giovedì 30 giugno 2011

MASSIMO ROSSI FDS: UNA MANOVRA DANNOSA

MASSIMO ROSSI FDS: UNA MANOVRA ECONOMICA DANNOSA PER IL PAESE.


Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra, ha dichiarato:
“Ticket nella sanità, aumento dell’età pensionabile, blocco degli stipendi e delle assunzioni nel pubblico impiego, ulteriori tagli alla scuola… Altro che rigore, questa è spudoratezza!
Neppure un vampiro cercherebbe di succhiare sangue, come vuol fare questo governo dove ce n’è rimasto ben poco!
Già i primi assaggi della manovra economica mostrano come questa classe dirigente, asserragliata nel fortino del potere, assediato da un paese oramai stanco di ingiustizie e porcherie sia completamente fuori dal mondo. Come si può concepire che una crisi causata dall’insaziabile avidità dei ricchi che hanno spostato sui propri patrimoni finanziari e immobiliari le risorse prodotte dalla massa dei lavoratori, possa essere scaricata ancora sulle condizioni di vita di una popolazione di cui, come ci dice l’ISTAT, oltre un quarto è a rischio povertà; composto in gran parte di pensionati alla miseria, di giovani precari e senza un futuro?
Il messaggio forte e chiaro che ci arriva dai referendum ci dice invece che questa devastante crisi strutturale può costituire l’occasione per costruire un’alternativa sociale ed economica al modello attuale.
Intanto, una manovra diversa è possibile! Tasse sui grandi patrimoni, tagli alle rendite, all’evasione fiscale, alle spese militari, alle grandi opere inutili e dannose, alla corruzione, ai veri costi della politica… Nuove risorse, invece, per l’equità, il reddito sociale, la lotta alla precarietà; nuovi investimenti sulla ricerca e l’struzione, sulla riconversione delle produzioni industriali obsolete e del modello energetico, sulla manutenzione del territorio e del patrimonio immobiliare…
Questi debbono essere, secondo noi della Federazione della sinistra, i contenuti centrali di una mobilitazione immediata ed unitaria delle forze politiche e sociali della sinistra e del centro sinistra. Questa è allo stesso tempo l’unica base possibile per un confronto programmatico tra le stesse forze finalizzato a dare la spallata decisiva al governo e costruire quell’alternativa nella direzione del vento nuovo che soffia nel Paese?”
Ufficio Stampa Federazione della Sinistra

MANOVRA – UNA BOMBA A OROLOGERIA




MANOVRA – UNA BOMBA A OROLOGERIA CHE AGGRAVA LA CRISI: SERVE LA PATRIMONIALE CHE PORTA 15 MILIARDI




Tremonti, nel 150 anniversario dell’unità d’Italia propone una nuova tassa sul macinato per finanziare i ricchi. Gli risponderemo come seppero fare i nostri trisavoli 150 anni fa. La manovra che propone Tremonti è infatti basata sulla riduzione delle tasse per i più ricchi e sull’aumento delle tasse per i lavoratori e i pensionati. Questo sarebbe l’effetto della riduzione delle aliquote sulle tasse dirette e sull’aumento dell’IVA, cioè della tassazione indiretta che tutti pagano nello stesso modo. E’ l’esatto contrario di quello che occorre fare per uscire dalla crisi, crisi che dalla manovra di Tremonti sarà aggravata. Per uscire dalla crisi occorre tagliare le tasse a lavoratori e pensionati – come sottolinea la Corte dei Conti – facendo pagare i ricchi attraverso una tassa suoi grandi patrimoni al di sopra del milione di euro.


La manovra in discussione è una bomba ad orologeria che esploderà nei prossimi anni e aggraverà la crisi: infatti i redditi bassi e medi verranno diminuiti, contribuendo alla riduzione dei consumi e quindi alla stagnazione.Al contrario serve una manovra forte di redistribuzione del reddito dall’alto in basso.Noi proponiamo una tassa patrimoniale dell’1% da applicarsi ai patrimoni al di sopra del milione di euro.La patrimoniale produrrebbe un gettito di almeno 15 miliardi con cui tagliare le tasse ai lavoratori e ai pensionati e costituirebbe una misura positiva per l’economia e la giustizia sociale .

domenica 26 giugno 2011

MOSTRA "AVANTI POPOLO" ALLA TRIENNALE




MOSTRA ALLA TRIENNALE DI MILANO




"AVANTI POPOLO"



