giovedì 24 dicembre 2009

BUONE FESTE


BUONE FESTE A TUTTE/I DAL PRC VIMO.
Non c'è in una intera vita,
cosa più importante da fare,
che chinarsi perchè un altro,
cingendoti il collo,
possa rialzarsi.
Luigi Pintor
prcvimo@tin.it rifodrone.blogspot.com

martedì 22 dicembre 2009

Yamaha, una lotta coi fiocchi


Yamaha, una lotta coi fiocchi
di Giorgio Salvetti dal quotidiano il manifesto

Dirigenti irreperibili. E Valentino Rossi lascia i lavoratori in panne

Jarno, Mapo, Lele e Tino. Quattro uomini sul tetto del mondo. Si riparano dalla bufera di neve con 15 gradi sotto lo zero nelle loro tende iglu da altura, chiusi nei sacchi a pelo. Cucinano da soli con i loro fornelletti. Dal campo base, quando è possibile, fanno arrivare cibo e coperte. «La situazione logistica è difficilissima - fanno sapere i quattro - il freddo tremendo, le comunicazioni impossibili. Ma noi non scendiano. Non ci arrendiamo». Non stiamo parlando dell'ultima spedizione italiana sul K2, i nostri quattro eroi sono semplicemente operai in lotta per i loro diritti. Sono quattro lavoratori della Yamaha di Lesmo (Monza), il loro stabilimento è proprio a fianco del reparto corse della multinazionale giapponese campione del mondo delle due ruote grazie alle imprese del pluridecorato Valentino Rossi.
Ma qui gli unici campioni sono loro. Sono sul tetto della loro fabbrica da quattro giorni. Sotto, i loro colleghi li seguono scaldandosi con fuochi di fortuna. Ieri nel piazzale erano «solo» una trentina perché tutte le persone che in questa settimana stanno portando aiuto e solidarietà sono rimasti bloccati dalla copiosa nevicata che ha imbiancato il nord Italia e ha bloccato il traffico in tutta la Lombardia. «Qui è una merda - raccontano al presidio - in poche ore sono caduti venti centimetri di neve, lassù i quattro colleghi non possono muoversi, devono restare sotto le tendine al freddo e al gelo».
La storia di questi operai è simile a quella di molti altri lavoratori caduti nel baratro della crisi. Yamaha ha deciso di chiudere il loro stabilimento e di portare la produzione in Spagna annunciando il licenziamento di 49 metalmeccanici e 19 impiegati.
L'azienda ha semplicemente proposto ai lavoratori di tornarsene a casa con una buona uscita, e tanti saluti. I lavoratori invece chiedono che siano per lo meno tutelati i loro diritti minimi. Vogliono il ricollocamento là dove possibile in altre aziende in Italia del gruppo giapponese. Per coloro che invece che non possono essere utilizzati altrove, chiedono tutti gli ammortizzatori sociali previsti in questi casi. A partire dalla cassa integrazione straordinaria per due anni. Una soluzione quasi ovvia che garantirebbe a queste 68 persone di tirare il fiato in attesa che la crisi passi e nella speranza di trovare una soluzione possibile per il loro futuro lavorativo. Yamaha però non ne vuole sentire parlare e continua a pretendere di chiudere in cambio di poco e nulla. Un atteggiamento incompresibile dato che in caso di cassa integrazione straordinaria a pagare sarebbe lo Stato. «Tutte le istituzioni, dal governo alla provincia si sono dette favorevoli. Lo ha detto anche il cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi - spiega Angelo Caprotti, delegato della Fim-Cisl, che sta seguendo la vicenda Yamaha sin dall'inizio - prima l'azienda ha accampato scuse tecnico-amministrative, ma erano motivazioni che non avevano nessuna consistenza e che sono state smentite dal ministero del lavoro. Ora ha adottato un'altra tecnica. Sono spariti tutti. La dirigenza, tutta, è irreperibile. Stiamo continuamente tentando di metterci in contatto con loro ma nessuno risponde alle nostre chiamate. Non si degnano di rispondere neppure ora che i lavoratori sono sul tetto sotto la bufera di neve. E' una cosa semplicemente allucinante». Gli operai della Yamaha si erano appellati anche al loro collega Valentino Rossi perché intervenisse e intercedesse per loro ma non è andata come speravano. «Che vada a qual paese - dicono davanti al fuoco - lui guadagna i miliardi guidando le moto che costruiamo noi, lo abbiamo interpellato e non si è ha voluto farsi né sentire né vedere». Valentino sbanda, e intanto i campioni sul tetto resistono.

lunedì 21 dicembre 2009

FEDERAZIONE DELLA SINISTRA: AL VIA UNA CAMPAGNA REFERENDARIA SU ACQUA, NUCLEARE E PRECARIETA' (LEGGE 30).


FEDERAZIONE DELLA SINISTRA:
AL VIA UNA CAMPAGNA REFERENDARIA SU LEGGE 30, NUCLEARE, ACQUA. IL PRIMO CONSIGLIO NAZIONALE DELLA FEDERAZIONE HA ELETTO COORDINAMENTO E PORTAVOCE NAZIONALE.


Sarà una grande campagna referendaria su alcuni elementi-chiave (battaglia per la pubblicizzazione dell'acqua, richiesta di abrogazione della legge 30, no al nucleare) a dare il via, da gennaio, alle battaglie sociali della neonata Federazione della Sinistra, patto federativo che ad oggi comprende Prc-Se, Pdci, Socialismo 2000 e Lavoro e solidarietà ma che vuole aprirsi il più possibile a tutte le istanze sociali, sindacali e associative che oggi compongono l'area della sinistra alternativa del nostro Paese.

Lotta alla precarietà, dunque, attraverso la richiesta di abolizione della legge 30 e delle leggi ad essa collegata per restituire un futuro di lavoro stabile e sicuro alle nuove generazioni, lotta al programma di re-introduzione delle centrali nucleari che vuole impiantare in diverse regioni italiane il governo Berlusconi e lotta per la difesa dell'acqua ma anche della sanità e del welfare pubblico contro i tentativi di imporre una loro gestione privatistica.

Questi i punti-chiave della campagna politica e sociale della Federazione della Sinistra che, a partire da gennaio, raccoglierà le firme su questi tre fronti per dei referendum popolari.

La Federazione della Sinistra lancia anche un appello a tutte le forze politiche e sociali presenti nel nostro Paese per unire le forze, in vista delle prossime elezioni Regionali, e per ricostruire, tramite un processo aggregativo, una sinistra d'alternativa unitaria sulla quale possano convergere i voti e le aspettative di tutta la sinistra diffusa italiana.

Queste, in sintesi, le decisioni prese oggi dal primo Consiglio nazionale della neonata Federazione della Sinistra (Prc, Pdci, Socialismo 2000 e Lavoro e solidarietà). Il Consiglio nazionale della Federazione è composto da 70 membri ed ha anche eletto un coordinamento ristretto di 7 persone (così composto: Paolo Ferrero, Claudio Grassi, Rosa Rinaldi per il Prc, Alessandro Pignatiello e Orazio Licandro per il Pdci, Cesare Salvi per Socialismo 2000 e Gianpaolo Patta per Lavoro-Solidarietà) e un portavoce nazionale, che per i primi tre mesi sarà il segretario del Prc Paolo Ferrero.

mercoledì 16 dicembre 2009

VIMODRONE: GAP E PUNTO ROSSO IN PIAZZA IL 20 DICEMBRE



VIMODRONE:

GAP E PUNTO ROSSO IN PIAZZA

IL 20 DICEMBRE

Le compagne e i compagni dei GAP e di PUNTO ROSSO di Vimodrone domenica 13 dicembre e domenica 20 saranno in PIAZZA V. VENETO dalle ore 9.00 con un proprio gazebo contro il carovita denunciando le speculazioni sui generi di prima necessità, chiedendo il prezzo politico per i generi alimentari di largo consumo, l'aumento di salari e pensioni, l'allargamento degli ammortizzatori sociali per tutti.



Con la distribuzione ai soci del Gruppo di Acquisto Popolare di pane, pasta, riso, lisciva e grana a costi contenuti, vogliamo dimostrare che volendo i prezzi possono essere calmierati.

Gruppo di Acquisto Popolare

e

Associazione Culturale PUNTO ROSSO

PUNTO ROSSO e G.A.P. VIMO

domenica 13 dicembre 2009

A VIMODRONE PARLIAMO DI CASA


Mercoledì 16 dicembre 2009 ore 21.00
Auditorium di Via Piave


PARLIAMO DI CASA

· Manutenzione, sicurezza alloggi pubblici
· Rifacimento alloggi comunali Via Fiume
· Dall’autocostruzione al progetto di demolizione e ricostruzione edifici Aler


INCONTRO PUBBLICO

Coordina
Vania GARDINAZZI
Capogruppo di VIMODRONE SEI TU

Introduce
Luigi VERDERIO
Assessore alle problematiche alloggiative del Comune di Vimodrone

Intervengono
Dario VENERONI
Loris ZAFFRA
Marco CIPRIANO
Franco MIRABELLI
Luciano MUHLBAUER

ORGANIZZATO IN COLLABORAZIONE CON I GRUPPI REGIONALI DI
PD, SD, PRC

A BRUGHERIO IN DIFESA DEL TERRITORIO...


Partito della Rifondazione Comunista –Sinistra Europea
e
BRUGHERIO FUTURA

Organizzano una

ASSEMBLEA PUBBLICA

Mercoledì 16 dicembre 2009
alle ore 21 presso l’aula del Consiglio Comunale
in Piazza Battisti 1, Brugherio

NO
AL “PARTITO DEL CEMENTO”

STOP
AL CONSUMO DI TERRITORIO: DA DECATHLON A EXPO 2015


INTERVERRANNO

Domenico FINIGUERRA
Sindaco di Cassinetta di Lugagnano, Comune a “Crescita Zero”

Massimo GATTI
Capogruppo al Consiglio Provinciale per Un’Altra Provincia – PRC - PDCI

Paolo LOZZA
Direttivo di Legambiente Lombardia

Giuseppe NATALE
Studioso di Geografia Urbana

Parteciperanno: Amministratori, cittadini, comitati di Brugherio, Carugate, Cologno M.. Cernusco s. N., Vimodrone, Monza, Milano e Comitato Parco Est delle Cave
Aderiscono: IDV e Legambiente di Brugherio

martedì 8 dicembre 2009

SAB. 12 DIC. 1969-2009: ORE 15 PIAZZA MISSORI

ADESSO BASTA!

