giovedì 26 novembre 2009

5 DICEMBRE SI PARTE PER LA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA E "NOBDAY"


Il 5 dicembre al Teatro Brancaccio in via Merulana 244, dalle ore 9.30 alle ore 14.00, si terrà la manifestazione di avvio della fase costituente della Federazione della Sinistra.



Sempre il 5 dicembre, ci sarà a Roma una grande manifestazione “No Berlusconi Day” convocata tramite web da varie associazioni, alla quale la Federazione della Sinistra ha dato la propria adesione.

La manifestazione partirà alle ore 14.00 da Piazza della Repubblica e si concluderà in Piazza del Popolo.

Il mezzo è il messaggio


Il mezzo è il messaggio
DI RANIERO LA VALLE

In una sciagurata intervista a “Linea Notte” il presidente dei deputati della Lega Nord, Roberto Cota, alla domanda sul perché fare il “processo breve” per il presidente del Consiglio e invece lasciare il “processo lungo” per gli immigrati, ha risposto che si tratta di dare, qui e in ogni altra occasione, la prova che “il contrasto alla immigrazione clandestina” è una indiscutibile politica e priorità della maggioranza e del governo. Non è questione di efficacia: alla sicurezza non aggiunge nulla che un immigrato possa essere processato a vita, mentre molto serve alle fantasie xenofobe sapere che nei suoi confronti la pretesa punitiva dello Stato non viene mai meno. In modo imprevisto si realizza il vecchio annuncio di Marshall Mac Luhan: il mezzo è il messaggio. Perché sia chiaro che gli stranieri che non ci servono devono stare fuori dai piedi, il mezzo è di assimilarli, nella procedura penale, ai terroristi e ai mafiosi, di lasciarli affondare coi barconi nel Mediterraneo, di incriminare chi li soccorre, di arrestarli se si sentono male e chiamano il 118 o vanno al Pronto Soccorso, di farli nascere come figli di nessuno, di braccarli se lavano i vetri o si improvvisano giocolieri ai crocicchi delle strade. Non serve a niente, ma serve a far capire che qui siamo inflessibili, e perciò non vengano e se ne vadano.
L’ultimo messaggio è quello del “White Christmas”, il bianco Natale, cioè il Natale pulito, inventato dal comune leghista di Coccaglio (Brescia) Si tratta di fare pulizia etnica, fino al 25 dicembre, andando a pescare in tutte le case gli immigrati non in regola, o non più, togliendo loro la residenza. E poi c’è il messaggio dell’ “Ambrogino”, con cui il comune di Milano ha premiato la squadra dei vigili che andava a caccia dei clandestini sugli autobus.
Ma ci sono altri messaggi. Il “processo breve” il premier Berlusconi se lo fa per sé, con ostentazione: tutto l’impegno del suo ministro e dei suoi avvocati messi in Parlamento è ora quello di aggirare la Costituzione scrivendo una legge che, senza veli, suonerebbe così: “Silvio Berlusconi non può essere sottoposto ad alcun procedimento penale”. Anche qui il mezzo è il messaggio; esso dice: Berlusconi è “il sovrano del popolo”, e pertanto è insindacabile, inviolabile e non punibile; che poi è il messaggio definitivo, finalmente svelato, della cosiddetta “governabilità”: chi riesce a farsi eleggere poi può fare quello che vuole e viene pulito anche il suo passato.
Insieme con questo è arrivato il messaggio che il ministro Bondi è andato a proclamare in TV: “la magistratura assedia la democrazia italiana”, il che vuol dire che il governo dichiara guerra alla magistratura; il sovversivismo delle classi dirigenti giunge qui fino all’orlo della guerra civile.
Poi ci sono i messaggi che le tasse sono un furto di Stato, che evaderle merita una legislazione premiale, che la corruzione non fa male e che per il resto gli italiani – disoccupati, licenziati, cassintegrati – si arrangino, tanto la crisi non c’è.
Di questi messaggi Berlusconi è la fonte, il cuore, il catalizzatore, la condizione, il garante. Messaggi che inesorabilmente diventano convinzione diffusa, cultura e senso comune, riflesso condizionato, vita quotidiana. E una società intera finirà per muoversi così, senza più neanche sapere che questi sono diventati i suoi parametri, i suoi moventi.
Per questo la permanenza di Berlusconi al potere è di per se stessa turbativa dell’ordine pubblico ed è un fattore gravemente inquinante della nostra comunità nazionale. È una lesione che diventa metastasi. Gli alti sondaggi non sono una legittimazione, sono un’aggravante. L’accanimento terapeutico con cui i suoi accoliti e alleati lo difendono, pur se non lo stimano e dissentono, si spiega solo col fatto che Berlusconi è il nome del loro stesso potere, e sanno che col voto, anticipato o no, esso finirà.
Dunque è giustificato non solo giudicare e criticare le politiche del governo, ma anche continuare a porre il problema personale del presidente del Consiglio, comprese le manifestazioni popolari come quella del 5 dicembre, perché la preoccupazione in almeno la metà del Paese è altissima, e il nostro sistema istituzionale, a causa della riuscita neutralizzazione del Parlamento, è rimasto privo di ogni strumento di difesa. E quanto alle nostre istituzioni educative, che potrebbero almeno lottare con altri e alternativi messaggi, in questo tempo hanno smesso di educarci.



