Salvi

di Laura Matteucci su l’Unità del 6 giugno 2010

È un altro pezzo della nostra democrazia che viene messo in discussione. L’uscita di Tremonti non va sottovalutata, il suo è un discorso insidioso e inquietante inserito in un’offensiva culturale ed operativa che da tempo viene portata avanti a livello mondiale, il cosiddetto neo-costituzionalismo ».
Cesare Salvi lancia l’allarme, e chiama tutta l’opposizione a non avere remore nel condannare l’annuncio. Lui, ex ministro del Lavoro con D’Alema e Amato, senatore, ora portavoce della Federazione della Sinistra, docente di Diritto civile a Perugia, sul tema ha appena scritto un libro, in uscita per Laterza col titolo «Proprietà e libertà ». Berlusconi e Supertremonti, invece, hanno appena gettato l’ennesimo sasso nel mare già in tempesta delle politiche economiche del governo: una «rivoluzione liberale » che preveda una misura straordinaria per la libertà di impresa che porti alla «sospensione di 2-3 anni» delle autorizzazioni per le imprese medio-piccole, la ricerca e le attività artigiane, e che verrà riproposta anche domani all’Ecofin di Bruxelles. Per fare in fretta, evitando i «troppi lacci e lacciuoli» della burocrazia, la proposta è di modificare l’articolo 41 della Costituzione, quello per cui l’iniziativa economica non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale, lasciando alla legge «programmi e controlli». Berlusconi lo ha ripetuto ancora ieri, ringalluzzito al pensiero di gettare un po’ di polpa in mano agli industriali, dopo la batosta della manovra e il gelo con cui è stato accolto alla loro ultima assemblea: «Stiamo studiando un piano di liberalizzazioni – tuona – Si comincerà dal rafforzamento della libertà d’impresa prevista dalla Costituzione per cui si prevederà per un arco di tempo da decidere la totale autocertificazione per lepmi e l’artigianato: si apre un’impresa senza chiedere autorizzazioni, ex post arrivano i controlli». L’idea, insomma, è che le imprese procedano per autocertificazioni. I controlli, semmai, verranno dopo.

Come si incrocia l’obiettivo di semplificare alcune norme per economia e imprese con quello di modificare la Costituzione?

«Non si incrocia. Sono due discorsi diversi: ai fini di una semplificazione, non c’è alcun bisogno di mettere mano alla Carta costituzionale. È una forzatura, di cui dobbiamo valutare il peso, che muove dal cercare di ritrovare una ragion d’essere da parte del Pdl. E che si inserisce nel tentativo, non solo italiano, di rimettere in discussione alcuni dei principi fondamentali nati in Europa nel Dopoguerra, e anche negli Stati Uniti con il New deal, contenuti nella nostra Costituzione così come in altre, quelle francese e tedesca per esempio: il fatto che libertà d’impresa e proprietà privata siano garantite nei limiti dell’utilità sociale. Questo è quanto dice la nostra Carta, ispirata dall’idea di contemperare i due aspetti». Il rischio, insomma, è che venga stravolto un principio fondamentale. «L’obiettivo è far diventare proprietà e libertà d’impresa dei diritti assoluti. Anzi, farli tornare ad essere diritti assoluti: perchè così saremmo di nuovo in piena società del “laissez-faire”, in uno scenario sociale ed economico ottocentesco. E tutto questo avrebbe delle ricadute concrete antisociali disastrose».

Quali ricadute?
«Se viene modificato un principio generale, ne derivano a cascata conseguenze per ogni settore, anche per l’urbanistica e la finanza che Tremonti dice di voler lasciare da parte. Il secondo comma dell’art. 41 vincola l’iniziativa economica ad alcuni diritti fondamentali delle persone: un atto può essere considerato illecito se contrasta col diritto alla salute, per esempio. È facile immaginare che cosa potrebbe accadere, se il principio decadesse».
Ma non è stata proprio un’eccessiva deregulation ad essere additata come una delle cause della recessione globale?
«Di sicuro la crisi non è nata dal fatto che sono stati reintrodotti “lacci e lacciuoli”. È tanto più intempestiva la proposta di alterare una norma oggi più che mai attuale di fronte ai danni prodotti proprio dalla mancata attuazione di quei limiti, regole e controlli di cui parla l’art. 41. Questo proprio nel momento in cui tutto l’Occidente cerca di dare nuove regole al mercato. Si fa, o si vuole fare, confusione tra l’eccesso di burocrazia e le regole fondamentali».
Un’ultima domanda:lei ha capito che cosa sono i controlli e le verifiche ex post di cui parlano Berlusconi e Tremonti?
«Detta così, non ha alcun senso giuridico. È solo una delle espressioni tra il poetico e il filosofico del ministro. Ancora una volta, si vuole individuare nelle regole la causa della crisi, e questo si
traduce in un'iniziativa propagandistica a ispirazione liberista molto pericolosa».

venerdì 4 giugno 2010

MILANO 8 GIUGNO - L'acqua è vita: dal referendum all’universalità dei diritti dell'umanità.


MILANO - 8 GIUGNO 2010 - L'ACQUA È VITA: DAL REFERENDUM ALL’UNIVERSALITÀ DEI DIRITTI DELL'UMANITÀ.