SAB. 12 DIC. 1969-2009: ORE 15 PIAZZA MISSORI

APPELLO

La situazione politica italiana ci pare preoccupante.
Emergono e prendono corpo fenomeni negativi, tutti con una valenza, attualmente o potenzialmente, antidemocratica.
Il catalogo è eterogeneo, ma univoco nel segnare un indirizzo lesivo di diritti civili e di garanzie democratiche, tanto da profilare chiaramente una situazione di emergenza per la democrazia.
Leggi apertamente xenofobe, discriminatorie e razziste.
Aggressioni allo stato di diritto, alla divisione dei poteri e all’indipendenza della magistratura.
Discredito sulle istituzioni rappresentative e di garanzia.
Deformazione della prassi legislativa con il ricorso ordinario alla decretazione di urgenza e alla insistita reiterazione dei voti di fiducia.
Frequenti attacchi alla Costituzione giudicata obsoleta, prodotto di un’epoca tramontata, inidonea a costituire un valido patto sociale, bisognosa di cambiamenti radicali da perseguirsi unilateralmente.
Manomissione e tentata cancellazione delle garanzie della contrattazione sindacale.
Esorbitante controllo sui mezzi di informazione e di formazione della pubblica opinione.
Pesanti limitazioni della libertà e del diritto all’informazione.
Sospensione della funzione giurisdizionale mediante una legislazione di immunità ad personam.
Misconoscimento dei diritti soggettivi costituzionalmente garantiti attraverso la loro subordinazione a principi ideologici confessionali.
Iniziative legislative volte a equiparare le parti antagonistiche nella lotta di liberazione nazionale, a svalutare la Resistenza come fondamento del patto costituzionale.
ll tutto cementato dalla cialtronesca cultura berlusconiana dell'apparenza, della superficialità, della furbizia e della gigioneria.
La cultura della solidarietà sociale, del valore dello studio e della cultura e della scienza, del rispetto del lavoro, viene irrisa.
Occorre aggiungere altri aspetti più generali e, per questo, forse ancor più preoccupanti: la trasformazione della politica in spettacolarizzazione sempre più escludente una partecipazione attiva dei cittadini, e al contempo la sua sempre più accentuata personalizzazione leaderistica che ha assunto toni spesso parossistici.
Per questo vogliamo ricordare, a noi prima di tutto, quanto preziosa e insostituibile sia la partecipazione e la mobilitazione politica a sostegno dei valori democratici.
Vogliamo ricordare come la mobilitazione e partecipazione popolari, del movimento degli studenti, del movimento operaio e delle organizzazioni dei lavoratori, del movimento delle donne e dei giovani, degli intellettuali democratici abbia in passato costituito un argine e garantito la tenuta democratica contro le tentazioni e i tentativi antidemocratici che hanno insanguinato il paese per un non breve periodo.
Stragismo di Stato e complotti fascisti hanno trovato allora una barriera invalicabile innanzitutto nella mobilitazione e nelle lotte di massa di studenti, operai , intellettuali, giovani e donne.
Nelle settimane successive a piazza Fontana, in un clima cupo e pieno di paura, con le forze della sinistra paralizzate e timorose, fu la mobilitazione popolare orgogliosa e coraggiosa lo strumento decisivo della tenuta democratica.
Per questo ci rivolgiamo a chi, come noi, ha partecipato e contribuito a quelle lotte , a quelle mobilitazioni, a quel pervadente impegno politico, per chiedere di sostenere questo appello, per riutilizzare forze ed energie che tuttora esistono, ma che spesso sono parcellizzate e isolate, per sollecitare un nuovo improrogabile impegno democratico.
E lo chiediamo a tutti, a chiunque si sia riconosciuto allora in quell’impegno, al di là delle specifiche e particolari appartenenze e collocazioni di un tempo, convinti delle insidiose tendenze che affiorano e che spesso non trovano un ‘adeguata risposta per le difficoltà (e talvolta le inadeguatezze) delle forze di sinistra.
Pensiamo abbia un senso partire da chi, pur variamente, ha condiviso quelle esperienze per potere poi collegarci e collaborare fattivamente con tutte quelle realtà, che fortunatamente già esistono, di diversa provenienza e formazione impegnate sullo stesso fronte di difesa della democrazia e della Costituzione.
Facciamo del 12 dicembre 2009, a 40 anni dalla strage, un grande giorno di mobilitazione per la difesa della democrazia e della Costituzione.

Vittorio Agnoletto, medico - Dario Fò, attore - Franca Rame, attrice - Luca Cafiero, docente universitario - iulio Leghissa, medico - Beppe Liverani, editore - Carlo Monguzzi, consigliere regionale Lombardia - Basilio Rizzo, consigliere comunale Milano - Alfonso Rombolà, libero professionista - Gino Strada, chirurgo di Emergency - Franco Calamida, giornalista - Paolo Gentiloni, parlamentare - Alfonso Gianni, parlamentare - Emilio Molinari, presidente sezione italiana contratto mondiale sull’acqua - Guido Pollice presidente di vas verde ambiente e soc. e della green cross italia - Milli Moratti, consigliere comunale Milano

FERMIAMO LA FEBBRE DEL PIANETA




100 PIAZZE PER IL CLIMA


Il clima sta cambiando, qui e ora. Aumentano i temporali violenti, le frane, le alluvioni, le ondate di calore, la diffusione di malattie cui non eravamo abituati, lo scioglimento dei ghiacciai che alza il livello dei mari, la desertificazione di zone sempre più vaste della Terra.
La febbre che abbiamo fatto venire alla nostra Terra va fermata. È possibile farlo se si riducono le emissioni inquinanti che ogni giorno mandiamo in atmosfera.
È tempo di agire. Tutti possiamo fare qualcosa, rivedendo i nostri stili di vita. I governi, che rappresentano l'interesse di tutti noi cittadini, devono agire.L'occasione per farlo è ORA: a dicembre, a Copenaghen, nel summit delle Nazioni Unite dove i capi di stato di tutti i Paesi del mondo si riuniranno per cercare un accordo su come arrestare i cambiamenti climatici.
ANCHE IO MI METTO IN MARCIA PER IL CLIMA E CHIEDO AL GOVERNO ITALIANO DI:
farsi promotore di un’iniziativa politica forte a Copenaghen che porti a un accordo mondiale equo, solidale e vincolante per la riduzione dei gas serra: le emissioni devono diminuire a livello globale almeno dell'80% entro il 2050, affinché il riscaldamento del pianeta rimanga al di sotto dei 2° C
adoperarsi per ridurre nel nostro Paese le emissioni di gas che danneggiano il clima della terra: le emissioni dei paesi sviluppati dovrebbero essere ridotte del 40% entro il 2020
eliminare lo spreco di energia che serve per illuminare, riscaldare e rinfrescare le nostre case; migliorare l'efficienza energetica di industrie e trasporti; valorizzare il contributo dell'agricoltura
far posto alle fonti energetiche rinnovabili, sicure e non inquinanti, che rappresentano anche un'occasione di sviluppo per il nostro sistema produttivo e di lavoro dignitoso per molti dei nostri giovani
adoperarsi per introdurre l'obiettivo di fermare la deforestazione e le emissioni associate a livello globale entro il 2020 e nelle aree critiche entro il 2015.

lunedì 7 dicembre 2009

SOLIDARIETA’ AL CARDINALE TETTAMANZI


SOLIDARIETA’ AL CARDINALE TETTAMANZI
Milano, 7 dicembre 2009.
In merito agli attacchi all’Arcivescovo di Milano (“Tettamanzi è un Imam” "Tettamanzi con il suo territorio non c'entra nulla. Sarebbe come mettere un prete mafioso in Sicilia".), Dionigi Tettamanzi, da parte del quotidiano e dei vertici della Lega Nord, il Segretario Provinciale del Partito della Rifondazione Comunista, Antonello Patta, dichiara:
“Esprimiamo la massima solidarietà umana, morale e politica al Cardinale Tettamanzi. Il Cardinale, dimostrandosi persona libera, si comporta da autentico cristiano limitandosi semplicemente ad applicare il messaggio evangelico e rifiutandosi di brandire il crocifisso nella crociata della guerra di civiltà voluta dalla Lega Nord. Le destre, con un assordante silenzio, assecondano vergognosamente la Lega, vuoi per convinzione, vuoi per il salvacondotto che i leghisti garantiscono alla maggioranza e al Governo di Silvio Berlusconi. Le bordate razziste e xenofobe della Lega stanno facendo precipitare sempre più il Paese in un degrado morale e sociale che sta portando alla disumanizzazione di tutte le relazioni sociali. Rifondazione Comunista, contrapponendosi a questa deriva, sosterrà sempre chi è al fianco dei poveri e degli immigrati”.

NASCE CONTROLACRISI.ORG - Notizie, Conflitti, Lotte...


È nato ControLaCrisi.org

È nato ControLaCrisi.org (http://www.controlacrisi.org/), uno spazio di informazione in tempo reale. ControLaCrisi.org è uno strumento realizzato per rispondere all’esigenza, espressa dalla maggior parte delle compagne e dei compagni, di essere informati "bene" e "subito". Con la combinazione di nuove tecnologie e programmi informatici è stato possibile racchiudere in questo strumento le funzioni di aggregatore avanzato di notizie (in grado di importare per intero testi e foto), social network e servizio di newsletter automatico.
Ogni ora tutte le notizie provenienti dalle diverse fonti di informazione del web (ansa, adnkronos, repubblica, corriere, carta, ilsole24ore, cgil, fiom, rdb, etc.) vengono filtrate attraverso alcune parole chiave (crisi, conflitti, scioperi, licenziamenti, lavoro, welfare, etc.), selezionate e pubblicate contemporaneamente sul sito ((http://www.controlacrisi.org/)), sulla pagina di Facebook “CONTROLACRISI" e nella newsletter che tutti gli iscritti riceveranno ogni sera.
Andando nella pagina dei contatti (http://www.controlacrisi.org/joomla/index.php?option=com_contact&id=1&view=contact&Itemid=75) avrete la possibilità di inviare articoli di 3000 battute (spazi inclusi) sulle vertenze e i conflitti del vostro territorio.
Vi invitiamo ad iscrivervi alla newsletter e alla pagina di facebook di riferimento (di seguito la procedura per fare entrambe le cose).
Clicca sul link per iscriverti:
ISCRIZIONE ALLA NEWSLETTER > http://www.rifondazione.it/controlacrisi/?p=subscribe&id=1
ISCRIZIONE ALLA PAGINA FACEBOOK “CONTROLACRISI” > http://www.facebook.com/pages/CONTROLACRISI/182863987398

domenica 6 dicembre 2009

IL GOVERNO TAGLIA LA PUBBLICA ISTRUZIONE, FORMIGONI AUMENTA FINANZIAMENTO E PRIVILEGI PER LA SCUOLA PRIVATA.