Raniero La Valle

mercoledì 25 novembre 2009

AGNOLETTO: FEDERAZIONE DELLA SINISTRA? DOPO I DISASTRI, IL PRIMO VERO ATTO DI UNITA’



AGNOLETTO: FEDERAZIONE DELLA SINISTRA? DOPO I DISASTRI, IL PRIMO VERO ATTO DI UNITA’

Intervista di Cosimo Rossi

Costruire "un progetto culturalmente, organizzativamente e politicamente autonomo dal Pd", ma "sempre partendo dal fatto che uno strumento politico che si guardi allo specchio è semplicemente inutile". Con queste due discriminanti per Vittorio Agnoletto, ex eurodeputato di Sinistra europea, vede nel battesimo della Fed di sinistra del 5 dicembre una novità non da poco, in quanto è "la prima inversione di tendenza dopo oltre un anno di scissioni e litigi a sinistra".

Il dubbio, però, è se esiste ancora una base politica di sinistra pronta a rimettersi in cammino…

Pare inverosimile, ma con la nascita della federazione della sinistra, il 5 dicembre è la prima volta che si capovolge il corso delle cose e si avvia un percorso unitario. A maggior ragione l'avvio di questo percorso è più consapevole e responsabile, in quanto fa tesoro dei disastri compiuti dalla sinistra negli ultimi anni, perciò propone una federazione in cui diverse identità e percorsi non vengono cancellati e ridotti a uno, ma si lavora a un cantiere unitario fondato sul riconoscimento della pari dignità e delle diverse storie. Un ulteriore motivo di far tesoro del passato sta nel realizzare un'opera aperta, e che rimane tale fino in fondo. Anche far trascorrere un intero anno prima di un vero congresso della federazione è inteso a consentire l'aggregazione di quanti altri vorranno e fino all'ultimo con pari dignità. Quindi non c'è prendere o lasciare da parte di nessuno e verso nessuno: è una cosa, una casa da costruire insieme o che neanche s'incomincia.

A costo d'essere insultanti, non rischia però di diventare una casa di riposo dove un notabilato politico s'intrattiene con liturgie e giochi di ruolo trapassati? Non rischia di rimanere disabitata perché il popolo di sinistra non c'è più, non è interessato o non confida nella classe politica e le sue costruzioni?

La sinistra esiste ancora, diffusa e pure vasta. Io viaggio e ho occasione di vederla, riconoscerla, incontrarla nei luoghi e i modi più disparati. Vero è che la incontri soprattutto intorno a vertenze specifiche. E soprattutto che essa si vive come differente e distante dalle organizzazioni e le rappresentanze politiche.

Cioè che la frattura tra popolo e politica a sinistra c'è e rimane insanata. Com'è stata provocata e come si risolve?

Lo spartiacque, ormai lo abbiamo detto mille volte, è Genova. Ritrovare la sinistra intorno a questioni specifiche significa che oggi molti sono tornati a indossare gli abiti precedenti Genova. A Genova avevamo invece individuato un denominatore comune e lo avevamo trasformato in una grandissima istanza politica: in progetto e persino in pratiche. Quella domanda poi è rimasta drammaticamente inevasa, ma la sinistra c'è. E allora la proposta della federazione dev'essere intesa a ricoinvolgere questa sinistra diffusa. Sapendo che oggi non c'è nessuna corsa all'appartenenza o all'identità, sapendo che la sinistra la incontrerai solo nella prassi, nei conflitti, nei progetti: davanti ai luoghi i lavoro dove si combattono i licenziamenti, davanti agli acquedotti dove si rivendica un bene comune, davanti alle scuole e le università dove si difende il sapere pubblico, davanti ai Cpt dove si difende lo stato di diritto, insieme ai comitati contro il nucleare e per la difesa del territorio. Saranno il simbolismo e la condivisione delle lotte a restituire credibilità al progetto: quindi alla sinistra e alla federazione. Cercando la più ampia unità con tutti quanti si collocano alla sinistra del Pd. Con una discriminante, però…

Quale?

