martedì 21 settembre 2010

Festa PRC a MILANO - 3 OTTOBRE dibattito con FERRERO


FESTA PRC A MILANO

DOMENICA

3 OTTOBRE ORE 21

DIBATTITO:

LE PROSPETTIVE DELLA SINISTRA IN ITALIA

con BOGHETTA, AGNOLETTO, FAVA e FERRERO.





















FESTA PRC a MILANO

dal 24 settembre

al 4 ottobre 2010

LIBERAMENTE - SINISTRA IN FESTA - dal 24 SETTEMBRE al 4 OTTOBRE al PALASHARP (MM1 LAMPUGNANO) MILANO

LIBERAMENTE - SINISTRA IN FESTA, la Festa organizzata dalla Federazione milanese di *Rifondazione Comunista, approda a Milano.

Dopo i nove appuntamenti che hanno "abbracciato" Milano interessando
altrettanti comuni della provincia, la prima edizione di "LIBERAMENTE - SINISTRA IN FESTA" termina il suo percorso estivo con la tappa
milanese.

Per undici giorni, dal 24 Settembre al 4 Ottobre, LIBERAMENTE -
SINISTRA IN FESTA, occuperà lo spazio di Lampugnano con i suoi incontri,
concerti, dibattiti, stand, ristorante, pizzeria e bar proposti da
questa serie di eventi, figli delle esperienze delle Feste di Liberazione quindi legati al mondo della sinistra (Rifondazione Comunista e Federazione Della Sinistra) ed alla sua unità.

Parecchi gli appuntamenti e le caratteristiche di questi dieci giorni.

Torna un importante appuntamento politico e culturale, che offrirà
alla città di Milano importanti e interessanti momenti di intrattenimento e
di riflessione ha dichiarato il Segretario provinciale di Rifondazione Comunista, Antonello Patta, durante la conferenza stampa
di presentazione della festa tenutasi questa mattina

Ogni giorno si terranno dibattiti di grande interesse per la città, con al centro i temi nazionali della fase politica e dell'unità della sinistra. Ma
soprattutto l'attenzione sarà focalizzata sul percorso delle elezioni
comunali milanesi, con spazi in cui i soggetti che costituiscono la
coalizione potranno interloquire con i cittadini. Da segnalare per
la sua grande rilevanza, il primo confronto pubblico tra i tre
candidati alle primarie, Stefano Boeri, Valerio Onida e Giuliano
Pisapia, che saranno ospiti della festa domenica 26 settembre, alle ore 21.

In particolare la formula ormai rodata dalle nove precedenti esperienze
provinciali si arricchisce di un'iniziativa nuova e sinora unica nel suo
genere (possibile solo in occasione di simili eventi): la *musica
al costo*.

Cosa s'intende per "la musica al costo"? E' un concetto ed una
vera formula partecipativa e "ridistributiva" degli utili che
LIBERAMENTE - SINISTRA IN FESTA introduce nella concezione della
Musica live. I concerti previsti in questa dieci giorni verranno effettuati
con il "marchio" di MUSICA AL COSTO, ovvero dopo la copertura dei costi
l'incasso in eccedenza sarà restituito agli spettatori in
consumazioni.

In pratica significa che viene dichiarato nel sito (_www.liberamentefesta.it _) il costo complessivo della serata (comprensiva di tutti gli elementi che compongono la spesa finale per l'organizzazione del concerto e quindi non solo il cachet dell'artista). Se gli incassi sono eccedenti al costo dichiarato, l'eccedenza stessa sarà ripartita tra gli spettatori presenti. Il biglietto avrà il valore dichiarato alla fine del concerto e potrà essere speso in consumazioni, in tutti i 10 giorni della festa. I biglietti sono acquistabili on-line con VIVATICKET (_www.vivaticket.it _), direttamente presso i circoli di Rifondazione Comunista, presso alcune associazioni, oppure direttamente alle casse del Palasharp (anche prima del concerto).