Pubblicato il Rapporto 2009 sulla “dote scuola” in Lombardia, a cura del Gruppo regionale Prc-Se (disponibile sul sito PRC Lombardia)


Dichiarazione di Luciano Muhlbauer, capogruppo regionale Prc-Se


La scuola pubblica sta subendo il più vasto programma di tagli della storia repubblicana e capita pure che dei genitori debbano donare 40-50 euro perché nella scuola dei loro figli mancano i soldi per comprare la carta.
E mentre questo accade, in nome delle ristrettezze di bilancio e della crisi, cosa fa la Regione governata da 15 anni da Roberto Formigoni?
Se ne frega, aumenta sempre più il finanziamento pubblico alla scuola privata e distribuisce sussidi a chi guadagna anche 200mila euro e abita in case di lusso.
Questa è, in sintesi, quanto emerge dal Rapporto 2009 sul finanziamento pubblico alla scuola privata in Lombardia, elaborato dal Gruppo regionale di Rifondazione Comunista, sulla base di un’analisi dettagliata e rigorosa del database dell’Assessorato regionale all’Istruzione.
Stando ai numeri, infatti, dei destini della scuola pubblica al governo regionale non sembra importare molto, visto che nell’anno scolastico 2008/2009 ben l’80% dei fondi per il diritto allo studio sono stati destinati in via esclusiva agli studenti degli istituti privati, che rappresentano solo il 9% degli studenti lombardi.
Lo strumento principale di finanziamento della scuola privata è stato anche quest’anno, come nei sette precedenti, il “buono scuola”, nel frattempo ri-denominato “dote per la libertà di scelta”. Con questo buono, nell’anno scolastico 2008/2009 alle scuole private sono stati girati ben 45 milioni, che cresceranno ad oltre 50 nel 2009/2010. In questo modo, dal 2001 ad oggi, quasi 400 milioni di euro sono stati drenati dalle tasche dei contribuenti per passare in quelle della lobby della scuola privata.
E pur di poter garantire questo finanziamento privilegiato alla scuola privata, in piena crisi economica, gli uomini di COMUNIONE LIBERAZIONE non si vergognano nemmeno di erogare un sussidio pubblico a persone che, beate loro, non ne avrebbero alcun bisogno.
Infatti, per riuscire nel miracolo poco cristiano di elargire ai due terzi dei 98mila studenti delle private lombarde un sussidio regionale, il governo Formigoni-Lega ha truccato le regole del gioco.
Cioè, mentre i genitori degli studenti della scuola pubblica devono esibire un certificato Isee – il cosiddetto riccometro – per poter accedere a un piccolo contributo, i richiedenti il buono scuola godono di un meccanismo inventato ad hoc, denominato “indicatore reddituale”, dove i limiti di reddito sono molto più tolleranti e, soprattutto, non si deve dichiarare la propria situazione patrimoniale, sia mobiliare, che immobiliare.
Il risultato è tanto stupefacente, quanto indecente: oltre 4mila beneficiari del buono scuola dichiarano al fisco addirittura un reddito tra 100mila e 200mila euro annui, altri risultano residenti nella zone più prestigiose e costose delle nostre città, ad esempio in Galleria Vittorio Emanuele o in via Manzoni a Milano.
Insomma, lo scandalo che da anni denunciamo, cioè gli sfacciati privilegi della lobby degli istituti privati, non solo si rinnova, ma si aggrava, perché il flusso di denaro pubblico alla scuola privata si intensifica proprio nel momento in cui il Governo sta portando l’attacco più pesante alla scuola pubblica, sostenendo che non ci sarebbero più soldi per nessuno.
Il nostro dossier rappresenta l’unico “rapporto di minoranza” sull’argomento esistente in Lombardia e mostra quello che il Pirellone vuole invece nascondere. È disponibile gratuitamente sia in formato elettronico (www.prclombardia.it o www.lucianomuhlbauer.it), sia in versione cartacea (tel. 02.67482288). Faremo di tutto per diffonderlo, perché i cittadini lombardi, anzitutto quelli che non la pensano come noi, possano sapere. Poi, ognuno tragga le sue conclusioni.
Da parte nostra, annunciamo sin d’ora che in occasione della discussione del bilancio regionale, il 15 e 16 dicembre prossimi, riproporremo il problema dell’abolizione dei privilegi della scuola privata.
E auspichiamo di non essere gli unici.

PRC LOMBARDIA

sabato 5 dicembre 2009

A VIMODRONE LO SPORTELLO DIRITTI ANIMALI



SPORTELLO DIRITTI ANIMALI

Dal 4 dicembre è aperto lo sportello comunale per i diritti degli animali.
La Giunta comunale (atto n.113/09) ha approvato la bozza di convenzione con l’associazione nazionale per la difesa del cane che gestirà il nuovo servizio (operativo tutti i venerdì dalle 9 alle 12 presso l’ufficio commercio sito al primo piano della sede municipale di via Battisti 56).

L’obiettivo è quello di promuovere una nuova cultura del rapporto fra uomo e animale e, in particolare, organizzare e promuovere iniziative (abbandono, sterilizzazione, maltrattamenti), elaborare norme locali volte a garantire la salvaguardia delle popolazioni animali presenti sul territorio, informare in merito alle norme vigenti, divulgare alla cittadinanza informazioni riguardo le corrette norme di disciplina e detenzione (problema civico delle deiezioni, tema delle adozioni di quelli abbandonati), gestire l’anagrafe canina, esercitare l’attività di controllo delle “chippature”e delle colonie feline”.

Per maggiori informazioni, è possibile scrivere a dirittianimali@comune.vimodrone.milano.it (dopo il 4 dicembre).

IL ROSSO E IL VIOLA. GRANDE MANIFESTAZIONE



IL ROSSO E IL VIOLA. GRANDE MANIFESTAZIONE DELLA GIOVANE GENERAZIONE PRECARIA. PROPONIAMO REFERENDUM CONTRO LA PRECARIETA' PER ABROGARE LA LEGGE 30.

La grande manifestazione dell’opposizione sociale convocata sulla rete è stata la manifestazione della giovane generazione precaria che si rivolta contro un governo che gli toglie il futuro. Una manifestazione caratterizzata dal rosso e dal viola a cui la federazione della Sinistra propone una continuazione: una grande campagna referendaria contro la precarietà, per abrogare la Legge 30. La vera opposizione in questo paese si fa in piazza e non in Parlamento.

FEDERAZIONE DELLA SINISTRA



giovedì 26 novembre 2009

5 DICEMBRE SI PARTE PER LA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA E "NOBDAY"


Il 5 dicembre al Teatro Brancaccio in via Merulana 244, dalle ore 9.30 alle ore 14.00, si terrà la manifestazione di avvio della fase costituente della Federazione della Sinistra.



Sempre il 5 dicembre, ci sarà a Roma una grande manifestazione “No Berlusconi Day” convocata tramite web da varie associazioni, alla quale la Federazione della Sinistra ha dato la propria adesione.

La manifestazione partirà alle ore 14.00 da Piazza della Repubblica e si concluderà in Piazza del Popolo.

Il mezzo è il messaggio


Il mezzo è il messaggio
DI RANIERO LA VALLE

In una sciagurata intervista a “Linea Notte” il presidente dei deputati della Lega Nord, Roberto Cota, alla domanda sul perché fare il “processo breve” per il presidente del Consiglio e invece lasciare il “processo lungo” per gli immigrati, ha risposto che si tratta di dare, qui e in ogni altra occasione, la prova che “il contrasto alla immigrazione clandestina” è una indiscutibile politica e priorità della maggioranza e del governo. Non è questione di efficacia: alla sicurezza non aggiunge nulla che un immigrato possa essere processato a vita, mentre molto serve alle fantasie xenofobe sapere che nei suoi confronti la pretesa punitiva dello Stato non viene mai meno. In modo imprevisto si realizza il vecchio annuncio di Marshall Mac Luhan: il mezzo è il messaggio. Perché sia chiaro che gli stranieri che non ci servono devono stare fuori dai piedi, il mezzo è di assimilarli, nella procedura penale, ai terroristi e ai mafiosi, di lasciarli affondare coi barconi nel Mediterraneo, di incriminare chi li soccorre, di arrestarli se si sentono male e chiamano il 118 o vanno al Pronto Soccorso, di farli nascere come figli di nessuno, di braccarli se lavano i vetri o si improvvisano giocolieri ai crocicchi delle strade. Non serve a niente, ma serve a far capire che qui siamo inflessibili, e perciò non vengano e se ne vadano.
L’ultimo messaggio è quello del “White Christmas”, il bianco Natale, cioè il Natale pulito, inventato dal comune leghista di Coccaglio (Brescia) Si tratta di fare pulizia etnica, fino al 25 dicembre, andando a pescare in tutte le case gli immigrati non in regola, o non più, togliendo loro la residenza. E poi c’è il messaggio dell’ “Ambrogino”, con cui il comune di Milano ha premiato la squadra dei vigili che andava a caccia dei clandestini sugli autobus.
Ma ci sono altri messaggi. Il “processo breve” il premier Berlusconi se lo fa per sé, con ostentazione: tutto l’impegno del suo ministro e dei suoi avvocati messi in Parlamento è ora quello di aggirare la Costituzione scrivendo una legge che, senza veli, suonerebbe così: “Silvio Berlusconi non può essere sottoposto ad alcun procedimento penale”. Anche qui il mezzo è il messaggio; esso dice: Berlusconi è “il sovrano del popolo”, e pertanto è insindacabile, inviolabile e non punibile; che poi è il messaggio definitivo, finalmente svelato, della cosiddetta “governabilità”: chi riesce a farsi eleggere poi può fare quello che vuole e viene pulito anche il suo passato.
Insieme con questo è arrivato il messaggio che il ministro Bondi è andato a proclamare in TV: “la magistratura assedia la democrazia italiana”, il che vuol dire che il governo dichiara guerra alla magistratura; il sovversivismo delle classi dirigenti giunge qui fino all’orlo della guerra civile.
Poi ci sono i messaggi che le tasse sono un furto di Stato, che evaderle merita una legislazione premiale, che la corruzione non fa male e che per il resto gli italiani – disoccupati, licenziati, cassintegrati – si arrangino, tanto la crisi non c’è.
Di questi messaggi Berlusconi è la fonte, il cuore, il catalizzatore, la condizione, il garante. Messaggi che inesorabilmente diventano convinzione diffusa, cultura e senso comune, riflesso condizionato, vita quotidiana. E una società intera finirà per muoversi così, senza più neanche sapere che questi sono diventati i suoi parametri, i suoi moventi.
Per questo la permanenza di Berlusconi al potere è di per se stessa turbativa dell’ordine pubblico ed è un fattore gravemente inquinante della nostra comunità nazionale. È una lesione che diventa metastasi. Gli alti sondaggi non sono una legittimazione, sono un’aggravante. L’accanimento terapeutico con cui i suoi accoliti e alleati lo difendono, pur se non lo stimano e dissentono, si spiega solo col fatto che Berlusconi è il nome del loro stesso potere, e sanno che col voto, anticipato o no, esso finirà.
Dunque è giustificato non solo giudicare e criticare le politiche del governo, ma anche continuare a porre il problema personale del presidente del Consiglio, comprese le manifestazioni popolari come quella del 5 dicembre, perché la preoccupazione in almeno la metà del Paese è altissima, e il nostro sistema istituzionale, a causa della riuscita neutralizzazione del Parlamento, è rimasto privo di ogni strumento di difesa. E quanto alle nostre istituzioni educative, che potrebbero almeno lottare con altri e alternativi messaggi, in questo tempo hanno smesso di educarci.