IL P.C.I. NELLA STORIA D'ITALIA




DAL 16 GIUGNO AL 16 LUGLIO 2011





Orario: Da Martedì a Domenica 10.30-20.30 - Giovedì e Venerdì 10:30 – 23:00

lunedì 20 giugno 2011

INTERVISTA A FERRERO SEGR. NAZ. PRC





«A Sel dico: referendum su legge 30. Così costruiamo una sinistra forte»

di Daniela Preziosi - su il manifesto del 19/06/2011

Intervista a Paolo Ferrero, Segretario nazionale di Rifondazione Comunista


Segretario Paolo Ferrero, Vendola ha chiesto al Pd di cancellare la legge 30. Siete d'accordo?

Altroché, ma propongo a Vendola un passo concreto: un referendum per cancellarla. Ci sta? Partiamo subito con la raccolta firme. Noi siamo anche d'accordo con i quesiti proposti da Passigli che scardinano il bipolarismo. Perché a mio parere il vero limite della proposta di Sel sta qui. D'accordissimo sulle primarie su candidato e programma. Ma non bastano per costruire l'alternativa. Obama si ritrova un bel po' di parlamentari indisponibili a rompere i rapporti con gli interessi forti. Allo stesso Pisapia, per venire a casa nostra, il bipolarismo fatalmente determina una convergenza al centro. Nello schema milanese, quello delle primarie che piace a Sel, finisce che il centro viene recuperato in giunta, e la sinistra fatta fuori.


Se le primarie non bastano, cos'altro serve?

Serve costruire una sinistra unitaria e in grado di accumulare forza. Chi può credere di rovesciare il neoliberismo in un partito con Veltroni? Le idee neoliberiste sono la politica stessa del Pd. La novità è che si è espressa una nuova soggettività, larga, dalle tute blu, alle donne, ai no Tav, ai referendari. Per primo dobbiamo impedire che la vittoria venga scippata. La proposta di legge del Pd sull'acqua è emblematica: non c'entra niente con il referendum.


Ma come? Non siete in parlamento.

Propongo una costituente dei beni comuni. L'ho lanciata oggi (ieri, ndr) in Val di Susa. C'è da mettere insieme tutti i movimenti, e i partiti disponibili, per costruire una soggettività dal basso. E nelle città in cui si è vinto propongo di mettere in atto forme di partecipazione dal basso per dettare le agende alle giunte. Lo spirito partecipativo di Genova dieci anni dopo è maggioritario.


Vendola chiede le primarie per 'convocare' tutta questa primavera, non riassumibile sotto l'insegna del socialismo e persino della sinistra.

Quando dico sinistra intendo autonomia dai poteri forti, non ripropongo discriminanti ideologiche.


I referendari hanno costretto il Pd a cambiare linea. Non è la prova che la scelta di rivolgersi a un campo più ampio della sinistra-sinistra, che è la scelta di Vendola, alla fine porti a casa un gran risultato?

Il movimento 'sposta', è indubbio. E infatti noi ci siamo dentro dal primo giorno. Ma il fatto che i democratici già ripropongano la loro legge sull'acqua dice che il nonostante la vittoria non hanno cambiato l'impostazione. C'è bisogno di una soggettività di sinistra difendere ogni giorno e consolidare i risultati ottenuti.


Ma proporre un soggetto di sinistra non rischia di isolare la sinistra stessa?

Penso a una sinistra autonoma, ma non isolazionista. Il rischio opposto è ritrovarsi in guazzabuglio in cui c'è tutto e il suo contrario. Così com'è il Pd. Ripeto: dobbiamo rassegnarci al fatto che la politica ti chiude in un partito unico di centrosinistra? No. Accanto al centrosinistra va costruita una sinistra, come la Linke tedesca. Ma per farlo dobbiamo superare il bipolarismo.


Ferrero, Vendola, Diliberto: un gruppo dirigente protagonista di tante scissioni può indicare la strada dell'unità?

Io di scissioni non ne ho fatta neanche una, le ho sempre subite. Comunque quelle passate non debbono essere di ostacolo. Noi abbiamo individuato la schema della Federazione, dove c'è il Pdci con il quale pure i conflitti sono stati aspri. Ma federare è un modo di ragionare. Bisogna andare in questa direzione.


Il tema di una coalizione di governo ormai è di attualità. Qual è lo stato dell'arte, per la Federazione?