Il Contratto Mondiale per l'Acqua, Adesso Basta!, la CGIL Camera del lavoro di Milano, la Fondazione Lelio e Lisli Basso, Ass. Culturale Punto Rosso

vi chiedono di aderire alla assemblea che si terrà martedì 8 giugno 2010, dalle 20,00 alle 22,30 nel salone Di Vittorio della Camera del Lavoro di Milano (corso di Porta Vittoria 43) sul tema:

L'acqua è vita: dal referendum all’universalità dei diritti dell'umanità.

Coordina:

Danilo De Biasio

messaggi video di: Ken Loach regista e Dennis Garcia (Equador)

Introducono: F. Calamida e G. Leghissa

Intervengono:
Rosario Lembo (presidente Comitato italiano contratto mondiale dell'acqua)

Luigi Ferraioli (giurista della fondazione Basso)
Elena Paciotti (presidente della Fondazione Lelio e Lisli Basso)
Onorio Rosati (segretario della Camera del Lavoro di Milano)

Conclude:
Emilio Molinari

Porteranno il loro contributo:

i comici Leonardo Manera, Diego Parassole e Alberto Patrucco. Parteciperanno Raffael Didoni e Germano Lanzoni dei Democomica, gruppo di cabaret musicale del Teatro della Cooperativa.


Il Contratto Mondiale sull'Acqua, il Forum Italiano dei movimenti dell'acqua e il Movimento Mondiale dell'Acqua da un decennio si battono per affermare la necessità di un Contratto per vivere assieme, nel tempo della crisi delle risorse; la Fondazione Basso propone una Carta dei beni fondamentali; Adesso Basta! agisce con l’impegno di difendere la Costituzione collocandola nei problemi del XXI secolo. Luigi Ferrajoli ed Elena Paciotti intendono mostrare “come la garanzia dei beni fondamentali, l’atmosfera, l’acqua, l’alimentazione di base, gli equilibri ecologici, i farmaci salva-vita” vada molto al di là degli interessi e dei diritti dei singoli individui e delle loro capacità e possibilità di intervento”.
Come definire “una garanzia adeguata a tutti i bisogni e a tutti gli interessi vitali, e in particolare a quelli di tipo collettivo”? È la sfida proposta da un movimento sociale diffuso e articolato nel concreto di molte battaglie e che oggi si cimenta nella prospettiva di un REFERENDUM abrogativo di una legge che privatizza tutti i rubinetti d'Italia.
Ai “diritti della natura” è intitolato il capitolo VII del titolo II della Costituzione dell’Ecuador del 2008: “la natura”, dice l’art. 71, “ha diritto che si rispetti integralmente la sua esistenza e al mantenimento e alla rigenerazione dei suoi cicli vitali, strutture, funzioni e processi evolutivi. Ogni persona, comunità, popolo o nazionalità potrà pretendere dall’autorità pubblica l’osservanza dei diritti della natura”. Le crisi che attraversano il mondo moderno ci sollecitano una risposta politica alta e una più avanzata veste giuridica, adeguata all’emergenza della sopravvivenza del pianeta e i drammi, già oggi vissuti, di gran parte dell’umanità.
È tempo di battersi per Costituzionalizzare i beni fondamentali.

ADERITE


ASSOCIAZIONE CULTURALE E POLITICA PUNTO ROSSO VIMODRONE

ass.puntorosso.vimo@email.it

www.puntorosso.it

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E' IN EDICOLA IL QUARTO NUMERO DELLA RIVISTA "SU LA TESTA"


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In questo numero:
EDITORIALI
Dieci tesi contro il revisionismo storico.
Il novello maccartismo italico di Paolo Ferrero
Germania: la sfida per l’egemonia di Giovanna Capelli
LA QUESTIONE. 150 DI REGNO D'ITALIA
Sulla proclamazione del regno d’Italia di Lidia Menapace
I comunisti, Gramsci e il risorgimento italiano di Raul Mordenti Dove va la repubblica? A colloquio con L. Canfora ed E. Sanguineti a cura di Tonino Bucci
Tra gli opposti costituzionalismi di Salvatore D’Albergo
Note sul sovversivismo delle classi dirigenti di Alberto Burgio
I materiali dell’unità di Raniero La Valle
Per una rilettura della formazione dello stato italiano di L. M.
Il movimento operaio italiano prima di Gramsci di Sandro Valentini
Dal Partito Comunista d’Italia al PCI di Corrado Morgia
Unità: i briganti avevano ragione di Giacomo Schettini
PENSIERI CRITICI
Il patriarcato è interclassista di L. M.
Le parole di Maria Stella Gelmini di Rosangela Pesenti
La prima comunione non è un compleanno a cura di C.RI.DE.S LE PRATICHE
Le donne scomunicate e la sacra Sindone Cineforum sulla figura paterna
Mariarca Terracciano è morta Donne contro i pacchetti di voti
RECENSIONI
Raul Mordenti - L’università struccata il movimento dell’onda tra Marx Toni Negri e il professor Perotti di L. M. AA.VV. - La violenza contro e sulle donne di L. M.Matteo Gaddi
- Lotte operaie nella crisi.
Materiali di analisi e di inchiesta sociale di Damiano Palano
Paolo Ferrero - Quel che il futuro dirà di noi di Francesco Piccioni
Claudio Fracassi - Il romanzo dei mille di S. V
Grazie per le visite!
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