martedì 24 dicembre 2013

DA PRCVIMO BUONE FESTE E BUON 2014!

DA PRCVIMO BUONE FESTE E BUON 2014! Crediamo nonostante le avversità che “Bisogna opporre al pessimismo dell’intelligenza l’ottimismo della volontà” (Gramsci.)“. Crediamo in fondo, che un’altro mondo migliore è possibile e non ci rassegnamo. Facciamo sacrifici in tempo ed energie, che spesso vengono sottratti agli affetti delle nostre famiglie, figli/e, compagni/e che sono altrettanto importanti nella vita di ognuno di noi. Vogliamo quindi augurare a tutti voi, alle vostre famiglie un sincero augurio di buone festività e un felice anno nuovo. PRC Vimo

I NOSTRI NON AUGURI


I NOSTRI NON AUGURI Da “il manifesto” di Alessandro Dal Lago 23.12.2013 Facciamo gli auguri di fine anno ai migranti che si sono cuciti la bocca a Ponte Galeria e a quelli che hanno iniziato lo sciopero della fame. Facciamoli a tutti gli stranieri che si preparano a passare le cosiddette feste al chiuso dei Cie, nella solitudine, nello squallore, nell’incertezza sul proprio destino chissà fino a quando. E facciamoli al deputato Khalid Chaouki il quale, chiudendosi nel centro di accoglienza di Lampedusa, terrà desta per un po’ l’attenzione dei media sulla vergogna della detenzione amministrativa dei migranti. Ma non li facciamo a tutti gli altri che collaborano con il silenzio, l’ipocrisia o l’indifferenza a mantenere quella vergogna. Primo dell’elenco, il partito di Chaouki, il Pd, che quei centri li ha inventati (con il nome di Cpt) grazie a Livia Turco e all’attuale presidente della Repubblica, e non si è mai sognato di chiuderli. E non parliamo degli attuali compagni di strada del Pd, a cominciare da Alfano, il cui partito approvò la Bossi-Fini nel 2002 e quindi è in tutto e per tutto corresponsabile delle norme più stupide e vessatorie, come i 18 mesi di detenzione nei Cie e il reato di immigrazione clandestina. Non ci sen­tiamo di fare nessun augurio nemmeno al governo, il quale, dopo lo scandalo delle docce anti-scabbia e le proteste di Ponte Galeria, pensa di abbreviare la detenzione nei Cie, ma solo per rendere le espulsioni più facili. Non li facciamo nemmeno a quei parlamentari 5 stelle che hanno cominciato timidamente a discutere dell’abolizione del reato di immigrazione clandestina, ma sono stati immediatamente zittiti da Grillo e Casaleggio, e hanno lasciato perdere, dando una notevole prova di coerenza, coraggio e indipendenza. Per non parlare del blog di Beppe Grillo, che ogni giorno strepita contro la casta e fa pubblicità ad automobili, assicurazioni e compravendite d’oro, ma sulla questione dei Cie tace rigorosamente, per non scontentare la parte forcaiola del proprio elettorato. Non abbiamo nulla da augurare nemmeno alle cooperative, magari aderenti alla Lega­coop, che gestiscono Cda e Cie, e si giustificano con la scusa puerile che, se non lo fanno loro, lo farà qualcun altro. Che cosa non si fa per lucrare sui 50 euro giornalieri che lo stato spende per ogni internato! Meno che mai facciamo gli auguri a Cecilia Malmström, commissario Ue per la giustizia e gli affari interni, che oggi fa finta di indignarsi per Lampedusa ma pochi giorni fa ha siglato un accordo con la Turchia sui migranti irregolari che, in sostanza, prevede la libera circolazione dei cittadini turchi nei paesi dell’Unione in cambio della disponibilità di Ankara a riprendersi clandestini e immigrati. Insomma, i migranti come merce di scambio per il lento e fatale avvicinamento della Tur­chia all’Europa. La questione dei migranti, degli sbarchi e dei centri di internamento sparsi in tutta Europa e nei paesi satelliti di Asia e Africa, è la prova della falsità con cui la Ue affronta, nel complesso e paese per paese, la povertà estrema che la lambisce. Esclusivamente interessata a difendere il suo precario benessere, debole con i forti (la grande finanza, gli Usa che la spiano come e quando vogliono), l’Unione è implacabile con i deboli, a cui elargisce solo detenzioni e invisibilità, naturalmente ammantandole con il linguaggio dei diritti e della giustizia. E così, davanti a un’ingiustizia così abissale e rimossa da tutti, non auguriamo nulla nemmeno a quel bel coacervo di egoismi nazionali e transnazionali che va sotto il nome di Europa.