rifodrone.blogspot.com

P.S. Per info al sito
http://www.liberamentefesta.it/

lunedì 20 settembre 2010

RIALZATI EUROPA SOCIALE



RIALZATI EUROPA SOCIALE

CONTRO L’EUROPA DELLA FINANZA
COSTRUIAMO
L’ALTERNATIVA DEL BENESSERE E DELLO
SVILUPPO
28 settembre Bruxelles Roma in tutte le capitali
europee

Manifestazioni sindacati europei

domenica 19 settembre 2010

FESTA DI RIFONDAZIONE COMUNISTA A PIOLTELLO DAL 9 AL 19 SETTEMBRE 2010


Festa PRC a Pioltello dal 9 al 19 settembre 2010

Liberamente festa
L'evento liberamente in festa indirizzato a tutto il popolo della sinistra, affinché ritrovi il piacere di incontrarsi e magari porre le basi per un progetto unitario che parta dal basso.

Liberamente coinvolge dieci comuni della provincia, con tappa finale a Milano.

A Pioltello la FESTA comincia il 9 settembre e finisce il 19 presso l’area feste strada provinciale 121 (Pobbiano – Cavenago) angolo cassanese.

La festa prevede, concerti con spazio ai gruppi musicali locali emergenti, videoproiezioni, dibattiti,..ecc…


prcvimo@tin.it

sabato 18 settembre 2010

DIBATTITO DESTRE E VATICANO CONTRO LA LAICITA’ E LE LIBERTA’.


FESTA PRC A PIOLTELLO
18 SETTEMBRE ORE 19.00
DIBATTITO
DESTRE E VATICANO CONTRO LA LAICITA’ E
LE LIBERTA’.
CHE NE PENSA LA SINISTRA?
COORDINATRICE
ANITA SONEGO
LGBTQ PRC MILANO
PARTECIPANO
AURELIO MANCUSO
EX PRESIDENTE ARCI GAY
PATRIZIA COLOSIO
COORD. LISTA LESBICA ITALIANA
SAVERIO FERRARI
STUDIOSO DELLE NUOVE DESTRE

venerdì 17 settembre 2010

DIBATTITO L'ESPERIENZA DI GOVERNO DI PIOLTELLO


DIBATTITO L'ESPERIENZA DI GOVERNO DI PIOLTELLO

FESTA PRC A PIOLTELLO


15 SETTEMBRE ORE 19.00

DIBATTITO

L’ESPERIENZA DI GOVERNO A PIOLTELLO

COORDINATORE

GAETANO PIERAZZO

PARTECIPANO

ANTONIO CONCAS

SINDACO PIOLTELLO

BRUNO CASATI

ENTI LOCALI PRC MILANO

SONO PREVISTI INTERVENTI DELLE FORZE POLITICHE

mercoledì 15 settembre 2010

DIBATTITO CRISI E LAVORO IN MARTESANA.




FESTA PRC A PIOLTELLO
15 SETTEMBRE ORE 19.00
DIBATTITO
CRISI E LAVORO IN MARTESANA.
LA SITUAZIONE SOCIALE, I CONFLITTI AZIENDALI E LE PROPOSTE PER AFFRONTARE LA CRISI
COORDINATORE
LORIS CARUSO
PARTECIPANO
GIORGIO CREMASCHI
SEGRETERIA NAZIONALE FIOM CGIL
MARCO VERGA
FIOM CGIL
RAPPRESENTANTI R.S.U. DELLA ZONA

domenica 12 settembre 2010

DIBATTITO SCUOLA



FESTA PRC A PIOLTELLO
12 SETTEMBRE ORE 19.00
DIBATTITO
SCUOLA
PARTECIPANO
LOREDANA FRALEONE
DIREZIONE NAZIONALE PRC
ATTILIO PAPARAZZO
FLC CGIL MILANO
GIANSANDRO BARZAGHI
GIA’ ASSESSORE ISTRUZIONE PROV. MI
PAOLO LIMONTA
RETE SCUOLE
PIERGIORGIO BERGONZI
PDCI
ROSARIA NOVELLI
ASS. ISTRUZIONE PIOLTELLO

venerdì 10 settembre 2010

DIBATTITO IL SOCIALISMO DEL XXI SECOLO.