Quella che intendiamo realizzare un progetto culturalmente, organizzativamente e politicamente autonomo dal Pd. Penso che in quanto a politiche economiche e sociali il Pd e il Pdl siano pericolosamente contigui, sia in Italia che in Europa. Poi possono esservi passaggi tattici, a livello locale, per contrastare la destra: questo lo si valuta in loco. Ma non penso che si possa costruire un'alternativa insieme al Pd a meno di rimanere subalterni.

La negazione, però, è l'altra faccia della subalternità…

E' evidente non possiamo ignorare l'esistenza del Pd all'opposizione. Ma occorrono rapporti di forza totalmente differenti da quelli attuali e occorre far presente che ci poniamo culturalmente fuori dallo schema bipolare, che non siamo riducibili dentro un polo. Anzi. La disponibilità a percorsi unitari deve partire dal fatto che oggi a sinistra ci sono grande smarrimento e sconcerto: in Sl, nell'ambientalismo, nel socialismo. Sono convinto che molti non intendano entrare nel Pd né starne al rimorchio. E non mi riferisco ai dirigenti, ma al popolo.

Quanto a sbandamento, ce n'è anche nel Prc e nel Pdci: uno sbandamento che tende a vedere e pesare tutto con la lente e la bilancia interne…

Assolutamente sì. Ci vorrebbe uno scatto in avanti; insieme verso l'alto, il basso e in fuori; uno scatto che si produce solo studiando e proponendo le risposte necessarie al paese anziché agli equilibri interni o di schieramento. Avendo la consapevolezza che stiamo costruendo un progetto che ha tempi lunghi, dal momento che le appartenenze politiche sono dissolte, e che deve avere come sfondo almeno la dimensione Europea. Sempre partendo dal fatto che uno strumento politico che si guarda allo specchio è semplicemente inutile.

Tra il battesimo della Fed di sinistra al mattino e il No B day del pomeriggio c'è una continuità politica? E di che tipo?

E' una prova generale dell'altra opposizione rispetto all'inanità del Pd. Il giorno di una ripresa politica e culturale.

ACQUA PRIVATIZZATA MALEDETTI VOI...


di Alex Zanotelli

MALEDETTI VOI …. non posso usare altra espressione per coloro che hanno votato per la privatizzazione dell’acqua , che è quella usata da Gesù nel Vangelo di Luca, nei confronti dei ricchi ”Maledetti voi ricchi”Maledetti coloro che hanno votato per la mercificazione dell’acqua.Noi continueremo a gridare che l’acqua è vita, l’acqua è sacra, l’acqua è diritto fondamentale umano.E’ la più clamorosa sconfitta della politica. E’ la stra vittoria dei potentati economico-finanziari, delle lobby internazionali. E’ la vittoria della politica delle privatizzazioni, degli affari, del business.A farne le spese è ‘sorella acqua’, oggi il bene più prezioso dell’umanità, che andrà sempre più scarseggiando, sia per i cambiamenti climatici, sia per l’aumento demografico. Quella della privatizzazione dell’acqua è una scelta che sarà pagata a caro prezzo dalle classi deboli di questo paese( bollette del 30-40% in più, come minimo),ma soprattutto dagli impoveriti del mondo. Se oggi 50 milioni all’anno muoiono per fame e malattie connesse, domani 100 milioni moriranno di sete. Chi dei tre miliardi che vivono oggi con meno di due dollari al giorno, potrà pagarsi l’acqua? “Noi siamo per la vita, per l’acqua che è vita, fonte di vita. E siamo sicuri che la loro è solo una vittoria di Pirro. Per questo chiediamo a tutti di trasformare questa ‘sconfitta’ in un rinnovato impegno per l’acqua, per la vita , per la democrazia. Siamo sicuri che questo voto parlamentare sarà un “boomerang” per chi l’ha votato.Il nostro è un appello prima di tutto ai cittadini, a ogni uomo e donna di buona volontà .Dobbiamo ripartire dal basso, dalla gente comune, dai Comuni.

lunedì 23 novembre 2009

25-11-2009 - GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE


Ribadendo che la violenza maschile è un elemento strutturale della società. La violenza patriarcale e la violenza di sistema sono le due facce di una stessa medaglia, che colpendo i corpi e le vite delle donne sferra poi l’attacco contro tutte le differenze.