mercoledì 18 dicembre 2013

SINISTRA EUROPEA: «Tsipras è speranza per tutti i popoli che subiscono l’austerità»

SINISTRA EUROPEA: «Tsipras è speranza per tutti i popoli che subiscono l’austerità» di Fabio Amato, responsabile Esteri PRC – La decisione del congresso del partito della Sinistra europea di candidare Alexis Tsipras, leader di Syriza, a Presidente della commissione europea, rappresenta una speranza per tutti i popoli che soffrono e subiscono le folli ricette dell’austerità imposte dall’UE. E’ la speranza di battere la grande coalizione delle banche, quella formata da conservatori, socialdemocratici e liberali europei, che ha fin qui costruito un’europa al servizio non dei bisogni dei suoi cittadini, dei lavoratori o dei precari e disoccupati, ma del solo capitalismo finanziario. Una speranza che vogliamo viva anche in Italia, costruendo una ampia coalizione, fatta, di singoli, partiti, movimenti, organizzazioni, che condividono con noi la necessità di rompere con l’austerità e il neoliberismo. La sinistra europea, anche attraverso le sue organizzazioni nazionali, mette a disposizione questa sua scelta per la costruzione del più ampio fronte sociale e politico antiliberista, che metta in discussione i trattati europei neoliberisti, a partire da memorandum e fiscal compact.

mercoledì 11 dicembre 2013

LA MARTESANA PER IL LAVORO


LA MARTESANA PER IL LAVORO
“L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro“

Il nostro territorio, come il resto dell’Italia, attraversa un momento di crisi economica sempre più acuta. La crisi non riguarda solo la chiusura di aziende, ma una più generale assenza di prospettive. Non si capisce come i posti di lavoro che vengono persi possano essere ricreati. Si diffonde una precarietà ...generalizzata che minaccia anche i cosiddetti “garantiti”. Crescono le difficoltà a far fronte ai bisogni e alle esigenze quotidiane. Aumentano drammi come la difficoltà di mantenere un’abitazione quando si è perso il lavoro. Le amministrazioni comunali devono far fronte a situazioni che, spesso, non hanno in realtà i mezzi per affrontare.
In Martesana diverse aziende sono state chiuse, altre, troppe, sono a rischio. Ci sono anche, però, le resistenze di lavoratori che hanno avuto la forza e la costanza di opporsi con lotte, presidi, occupazioni. È diventata simbolica, fino ad assumere un valore generale, la lotta dei lavoratori Jabil, ancora in corso, che va sostenuta perché parla a tutti, perché un suo successo sarebbe significativo per tutti.
Pensiamo che sia arrivato il momento in cui è fondamentale che il nostro territorio – i suoi amministratori, le sue forze associative, politiche e culturali - faccia sentire a questi lavoratori e a queste lotte, non soltanto la propria solidarietà, ma anche un sostegno visibile, con iniziative tese ad aprire un discorso pubblico sul futuro economico e sociale della Martesana.
Finora ogni situazione e ogni Comune hanno cercato di rispondere singolarmente alle emergenze provocate dalla crisi. Raramente si è riusciti a unire le forze e fare in modo che si aprisse un ragionamento complessivo, di lungo periodo, riguardante tutta la zona.
È questo che, secondo noi, è giunto il momento di fare. Perché nessuno deve vivere in solitudine le conseguenze della crisi, e perché tutti gli attori sociali e istituzionali partecipino a immaginare soluzioni che riguardano la vita di tutti.
Per queste ragioni invitiamo tutti al CORTEO di SABATO 14 DICEMBRE, con a tema la difesa e il rilancio dell'occupazione e delle produzioni, specie quelle di qualità, nel nostro territorio.

