lunedì 29 ottobre 2012

QUESTO E' SOLO L'INIZIO - NO MONTI DAY

QUESTO E' SOLO L'INIZIO 


La battuta migliore circola tra chi guarda il cielo, da cui – contrariamente alle previsioni – non è caduta una sola goccia d’acqua. «Questo è un governo così ladro che pure dio, per non farlo contento, si è rifiutato di far piovere».

Oltre ai metereologi, hanno sbagliato alla grade anche i «professionisti dell’allarme», lungo la filiera che va da palazzo Chigi al Viminale, per scendere fino all’ultima redazione di provincia. Niente black blok, niente scontri, giornata di scorno per chi cerca solo sangue, sudore e polvere da sparo. L’allarmismo ha certo tenuto a casa un sacco di gente, memore di altre giornate e tensioni. Ma non troppa. E comunque quando i problemi reali premono, anche la «criminalizzazione preventiva» perde mordente. È stata perciò una manifestazione riuscita al di là delle più rosee attese degli organizzatori. E il perché è presto detto: c’era, e si vedeva, «organizzazione»; ossia lavoro, volontà, serietà, esperienza, quel pizzico di autodisciplina che aiuta nei momenti difficili.

Non è questione di «servizio d’ordine», di pettorine rosse e occhi aperti. Si è visto in piazza un senso, un ragionare comune che ha il governo come contraltare esplicito. È nato qualcosa. Un discorso sulle politiche economiche di Monti e Fornero, sulle «riforme strutturali» e sulle pretese di Confindustria e delle banche, che ha molto più corpo delle antiche giaculatorie «contro i padroni ed i banchieri». È un ragionamento critico su questa Europa, sul modo in cui viene costruita a tappe forzate e senza alcuna verifica democratica, a nessun livello. È l’emergere di proposte alternative che si pongono esplicitamente il problema della «credibilità», della fattibilità reale; non «il socialismo» in astratto, non una formula retorico.ideologica, ma qualcosa che si può fare e che magari va in quella direzione. Certo, non manca mai il gruppetto che si sgola a gridare «usciamo dall’euro»; ma lo sguardo di compatimento che in genere lo accompagna vale più di un documento critico.

Il gioco di questi tempi è «teso e tetro», ben pochi hanno voglia di far pura testimonianza. La dimensione «di movimento» c’è, è consistente, ma non è quella dominante. Lo spezzone dichiaratamente studentesco, per dire, aveva come punta più visibile e articolata i ragazzi napoletani di ClashCityWorkers; capaci di slogan creativi come «eat the rich», ma anche di gestire un sito di informazione strutturata, che spazia dall’analisi economica all’agitazione politica ragionata.

Sembrano insomma finiti gli anni ’90 e il primo decennio del nuovo secolo, quando il solo pensare a unire le forze era tacciato di «vetero-partitismo». Chiunque abbia guardato questo fiume di persone con occhi aperti ha potuto vedere almeno quattro grandi blocchi largamente convergenti nella presa d’atto che si è aperta un’altra stagione, quella dei tagli senza fine e della demolizione del «modello sociale europeo». E che quindi «la politica» per come è stata intesa nell’ultimo ventennio – grandi aggregazioni elettorali con «programmi» sempre più vaghi per «conquistare il centro» e andare al governo a qualsiasi costo – non ha più ragione di esistere.

Se da un lato c’è «il montismo» e la gestione stile troika, non c’è più lo spazio per la «mediazione condizionante» e l’alleanza elettorale finto-indipendente. O si sta in quel gioco, applicando per filo e per segno le disposizioni di Bce, Ue, Fmi; oppure si dà vita, come in tutta l’Europa attraversata dalla crisi, a un’opposizione. Radicale nei contenuti, a «volto scoperto e mani nude». Se si vogliono rappresentare interessi sociali concreti, riconoscibili, bisogna scagliere quale strada si prende. Perché c’è un bivio deciso, davanti a noi, non più un intrecciarsi di sentieri dalle molte direzioni.

È la fine di ogni gauche plurielle. I tanti protagonisti di quella stagione che ieri si aggiravano per il corteo sembravano faticare a trovare il proprio posto. Chi ha deciso che vuol stare nel prossimo governo (in caso di vittoria del centrosinistra), non è venuto in piazza e ha fatto bene a starne lontano. Chi vuol aiutare a costruire un’opposizione chiara, era benvenuto; mettendo infine la sordina alle sempiterne polemichette «di sinistra», pur senza dimenticare nulla. In mezzo non c’è più uno spazio vero d’azione politica. E nessuna retorica può più costruirlo.