Contro il diffondersi di una cultura sempre più violenta e machista che si accanisce contro lesbiche, omossesuali e trans e tutti quei soggetti che si sottraggono all’eterosessualità obbligata. La mercificazione del corpo delle donne perpetrata dai mass media e da una politica che si sostanzia nell’intreccio di sesso-denaro-potere, è un argomento ineludibile che va necessariamente connesso con le reali condizioni di vita delle donne, native e migranti, nel nostro paese, determinate da interventi etici che riportano i corpi a meri contenitori biologici, dai patriarcati religiosi che trovano legittimazione e sostegno nelle istituzioni e nei partiti, dalla privatizzazione dei servizi, dallo smantellamento dello stato sociale a partire dai servizi per le donne e lo scarso finanziamento dei fondi destinati ai Centri antiviolenza, dalla precarietà esistenziale, dal doppio carico del lavoro produttivo delle donne( più precario, sottopagato e squalificante) e dal lavoro riproduttivo che grava ancora solo sulle nostre spalle.

L’obiettivo delle riforme del lavoro, della scuola e dell’università è quello di renderci tutte più insicure e precarie è ricacciarci dentro le mure domestiche,che ogni giorno sono teatro di violenze; disposizioni legislative securitarie e repressive che recepiscono e allo stesso tempo alimentano il dilagare di fascismi vecchi e nuovi, attraverso cui si impone la divisione patriarcale e razzista tra “donne per bene” ( bisognose della protezione dello Stato padre-padrone) e “donne per male”, alle quali sono riservate ogni genere di violenze e abusi attraverso le disposizioni del pacchetto sicurezza e dentro i Centri di identificazione ed espulsione.

Per la costruzione di una società sostanzialmente democratica, di donne e uomini libere/i nella vita, libere/i di sosterremo le altre iniziative che si moltiplicheranno in tutto il paese a dimostrazione della grande vivacità e capillarità del movimento delle donne in un paese che ha ampiamente superato l’orlo del baratro.

Il 25 novembre è la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne" secondo quanto deciso dall'Onu.
Per questa occasione, a Milano si terrà un Presidio in Piazza san Babila il giorno 25 novembre 2009 dalle ore 12.00 alle ore 18.00.
L’obiettivo è confrontarsi sul problema della violenza alle donne, nelle diverse forme, con tutte le persone che decideranno di partecipare.
Sarà distribuito materiale informativo e di sensibilizzazione.

sabato 14 novembre 2009

“Per un coordinamento contro la crisi”


La crisi economica in Martesana sta producendo effetti drammatici: fabbriche che chiudono, ristrutturazioni con drastiche riduzioni del personale, esternalizzazioni, mobilità. Le ore di cassa integrazione sono più che triplicate. Uno scenario che coinvolge sia i settori produttivi che quelli dei servizi. Coordiniamoci per dare insieme una risposta di resistenza e solidarietà.


Venerdi’ 20 Novembre ore 21.00
“Sala Consiliare” Municipio di Cassina de’ Pecchi (MI)
Piazza De Gasperi, 1

Assemblea Pubblica

Interverranno lavoratori/lavoratrici e delegati RSU de:

Nokia Siemens Networks Agilent Technologies Italia
Rapisarda Fatebenefratelli
Bosch/Rexroth

Rifondazione Comunista – Nord est Milano

PRIMO: IL LAVORO.
Firma anche tu le proposte di legge regionali per il reddito sociale, per il contrasto alla delocalizzazione, per la continuità produttiva per le piccole e medie imprese e per la riqualificazione tecnologica ed ecologica.
Firma anche tu le proposte alla Regione per il Parlamento ed il Governo per il blocco dei licenziamenti, gli ammortizzatori sociali per tutti e tutte, l’abolizione della precarietà.
www.prclombardia.it

giovedì 12 novembre 2009

PARCO DELLE CAVE UN BENE DI TUTTI A DIFESA DEL TERRITORIO


In vista del nuovo PGT e dopo i recenti cambi di amministrazione (Provincia di Milano e Comuni di Brugherio e Cologno), è necessario rilanciare il dibattito sul Parco delle Cave, per arrivare alla sua concreta attuazione e non abbandonare quest’area verde e agricola al degrado o a vecchi e nuovi progetti speculativi. Ne discutiamo con gli Amministratori Locali, le associazioni, i comitati, i partiti e le esperienze di Parco sovracomunale della provincia (Parco del Molgora e Parco Media Valle del Lambro).