Raniero La Valle

mercoledì 25 novembre 2009

AGNOLETTO: FEDERAZIONE DELLA SINISTRA? DOPO I DISASTRI, IL PRIMO VERO ATTO DI UNITA’



AGNOLETTO: FEDERAZIONE DELLA SINISTRA? DOPO I DISASTRI, IL PRIMO VERO ATTO DI UNITA’

Intervista di Cosimo Rossi

Costruire "un progetto culturalmente, organizzativamente e politicamente autonomo dal Pd", ma "sempre partendo dal fatto che uno strumento politico che si guardi allo specchio è semplicemente inutile". Con queste due discriminanti per Vittorio Agnoletto, ex eurodeputato di Sinistra europea, vede nel battesimo della Fed di sinistra del 5 dicembre una novità non da poco, in quanto è "la prima inversione di tendenza dopo oltre un anno di scissioni e litigi a sinistra".

Il dubbio, però, è se esiste ancora una base politica di sinistra pronta a rimettersi in cammino…

Pare inverosimile, ma con la nascita della federazione della sinistra, il 5 dicembre è la prima volta che si capovolge il corso delle cose e si avvia un percorso unitario. A maggior ragione l'avvio di questo percorso è più consapevole e responsabile, in quanto fa tesoro dei disastri compiuti dalla sinistra negli ultimi anni, perciò propone una federazione in cui diverse identità e percorsi non vengono cancellati e ridotti a uno, ma si lavora a un cantiere unitario fondato sul riconoscimento della pari dignità e delle diverse storie. Un ulteriore motivo di far tesoro del passato sta nel realizzare un'opera aperta, e che rimane tale fino in fondo. Anche far trascorrere un intero anno prima di un vero congresso della federazione è inteso a consentire l'aggregazione di quanti altri vorranno e fino all'ultimo con pari dignità. Quindi non c'è prendere o lasciare da parte di nessuno e verso nessuno: è una cosa, una casa da costruire insieme o che neanche s'incomincia.

A costo d'essere insultanti, non rischia però di diventare una casa di riposo dove un notabilato politico s'intrattiene con liturgie e giochi di ruolo trapassati? Non rischia di rimanere disabitata perché il popolo di sinistra non c'è più, non è interessato o non confida nella classe politica e le sue costruzioni?

La sinistra esiste ancora, diffusa e pure vasta. Io viaggio e ho occasione di vederla, riconoscerla, incontrarla nei luoghi e i modi più disparati. Vero è che la incontri soprattutto intorno a vertenze specifiche. E soprattutto che essa si vive come differente e distante dalle organizzazioni e le rappresentanze politiche.

Cioè che la frattura tra popolo e politica a sinistra c'è e rimane insanata. Com'è stata provocata e come si risolve?

Lo spartiacque, ormai lo abbiamo detto mille volte, è Genova. Ritrovare la sinistra intorno a questioni specifiche significa che oggi molti sono tornati a indossare gli abiti precedenti Genova. A Genova avevamo invece individuato un denominatore comune e lo avevamo trasformato in una grandissima istanza politica: in progetto e persino in pratiche. Quella domanda poi è rimasta drammaticamente inevasa, ma la sinistra c'è. E allora la proposta della federazione dev'essere intesa a ricoinvolgere questa sinistra diffusa. Sapendo che oggi non c'è nessuna corsa all'appartenenza o all'identità, sapendo che la sinistra la incontrerai solo nella prassi, nei conflitti, nei progetti: davanti ai luoghi i lavoro dove si combattono i licenziamenti, davanti agli acquedotti dove si rivendica un bene comune, davanti alle scuole e le università dove si difende il sapere pubblico, davanti ai Cpt dove si difende lo stato di diritto, insieme ai comitati contro il nucleare e per la difesa del territorio. Saranno il simbolismo e la condivisione delle lotte a restituire credibilità al progetto: quindi alla sinistra e alla federazione. Cercando la più ampia unità con tutti quanti si collocano alla sinistra del Pd. Con una discriminante, però…

Quale?

Quella che intendiamo realizzare un progetto culturalmente, organizzativamente e politicamente autonomo dal Pd. Penso che in quanto a politiche economiche e sociali il Pd e il Pdl siano pericolosamente contigui, sia in Italia che in Europa. Poi possono esservi passaggi tattici, a livello locale, per contrastare la destra: questo lo si valuta in loco. Ma non penso che si possa costruire un'alternativa insieme al Pd a meno di rimanere subalterni.

La negazione, però, è l'altra faccia della subalternità…

E' evidente non possiamo ignorare l'esistenza del Pd all'opposizione. Ma occorrono rapporti di forza totalmente differenti da quelli attuali e occorre far presente che ci poniamo culturalmente fuori dallo schema bipolare, che non siamo riducibili dentro un polo. Anzi. La disponibilità a percorsi unitari deve partire dal fatto che oggi a sinistra ci sono grande smarrimento e sconcerto: in Sl, nell'ambientalismo, nel socialismo. Sono convinto che molti non intendano entrare nel Pd né starne al rimorchio. E non mi riferisco ai dirigenti, ma al popolo.

Quanto a sbandamento, ce n'è anche nel Prc e nel Pdci: uno sbandamento che tende a vedere e pesare tutto con la lente e la bilancia interne…

Assolutamente sì. Ci vorrebbe uno scatto in avanti; insieme verso l'alto, il basso e in fuori; uno scatto che si produce solo studiando e proponendo le risposte necessarie al paese anziché agli equilibri interni o di schieramento. Avendo la consapevolezza che stiamo costruendo un progetto che ha tempi lunghi, dal momento che le appartenenze politiche sono dissolte, e che deve avere come sfondo almeno la dimensione Europea. Sempre partendo dal fatto che uno strumento politico che si guarda allo specchio è semplicemente inutile.

Tra il battesimo della Fed di sinistra al mattino e il No B day del pomeriggio c'è una continuità politica? E di che tipo?

E' una prova generale dell'altra opposizione rispetto all'inanità del Pd. Il giorno di una ripresa politica e culturale.

ACQUA PRIVATIZZATA MALEDETTI VOI...


di Alex Zanotelli

MALEDETTI VOI …. non posso usare altra espressione per coloro che hanno votato per la privatizzazione dell’acqua , che è quella usata da Gesù nel Vangelo di Luca, nei confronti dei ricchi ”Maledetti voi ricchi”Maledetti coloro che hanno votato per la mercificazione dell’acqua.Noi continueremo a gridare che l’acqua è vita, l’acqua è sacra, l’acqua è diritto fondamentale umano.E’ la più clamorosa sconfitta della politica. E’ la stra vittoria dei potentati economico-finanziari, delle lobby internazionali. E’ la vittoria della politica delle privatizzazioni, degli affari, del business.A farne le spese è ‘sorella acqua’, oggi il bene più prezioso dell’umanità, che andrà sempre più scarseggiando, sia per i cambiamenti climatici, sia per l’aumento demografico. Quella della privatizzazione dell’acqua è una scelta che sarà pagata a caro prezzo dalle classi deboli di questo paese( bollette del 30-40% in più, come minimo),ma soprattutto dagli impoveriti del mondo. Se oggi 50 milioni all’anno muoiono per fame e malattie connesse, domani 100 milioni moriranno di sete. Chi dei tre miliardi che vivono oggi con meno di due dollari al giorno, potrà pagarsi l’acqua? “Noi siamo per la vita, per l’acqua che è vita, fonte di vita. E siamo sicuri che la loro è solo una vittoria di Pirro. Per questo chiediamo a tutti di trasformare questa ‘sconfitta’ in un rinnovato impegno per l’acqua, per la vita , per la democrazia. Siamo sicuri che questo voto parlamentare sarà un “boomerang” per chi l’ha votato.Il nostro è un appello prima di tutto ai cittadini, a ogni uomo e donna di buona volontà .Dobbiamo ripartire dal basso, dalla gente comune, dai Comuni.

lunedì 23 novembre 2009

25-11-2009 - GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE


Ribadendo che la violenza maschile è un elemento strutturale della società. La violenza patriarcale e la violenza di sistema sono le due facce di una stessa medaglia, che colpendo i corpi e le vite delle donne sferra poi l’attacco contro tutte le differenze.

Contro il diffondersi di una cultura sempre più violenta e machista che si accanisce contro lesbiche, omossesuali e trans e tutti quei soggetti che si sottraggono all’eterosessualità obbligata. La mercificazione del corpo delle donne perpetrata dai mass media e da una politica che si sostanzia nell’intreccio di sesso-denaro-potere, è un argomento ineludibile che va necessariamente connesso con le reali condizioni di vita delle donne, native e migranti, nel nostro paese, determinate da interventi etici che riportano i corpi a meri contenitori biologici, dai patriarcati religiosi che trovano legittimazione e sostegno nelle istituzioni e nei partiti, dalla privatizzazione dei servizi, dallo smantellamento dello stato sociale a partire dai servizi per le donne e lo scarso finanziamento dei fondi destinati ai Centri antiviolenza, dalla precarietà esistenziale, dal doppio carico del lavoro produttivo delle donne( più precario, sottopagato e squalificante) e dal lavoro riproduttivo che grava ancora solo sulle nostre spalle.

L’obiettivo delle riforme del lavoro, della scuola e dell’università è quello di renderci tutte più insicure e precarie è ricacciarci dentro le mure domestiche,che ogni giorno sono teatro di violenze; disposizioni legislative securitarie e repressive che recepiscono e allo stesso tempo alimentano il dilagare di fascismi vecchi e nuovi, attraverso cui si impone la divisione patriarcale e razzista tra “donne per bene” ( bisognose della protezione dello Stato padre-padrone) e “donne per male”, alle quali sono riservate ogni genere di violenze e abusi attraverso le disposizioni del pacchetto sicurezza e dentro i Centri di identificazione ed espulsione.

Per la costruzione di una società sostanzialmente democratica, di donne e uomini libere/i nella vita, libere/i di sosterremo le altre iniziative che si moltiplicheranno in tutto il paese a dimostrazione della grande vivacità e capillarità del movimento delle donne in un paese che ha ampiamente superato l’orlo del baratro.

Il 25 novembre è la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne" secondo quanto deciso dall'Onu.
Per questa occasione, a Milano si terrà un Presidio in Piazza san Babila il giorno 25 novembre 2009 dalle ore 12.00 alle ore 18.00.
L’obiettivo è confrontarsi sul problema della violenza alle donne, nelle diverse forme, con tutte le persone che decideranno di partecipare.
Sarà distribuito materiale informativo e di sensibilizzazione.

sabato 14 novembre 2009

“Per un coordinamento contro la crisi”


La crisi economica in Martesana sta producendo effetti drammatici: fabbriche che chiudono, ristrutturazioni con drastiche riduzioni del personale, esternalizzazioni, mobilità. Le ore di cassa integrazione sono più che triplicate. Uno scenario che coinvolge sia i settori produttivi che quelli dei servizi. Coordiniamoci per dare insieme una risposta di resistenza e solidarietà.