Info e adesioni: lavoromartesana@gmail.com - tel. 329.4749207

SABATO 14 DICEMBRE 2013
CORTEO DA CASSINA A CERNUSCO
Ore 10 - Partenza da Cassina de’ Pecchi - Piazza Decorati al Valor Civile - Stazione MM2
Ore 11.30 - Arrivo a Cernusco sul Naviglio - Piazza Unità d’Italia

Promuovono:
Rsu Jabil
Rsu NSN (Nokia Solutions Network)
Rsu Nacco
Rsu Ingersoll Rand
Rsu Greif
Rsu OBL
Rsu Aastra
Delegati Vodafone
Delegati Sirai
Delgati Aturia
Antonio Brescianini (Sindaco di Vimodrone)
Eugenio Comincini (Sindaco di Cernusco s/N)
Antonello Concas (Sindaco di Pioltello)
Roberto Maviglia (Sindaco di Cassano d’Adda)
Curzio Rusnati (Sindaco di Bussero)
Mario Soldano (Sindaco di Cologno M.)
Angelo Stucchi (Sindaco di Gorgonzola)








martedì 10 dicembre 2013

DOCUMENTO FINALE 9 CONGRESSO NAZIONALE P.R.C.

Il 9° Congresso Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, riunitosi a Perugia il 6/7/8 Dicembre 2013, sentita la relazione del segretario uscente Paolo Ferrero e sentito il dibattito, impegna il Partito tutto a lavorare già dalle prossime settimane secondo quanto deliberato dai congressi di circolo del Partito, attraverso il voto degli iscritti e delle iscritte. Iscritti ed iscritte che ringraziamo per aver partecipato ai congressi di circolo e per essere, con la loro generosa militanza, il vero patrimonio del nostro Partito. Occorre da subito continuare nel lavoro di costruzione del più ampio movimento di massa di opposizione al governo Letta, alle politiche di austerità imposte dall’Unione Europea e nella difesa della costituzione nata dalla Resistenza. La Costituzione è oggetto di un vero e proprio attacco da parte della maggioranza del Parlamento. Una maggioranza che è delegittimata ad operare qualsiasi modifica alla nostra carta fondamentale , anche alla luce della recente decisione della Corte Costituzionale di dichiarare anticostituzionale l’abnorme premio di maggioranza della legge elettorale Calderoli, grazie al quale già si era operato nella precedente legislatura lo strappo dell’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione, attraverso la riforma dell’art. 81. A tale proposito, il PRC ritiene istituzionalmente inopportuno e gravissimo politicamente l’intervento del Presidente della Repubblica Napolitano, teso a prefigurare un nuovo impianto istituzionale ed elettorale della Repubblica in senso maggioritario, attraverso una prassi presidenzialista. Contro questo disegno, il PRC si è sempre battuto e si batterà, facendo appello a tutte le forze democratiche e antifasciste, a partire dal comitato per il 12 Ottobre, a far sentire il proprio dissenso e manifestare la loro contrarietà alla manomissione della nostra carta costituzionale e a rilanciare la battaglia per un sistema elettorale proporzionale. Il tentativo in corso di disinnescare gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale va contrastato sul piano politico e culturale. Il fallimento di venti anni di maggioritario e bipolarismo rende possibile riprendere a livello di massa la battaglia per la proporzionale. La crisi democratica che viviamo è conseguenza di quella sociale ed economica. La crisi economica che viviamo in Italia è figlia del neoliberismo bipartizan, applicato su scala continentale dalla troika e dalla commissione europea, attraverso memorandum, Mes e Fiscal compact, e nel nostro paese aggravata delle grandi coalizioni e dai governi Monti e Letta. In nome dell’osservanza cieca dei trattati europei e del rientro dal debito, si sta portando avanti un attacco senza precedenti alle condizioni di vita di milione di donne e uomini, dei lavoratori, delle classi sociali più deboli. Si sta operando una nuova offensiva, che vede questo governo protagonista di una ennesima ondata di privatizzazioni, di vera e propria svendita del tessuto produttivo del paese, già segnato dagli effetti recessivi delle politiche di rigore fin qui applicate. Una crisi che vede drammaticamente crescere il divario e insopportabili disuguaglianze fra aree del paese e classi sociali. Una crisi che colpisce le fasce più deboli della popolazione, fra cui giovani , donne, con una disoccupazione ai massimi storici ed una precarietà divenuta esistenziale. Una crisi che vede approfondirsi elementi di regressione civile e culturale, solitudine e disperazione, paura e razzismo. Fra questi spicca il moltiplicarsi dei casi di femminicidio. La diffusa violenza maschile, fisica, materiale e simbolica, sul corpo delle donne, sono il segno di una crisi del maschile che ancora non sa porsi in relazione con la libertà femminile. Nella costruzione di un movimento di massa contro