Propongo che parta da subito, con tutti e non solo i partiti, una discussione sui contenuti. Noto però che Sel parla sempre di sé, Pd e Idv. Allora chiedo a Vendola: è d'accordo che in questa discussione ci sia anche la Federazione? O c'è una conventio ad excludendum?


Avete detto che non parteciperete ad un eventuale governo di centrosinistra. Quindi rovescio la domanda: non siete voi a mettervi fuori dalla discussione?

Ma la mia è una previsione, non un pregiudizio. Dire che non sono interessato al governo significa che non lo metto come premessa per trovare un accordo. Sono per l'unità delle forze democratiche e l'esigenza di sconfiggere Berlusconi per me è vitale. Ma so anche che ci sono differenze programmatiche importanti.
Unità anche con l'Udc di Casini?


Nel Terzo Polo c'è chi ha votato, per esempio, la legge Gelmini. E no al referendum sul nucleare. Abbiamo vinto le amministrative con il centrosinistra più la sinistra. A Napoli addirittura con sinistra più sinistra. E la lezione è che uno schieramento così non è più minoritario.

UN CONTRIBUTO DI RAMON MANTOVANI - MA CHI HA VINTO?




RAMON MANTOVANI PRC
Vittoria! Ma chi ha vinto? E chi ha perso?

Il risultato dei referendum è chiaro. Non c’è bisogno di descriverlo. I quesiti erano chiari ed inequivocabili. Il Governo Berlusconi ha perso nettamente sul nucleare e sul legittimo impedimento. Ma sui due quesiti riguardanti l’acqua hanno perso tutti quelli che per quasi vent’anni hanno sostenuto e proposto la privatizzazione della gestione dell’acqua. Hanno cambiato opinione? Bene! Hanno deciso di votare si solo per non entrare in contraddizione con il loro elettorato e/o per sfruttare i referendum sull’acqua per mettere in difficoltà il governo in carica? Benino! Hanno, coma già fa Bersani, votato si ma ora dicono che è stata sventato l’obbligo a privatizzare e che gli enti locali possono, se lo vogliono, privatizzare? Male! Malissimo! Nelle prossime settimane, passata l’euforia, bisogna sapere che si giocherà una battaglia forsennata, anche se i talk show non ne parleranno o ne parleranno invitando i soliti voltagabbana e presunti esperti, perché in gioco ci sono cifre da capogiro dal punto di vista delle multinazionali che hanno già messo e vogliono mettere le mani sull’acqua. Spero che la battaglia si svolga nella chiarezza. E che i contenuti dei referendum sull’acqua non vengano sacrificati sull’altare della perniciosa e vomitevole dialettica bipolare. Perché molti, troppi, sono stati favorevoli alla privatizzazione, anche se oggi cantano vittoria. Spero, ma so che è una speranza pressoché infondata, che a chi ha vinto veramente, perché da sempre contrario alla privatizzazione dell’acqua, venga riconosciuto il lavoro svolto in tutti questi anni. E spero che la litania antiberlusconiana o, peggio ancora, quella della società civile contrapposta ai partiti, non cancelli i meriti di chi in tutti questi anni ha onorato il compito di lottare dentro e fuori le istituzioni, insistendo sulla necessità di salvaguardare i beni comuni dal mercato e dal profitto, raccogliendo le firme per i referendum. Parlo del mio partito.Essendomene occupato allora mi è tornato alla mente il dibattito che si fece in parlamento sulla famosa Legge Galli. Nel 1993. Un secolo fa. Quando eravamo soli a sostenere la battaglia contro la privatizzazione dell’acqua. Quasi soli. Perché oltre a Rifondazione solo il MSI votò contro, anche se per motivi diversi. Mentre Verdi e PDS furono favorevoli. La legge Galli è stata citata mille volte in queste ultime settimane. Ma nessun santone televisivo o giornalistuncolo si è preso la briga di rileggere quel dibattito. Anche solo per dare conto di chi fu favorevole e chi contrario alla privatizzazione. Così, giusto per amore di verità e per informare.Lo faccio io. Rimettendo qui la mia dichiarazione di voto finale sulla legge Galli. Ed invitando chi lo volesse fare a rileggersi gli interventi di Edo Rochi a nome dei Verdi che ignorò totalmente la questione della privatizzazione. E quello di Valerio Calzolaio a nome del PDS (oggi SEL) di cui pubblico subito un piccolo passo. Eccolo: “Così, alla pubblicità delle risorse, delle priorità e dei criteri di utilizzo, può corrispondere anche la privatizzazione di questa o quella gestione. Noi non abbiamo timori: le gestioni pubbliche possono e debbono riconquistarsi sul campo la riconferma di un ruolo. Occorre garantire al cittadino, un servizio efficiente e a basso prezzo, non sostenere ad ogni costo che il servizio lo deve dare lo Stato.” Lo stenografico delle dichiarazioni di voto finali lo si può leggere integralmente qui, dalla pagina 18588 in poi:

http://legislature.camera.it/_dati/leg11/lavori/Stenografici/Stenografico/34842.pdf#page=16&zoom=95,0,70

Questo il mio intervento a nome di Rifondazione Comunista.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Ramon Mantovani. Ne ha facoltà.

RAMON MANTOVANI. Signor Presidente, colleghe, colleghi, all’originaria proposta di legge dell’onorevole Galli, nel corso della discussione in Commissione, sono stati apportati molti e notevoli miglioramenti. È stato sventato il reiterato tentativo di mettere in discussione il comma 1 dell’articolo 1, nel quale si afferma la pubblicità di tutte le acque; sono state accolte le nostre proposte circa il risparmio idrico; sono state introdotte norme che prevedono una certa — solo una certa — unificazione della gestione dei sistemi idrici, una maggiore tutela dall’inquinamento, uno stimolo alla depurazione delle acque con il vincolo dei fondi ai quali affluiscono le tariffe per la depurazione e un maggiore, anche se assolutamente insufficiente, equilibrio tariffario. Tuttavia, noi voteremo contro il provvedimento perché, accanto ai principi generali che noi stessi abbiamo sollecitato, difeso e voluto e che costituiscono un importante passo in avanti, soprattutto dal punto di vista culturale, c’è l’operazione che porta dritto alla tendenziale privatizzazione della gestione del sistema idrico. Nei fatti si sancisce che il profitto, che al comma 2 dell’articolo 13 viene eufemisticamente definito adeguata «remunerazione del capitale investito», possa essere — anzi, è — il fine perseguito dai soggetti gestori. Si tenta comunque — e noi, in via subordinata, abbiamo a ciò contribuito — di imbrigliare la più che probabile logica intrinseca dei soggetti privati, che per loro natura non possono che considerare la difesa di una risorsa scarsa come l’acqua, la salvaguardia dell’ambiente, il soddisfacimento del bisogno di acqua potabile e la tutela della salute umana, come variabile dipendente rispetto ai conti economici dell’azienda e al profitto. Ma è prevedibile che, come in tante altre occasioni, ad essere premiato sarà l’interesse privato e non quello collettivo ed ambientale. Basta leggere l’articolo 16 per rendersi conto di come un comune, un’amministrazione comunale, venga messo sullo stesso piano di un soggetto gestore privato. Un comune, secondo l’articolo 16, non può realizzare un acquedotto od una fognatura senza aver prima stipulato una convenzione con il soggetto gestore, il che significa, pari pari, che un’azienda privata che gestisce può ostacolare le opere che dal punto di vista dei suoi conti economici consideri superflue, anche se sono utili sul piano sociale ed ambientale. Come se non bastasse, all’articolo 13, che noi consideriamo deleterio, si stabilisce che con la tariffa si devono coprire tutti gli investimenti, compresi quelli per la realizzazione delle opere. È come dire che non si paga più solo il servizio e che le infrastrutture non sono più realizzate con i soldi dello Stato, vale a dire con i fondi provenienti dalle tasse dei cittadini, ma che a questi ultimi spetta, oltre al pagamento delle innumerevoli tasse, anche l’onere di pagare, attraverso le tariffe, tutte le infrastrutture: acquedotti, fogne, depuratori, eccetera. Andando avanti di questo passo un altro novello De Lorenzo stabilirà che con i ticket bisognerà pagare le spese per la costruzione degli ospedali o qualcun altro proporrà che, oltre alle tasse scolastiche, gli studenti paghino per