Venerdi’ 20 Novembre ore 21.00
“Sala Consiliare” Municipio di Cassina de’ Pecchi (MI)
Piazza De Gasperi, 1

Assemblea Pubblica

Interverranno lavoratori/lavoratrici e delegati RSU de:

Nokia Siemens Networks Agilent Technologies Italia
Rapisarda Fatebenefratelli
Bosch/Rexroth

Rifondazione Comunista – Nord est Milano

PRIMO: IL LAVORO.
Firma anche tu le proposte di legge regionali per il reddito sociale, per il contrasto alla delocalizzazione, per la continuità produttiva per le piccole e medie imprese e per la riqualificazione tecnologica ed ecologica.
Firma anche tu le proposte alla Regione per il Parlamento ed il Governo per il blocco dei licenziamenti, gli ammortizzatori sociali per tutti e tutte, l’abolizione della precarietà.
www.prclombardia.it

giovedì 12 novembre 2009

PARCO DELLE CAVE UN BENE DI TUTTI A DIFESA DEL TERRITORIO


In vista del nuovo PGT e dopo i recenti cambi di amministrazione (Provincia di Milano e Comuni di Brugherio e Cologno), è necessario rilanciare il dibattito sul Parco delle Cave, per arrivare alla sua concreta attuazione e non abbandonare quest’area verde e agricola al degrado o a vecchi e nuovi progetti speculativi. Ne discutiamo con gli Amministratori Locali, le associazioni, i comitati, i partiti e le esperienze di Parco sovracomunale della provincia (Parco del Molgora e Parco Media Valle del Lambro).

mercoledì 11 novembre 2009

SENTENZA DELLA CORTE EUROPEA SUL CROCEFISSO/ NON TUTTO È DIRITTO


Sentenza della Corte Europea sul Crocefisso/ Non tutto è diritto
di Raniero La Valle

Vorrei dire il mio sentimento riguardo alla sentenza della Corte europea sul crocefisso nelle scuole. La sentenza è ineccepibile: una volta investita del caso, la Corte non poteva che decidere così; infatti in discussione non c’era l’utilità, l’opportunità, il significato, religioso o civile, del crocefisso, la percezione positiva o negativa che dei minori, per lo più ignari del cristianesimo, possono avere di un uomo “appeso nudo alla croce”, e così umiliato ed ucciso esposto alla vista di tutti. Non su questo verteva il giudizio e non su questo dovrebbe svilupparsi il dibattito sulla sentenza, in odio alle ragioni degli uni o degli altri, come ho visto fare anche in giornali amici. Il giudizio verteva sull’obbligo, imposto dallo Stato, di mettere il crocefisso nelle aule scolastiche; come dice la Corte di Strasburgo “sull’esposizione obbligatoria di un simbolo di una data confessione religiosa” nel contesto di una funzione pubblica gestita dal governo. È evidente che a quest’obbligo, derivante da decreti reali e da circolari fasciste che imponevano insieme al crocefisso il ritratto del re, si oppongono tutti i principi del moderno Stato di diritto, le norme della Costituzione, la Convenzione europea e forse anche la Dichiarazione conciliare “Dignitatis humane” sulla libertà religiosa.Nondimeno vorrei dire il mio sentimento di dolore per ciò che è accaduto e ancor più per ciò che può accadere.Anzitutto mi dispiace che ad attivare il procedimento nelle sue diverse fasi, con innegabile tenacia, sia stata una madre di due bambini che è anche socia dell’Unione Atei e Agnostici Razionalisti (UAAR), il che fa pensare che oltre alla difesa dei due figli da indesiderate interferenze religiose, tra i motivi del ricorso ci fosse un più generale interesse ideologico.Mi dispiace anche che la giurisdizione amministrativa italiana e il governo siano stati così miopi, sia nella sostanza che nelle motivazioni, nel respingere le ragioni della ricorrente (mentre per darle ragione sarebbe bastata la Costituzione), da provocare l’appello alla Corte di Strasburgo e da chiamare perciò in causa addirittura la Convenzione dei diritti dell’uomo; testo normativo certo pertinente, ma alquanto sproporzionato se si pensa a quali e quanti diritti umani sono impunemente e atrocemente violati in tutto il mondo, e alla compressione vicino allo zero che per contro la presenza del crocefisso nelle aule scolastiche infligge ai diritti umani dei fanciulli che sono costretti a vederlo.Inoltre mi dispiace che l’Italia, in una sede significativa come la Corte di Strasburgo, abbia mostrato il grado infimo a cui la considerazione del diritto è arrivata nel governo del nostro Paese, mettendo tra le motivazione della sua memoria difensiva “la necessità di trovare un compromesso con i partiti di ispirazione cristiana”, che nella migliore delle ipotesi è una ragione inerente alla politica politicante, cioè al potere, e non al diritto.Ma soprattutto mi dispiace che, riconoscendosi da parte di tutti che non c’è più una religione di Stato, e che non si può imporre a tutti la rappresentazione simbolica di una sola confessione, ci sia una gara per dire che il crocefisso andrebbe mantenuto perché avrebbe cessato di essere un simbolo religioso, e sarebbe invece “un simbolo dello Stato italiano”, “un simbolo della storia e della cultura italiane”, un segno “dell’identità italiana”, “una bandiera della Chiesa cattolica, l’unica – ha osservato il tribunale amministrativo di Venezia – a essere nominata nella Costituzione italiana”; anzi, secondo il Consiglio di Stato, la croce sarebbe diventata un valore laico della Costituzione e rappresenterebbe i valori della vita civile. Come dice giustamente un terzo intervenuto nel giudizio di Strasburgo (un’organizzazione per l’attuazione dei principi di Helsinki), questa posizione “è offensiva per la Chiesa”.Questa posizione è infatti atea, ma è devota, e tende a lucrare i benefici della religione come religione civile. E io dico la verità: se il Crocefisso diventasse la bandiera di un’identità, di un nazionalismo, di un razzismo, di una lotta religiosa, e se la sua difesa dovesse essere messa nelle mani di Gasparri, di Calderoli o di Pera, della Lega o di Villa Certosa, e cessasse di essere la memoria di un Dio che si è fatto uomo, per rendere gli uomini divini, e che “avendo amato i suoi fino alla fine” ha accettato dai suoi carnefici la sorte delle vittime, e continua a salire su tutti i patiboli innalzati dal potere, dal danaro e dalla guerra, allora io non vorrei più vedere un crocefisso in vita mia.E mi dispiace infine che questa controversia abbia preso il via da una regolamentazione giudiziaria, norma contro norma, obbligazione contro abolizione. Il diritto non può che operare così, e quello che era obbligatorio prima può rendere illegittimo oggi. Ma io penso che non c’è solo il diritto scritto; ci sono le consuetudini, c’è una cultura comune, che pian piano muta, che ieri era “cristiana”, oggi è agnostica, domani sarà laica; si possono far crescere i processi, senza imposizioni e senza strozzature, accompagnando col variare delle proposte educative, dei mondi vitali, delle culture diffuse, delle etnie compresenti, il variare delle forme e dei simboli mediante i quali una società rappresenta se stessa. E non è detto che tutto il cambiamento debba avvenire tutto in una volta e in tutto il Paese, come quando a un solo segnale vennero rovesciati i ritratti del re e i simboli del fascismo.Non credo che quello che oggi manca in Italia sia il riaccendersi di un conflitto religioso, di una guerra ideologica. Certo al governo piacerebbe, perché sarebbe ancora un altro modo per dirottare l’attenzione, per restare esente dal giudizio sul disastro prodotto dalle sue politiche reali.Se dovessi dire come procedere, direi che lo Stato smetta di imporre alle scuole il crocefisso, e non impugni Strasburgo; che la Chiesa non ne rivendichi l’obbligo, tanto meno come simbolo d’identità e di radici, piuttosto che come simbolo di salvezza, e per ottenerlo non corra nelle braccia del governo; e che con buon senso, secondo le tradizioni e le esigenze dei luoghi, si trovi un consenso tra genitori, alunni e maestri, sul lasciare o togliere la croce. L’ultima cosa che vorrebbe quel Dio schiavo che vi si trova appeso, è di portare l’inquietudine, l’inimicizia e lo scontro nei luoghi dove una generazione sta scegliendo, e forse solo subendo, il suo futuro.

AGILE EX EUTELIA: Come licenziare 9000 persone senza che nessuno se ne accorga !!!


AGILE -- ex EUTELIA

Come licenziare 9000 persone senza che nessuno se ne accorga !!!

È iniziato il licenziamento dei primi 1200 lavoratori di OLIVETTI - GETRONICS - BULL - EUTELIA - NOICOM - EDISONTEL, tutti confluiti in AGILE s.r.l. ora Gruppo Omega



Agile ex-Eutelia

· Agile ex Eutelia è stata consegnata a professionisti del FALLIMENTO.

· Agile ex Eutelia è stata svuotata di ogni bene mobile ed immobile.

· Agile ex Eutelia è stata condotta con maestria alla perdita di commesse e clienti.

Il gruppo Omega continua la sua opera di killer di aziende in crisi, l'ultima è Phonemedia 6600 dipendenti che subirà a breve la stessa sorte.

Siamo una realtà di quasi 10.000 dipendenti e considerando che ognuno di noi ha una famiglia, le persone coinvolte sono circa 40.000 eppure nessuno parla di noi.

· Abbiamo bisogno di visibilità Mediatica, malgrado le nostre manifestazioni nelle maggiori città italiane ( Roma – Siena - Montepaschi -- Milano -- Torino -- Ivrea -- Bari -- Napoli - Arezzo) e che alcuni di noi sono saliti sui TETTI, altri si sono INCATENATI a Roma in piazza Barberini, nessun Giornale a tiratura NAZIONALE si è occupato di noi ad eccezione dei TG REGIONALI e GIORNALI LOCALI.

· NON siamo mai stati nominati in nessun TELEGIORNALE NAZIONALE perché la parola d'ordine è che se non siamo visibili all'opinione pubblica il PROBLEMA NON ESISTE.

· Dal 4 Novembre 2009, le nostre principali sedi sono PRESIDIATE con assemblee permanenti

*Se sei solidale con noi INOLTRA QUESTO DOCUMENTO ad almeno 10 amici nei prossimi 30 minuti, non ti costa nulla, ma avrai il ringraziamento di tutti i lavoratori e le Lavoratrici di Agile ex Eutelia che da mesi sono senza stipendio *

*Altrimenti questa azienda morirà *

Le Lavoratrici e i Lavoratori di Agile s.r.l. - ex Eutelia

*GRAZIE*

Le Lavoratrici e i Lavoratori di Agile s.r.l. -- ex Eutelia

martedì 10 novembre 2009

FEDERAZIONE DELLA SINISTRA - PER UN NUOVO INIZIO 10 NOVEMBRE 2009 CAMERA DEL LAVORO ORE 21


Assemblea per la Federazione della Sinistra,

martedì 10 novembre

presso LA CAMERA DEL LAVORO DI MILANO

Corso di Porta Vittoria, 43

Per un nuovo inizio

Costruiamo insieme a Milano la Federazione della Sinistra.