l’austerità, il PRC deve impegnarsi nel ridare centralità al conflitto sociale e di classe. I caratteri della crisi dimostrano attualità della critica marxista dell’economia politica e delle teorie economiche dominanti, della centralità del conflitto di classe, pur nelle rinnovate forme derivate dalla nuovo composizione sociale del blocco sociale di riferimento. Qui siamo chiamati ad un salto di qualità della nostra iniziativa, innovando e estendendo le nostre pratiche di intervento sociale, dando priorità alla nostra capacità di iniziativa politica e organizzazione, alla modalità di lavoro dei nostri circoli. Il 9° congresso del PRC chiama il prossimo CPN ha dare centralità al lavoro di radicamento sociale del partito, di cura della sua presenza fra i lavoratori e le lavoratrici, i precari, i movimenti per la casa e il reddito, i migranti, a estendere e rafforzare le pratiche del partito sociale. Senza cambiare rapporti di forza nella società e senza una nostra capacità di essere presenti e promotori nelle lotte sociali, non può esservi alcun cambiamento dei rapporti di forza politici. Occorre inoltre una cura della sua capacità di autonomia attraverso l’autofinanziamento, della sua capacità di comunicazione, dotandosi di ulteriori strumenti, della formazione dei gruppi dirigenti e del loro necessario rinnovamento. Un rinnovamento che sia anche e soprattutto delle pratiche, mettendo in atto una democrazia degli iscritti, un modello di partito partecipativo e inclusivo. Un partito che superi il suo carattere sessuato e una pericolosa tendenza a rimuovere la questione di genere, come purtroppo emerso anche durante questo nostro consesso. Un partito che sappia dialogare e costruire relazioni stabili con il mondo della cultura e dell’intellettualità non organica al pensiero unico. Un partito che accolga le figure sociali della nuova composizione di classe. Occorre inoltre lavorare alla cura dell’organizzazione del partito, per un suo rilancio e per migliorarne la vita democratica, il coinvolgimento dei circoli, una verifica dei gruppi dirigenti basata sul lavoro politico svolto. A tale fine, il congresso del PRC da mandato al prossimo Cpn di convocare una conferenza di organizzazione del Partito, per definire le necessarie innovazioni alla sua modalità di funzionamento a tutti i livelli. Per apportare le necessarie modifiche statutarie derivanti dall’esito della conferenza, il congresso propone di riconvocare la platea dei delegati. Dal punto di vista del conflitto sociale, pur in un quadro di mobilitazioni che a differenza del resto del sud europa rimane segnato dall’inerzia e dalla subalternità della gran parte del sindacalismo confederale al quadro politico, esistono positivi segnali in controtendenza, come dimostrano le mobilitazioni del 18 e 19 ottobre, le mobilitazioni dei lavoratori del trasporto pubblico a Genova e Firenze, le lotte nel settore della logistica, la manifestazione del 12 Ottobre a difesa della costituzione, l’iniziativa della Fiom e dei sindacati di base in tutti questi anni. Il PRC è chiamato a dare maggior efficacia e coordinamento nell’iniziativa dei suoi iscritti nel lavoro sindacale, coordinandone l’attività al fine della costruzione del movimento di massa contro l’austerità. A tal fine, per il prossimo congresso della CGIL, auspichiamo la costruzione di una sinistra sindacale che possa aprire una battaglia politica per rilanciare il ruolo di classe della CGIL su punti dirimenti la politica economica, sociale e contrattuale, invertendone il segno moderato e adattativo al quadro politico. In Italia pesa enormemente l’assenza del conflitto sociale organizzato , che ponga la questione del lavoro e della giustizia sociale , della redistribuzione della ricchezza al centro del dibattito politico, e senza il quale la crescente sofferenza sociale trova come sbocco quello della protesta populista o dell’astensione, o il rischio di essere attratto da proposte reazionarie. L’antifascismo per noi rimane valore indiscutibile e impegno d riaffermare La battaglia sociale che dobbiamo promuovere è anche battaglia delle idee, di egemonia per la costruzione del blocco storico, di ricomposizione delle tante vertenze sociali e ambientali che attraversano il paese, come la No Tav, quella terra dei fuochi, le lotte in difesa del posto di lavoro e per i beni comuni, del precariato per il reddito sociale, della difesa della scuola e università pubblica.’, per la pace e contro la guerra, i No Muos e contro gli F35. In questa direzione il PRC si impegna a fare del Piano per il lavoro e riconversione ecologica dell’economia la sua campagna