FESTA PRC A PIOLTELLO
11 SETTEMBRE ORE 19.00
DIBATTITO
IL SOCIALISMO DEL XXI SECOLO.
COSA CI PUO’ INSEGNARE L’AMERICA LATINA?
PARTECIPANO
GIANCARLO DI MARTINO
CONSOLE DEL VENEZUELA DI MILANO
JOSE’ LUIS TAGLIAFERRO
NUESTRA AMERICA PER IL SOCIALISMO
DON ALBERTO VITALI
CENTRO STUDI PAX CHRISTI
MARTIN IGLESIAS
SELVAS – AGENZIA STAMPA AMERICA LATINA
CLAUDIO BELLOTTI
DIREZIONE NAZIONALE PRC

lunedì 6 settembre 2010

INTERVISTA A PAOLO FERRERO SEGRETARIO P.R.C.


Attenti al berlusconismo: moribondo quello "politico", resta sempre quello sociale



di Romina Velchi - su Liberazione del 05/09/2010


Intervista al Segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero
Da una cosa, Paolo Ferrero, mette in guardia anche per non ripetere gli errori del passato (leggi Unione 2006): pensare che la crisi del berlusconismo "politico" coincida con la crisi del progetto sociale della destra. «L'offensiva in atto contro i diritti dei lavoratori, di cui Marchionne è il capofila, è pienamente operante» avverte. E siccome nel Pd rimane ben radicata l'ideologia liberista, non ci sono le condizioni per governare insieme, mentre vi è l'occasione di sconfiggere Berlusconi nelle elezioni e costruire una sinistra d'alternativa attraverso «lotte e mobilitazioni nel Paese».

Si dice che siamo in una condizione mai verificatasi prima: non c'è una maggioranza e non c'è un'opposizione. Sei d'accordo?

E' la crisi molto acuta del berlusconismo "politico" che determina questo fenomeno e che coinvolge il terreno istituzionale determinando la crisi del bipolarismo. Si tratta di una crisi non dentro ma del sistema politico, che sta trascinando la seconda Repubblica in una palude e sta causando l'esplosione delle destre nel momento in cui, grazie all'attuale legge elettorale, godono di una grande maggioranza parlamentare.

Questo per quanto riguarda la maggioranza. E l'opposizione?

Se è sotto gli occhi di tutti la crisi del berlusconismo come dire "politico", il berlusconismo "sociale" (come quello ideologico), invece, non è per nulla in difficoltà. Anzi, marcia dritto sparato verso la demolizione dei diritti dei lavoratori, lo smontaggio del contratto nazionale, la distruzione del quadro costituzionale. Le classi dirigenti non hanno alcuna strategia per uscire dalla crisi economica, manca una qualsiasi politica industriale (non per caso il governo Berlusconi lascia per mesi il ministero dello sviluppo economico senza un titolare). L'unica idea è tagliare diritti e salari per farli diventare omogenei a quelli dei paesi emergenti, scaricando così tutta la concorrenza sui lavoratori. In questa situazione, l'ideologia liberista caratterizza buona parte del centrosinistra (basta vedere Veltroni su Pomigliano) ed è purtroppo diventata senso comune nel paese. Ci troviamo quindi di fronte ad una opposizione minoritaria incapace di prospettare una alternativa.

La vicenda Fiat, in questo senso, appare emblematica.