La mescolanza generazionale, infine, è apparsa totale. Barbe bianche e volti imberbi camminano di nuovo insieme. Semmai si nota qualche rarefazione nelle generazioni di mezzo, quelle che con cinismo impressionante Monti ha definito «saltate». Ma chi vuol giocare a fare il Renzi, a contrapporre giovani e «maturi», da queste parti non ha spazio.

È nato qualcosa e può svilupparsi perché ha già gambe minimamente solide. Comitato No Debito, Rifondazione, Usb e Cobas sono i pilastri di questa giornata. Ognuno, a suo modo, è un agire collettivo strutturato, non una massa scomposta o uno sciame. Di fronte al senso di «ineluttabilità» e impotenza seminato dalla distanza siderale tra «politiche della troika» e possibilità concrete di reazione, sarebbe del resto ingenuo attendersi un fermentare di iniziative che trova «per sua natura» un alveo comune. Essere un «soggetto istituzionale», un sindacato o un partito, è in queste condizioni un must, non più un handicap.

È stata una giornata davvero particolare. Speriamo sia solo la prima di una nuova stagione.

Francesco Piccioni - il manifesto

martedì 23 ottobre 2012

PRC/FDS AL MERCATO (26 OTT. 2012) E IN PIAZZA (28 OTT. 2012) A VIMODRONE X RACCOLTA FIRME REFERENDUM LAVORO.


PRC/FDS AL MERCATO (26 OTT. 2012) E IN PIAZZA (28 OTT. 2012) A VIMODRONE X RACCOLTA FIRME REFERENDUM LAVORO.


La raccolta firme dei REFERENDUM SUL LAVORO… CONTINUA!!!

VENERDI 26 OTTOBRE 2012 DALLE ORE 10.00 ALLE ORE 12.00 (MERCATO) e DOMENICA 28 OTTOBRE 2012 DALLE ORE 10.00 ALLE ORE 12.00 IN PIAZZA UNITA’ D’ITALIA (fronte chiesa).

Il PRC di Vimodrone allestirà banchetti… FIRMA ANCHE TU… E’ UNA GIUSTA CAUSA…

PRC VIMODRONE
rifodrone.blogspot.com



 




lunedì 22 ottobre 2012

NO MONTI DAY


L’alternativa c’è. Partecipiamo al NOMONTIDAY per contribuire a costruirla. A chi dice che non ci sono alternative alle politiche di austerity volute dalla Merkel e dalla Troika, rispondiamo che dalla crisi non si esce tagliando i diritti e il futuro, soprattutto delle giovani generazioni. Il Fiscal Compact, che chiede al nostro paese tagli di 45 miliardi l’anno per i prossimi 20 anni, è un trattato contro i popoli d’Europa, contro le conquiste sociali che fanno parte della storia europea. Le politiche di austerity peggiorano la crisi economica e creano una crisi di civiltà, una barbarie in cui si distruggono tutti i diritti sociali e del lavoro e si distrugge assieme la democrazia. In Italia centrodestra e centrosinistra uniti nel montismo hanno approvato il Fiscal Compact, così come il pareggio di bilancio in Costituzione.

Manifestiamo nel NOMONTIDAY perché ci sentiamo parte di quel movimento europeo che ha visto i popoli manifestare contro l’austerity, dalla Spagna alla Grecia, al Portogallo, alla Francia e ad altri paesi. Vogliamo connettere le lotte dei popoli europei e costruire anche qui in Italia un’opposizione sociale e politica forte e unitaria. Dobbiamo irrompere nel vergognoso racconto a reti unificate di un paese senza opposizione.


lunedì 15 ottobre 2012

ADELANTE COMPAGNI



Gran bella mattinata, domenica 14 ottobre…


Tra una pedalata per la PACE ed una raccolta firme sui

REFERENDUM per il LAVORO andata

ALLA GRANDE!!!

Adelante COMPAGNI.





CACCIAMO VIA FORMIGONI!!!