di massa dei prossimi mesi, per rimettere a tema la necessità dell’intervento pubblico in economia e del mutamento di paradigma sull’idea di sviluppo. La recente tragedia che ha colpito la Sardegna, dimostra ancor di più come sia urgente e necessario , attraverso una programmazione pubblica, intervenire per il riassetto idrogeologico del territorio, e quanto l’idea liberista sia incapace di coniugare sviluppo sociale e salvaguardia dell’ambiente, di come la lotta per la trasformazione sociale connetta questione di classe e ambientale. L’austerità colpisce i diritti sociali anche attraverso il patto di stabilità imposto agli enti locali. Il Partito si impegna in una campagna contro i suoi vincoli e per la sua messa in discussione e sostiene pertanto l’esperienza della rete dei comuni solidali come delle amministrazioni che in varie forme si oppongono alla distruzione del welfare locale in nome del rigore. Il 9° congresso del PRC sostiene la campagna per l’amnistia sociale, contro la repressione dei movimenti sociali in atto. Accanto e insieme al piano per il lavoro, Il PRC fa della lotta per la rottura con questa Unione Europea, per la messa in discussione della sua architettura istituzionale neoliberista e dei suoi Trattati, come il fiscal compact, Mes , Maastricht e Lisbona, il centro della sua proposta e iniziativa politica. La disobbedienza ai trattati e la costruzione di coalizioni sociali e politiche contro l’austerità a livello nazionale ed europeo sono una priorità e necessità. Senza mettere in discussione gli attuali assetti di potere in Europa, la sua natura antidemocratica e antipopolare, non è possibile uscire da questa crisi, che anzi si aggrava seguendo la via tracciata dalle elites europee di massacro sociale e distruzione del welfare e dei diritti . A tal fine il PRC sostiene la campagna per referendum consultivi sui trattati europei e le comuni campagne con il Partito della Sinistra Europea, come quella contro il TTIP. Il PRC è inoltre chiamato ad approfondire il dibattito su la possibile implosione dell’area euro e della moneta unica, come possibile conseguenza delle politiche di austerità, e sulle possibili proposte alternative e eventuali strategie di uscita, in difesa dei lavoratori e della sovranità popolare e democratica. Nelle stesse ore in cui si chiude il nostro Congresso, si svolgono le primarie per l’elezione del nuovo segretario del PD, il cui probabile esito sancirà una nuova svolta moderata e centrista. Una svolta che si accompagna ad un quadro europeo segnato dalla nascita della grosse koalition in Germania e che chiude ogni illusione riguardo possibili mutamenti di rotta della socialdemocrazia europea nei riguardi dell’austerità. Per tali ragioni è ancor più necessario rimettere in campo una proposta per la sinistra nel nostra paese. Contro la grande coalizione europea e italiana, occorre costruire una sinistra alternativa e autonoma dal centrosinistra, che si unisca su un chiaro programma di lotta all’austerità, di rottura con il modello neoliberista di questa unione europea, per un’uscita da sinistra dalla crisi. Ferma restando la necessità del Prc come organizzazione politica dei comunisti, che è aperta al confronto sul tema dell’unità con le altre forze comuniste, nella chiarezza della scelta strategica di autonomia dal centro sinistra e di innovazione politico culturale nel senso della rifondazione. Come nel resto d’Europa – e le esperienza del Front de gauche, Izquierda Unida, Syriza ne dimostrano la fattibilità – insistiamo nel proporre un processo di aggregazione dal basso, democratico e partecipativo della sinistra di alternativa e delle forze antiliberiste e anticapitaliste del nostro paese, che si connoti per l’autonomia e l’alterità rispetto al centrosinistra e al Partito Democratico. In questa direzione, il IX congresso del PRC impegna il Partito nel far crescere e avanzare per le prossime elezioni europee la costruzione di una lista di sinistra e contro l’austerità, che faccia riferimento alla Sinistra Europea e al Gue, e che riunisca intorno alla candidatura di Alexis Tspipras le forze della sinistra alternativa , i movimenti e le singole personalità che condividono il programma comune di lotta all’austerità, per i lavoro, la difesa dei beni comuni e dei diritti sociali. Una lista che dia voce ai precari, a lavoratori, a tutti popoli europei che resistono agli effetti nefasti delle brutali politiche di austerità imposte dalla Troika e dall’UE, e di cui la lotta del popolo greco e di Syriza rappresenta il punto più alto e la dimostrazione che è possibile un’uscita a sinistra dalla crisi.