Marchionne non fa l'imprenditore, fa il padrone. Senza idee, senza innovazione, è il volto sociale del berlusconismo. Mentre la Germania, dove gli stipendi sono il doppio dei nostri, produce cinque milioni di vetture, l'Italia appena seicentomila. Marchionne dice che ne vuole arrivare a produrre un milione e quattrocentomila: per venderle a chi se il suo unico progetto è quello di contrarre i salari? La sua non è altro che un'operazione di classe, che non porta ad un rilancio del sistema Italia: fanno pagare la crisi ai lavoratori per mantenere intatti i propri privilegi. E intanto tagliano sulla scuola e sulla cultura. Ma in questo modo sfondano il paese, con conseguenze che graveranno per gli anni a venire. Non interessa innovare, che so migliorare l'efficienza energetica puntando sul solare; no, quello che conta è fare affari con il nucleare o con il ponte sullo Stretto. Per non parlare dell'arraffa arraffa sulle privatizzazioni.

Stai dipingendo un quadro assai fosco. Come si può invertire la rotta?

Intanto, si può capitalizzare la crisi del berlusconismo sul piano politico, sapendo, come ho detto, che non risolverà tutti i problemi. Bisogna lavorare per le dimissioni del governo Berlusconi, perché non è per nulla automatico che ci si arrivi. Per quanto ci riguarda, ciò significa organizzare l'opposizione nel paese con la parola d'ordine di cacciare Berlusconi, mettendo in risalto i suoi disastri sociali e il suo profilo sovversivo. Per questo proponiamo a tutte le forze di opposizione di sostenere e partecipare alla manifestazione Fiom del 16 ottobre: dovrebbe essere la mobilitazione di tutti, perché lì si tengono insieme questione democratica e questione sociale.
E in caso di dimissioni di Berlusconi?

Noi siamo per elezioni subito. Per almeno due motivi. Il primo è che Dio solo sa che politica sociale ed economica farebbe un governo di transizione. Penso al governo Dini, nato dopo che Berlusconi cadde sulle pensioni nel 1994: la riforma Dini delle pensioni non è che si discostasse granché da quella della destra. Il rischio è che un simile governo faccia dei disastri tali da permettere a Berlusconi di recuperare consenso in un anno.

Il secondo motivo?

E' legato alla legge elettorale. Ci sono troppe proposte in campo, compreso il doppio turno alla francese che peggiorerebbe la situazione. Quale riforma elettorale farebbe questo governo? No, un governo di transizione non è per nulla auspicabile.
Ma anche andare a votare con il porcellum...

Votare subito con il porcellum e relativo premio di maggioranza dovrebbe avere, secondo noi, lo scopo di cacciare Berlusconi e di modificare la legge elettorale in senso proporzionale, oltre che, ovviamente, introdurre elementi di giustizia sociale. Nel momento in cui è matura la possibilità di sconfiggere il Cavaliere occorre cogliere questa occasione. Il nostro sì alla proposta del fronte democratico (che per altro la Federazione della sinistra avanza da circa un anno) contiene la proposta di cambiare la legge elettorale in senso proporzionale, sulla scia del modello tedesco. Questo accordo per sconfiggere Berlusconi e cambiare la legge elettorale non è un programma di governo: come ho detto, non ce ne sono assolutamente le condizioni. Insomma, dei due cerchi di Bersani (fronte democratico e nuovo Ulivo), noi siamo interessati a quello "più largo", al fronte democratico, non certo ad un Ulivo che ha grandi superfici di contatto con i poteri forti del paese. Il fronte democratico può essere il punto di incontro tra due progetti politici radicalmente distinti: l'Ulivo e la sinistra di alternativa.
In mezzo c'è il Pd: quale linea prevarrà, secondo te?

Veltroni ripropone la logica del bipolarismo secco, che espunge ogni elemento di classe e di sinistra (e che regala a Berlusconi l'Italia per i prossimi 150 anni). Bersani ha invece un'idea pluralista della politica efficace per battere Berlusconi. La sua proposta è utile per uscire dal bipolarismo: un nuovo assetto istituzionale, basato su un sistema elettorale proporzionale, ridarebbe autonomia alla sinistra, non più costretta ogni volta a scegliere alleanze coatte (il successo della Linke dipende anche da questo). Ed è utile anche perché tutte le posizioni di sinistra oggi ambigue sarebbero obbligate a decidere con chi stare: con l'Ulivo o con la Sinistra? Insomma, è una proposta di dialogo, è un passo avanti. Prima la discussione era tutta su come accentuare il bipolarismo, ora si discute di proporzionale. Si è aperta una partita, in un terreno di gioco a noi più favorevole: giochiamola.
Più facile a dirsi che a farsi per una Federazione della Sinistra che non ha voti da far pesare...