la costruzione delle scuole. Ci si è resi conto, anche perché lo abbiamo ripetuto fino alla noia, che in questo modo si sarebbero create gravissime sperequazioni tra zona e zona del paese, con un’insopportabile penalizzazione delle aree più povere di acqua e di infrastrutture, come il meridione, o più inquinate, come, ad esempio, la Lombardia. Per questo sono state messe alcune pezze, come la tariffa di riferimento ed altro, ma non si è fatta la cosa più semplice: una tariffa unica per l’acqua in tutto il paese, una variabile interna alla tariffa entro limiti prefissati riguardante la gestione del servizio e, infine, gli investimenti infrastrutturali a carico dello Stato e degli enti locali. Ma tutto questo, me ne rendo conto, sarebbe stato semplicemente incompatibile con la filosofia liberista delle privatizzazioni. Qualcuno potrebbe pensare che, per lo meno, tutto si semplifichi e diventi efficiente. Non è così: permane una straordinaria frammentazione della gestione delle competenze. Tralasciando, infatti, quelle dello Stato, permangono quelle delle regioni, degli enti locali, dei loro consorzi, dei soggetti gestori — pubblici o privati che siano —, delle autorità di bacino, eccetera. Non a caso è stato necessario inventarsi un’ulteriore autorità superiore con il relativo osservatorio, e lo si è fatto in modo tale da sollevare le ire della Commissione lavoro, ire che noi abbiamo considerato del tutto giustificate. E ancora: gli ambiti territoriali ottimali, pur se rivedibili ogni triennio, presentano una scarsa flessibilità. Investimenti, decisioni, organizzazione di utenze delicate e complesse come quelle idriche non potranno essere rivoluzionati ogni tre anni; seguiranno criteri derivati dalla situazione esistente e finiranno, come abbiamo già detto, anche per un motivo organizzativo, per soggiacere rispetto ai fattori economici, finanziari, industriali ed agricoli e non rispetto ai tanto proclamati, quanto traditi, obiettivi di salvaguardia dell’ambiente e delle risorse idriche. Nella stesura di questa proposta di legge si sono fatte sentire in forze le lobbies degli agricoltori e degli industriali, abituati da sempre a considerare l’acqua come una risorsa ed una materia prima a costo zero. Ed ecco gli articoli del provvedimento sui canoni per gli usi agricoli ed industriali, contro i quali hanno votato quelle forze che sono libere da pressioni e che in qualche modo, anche se a volte illusoriamente, hanno a cuore l’ambiente. Troviamo francamente incomprensibile e sbagliato che non si sia accettata la nostra proposta — per quanto attiene specificatamente ai tassi di inquinamento — di introdurre una novità importantissima: vale a dire, la misurazione e la regolazione non solo assoluta, ma anche nell’unità di tempo, delle sostanze inquinanti che vengono introdotte nell’ambiente e nell’acqua. Per concludere, come si sarà capito dai nostri voti sugli articoli, consideriamo questa legge alquanto contraddittoria. Da una parte vi è un’ottima impostazione delle questioni di principio, a cominciare dalla pubblicità delle acque, ma dall’altra un’incoerente, e per alcuni versi contraria, impostazione del sistema della gestione delle risorse idriche. Ma giacché sappiamo molto bene che la salvaguardia delle acque si fa con il governo del territorio e con la gestione delle risorse e non con le proclamazioni retoriche e di principio, non ci resta che votare contro. E, credetemi, lo facciamo veramente a malincuore.