mercoledì 4 dicembre 2013

CONGRESSO NAZIONALE PRC - PERUGIA - 6-7-8- DICEMBRE 2013

PRC, A CONGRESSO DAL 6 ALL'8. FERRERO: "PIANO PER IL LAVORO E TSIPRAS CANDIDATO ELEZIONI EUROPEE" Da venerdì 6 a domenica 8 dicembre si svolgerà a Perugia, presso il centro congressi Quattrotorri, il IX Congresso del Partito della Rifondazione comunista, intitolato "Scrivi il tuo futuro". All'ordine del giorno il lancio della proposta del piano per il lavoro, l'aggregazione della sinistra di alternativa a partire dalla lista per le europee con Alexis Tsipras candidato presidente, l'uscita dalla crisi attraverso la disobbedienza all'Unione Europea e la non applicazione dei trattati. "Vogliamo essere - ha spiegato Paolo Ferrero in una dichiarazione - la risposta di sinistra alle primarie di centro. Contro l'austerity e le politiche europee che demoliscono il welfare, contro le larghe intese e contro la logica degli 'uomini della provvidenza': vogliamo costruire una sinistra di alternativa capace di dare risposte ai lavoratori, ai disoccupati, alle persone che vivono sulla loro pelle la crisi economica. Mentre il centro incoronerà Renzi, rinunciando definitivamente a rappresentare la sinistra, noi vogliamo offrire un'alternativa in cui i protagonisti siano le masse e non i singoli: basta con la spettacolarizzazione della politica'. Ferrero interverrà per il discorso di apertura venerdì alle 16.00 e domenica, per le conclusioni alle 18.00.
Grazie per le visite!
banda http://www.adelebox.it/