Noi siamo utili e vogliamo fare la nostra parte per sconfiggere Berlusconi. Dopo di che, Bersani propone un nuovo Ulivo, noi la costruzione e l'unità della sinistra d'alternativa. In primo luogo attraverso lotte e mobilitazioni nel paese a partire dalla mobilitazione del 16 di ottobre. In secondo luogo avanzando un progetto alternativo di società che parta dalla messa in discussione della globalizzazione neoliberista: ripresa dell'intervento pubblico in economia; allargamento dei beni pubblici; tassazione delle rendite; riconversione ambientale del modello produttivo. Il terreno di costruzione di questa alternativa è l'Europa e su questo lavoriamo con la Sinistra Europea. Rilanciare la sinistra e la rifondazione comunista vuol anche dire operare per capovolgere il senso comune ormai imperante, retaggio della Milano da bere: quello secondo cui se sei povero è colpa tua e i ricchi hanno sempre ragione; e secondo cui per uscire dalla condizione di proletario o devi vincere al totocalcio oppure fare la velina. Dobbiamo riuscire a ridare alle persone un senso di sé, una soggettività, una dignità che si sono smarriti nell'epoca della videocrazy, nella quale conta chi vince e "guai a chi perde". Per costruire una sinistra e battere, con Berlusconi, il presidenzialismo populista e a-democratico, occorre ricostruire un protagonismo sociale in cui gli sfruttati non attendano passivamente il santo di turno a cui chiedere il miracolo ma piuttosto ridiventino protagonisti della costruzione del loro futuro.