mercoledì 11 novembre 2009

SENTENZA DELLA CORTE EUROPEA SUL CROCEFISSO/ NON TUTTO È DIRITTO


Sentenza della Corte Europea sul Crocefisso/ Non tutto è diritto
di Raniero La Valle

Vorrei dire il mio sentimento riguardo alla sentenza della Corte europea sul crocefisso nelle scuole. La sentenza è ineccepibile: una volta investita del caso, la Corte non poteva che decidere così; infatti in discussione non c’era l’utilità, l’opportunità, il significato, religioso o civile, del crocefisso, la percezione positiva o negativa che dei minori, per lo più ignari del cristianesimo, possono avere di un uomo “appeso nudo alla croce”, e così umiliato ed ucciso esposto alla vista di tutti. Non su questo verteva il giudizio e non su questo dovrebbe svilupparsi il dibattito sulla sentenza, in odio alle ragioni degli uni o degli altri, come ho visto fare anche in giornali amici. Il giudizio verteva sull’obbligo, imposto dallo Stato, di mettere il crocefisso nelle aule scolastiche; come dice la Corte di Strasburgo “sull’esposizione obbligatoria di un simbolo di una data confessione religiosa” nel contesto di una funzione pubblica gestita dal governo. È evidente che a quest’obbligo, derivante da decreti reali e da circolari fasciste che imponevano insieme al crocefisso il ritratto del re, si oppongono tutti i principi del moderno Stato di diritto, le norme della Costituzione, la Convenzione europea e forse anche la Dichiarazione conciliare “Dignitatis humane” sulla libertà religiosa.Nondimeno vorrei dire il mio sentimento di dolore per ciò che è accaduto e ancor più per ciò che può accadere.Anzitutto mi dispiace che ad attivare il procedimento nelle sue diverse fasi, con innegabile tenacia, sia stata una madre di due bambini che è anche socia dell’Unione Atei e Agnostici Razionalisti (UAAR), il che fa pensare che oltre alla difesa dei due figli da indesiderate interferenze religiose, tra i motivi del ricorso ci fosse un più generale interesse ideologico.Mi dispiace anche che la giurisdizione amministrativa italiana e il governo siano stati così miopi, sia nella sostanza che nelle motivazioni, nel respingere le ragioni della ricorrente (mentre per darle ragione sarebbe bastata la Costituzione), da provocare l’appello alla Corte di Strasburgo e da chiamare perciò in causa addirittura la Convenzione dei diritti dell’uomo; testo normativo certo pertinente, ma alquanto sproporzionato se si pensa a quali e quanti diritti umani sono impunemente e atrocemente violati in tutto il mondo, e alla compressione vicino allo zero che per contro la presenza del crocefisso nelle aule scolastiche infligge ai diritti umani dei fanciulli che sono costretti a vederlo.Inoltre mi dispiace che l’Italia, in una sede significativa come la Corte di Strasburgo, abbia mostrato il grado infimo a cui la considerazione del diritto è arrivata nel governo del nostro Paese, mettendo tra le motivazione della sua memoria difensiva “la necessità di trovare un compromesso con i partiti di ispirazione cristiana”, che nella migliore delle ipotesi è una ragione inerente alla politica politicante, cioè al potere, e non al diritto.Ma soprattutto mi dispiace che, riconoscendosi da parte di tutti che non c’è più una religione di Stato, e che non si può imporre a tutti la rappresentazione simbolica di una sola confessione, ci sia una gara per dire che il crocefisso andrebbe mantenuto perché avrebbe cessato di essere un simbolo religioso, e sarebbe invece “un simbolo dello Stato italiano”, “un simbolo della storia e della cultura italiane”, un segno “dell’identità italiana”, “una bandiera della Chiesa cattolica, l’unica – ha osservato il tribunale amministrativo di Venezia – a essere nominata nella Costituzione italiana”; anzi, secondo il Consiglio di Stato, la croce sarebbe diventata un valore laico della Costituzione e rappresenterebbe i valori della vita civile. Come dice giustamente un terzo intervenuto nel giudizio di Strasburgo (un’organizzazione per l’attuazione dei principi di Helsinki), questa posizione “è offensiva per la Chiesa”.Questa posizione è infatti atea, ma è devota, e tende a lucrare i benefici della religione come religione civile. E io dico la verità: se il Crocefisso diventasse la bandiera di un’identità, di un nazionalismo, di un razzismo, di una lotta religiosa, e se la sua difesa dovesse essere messa nelle mani di Gasparri, di Calderoli o di Pera, della Lega o di Villa Certosa, e cessasse di essere la memoria di un Dio che si è fatto uomo, per rendere gli uomini divini, e che “avendo amato i suoi fino alla fine” ha accettato dai suoi carnefici la sorte delle vittime, e continua a salire su tutti i patiboli innalzati dal potere, dal danaro e dalla guerra, allora io non vorrei più vedere un crocefisso in vita mia.E mi dispiace infine che questa controversia abbia preso il via da una regolamentazione giudiziaria, norma contro norma, obbligazione contro abolizione. Il diritto non può che operare così, e quello che era obbligatorio prima può rendere illegittimo oggi. Ma io penso che non c’è solo il diritto scritto; ci sono le consuetudini, c’è una cultura comune, che pian piano muta, che ieri era “cristiana”, oggi è agnostica, domani sarà laica; si possono far crescere i processi, senza imposizioni e senza strozzature, accompagnando col variare delle proposte educative, dei mondi vitali, delle culture diffuse, delle etnie compresenti, il variare delle forme e dei simboli mediante i quali una società rappresenta se stessa. E non è detto che tutto il cambiamento debba avvenire tutto in una volta e in tutto il Paese, come quando a un solo segnale vennero rovesciati i ritratti del re e i simboli del fascismo.Non credo che quello che oggi manca in Italia sia il riaccendersi di un conflitto religioso, di una guerra ideologica. Certo al governo piacerebbe, perché sarebbe ancora un altro modo per dirottare l’attenzione, per restare esente dal giudizio sul disastro prodotto dalle sue politiche reali.Se dovessi dire come procedere, direi che lo Stato smetta di imporre alle scuole il crocefisso, e non impugni Strasburgo; che la Chiesa non ne rivendichi l’obbligo, tanto meno come simbolo d’identità e di radici, piuttosto che come simbolo di salvezza, e per ottenerlo non corra nelle braccia del governo; e che con buon senso, secondo le tradizioni e le esigenze dei luoghi, si trovi un consenso tra genitori, alunni e maestri, sul lasciare o togliere la croce. L’ultima cosa che vorrebbe quel Dio schiavo che vi si trova appeso, è di portare l’inquietudine, l’inimicizia e lo scontro nei luoghi dove una generazione sta scegliendo, e forse solo subendo, il suo futuro.