Cacciare via Formigoni e rompere il suo sistema di potere clientelare, all’interno del quale la ’ndrangheta ha potuto fare affari e trovare rappresentanti politici diretti. Svelare ciò che si nasconde dietro l’ "eccellenza" sbandierata dal “Celeste” in termini di devastazione economica, di perdita di beni comuni, di aumento della povertà, di rottura della solidarietà. Sarà compito delle forze politiche e sociali e dei movimenti che vogliono lavorare per la rinascita della Lombardia fare pulizia e segnare una rottura con il passato, non lasciamo che Formigoni faccia altri danni.




CLICCA QUI SOTTO PER VEDERE INTERVISTA DI 10 MINUTI A PAOLO FERRERO SEGRETARIO PRC





PADRE ZANOTELLI CONTRO I JET MILITARI: “SCANDALOSO IL NOBEL ALL’UE”


Varese, il corteo di padre Zanotelli contro i jet militari: “Scandaloso il Nobel all’Ue”


Alla manifestazione pacifista del 13 ott. organizzata attorno agli stabilimenti Alenia Aermacchi di Venegono (Varese) per protestare contro la vendita di alcuni addestratori militari all’aviazione israeliana, padre Alex Zanotelli non ha perso l’occasione per pronunciare il proprio disappunto per il conferimento del Nobel per la pace all’Unione Europea. “Mi domando come è possibile dare un premio nobel alla Ue, a livello comunitario siamo prigionieri della Nato, combattiamo dall’Iraq all’Afghanistan alla Libia, e noi diamo all’Ue il Nobel?”.Abbiamo fatto – continua – le guerre contro i poveri di questo mondo e a livello globale abbiamo speso millesettecentoquaranta miliardi di dollari.

mercoledì 10 ottobre 2012

PRC/FDS IN PIAZZA A VIMODRONE X RACCOLTA FIRME


PRC/FDS IN PIAZZA A VIMODRONE X RACCOLTA FIRME IL 14-10-2012.


Inizia la raccolta firme dei REFERENDUM SUL LAVORO… DOMENICA 14 OTTOBRE 2012 DALLE ORE 10.00 ALLE ORE 12.00 IN PIAZZA UNITA’ D’ITALIA (fronte chiesa) il PRC di Vimodrone allestirà un primo banchetto… FIRMA ANCHE TU… E’ UNA GIUSTA CAUSA…

PRC VIMODRONE

P.S. Per saperne di più www.referendumlavoro.it




12 OTTOBRE 2012 - PRESENTATO IL REFERENDUM PER ABROGARE LA RIFORMA DELLE PENSIONI DELLA FORNERO.
Presente Paolo Ferrero, segretario PRC\FdS
"Questa mattina abbiamo presentato in Cassazione i referendum contro la riforma Fornero sulle pensioni. Una riforma di una gravità assoluta che colpisce le lavoratrici e i lavoratori, ha prodotto il dramma degli 'esodati', aumenterà la disoccupazione giovanile e si accanisce contro le donne. Una riforma senza nessuna giustificazione economica poiché il nostro sistema previdenziale era in assoluto equilibrio, come ebbe a dire persino Monti nel proprio discorso di insediamento e la cui sola logica è quella di usare i contributi per le pensioni come un bancomat". Con questa dichiarazione Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc, ha annunciato la presentazione dei questiti referendari contro la riforma delle pensioni della Fornero. Ferrero ha precisato che fanno parte del comitato promotore del referendum sulle pensioni lavoratori e lavoratrici esodati, precari/e, esponenti di movimenti e partiti, tra i quali Rifondazione comunista. La raccolta delle firme partirà nelle prossime settimane, probabilmente tra il 20 e il 27 ottobre.
 

PROSEGUE LA RIVOLUZIONE BOLIVARIANA

La Federazione della Sinistra saluta la scelta del popolo venezuelano di proseguire nella rivoluzione bolivariana e nella costruzione del socialismo del XXI secolo. La straordinaria partecipazione popolare al voto, l'affermazione con il 54,4% dei voti del presidente Hugo Chavez rieletto alla più alta carica del Paese, dimostrano che la sovranità popolare può essere più forte di quelle delle borse e del "libero" mercato. Viva il Venezuela democratico, socialista e antimperialista!!