RANIERO LA VALLE PER LIBERAZIONE


Un giornale-guida per la nostra comune liberazione
Raniero La Valle

C'è una ragione precisa per la quale Berlusconi e Tremonti hanno assolutamente bisogno di tenere ancora a lungo il potere, senza rischiare nuove elezioni che "oltre tutto" potrebbero perdere. Berlusconi ha bisogno dello scudo politico per rimanere, come presidente, immune dai giudici e, come cittadino, fuorilegge, e Tremonti ha bisogno di tempo per completare, con i tagli all'editoria, alla scuola, alla cultura e ai servizi sociali l'opera di imbarbarimento del popolo sovrano. Nonostante tutto infatti culturalmente e spiritualmente il popolo non è ancora del tutto assoggettato ai modelli morali e politici propagati dal berlusconismo. Questi modelli tanto più sono assimilati e assunti come definitivi (fin nell'urna elettorale) quanto minore è lo spirito critico, ristretta l'istruzione, repressa l'informazione e ridotta l'autonomia della vita quotidiana. Ci vuole perciò più analfabetismo e più precarietà, e a questo lavora tutta la squadra di governo.Perciò resta decisiva la battaglia per la difesa e la promozione di modelli alternativi di educazione e di morale civile, che non sono ancora modelli alternativi di società, ma ne sono la condizione e la premessa. Sta qui la necessità ed il ruolo di un giornale come Liberazione. La sua identità è definita dalle due grandi parole a cui fa riferimento, nessuna delle quali peraltro potrebbe essere assunta da sola senza essere sorretta e significata dall'altra. Le due parole sono rifondazione e liberazione. Nessuna rifondazione sarebbe possibile, e neppure opportuna, se non fosse ordinata alla liberazione, e nessuna liberazione sarebbe possibile e durevole se non provenisse da una rifondazione di ciò che, frutto di sudori e conquiste passate, è stato messo sotto il torchio della restaurazione neocapitalistica e rischia di essere perduto. La difesa e il rilancio dei grandi valori costituzionali, la libertà, il lavoro, la solidarietà sociale, lo Stato di diritto, la pace, che tutti insieme formano il modello che oggi si vuole rovesciare e soppiantare, fanno parte di questa rifondazione, nella quale non siamo soli, ma uniti e omogenei alla grande maggioranza democratica del Paese.Questo Liberazione lo fa, con battaglie lucide e appassionate, e magari più appassionate di quanto non si faccia altrove anche a sinistra; e questa è una buona ragione per il giornale di continuare ad esserci, e per noi di difenderlo. Non si tratta però di una lotta solo per conservare valori già noti e costituzionalizzati, ma valori nuovi di una Costituzione che non sta ferma, ma sempre si apre, in coerenza con le conquiste passate, a valori e a sintesi nuove.Ciò vuol dire rifondare anche il comunismo? Certamente vuol dire rifondare quella liberazione che il comunismo voleva, e che non è storicamente riuscita, non solo per ragioni contingenti ma anche per colpe, responsabilità collettive e difetti teorici. Quanto al comunismo, non si fonda un comunismo ogni secolo, e quelli che l'hanno fondato, oggi, lo penserebbero in tutt'altro modo. Quindi a questo punto (lo dico per i comunisti) dopo il grande tradimento che è stato fatto di quella tradizione da coloro stessi che ne avevano la cura, credo che essi siano sciolti da debiti ereditari verso il passato, e chiamati a vivere con libertà la fedeltà a quella tradizione.Noi abbiamo fatto l'esperienza di quanto sia difficile ricapitolare tutte le battaglie politiche oggi necessarie sotto il nome "Sinistra cristiana", quando c'è così poca gente cristiana e così poca gente di sinistra. E tuttavia le cose che vorrebbe una sinistra cristiana, per la società e per gli uomini tutti, sono lì, davanti a noi e con molta gente diversa e con molti nomi diversi si possono fare, e anzi sono già in gestazione nel grembo della storia.Un giornale come Liberazione può essere di guida a molti per questa comune liberazione.

Da liberazione 28.08.2010

domenica 5 settembre 2010

DISTRUZIONE PUBBLICA




La Gelmini potrebbe fare un gesto di grande utilità sociale: prendere atto del proprio fallimento e dimettersi!
Diamole una mano !




Le mobilitazioni di questi giorni, in particolare dei precari, stanno finalmente accendendo i riflettori sulla situazione della scuola italiana: decine di migliaia di cattedre tagliate, precari buttati in mezzo ad una strada dopo anni di servizio, classi che inizieranno l’anno scolastico ancora senza insegnanti, 1.600 scuole senza preside, aule sovraffollate, sostegno negato agli studenti con disabilità, etc.
Di fronte a questa drammatica realtà, il ministro Gelmini non ha trovato niente di meglio che snocciolare il solito di rosario di sciocchezze e di bugie:
quelle sul carattere “epocale” della sua riforma ( quale epoca parla? Dell’800? di epocale ci sono solo gli 8 miliardi di tagli)
sul fatto che il 97% della spesa per l’istruzione è assorbita dagli stipendi del personale (stanzi un po’ di fondi per aumentare quel misero 3% destinato al funzionamento ordinario e alle attrezzature!)
sull’aumento delle classi a tempo pieno tacendo che, con l’eliminazione delle compresenze, sta distruggendo un modello didattico all’avanguardia nel mondo intero.


Vito Meloni.Responsabile nazionale scuola PRC (Federazione della Sinistra)
Giovanna Capelli Segreteria regionale Lombardia





SALVIAMO LA VITA DI SAKINEH


SALVIAMO LA VITA DI SAKINEH

giovedì 2 settembre 2010

DAL MANIFESTO - INTERVISTA A PAOLO FERRERO SEGR. P.R.C.


a Paolo Ferrero: Il nostro sì a Bersani ma fuori dal governo.