(Applusi dei deputati del gruppo di rifondazione comunista)

Onorevole Ramon Mantovani

sabato 18 giugno 2011

FESTA DI LIBERAZIONE – CASCINA MONTEROBBIO - MILANO



FESTA DI LIBERAZIONE – CASCINA MONTEROBBIO - MILANO
17-18-19 Giugno 2011 - CASCINA MONTEROBBIO - Via San Paolino, 5 - Milano (Bus 71, MM2)


lunedì 13 giugno 2011

GRAZIE DI QUORUM!




GRAZIE DI QUORUM!

Una grande vittoria non solo contro Berlusconi ma contro Il neoliberismo e le privatizzazioni praticate in questi vent'anni dal centro destra e dal centro sinistra. Dal referendum nasce una domanda di alternativa fondata sul protagonismo dei comitati, delle associazioni e della partecipazione popolare.









Proponiamo di consolidare questo risultato dando vita a una costituente dei beni comuni che raggruppi comitati, movimenti, associazioni e partiti che vogliono uscire dal neoliberismo e costruire il futuro mettendo al centro i beni comuni.

sabato 11 giugno 2011

RICORDATI 4 SI DOMENICA E LUNEDI FINO ALLE ORE 15





RICORDATI DI VOTARE E FARE VOTARE DOMENICA E LUNEDI FINO ALLE ORE 15 AI 4 SI PER I REFERENDUM


Domenica 12 giugno, dalle ore 8 alle ore 22 e lunedí 13 giugno, dalle 7 alle 15, si svolgeranno le operazioni di votazione per quattro referendum popolari. I referendum interesseranno, sul territorio nazionale, 47.357.878 elettori, di cui 22.734.855 maschi e 24.623.023 femmine. Le sezioni saranno 61.601.

martedì 7 giugno 2011

IN PIAZZA PER I 4 SI A VIMODRONE IL 10 GIUGNO



VENERDI’ 10 GIUGNO ORE 21,00
Piazza Unità d’Italia

4 SI ai REFERENDUM del 12 – 13 GIUGNO
chiusura della campagna referendaria per il SÌ


Interviene

Erminio Quartiani Segretario Gruppo PD Camera dei Deputati

- Ci troviamo tutti insieme, con tutto “il popolo sovrano”, i singoli cittadini, i genitori con i bambini, i nonni con i nipoti, le associazioni, i partiti, i comitati, per dire la nostra volontà di democrazia e di partecipazione, perché sono in gioco scelte che riguardano tutti.
“A che serve avere le mani pulite, se poi si tengono in tasca!” (don Milani)
- Concluderemo con una fiaccolata e corteo colorato per le vie del centro, verso Cascina 3 Fontanili a CULTURE IN FESTA.
Portare tutto il materiale, il più creativo possibile: fischietti, campanacci, trombette, travestimenti, magliette, bandane, ceri e candele messi in supporti colorati, le bandiere, i cartelloni, un lungo telo cucito con tanti pezzi di azzurro diverso… la fantasia non vi deve mancare.

In caso di pioggia, ci si trova in
BIBLIOTECA COMUNALE, Via Cesare Battisti

COMITATO POPOLARE DI VIMODRONE per i 4 SI’ ai referendum del 12/13 giugno

mercoledì 1 giugno 2011

VIMODRONE - PRC IN PIAZZA PER I 4 SI








VIMODRONE - PRC IN PIAZZA PER I 4 SI AI REFERENDUM DEL 12 E 13 GIUGNO 2011

Il Partito della Rifondazione Comunista/FDS di Vimodrone domenica 5 giugno 2011 sarà in Piazza Unità d’Italia dalle ore 10.00 alle ore 12.00 per il sostegno ai 4 SI ai REFERENDUM che si terranno il 12 e 13 giugno.


IL 12 E 13 GIUGNO RIPRENDI LA PAROLA,
PERCHE’ SI SCRIVE ACQUA, GIUSTIZIA, ENERGIA MA SI LEGGE DEMOCRAZIA


PRC VIMODRONE




BUONGIORNO MILANO



BUONGIORNO MILANO

Oggi ci siamo svegliati sapendo che la città in cui viviamo è meno ostile, meno chiusa in sè stessa, nei fatti si è liberata. Liberata da quasi 20 anni di grettezza, di rifiuto della cultura e di paura del diverso. La nostra città è finalmente rinata e ha ripreso in mano il proprio destino e così facendo aiutando il paese intero a rinascere. Ieri sera in P.zza del Duomo con Giuliano Pisapia sindaco, un popolo intero si è sollevato con gioia e ironia salutando una nuova speranza. Ora dobbiamo governare bene. Mantenere le parole date ai tanti cittadini e cittadine che hanno creduto in Giuliano Pisapia, nelle forze politiche del centro sinistra e nelle tante associazioni della nuova Milano. La Sinistra per Pisapia, la Federazione della Sinistra, darà il suo contributo con umiltà e impegno, con passione e determinazione, affinchè i poteri degli "interessi aggregati", non ritornino a spartirsi la "torta" della città e delle vite del popolo delle periferie. Questo popolo ha "già dato" e ora merita rispetto. Noi siamo in consiglio comunale per questo. Oggi incomincia un nuovo ciclo ed è bello iniziare sapendo, che Giuliano Pisapia come suo primo atto da sindaco farà visita a Nori Pesce, partigiana e indimenticabile compagna del comandante partigiano Giovanni Pesce. Milano è antifascista. Grazie Giuliano è proprio un nuovo giorno!
Grazie per le visite!
banda http://www.adelebox.it/