Dopo l’assemblea nazionale del 18 luglio a Roma, che ha lanciato la proposta della Federazione della Sinistra Alternativa, ed in vista della prossima assemblea nazionale di novembre, che darà il via al processo costituente, convochiamo a Milano un’assemblea della Federazione, martedì 10 novembre presso la CAMERA DEL LAVORO DI MILANO.

La crisi mostra una volta di più il volto distruttivo e disumano del capitalismo e delle politiche liberiste. Abbiamo la responsabilità di costruire un’ efficace opposizione sociale, politica e culturale, in grado di proporre una uscita da sinistra dalla crisi, una strada contrapposta alle ricette della destra e al liberismo temperato del centrosinistra.

Vogliamo costruire un punto di riferimento politico della sinistra di alternativa, che coinvolga ampi settori di popolo e offra prospettive credibili per tutte/i coloro che stanno subendo e pagando la crisi con l’obiettivo di aggregare tutte le forze politiche, sociali, culturali e morali che come noi sentono la drammaticità dei tempi e l’urgenza di una risposta adeguata.

Gli elementi fondanti di questo processo di aggregazione sono principalmente sei:

· una rinnovata critica al capitalismo globalizzato. Occorre rimettere al centro la lotta contro lo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici che in questi decenni ha assunto caratteristiche barbariche e disumane: dalla disoccupazione strutturale nel mezzogiorno, alla precarizzazione del lavoro, alla sistematica compressione salariale, il lavoro è tornato ad essere pura merce, variabile dipendente di un sistema che ha glorificato il profitto. La lotta per la liberazione del lavoro si deve connettere alla lotta contro la distruzione dell’ambiente, contro l’uso mercificato dei beni pubblici naturali (acqua, aria, ecc) e sociali (città e territori) riflettendo criticamente sui limiti manifestati in questi campi anche in talune esperienze amministrative della sinistra. La lotta contro il sessismo deve essere elemento di riconoscibilità politica e programmatica per sconfiggere tutte le forme di patriarcato in tutte le sue manifestazioni: dal dominio materiale e simbolico degli uomini sulle donne, all’imposizione di una sola forma di sessualità, quella etero sessuale riproduttiva che discrimina gay, lesbiche, trans, e ogni forma di relazione affettiva non “prevista”. Va contrastata ogni discriminazione e in particolare il razzismo in tutte le sue forme per sostenere la piena autoderminazione degli uomini e delle donne. Questa critica radicale agli assetti capitalistici implica una difesa e un rafforzamento degli spazi e degli strumenti in cui crescono i saperi e il senso critico: scuola, istruzione, conoscenza, ricerca che devono essere tenuti al riparo dalla privatizzazione e dalla mercificazione.

· la difesa della Costituzione nata dalla Resistenza Antifascista che rappresenta ancora oggi un solido baluardo alle derive populiste e alle smanie di asservimento della magistratura al potere politico. Lo smantellamento della divisione dei poteri, l’asservimento e intimidazione alla libera stampa, la semplificazione parlamentare, il rafforzamento dell’esecutivo a scapito delle istituzioni di garanzia, sono i capisaldi del progetto berlusconiano. A questo progetto bisogna opporsi con coraggio, costruendo un ampio fronte democratico che impedisca la deriva plebiscitaria insita nella proposta della destra. È in gioco il destino della democrazia italiana delle future generazioni.

· una forte opposizione al sistema bipolare che rappresenta la forma istituzionale con cui il pensiero unico ha cercato di sancire l’espulsione dalla politica dei conflitti e quindi del tema dell’alternativa e della trasformazione. È per noi dirimente battere il bipolarismo, riconsegnando ai cittadini con una legge elettorale proporzionale il diritto democratico di rappresentanza politica nelle istituzioni elettive, impoverite, sempre più semplificate e rese oggi impotenti e sorde alla società.

· il polo della sinistra di alternativa non può essere costruito solo tra le forze politiche oggi esistenti ma deve essere sottratto a logiche precostituite per coinvolgere a pieno titolo tutte le esperienze di sinistra che si muovono al di fuori dei partiti. In questi anni larga parte di chi si è battuto a sinistra lo ha fatto al di fuori dei partiti e la possibilità di costruire una sinistra di alternativa degna di questo nome è possibile solo dentro una rinnovata critica della politica che veda una interlocuzione paritaria tra tutti i soggetti coinvolti.

· la sinistra italiana, che ha le sue radici nel movimento operaio, socialista, comunista, ma anche in quello antifascista, pacifista, femminista, ambientalista, LGBTQ, per i diritti civili, altermondialista, costruisce il suo futuro nella rifondazione delle teorie, delle pratiche, delle forme organizzative e nella coerenza fra proposte di obiettivi alternativi e loro concreto perseguimento.

· la Federazione della sinistra deve farsi interprete della necessità di una nuova stagione della politica, che riscopra la radicalità dell’etica pubblica e il valore della legalità, in una società più giusta e sobria. La lotta a tutte le organizzazioni criminali di stampo mafioso costituisce una priorità politica. L’intreccio tra affari, criminalità e politica sono una peculiarità del sistema di potere storicamente determinatosi nel nostro paese. Così, territori (e non solo nel sud!) e interi settori economici sono ormai controllati dai poteri illegali, la cui infiltrazione è favorita in tempi di crisi dalle ingenti quantità di risorse finanziarie di cui dispongono. In questo modo viene inquinato ed alterato il funzionamento delle istituzioni ad ogni livello ed impedita la stessa partecipazione di centinaia di migliaia di cittadini alla vita politica e sociale sul territorio. Occorre dunque ripristinare il rispetto della legalità reale, controbattere ogni forma di limitazione all’esercizio dei poteri di controllo delle diverse magistrature, difendere la libertà reale di accesso all’informazione, coniugando queste battaglie con le lotte sociali e la difesa della Costituzione Repubblicana.

Sono 20 anni che Milano viene governata dal centro destra, anzi è stata un laboratorio del suo insediamento sociale e culturale, della costruzione di un blocco sociale, di un modello inedito di centro-destra, che a partire dalla centralità della famiglia, della sussidiarietà orizzontale, dell’alleanza con la destra del movimento cooperativo, dall’accordo con settori significativi di finanza e capitale ha ridisegnato in Lombardia i confini fra pubblico e privato a partire dal settore sociosanitario per procedere con la scuola e il sistema universitario. I risultati sono devastanti: la situazione dell’area metropolitana di Milano diviene ogni giorno più preoccupante, aggredita dalla sottovalutata infiltrazione della grande criminalità organizzata,dallo scandalo dell’evasione fiscale e dalla politica (nazionale, regionale, provinciale e comunale) che ignora le necessità dei lavoratori strangolati dalla crisi, anzi distrugge la pienezza dei loro diritti. Infatti il centro-destra attacca i “beni pubblici e comuni”, istruzione e ricerca, salute e sanità pubblica, acqua, suolo e beni ambientali e culturali, limita le libertà individuali e di espressione, non valorizza le diversità alimentando paure e sentimenti razzisti ed emarginanti, stravolge nei fatti i principi fondamentali della Costituzione, favorisce il riemergere di fenomeni neofascisti, aggrava ulteriormente le condizioni di vita dei lavoratori, dei disoccupati e delle fasce più deboli della popolazione, accentuando il divario tra i redditi alti e bassi, riducendo i servizi destinati alla persona e alle tante fragilità. In vista dei faraonici e poco credibili progetti legati all’Expo 2015, ma anche in relazione alle politiche urbanistiche del Comune di Milano, gravi sono i rischi di speculazioni, ulteriore cementificazione e infiltrazioni mafiose.

Vogliamo togliere Milano dalle mani del centro-destra. Vogliamo costruire un’altra Milano e farne una città metropolitana del lavoro, della ricerca e della cultura, dell’ambiente, dell’accoglienza, della valorizzazione dei beni pubblici e comuni, vogliamo farne una grande metropoli europea inclusiva e partecipativa; vogliamo rompere lo schema voluto dai grandi poteri economici di uno sviluppo speculativo basato sulla compressione dei diritti e sulla depredazione del territorio.

A Milano il processo costituente della Federazione della Sinistra va confrontato anche con la positiva esperienza della coalizione alternativa che si è presentata alle ultime elezioni amministrative provinciali del 2009. Un progetto aperto, condiviso e plurale, che ha saputo raccogliere consensi, sostegno e partecipazione. Vogliamo che la Federazione della Sinistra a Milano sviluppi e rilanci le ragioni, le pratiche e i programmi di quell’esperienza unitaria. Vogliamo una Federazione accogliente in cui possano riconoscersi tutte le differenti esperienze, dei singoli, delle associazioni, dei movimenti e dei comitati, nel rispetto e nella valorizzazione di ciascuna specificità, storia e cultura politica. Riteniamo indispensabile a partire dall’esperienza milanese, introdurre profonde innovazioni nel modo di fare politica, per ripensare i rapporti tra incarichi politici e incarichi istituzionali, per ricostruire una nuova etica pubblica, per consentire l’effettiva partecipazione di tutti gli aderenti alle decisioni e per ridare centralità alla pratica sociale.

Promuoviamo questo appello e vi invitiamo a sottoscriverlo, consapevoli che la crisi economica, sociale, morale e politica in Italia e nella nostra città ci impone di fare presto e di avere, finalmente, la capacità di fare unità a sinistra a Milano per superare la frammentazione delle tante iniziative puntiformi, per avviare la costruzione di una presenza politica significativa, unendo forze politiche comuniste e della sinistra alternativa, grandi e piccole associazioni, liste civiche, comitati, rappresentanze del mondo del lavoro.

Agnoletto Vittorio, Benuzzi Nerina, Bergamaschi Giuseppe, Boatti Giuseppe, Bonalumi Edgardo, Brenna Sergio, Paolo Cagna Ninchi, Cambiaghi Arnaldo, Costa Luca, Di Stefano Andrea, Donati Marco, Faranda Tecla, Ferrari Saverio, Francescaglia Francesco, Gatti Massimo, Giudici Roberto, Lareno Antonio, Mastrodonato Rolando, Mazzali Mirko, Morabito Franco, Natale Emilia, Natale Giuseppe, Nigretti Saverio, Oldrini Guido, Patta Antonello, Pagaria Angelo, Dijana Pavlovic, Perego Elio, Pesce Onorina, Pestalozza Luigi, Prati Mario, Riolo Giorgio, Rizzo Basilio, Serafini Sergio, Sonego Anita, Traversa Libero, Vegetti Mario

lunedì 2 novembre 2009

VIMODRONE: BANCHETTO PRC GIOVEDI 5 NOVEMBRE 2009 IN VIA XI FEBBRAIO FRONTE N. 99 DALLE 12 ALLE 15 “PRIMO IL LAVORO”


LAVORO: RIFONDAZIONE PRESENTA LE SUE PROPOSTE DI LEGGE



Rifondazione Comunista propone leggi regionali che mirano a garantire e tutelare il lavoro e l’occupazione. Oggetto delle proposte: la continuità produttiva per le piccole e medie imprese, la riqualificazione tecnologica ed ecologica, il contrasto alla delocalizzazione e l’istituzione del reddito sociale. All’interno della campagna “Primo: il lavoro!”, che prevede iniziative e banchetti in tutto il nord Italia per sensibilizzare i cittadini sul tema del lavoro e raccogliere le firme in calce ai disegni di legge, Rifondazione presenterà anche delle proposte alla Regione da sottoporre al Parlamento e al Governo che prevedono il blocco dei licenziamenti, l’estensione e il rafforzamento degli ammortizzatori sociali per tutte le lavoratrici e i lavoratori e l’abolizione della precarietà. In Italia sono a rischio chiusura un milione di piccole imprese, questo vuol dire circa quattro milioni di posti di lavoro in meno. Un allarme che si aggiunge a quelli che già conoscevamo che vedono la perdita di cinquantamila posti di lavoro solo nella provincia di Milano. A questo il Governo risponde unicamente con la demagogia alla quale non seguono interventi concreti. A fronte di questo assordante silenzio, Rifondazione lancia questa campagna sul lavoro che parte da Milano, dalla Lombardia ma riguarda tutto il nord che mira a dare un sostegno concreto a tutte le lavoratrici e i lavoratori.