Domenica 29 agosto 2010 – il Manifesto
di Daniela Preziosi

Segretario Paolo Ferrero, il sì del Prc all’Alleanza democratica di Bersani è quello della forza del centrosinistra oggi più lontana dal Pd. Cosa vi fa decidere dl starci?

Quella di Bersani è la stessa proposta che ho fatto io da tempo, per la precisione dal marzo scorso, a nome della Federazione della Sinistra: un fronte democratico che ha l’obiettivo di sconfiggere Berlusconi e cambiare la legge elettorale in senso proporzionale, in un quadro di salvaguardia democratica e di giustizia sociale. Ma questo fronte non coincide con il governo che ne può emergere. Per noi oggi non ci sono le condizioni per far parte di un governo con questo centrosinistra. La logica che spinge Bersani mi pare la stessa. Del resto per cacciare Berlusconi, fare la nuova legge proporzionale e uscire dal bipolarismo sono pronto ad allearmi anche col diavolo.

Ma il leader Pd ribadisce la scelta del bipolarismo e la preferenza per l’uninominale. Non il proporzionale: vuole il ritorno al Mattarellum.

Noi siamo per il proporzionale secco. Altri, come noi, preferiscono il modello tedesco, penso a D’Alema, a Rutelli, a Casini. Vuol dire che ne parleremo. Ma il punto è che fino a qui la discussione era solo sull’impianto veltroniano, bipolarista e persino bipartitico, il cui unico obiettivo era ammazzare le forze della sinistra. Ora invece il tema è su come si va verso il proporzionale, o comunque come si realizza un sistema plurale. Da questo punto di vista il Mattarellum è un passo avanti. Poi il grado di compromesso finale si vedrà. Ma si va nella direzione giusta.

L’Italia dei Valori ha detto si all’alleanza a patto che non ci sia l’Udc. Vale lo stesso anche per voi?

Noi non poniamo veti. Perché noi, a differenza di Di Pietro, non siamo interessati a governare con loro. Il fronte democratico è una proposta rivolta a tutte le forze dell’opposizione. E in tutta franchezza voglio dire che il modo in cui si definirà questo fronte lo vedremo. E’ chiaro che non ci potranno essere mafiosi in lista, e che il profilo morale dei candidati debba essere solido. Ma voglio ricordare a Di Pietro che nel Comitato di liberazione nazionale c’erano anche i monarchici. Quanto al resto, l’ldv negli anni scorsi ha votato i finanziamenti alla scuola privata, come l’Udc. Era favorevole alla Tav, come I’Udc. Non era insieme a noi contro la legge 30, come l’Udc; né per la commissione d’inchiesta sui fatti di Genova, sempre come l’Udc. Io so che con loro tutti non posso governare. Ma per fare un fronte democratico porte aperte a tutte le opposizioni.

Viceversa è difficile che I’Udc accetti una qualche alleanza con un partito ancora comunista.

Fatti loro. E sarebbe strano, in ogni caso: in Piemonte siamo stati alleati contro l’indigeribile leghista Cota. E in Liguria governiamo insieme. Ci presenteremo al voto come Federazione della Sinistra, che nel simbolo ha una bella falce e martello. E, diciamolo subito, non siamo disponibili a toglierla. Ma ripeto: non mi interessa il governo, non faccio il rompiballe che fra due mesi si rimangia tutto.

A proposito di questo: Il governo del vecchio Ulivo è caduto da sinistra, l’avete buttato giù voi nel 98. E l’Unione, che invece è caduta da destra per i voti dl Mastella, aveva una sinistra in forte sofferenza che aveva definito «morente» l’esecutivo. Crede che gli elettori avranno voglia di votare alleanze con questi precedenti?