mercoledì 3 ottobre 2012

GENOVA 2001 - I POLIZIOTTI HANNO MISTIFICATO LA REALTÀ SCREDITANDO L'ITALIA NEL MONDO

GENOVA 2001 - I POLIZIOTTI HANNO MISTIFICATO LA REALTÀ SCREDITANDO L'ITALIA NEL MONDO


da "IL MANIFESTO"

Le violenze della polizia "sadica e cinica" e gli immotivati arresti di massa dei no-global inerti e innocenti, durante la sanguinosa irruzione nella scuola 'Diaz' di Genova, al termine del G8 del 2001, hanno "gettato discredito sulla Nazione agli occhi del mondo intero". A dirlo è la Cassazione nella maxisentenza di 186 pagine che contiene le motivazioni in base alle quali, lo scorso luglio, sono state confermate le condanne per le calunnie e i falsi verbali scritti e firmati dai dirigenti della polizia per giustificare il "massacro" costruendo prove false ai danni dei 93 arrestati, 87 dei quali feriti. Tra loro molti stranieri. Alcuni vivi per miracolo. Antefatto di una simile operazione - spiega la Suprema Corte - eè stata "l'esortazione rivolta dal capo della polizia (a seguito dei gravissimi episodi di devastazione e saccheggio cui la città di Genova era stata sottoposta) ad eseguire arresti, anche per riscattare l'immagine della Polizia dalle accuse di inerzia". Un 'invito', quello di Gianni De Gennaro - ora sottosegretario alla sicurezza del governo Monti - "che ha finito con l'avere il sopravvento rispetto alla verifica del buon esito della perquisizione stessa", condotta con "caratteristiche denotanti un assetto militare". Per questo Vittorio Agnoletto, all'epoca portavoce del Genova social forum, ne chiede le dimissioni e sostiene che "è impensabile che il capo della Polizia abbia potuto dare ordini senza consultare o almeno informare i responsabili politici: l'allora presidente del Consiglio Berlusconi e il ministro dell'Interno Scajola". Alla Diaz, nonostante le "mistificazioni" della polizia, di armi non ce ne erano e nemmeno black-bloc, e i supremi giudici citano una perizia del Ris di Parma che mostra filmati nei quali non compare alcuna forma di resistenza da parte dei no-global. L'unico dirigente della polizia al quale sono state concesse le attenuanti è Michelangelo Fournier che, dopo il pestaggio, aveva espresso a Vincenzo Canterini - il capo del reparto mobile che entrò per primo, senza regole di ingaggio e senza compiti e limiti prefissati - "la volontà di non lavorare più con questi macellai qui”. "L'entità delle violenze gli era risultata, alla fine, ripugnante", annota la Cassazione che non manca di rilevare come alcun "rammarico" sia mai stato espresso, invece, dagli altri coimputati. Tutti hanno dovuto lasciare il servizio e ora sono in attesa di sapere se verrà accolta, dal tribunale di sorveglianza di Genova, la loro richiesta di scontare la pena in affidamento ai servizi sociali. Adesso c'è solo l'ok della Procura generale, ha spiegato l'avvocato Valerio Corini. Per quanto riguarda i big della polizia, decapitati dal verdetto, la Cassazione chiarisce che la loro responsabilità non è stata affermata in base alla semplice funzione di comando e al teorema 'non potevano non sapere', ma in forza di "elementi concreti e precisi". Gilberto Caldarozzi, Francesco Gratteri e Giovanni Luperi era presenti alla Diaz mentre le violenze erano ancora in corso sotto ai loro occhi. Sapevano che non c'erano le molotov e parteciparono ai "conciliaboli" per appiopparne il possesso ai no-global. Chiesero ai capisquadra di scrivere i verbali falsi dai quali uscisse "legittimato" quello "sproporzionato uso della forza" e la documentazione sugli agenti feriti. Ma non era vero nulla: la sentenza ricorda che fu la polizia a lacerarsi qualche giubbotto, "distendendolo apposta sulle cattedre", e a realizzare la "messinscena" del finto accoltellamento di un agente. Gratteri e Caldarozzi videro a terra il corpo esanime del reporter inglese Mark Covell - che ha raggiunto con il Viminale un accordo per essere risarcito - e non fecero nulla. O meglio: Calderozzi disse a un ufficiale dei carabinieri, preoccupato, di lasciar perdere.


Grazie per le visite!
banda http://www.adelebox.it/