E’ proprio nel nord che la crisi sta picchiando in maniera durissima.

I dati sulla cassa integrazione sono spaventosi: più 500-600% in tutte le regioni del nord che, essendo le più industrializzate dove si concentra il cuore del tessuto manifatturiero e produttivo italiano, sono quelle che stanno pagando di più la crisi. Lanciamo questa campagna sul lavoro anche perché la Lega Nord, che aveva fatto della difesa dell’economia del territorio e dei posti di lavoro una bandiera, non sta facendo assolutamente nulla, nemmeno in termini simbolici. I numeri della crisi sono pesantissimi e il Governo non sta facendo nulla per invertire la tendenza, se non promettere soldi alle banche e alle imprese.

Così non si esce dalla crisi, ma si fa ricco chi è già ricco.

Le nostre proposte di legge mirano invece ad un’uscita a sinistra dalla crisi. Da una parte proponiamo il sostegno alla vita della gente, salvaguardandone il reddito e dall’altra proponiamo di salvaguardare l’apparato produttivo e industriale del paese.”



in caso di pioggia sarà rinviato al giorno 6-11-2009

SOLIDARIETA’ A RADIO POPOLARE


Il Partito della Rifondazione Comunista di Milano, esprime solidarietà ai redattori e lavoratori di Radio Popolare per il grave episodio di intimidazione fascista accaduto ieri mattina.

Il segretario del PRC Antonello Patta dichiara:"L’episodio intimidatorio e il messaggio fascista è molto chiaro: statevene zitti. Da tempo i fascisti di Casa Pound, Cuore Nero e Blocco Studentesco, svolgono chiare azioni squadristiche contro gli antifascisti e la sinistra in particolare. Questo avviene in diverse forme nelle scuole e in alcuni quartieri della città. Tutti gli antifascisti sono chiamati a mobilitarsi dando una risposta pacifica e democratica. Diamo una grande risposta il 12 dicembre in occasione del 40° anniversario della strage di P.zza Fontana, partecipando alla manifestazione che vuole mantenere viva la memoria, contro ogni revisionismo, sulle responsabilità dello stato e dei fascisti. Noi non dimentichiamo."

mercoledì 28 ottobre 2009

Caterpillar schiaccia Rapisarda


28 ottobre
I lavoratori della Rapisarda di Cernusco S/N sono in presidio dal 2 ottobre davanti allo stabilimento dopo la decisione improvvisa della Caterpillar di chiudere lo stabilimento lasciando a casa tutti i 128 dipendenti.
Oggi attorno alle 16:00 in seguito all'incontro avuto con la proprietà che ha chiuso ogni trattativa, sono saliti sul tetto della fabbrica una trentina di operai e vi resteranno finchè non vengono accolte le loro richieste.
I lavoratori sul tetto hanno bisogno in questo momento di coperte per trascorrere la notte e della solidarietà di tutti quelli che hanno un po' di tempo a disposizione da trascorrere al presidio permanente davanti allo stabilimento sulla Strada Statale Padana Superiore, 49 a Cernusco.

APPELLO PER MANIFESTAZIONE UNITARIA CONTRO POLITICHE DEL GOVERNO BERLUSCONI


Ottobre 27, 2009

A tutti i partiti politici dell’opposizione
Ai sindacati
Alle associazioni
Alla società civile

La crisi economica sta determinando una sofferenza sociale sempre maggiore. L’aumento della precarietà, la perdita di posti di lavoro, salari e pensioni con cui si fatica ad arrivare a fine mese sono il panorama comune a tutto il Paese. Il Governo invece di intervenire per risolvere questa situazione la aggrava con tagli alla spesa sociale e all’istruzione, con la compressione di salari e pensioni di cui l’attacco al contratto nazionale di lavoro è solo l’ultimo atto. Inoltre, questo Esecutivo si adopera a fomentare la guerra tra i poveri con provvedimenti razzisti e xenofobi sull’immigrazione.
Come se non bastasse, il Governo ha varato provvedimenti come lo scudo fiscale che legalizzano l’evasione fiscale e il malaffare, ha stanziato una quantità enorme di denaro per le banche, per l’acquisto di cacciabombardieri e per grandi opere inutili come il ponte sullo stretto di Messina.
Il Governo contribuisce, quindi, ad aggravare la crisi, difende i poteri forti e parallelamente si adopera per demolire la democrazia italiana portando a compimento la realizzazione del piano della P2 di Licio Gelli. Le proposte di manomissione della Carta Costituzionale si accompagnano ad una quotidiana azione di scardinamento della Costituzione materiale, al tentativo di mettere il bavaglio alla libera informazione, di limitare l’autonomia della Magistratura, di snaturare il ruolo del sindacato e di ridurre al silenzio i lavoratori.
Per contrastare quest’operazione che è allo stesso tempo antidemocratica, fascistoide e socialmente iniqua, riteniamo necessario costruire una risposta politica generale, forte e unitaria. Siamo impegnati a costruire un’opposizione di massa per ripristinare la democrazia nel paese e nei luoghi di lavoro e che obblighi il Governo a cambiare la politica economica e sociale. Ecco perché chiediamo le dimissioni di Berlusconi anche alla luce della sua manifesta indegnità morale a ricoprire l’incarico di Presidente del Consiglio.
E proponiamo a tutte le forze di opposizione di convocare per il prossimo 5 dicembre una manifestazione unitaria contro la politica del Governo e per le chiedere le dimissioni del Presidente del Consiglio.

Antonio Di Pietro Paolo Ferrero

martedì 27 ottobre 2009

CARITAS: POVERTA' IN AUMENTO RICHIESTE DI AIUTO + 20%


DATI CARITAS, FAMIGLIE IN SALITA? NO, A PRECIPIZIO. DATI DEL RAPPORTO CARITAS AGGHIACCIANTI. INTERVENIRE SUBITO.



Ottobre 2009



I dati sulla povertà diffusi dalla Caritas italiana confermano che siamo in una fase di crisi economica e sociale senza precedenti, dal dopoguerra ad oggi.

Una fase in cui aumentano drammaticamente le persone e le famiglie povere e quelle a rischio povertà.

Una fase in cui un Governo irresponsabile non fa nulla per invertire tale tendenza allarmante, limitandosi al contrario ad elargire elemosina con la social card e a rimpinguare le casse delle banche.

Per noi le famiglie non sono “in salita”, come recita il titolo del rapporto presentato dalla Caritas insieme alla Fondazione Zancan, ma in un vero e proprio precipizio, causato da salari e pensioni bassi, mancanza di servizi sociali adeguati, soprattutto al Sud, ulteriormente smantellati dai tagli pesanti dello stesso Governo alle Politiche sociali.

Per combattere la povertà, sia assoluta che relativa, è necessario avviare una reale ridistribuzione del reddito e del benessere attraverso l’istituzione del salario sociale, il blocco dei licenziamenti, l’aumento di salari e pensioni, il superamento della precarietà, il rafforzamento del sistema dei servizi sociali finalizzato a ridare centralità alla persona e a favorirne l’inclusione sociale.

lunedì 26 ottobre 2009

Milano, 45enne muore sotto suo tir all'Esselunga di Via Washington ma il punto vendita non si ferma


Milano, 45enne muore sotto suo tir
Stava scaricando merce in supermercato

Un autotrasportatore di 45 anni è morto dopo essere stato schiacciato dal suo camion, mentre stava scaricando alcune merci nel magazzino dell'Esselunga di via Washington a Milano. Impiegato nelle operazioni di carico e scarico della merce, l'uomo è stato travolto dal mezzo pesante, che ha iniziato improvvisamente a muoversi all'indietro schiacciandolo contro un muro. Sull'incidente indagano i carabinieri.




Al momento non è ancora chiaro per quali motivi il camion abbia iniziato ad arretrare, uccidendo l'autotrasportatore. Sul posto sono subito intervenuti gli uomini del 118, ma per l'uomo non c'è stato nulla da fare. Il 45, infatti, è morto sul colpo. L'incidente sul lavoro è avvenuto nel parcheggio del supermercato Esselunga di via Washington, a Milano.

Di fronte alla morte dell'ennesimo lavoratore, il punto vendita non ha sospeso la vendita neppure dietro pressione dei rappresentanti della RSU

lunedì 19 ottobre 2009

CONVEGNO SU ROSA LUXEMBURG


CONVEGNO

LA ROSA D’INVERNO
L’attualità di Rosa Luxemburg

"Là dove ci sono grandi cose, là dove il vento soffia sul volto, voglio stare nel pieno del temporale...della routine quotidiana ne ho abbastanza..."
Rosa Luxemburg a Klara Zetkin, Wronke, 1 luglio 1917, contro ogni burocratismo.

1.Milano - sabato 24 ottobre 2009 ore 9.30-17
Sala degli Affreschi della Provincia – Corso Monforte 35


ore 9.30-13
seminario di approfondimento
coordina Giorgio Riolo
interventi di
Lidia Menapace – Chi ha paura di Rosa Luxemburg?
Rosangela Pesenti - Da Rosa a noi: il personale è politico
Luisa Zanotelli e Maria Grazia Francescati – La lettera come comunicazione politica
Imma Barbarossa - “Il socialismo non si fa per decreto”
Giovanna Capelli – Rosa Luxemburg e la rivoluzione
Jörn Schütrumpf (direttore Dietz Verlag Berlin) – Rosa Luxemburg in Germania
Sonia Previato - Rosa Luxemburg e la vitalità del conflitto
Pasquale Voza – Tra spontaneità e direzione consapevole: la presenza di Rosa in
Gramsci

ore 13-14 pausa

ore 14-16 Tavola Rotonda
Rosa Luxemburg e i problemi del nostro tempo

coordina Imma Barbarossa
partecipano
Paolo Ferrero, Jörn Schütrumpf, Lidia Menapace
segue dibattito

organizzano
Forum delle Donne Prc-Se, Area della conoscenza del Prc-Se, Associazione Culturale Punto Rosso, Fondazione Rosa Luxemburg – Berlino

in collaborazione con Gruppo Consigliare Lista Civica Un'Altra Provincia-Prc-Pdci

Gli organizzatori invitano tutti a partecipare alla marcia per il lavoro della Cgil che si terrà a Milano nel pomeriggio di sabato 24 ottobre.