Ma infatti io non voglio stare in un’ammucchiata di governo con forze che vent’anni fa ricoprivano tutto l’arco costituzionale. Il punto decisivo è costruire una legge elettorale che permetta a certe posizioni di esprimersi. Berlusconi di suo ha il 30 per cento nel paese, non di più . Ma l’attuale legge elettorale gli consegna i numeri che ha. C’è invece una larga maggioranza nel paese contro Berlusconi: bisogna costruire subito, nei primi tre mesi di governo, una legge che le restituisca la rappresentanza in parlamento. E li poi ci può essere Montezemolo, che considero un nemico di classe, e Casini, con il quale mai governerei.

Ma il governo che deve fare la legge in tre mesi è quello dell’Ulivo, o uno a tempo nato dalla crisi del Pdl?

Puntare a un governo di transizione, oltre a essere irrealistico perché non è semplice che Berlusconi vada a casa, è sbagliatissimo. Questo governo farebbe una legge elettorale del tutto al di fuori di una discussione democratica nel paese. E sul piano sociale? Boh, magari farebbe peggio del Pdl. Il rischio vero è che rivergini Berlusconi, gli faccia fare la parte della povera vittima di un intrigo di palazzo, che provochi una delusione pazzesca nel paese. E che poi gli elettori lo rivotino.

Chi è il vostro candidato premier dell’alleanza democratica?

Chiunque. Tranne Fini, perché parliamo comunque di opposizioni. E’ la forza più grande a dover decidere. Non mi infilerò nella discussione primarie sì, primarie no’.

Il Prc preferisce non partecipare alla scelta del premier con le primarie?

E inessenziale. Il punto è costruire la coalizione e il suo programma.

Il Pdci, che è federato con voi, al gazebo preferisce De Magistris candidato di tutta la sinistra. Voi no?

La discussione è fuori tempo. Se si arriverà ai gazebo discuteremo con i candidati le proposte che avanzeranno. E sottolineo se.

Siete così disinteressati a come si sceglie il capo di una coalizione a cui comunque aderite?

Abbiamo il senso delle proporzioni. Non sta a noi la proposta di un capo di governo di cui comunque non faremo parte. Alle regionali in qualche caso abbiamo partecipato in modo netto alle primarie, e penso a Nichi Vendola in Puglia. In altri casi no.

Proprio per questo non è almeno probabile vi orientiate su Vendola?

Ripeto, non posso saperlo ora, vedremo i programmi, fin qui non se ne sono visti.
Ripeto: se siamo interessati al fronte democratico e non al Nuovo Ulivo è perché noi abbiamo un altro progetto politico. Che è quello di unire tutta la sinistra di alternativa. Quindi vogliamo collaborare con l’Ulivo, ma avanziamo una proposta a tutte le forze della sinistra d’alternativa, da Sinistra e Libertà di Vendola, a Sinistra Critica, al Partito Comunista dei Lavoratori: costruiamo un polo per l’alternativa, autonomo dal Pd.

Vendola si rivolge a un popolo più ampio, comprendente anche l’elettorato Pd.

In questo caso il popolo della sinistra dovrà dire se vorrà stare dentro l’Ulivo o se vuole costruire una posizione autonoma. Perché poi, una volta sconfitto Berlusconi, c’è da far fronte ai vari Montezemolo, Cei eccetera.

Parla a nome del Prc o anche del Pdci e della Federazione della sinistra?

Sul fronte democratico, la mia posizione è quella della Federazione, l’abbiamo anche votata. Se poi Cesare Salvi, che è il portavoce di turno, ancora non l’ha pronunciata a nome di tutti, è perché è in vacanza per qualche giorno. Ma la Federazione c’è. Al voto politico ci sarà il suo simbolo.

mercoledì 1 settembre 2010

DISTRUZIONE PUBBLICA



SCUOLA
DISTRUZIONE PUBBLICA
Continua lo smantellamento della scuola pubblica.
Il licenziamento dei precari ha ormai assunto le dimensioni di una ecatombe.
Proteste e mobilitazioni ovunque.
E’ in gioco il futuro del paese.
Ma la Ministra Gelmini non lo sa.
O se ne frega.
Grazie per le visite!
banda http://www.adelebox.it/