INTERVISTA A FERRERO


Intervista a Paolo Ferrero di Checchino Antonini




Di assalti e vie d'uscita. Assalti alla Costituzione, alla Fiom, alle pensioni, alla Giustizia. La crisi, vista da questo scorcio d'autunno, appare a Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, come «l'incrocio di due questioni: la pesantezza della situazione economica, una vera crisi di sistema, e il tentativo di Berlusconi di uscire dal quadro democratico sancito dalla Costituzione. Insomma, non esiste alcun "new deal" all'orizzonte, nessuna idea di qualificazione del modello di sviluppo e di innalzamento dei salari. La risposta del governo alla crisi è fatta di aumento della precarietà, bassi salari, ricatto del lavoro nero e uso dello Stato per fare soldi. Penso alle grandi opere, alle privatizzazioni delle municipalizzate. Nel 1929 negli Usa si rispose col new deal, il nuovo corso, mentre i fascismi in Europa attuarono politiche di compressione dei salari e della democrazia, degli spazi del sindacato. Anche oggi governo e confindustria spingono verso l'impoverimento del Paese. Di questo sfondamento complessivo ci parla l'attacco alla Fiom. Poi c'è la tendenza del berlusconismo di chiudere definitivamente il secondo dopoguerra. A destra, per la prima volta, è chiara un'ipotesi politica eversiva per cambiare tutto dopo un lungo lavoro di revisionismo. Quello che arriva oggi è, concretamente, il piano della P2. La Seconda Repubblica è stata solo una transizione, qui c'è l'idea di un cambio di regime».

Una tendenza di cui fa parte anche Fini?
Fini è oggi la destra che vuole stare dentro il quadro costituzionale.

E Berlusconi?
Quello di Berlusconi è un piano eversivo in cui si intrecciano gli attacchi alla Costituzione e al sindacato di classe e alla contrattazione collettiva. I due processi si incrociano e si sostengono a vicenda. Infatti, se impoverisci il Paese è difficile pensare di governarlo in forme democratiche. L'obiettivo è quello di una gestione autoritaria della frantumazione sociale, dell'imbarbarimento che produce. Razzismo e omofobia servono a creare una cultura a supporto della gestione autoritaria. E il mito della delega plebiscitaria serve a ricomporre quello che il razzismo ha disgregato. Lo diceva Louis Althusser, l'ideologia è uno dei livelli in cui si esercitano i conflitti, ed in particolare il conflitto di classe, è forza materiale, cambia le cose. E la destra berlusconiana ha un programma sociale, uno politico e un'ideologia forte.

Eppure la bocciatura del lodo Alfano sembrava aver inceppato il cammino del premier.
Invece, proprio come la crisi, lo obbliga a un'accelerazione, a una radicalizzazione a destra, perché ora, per tutelarsi, deve smontare un intero sistema. E' quello che succede con lo scarso consenso per la missione in Afghanistan che li obbliga ad accentuare i toni dello scontro di civiltà, lì con le armi, qui con le leggi sull'immigrazione. Il punto di cemento di quel blocco sono gli interessi di Berlusconi sulla giustizia e quelli della Lega sul federalismo. Fini, per ora, non sembra in grado di fare la differenza.

Ma è un quadro che può saltare?
Solo se ci sarà un'iniziativa sociale e politica molto forte. Berlusconi, infatti, regge benissimo la polemica con Franceschini e Di Pietro perché gli sono speculari. E regge benissimo gli attacchi di Repubblica . Altra cosa è la contraddizione sociale, la costruzione certosina di movimento, nelle scuole, in fabbrica, tra i precari. Quello gli fa male. Berlusconi ha smesso di fare i bagni di folla da Viareggio, da quando prende fischi. Se il popolo lo fischia il suo progetto populista non funziona. Il conflitto è il vero meccanismo di rottura dell'agenda politica. Come alla Innse, come stanotte all'Agc di Cuneo: la lotta paga ma ancora manca un'iniziativa generale, che metta assieme la forza. Occorre stimolare e curare la nascita e lo sviluppo di lotte specifiche, di resistenza, da cui partire per costruire un movimento generale su democrazia e uscita dalla crisi. La Fiom sta facendo cose egregie, il nostro appoggio è totale. Ma insisto col dire che la Cgil manca di iniziativa: non basta una manifestazione, occorre costruire una vertenza generale, come fu il "piano del lavoro" di Di Vittorio, perché la crisi non la paghino solo i lavoratori. Serve discontinuità rispetto alle logiche difensive. E c'è un deficit totale dell'opposizione parlamentare. Pd e Idv non sono portatori di un disegno alternativo a quello di Confindustria.

Eppure si fa un gran parlare della svolta "operaista" di Di Pietro.
Di Pietro riesce a stare dalla parte dei lavoratori senza essere contro i padroni. Anche la sua è una forma populista.

Insomma, una certa disponibilità al conflitto esiste. Il Prc è stato tra i metalmeccanici, con i precari della scuola, sui tetti, tra i migranti contro il razzismo, con il mondo glbtq. Cosa propone però Rifondazione a proposito del salto di qualità che evocavi?
Propongo a tutte le forze dell'opposizione una manifestazione che dica "Via Berlusconi, democrazia nel Paese e nei luoghi di lavoro, giustizia sociale". E' una proposta che serve a "stanare" i partiti, per organizzare una massa critica, e fuoriuscire dal battibecco perdente con Berlusconi. Questione sociale e questione democratica non possono essere separate e non deve passare l'idea che quella sociale sia un sottoinsieme della questione democratica. Più è forte l'attacco sulle questioni di vita, più i ceti popolari - senza un'organizzazione collettiva - diventano massa di manovra per un'ipotesi populista su cui s'è costruito un immaginario preciso. Basta discutere di escort, stiamo lavorando per costruire le condizioni di una larga mobilitazione unitaria.

Tra le urgenze c'è anche quella di una fuoriuscita dal bipolarismo. Su questo esiste una interlocuzione con settori del Pd?
Certo, ma di questo è bene parlarne dopo il 25. La proposta che avanziamo è di separare il problema della sconfitta delle destre da quello del governo del Paese. Noi dobbiamo battere Berlusconi, che per smontare la democrazia, il sindacato e i diritti produce razzismo, omofobia, un Paese dove la gente si odia, una guerra civile strisciante in cui hanno sdoganato il peggio del "cattivismo". Però sappiamo che il centrosinistra non è autonomo dal progetto di Confindustria e quindi non si può governare con loro. Sconfiggere il bipolarismo vuol dire operare per la sconfitta di Berlusconi senza farsi arruolare per governare con Casini. Per questo proponiamo un accordo per battere Berlusconi, finalizzato ad una legge elettorale proporzionale e sul conflitto di interesse, senza un accordo di governo. Abbiamo bisogno che l'antiberlusconismo non si arruoli nel "partito di Repubblica".

Tutto ciò non può succedere senza Rifondazione e una sinistra d'alternativa.
Bisogna dire che ha funzionato il nostro lavoro "in basso a sinistra": il partito sociale, le brigate di solidarietà, il mutualismo, l'internità ai movimenti, da L'Aquila a Ponteranica fino al corteo di oggi, passando per i tetti delle fabbriche in crisi. Ora è il momento della Federazione della sinistra d'alternativa. Dallo scioglimento del Pci la nostra è una storia di scissioni, dai comunisti democratici del '94 fino ai verdi ieri. Tutto ciò ha minato radicalmente la nostra credibilità. La Federazione, al contrario, apre un processo di aggregazione. Sarà decisivo che non sia la costituzione di un partito, come Sinistra e libertà che, mettendo assieme tutti, liberisti e antiliberisti, comunisti e anticomunisti, senza un'ipotesi forte, finora ha prodotto solo scissioni. Ha spaccato noi, i verdi, i socialisti. La Federazione vuol dire che ti metti d'accordo sull'essenziale, sulla costituzione di una forza di alternativa strategica alle socialdemocrazie, autonoma dal Pd. Che non vuol dire che non puoi mai fare accordi ma che sei tu a stabilirne le condizioni, che non sei la sinistra del Pd. La Federazione sarà una forza anticapitalista, femminista, ecologista in continuità con la storia della sinistra di questo Paese. E' il contrario dell'impostazione occhettiana. L'idea che bisogna distruggere per ricostruire è nichlista. Il progetto di SeL, mi pare che mostri elementi di crisi. Noi gli proponiamo, come anche ai compagni di Sinistra critica e del Pcl, la Federazione come spazio pubblico della sinistra d'alternativa, autonomo dalla socialdemocrazia come la Linke.

Ma se non è un partito, che cos'è?
Una Federazione di partiti, organizzazioni, comitati, singole persone. Guardiamo all'America Latina: Rifondazione Comunista resta ma in un contesto di relazioni stabili, nella federazione. Lì sono nati, e hanno vinto, fori sociali, fronti uniti dove coesistono tendenze diverse. Alla fine di novembre ci sarà l'assemblea che darà vita al processo costituente della Federazione, sarà aperta alle associazioni, ai territori, ad altri soggetti. I soci fondatori (Prc, Pdci, Socialismo 2000 e Lavoro/solidarietà) non ne definiscono il perimetro, sono solo quelle che innestano un processo che deve incrociare le reti di movimento e dell'associazionismo che sono più ampie delle forze organizzate dei partiti. Sarà un processo aperto e che durerà un anno. Da gennaio, inoltre, uscirà la rivista "per la rifondazione comunista" e sarà diretta da Lidia Menapace. Servirà a contribuire a decolonizzare l'immaginario da Berlusconi, a dire che chi è ricco non ha ragione e chi è povero non ha colpa. E se lotta sta facendo la cosa giusta.

Intanto, però, in primavera ci saranno le regionali.
La crisi cambia tutto e mettiamo al centro del nostro progetto le politiche regionali per l'occupazione, il rilancio della sanità pubblica e l'ambiente, contro il nucleare. Il governo dirà solo dopo le elezioni dove intende costruire le nuove centrali per questo è necessario che le Regioni si dichiarino contrarie subito. Accanto a questo vi è la questione morale (con punti di degrado del centrosinistra che non sono più tollerabili) sia l'urgenza dell'ampliamento delle forme della democrazia, a livello regionale, contro il bipolarismo. Per quanto riguarda la presentazioni, a partire dalla lista unitaria delle europee proponiamo di lavorare per evitare la frantumazione della sinistra di alternativa. In questa situazione è decisivo che i voti di sinistra non vadano dispersi e si dia un segno di forza e di speranza.
Grazie per le visite!
banda http://www.adelebox.it/