AGILE EX EUTELIA: Come licenziare 9000 persone senza che nessuno se ne accorga !!!


AGILE -- ex EUTELIA

Come licenziare 9000 persone senza che nessuno se ne accorga !!!

È iniziato il licenziamento dei primi 1200 lavoratori di OLIVETTI - GETRONICS - BULL - EUTELIA - NOICOM - EDISONTEL, tutti confluiti in AGILE s.r.l. ora Gruppo Omega



Agile ex-Eutelia

· Agile ex Eutelia è stata consegnata a professionisti del FALLIMENTO.

· Agile ex Eutelia è stata svuotata di ogni bene mobile ed immobile.

· Agile ex Eutelia è stata condotta con maestria alla perdita di commesse e clienti.

Il gruppo Omega continua la sua opera di killer di aziende in crisi, l'ultima è Phonemedia 6600 dipendenti che subirà a breve la stessa sorte.

Siamo una realtà di quasi 10.000 dipendenti e considerando che ognuno di noi ha una famiglia, le persone coinvolte sono circa 40.000 eppure nessuno parla di noi.

· Abbiamo bisogno di visibilità Mediatica, malgrado le nostre manifestazioni nelle maggiori città italiane ( Roma – Siena - Montepaschi -- Milano -- Torino -- Ivrea -- Bari -- Napoli - Arezzo) e che alcuni di noi sono saliti sui TETTI, altri si sono INCATENATI a Roma in piazza Barberini, nessun Giornale a tiratura NAZIONALE si è occupato di noi ad eccezione dei TG REGIONALI e GIORNALI LOCALI.

· NON siamo mai stati nominati in nessun TELEGIORNALE NAZIONALE perché la parola d'ordine è che se non siamo visibili all'opinione pubblica il PROBLEMA NON ESISTE.

· Dal 4 Novembre 2009, le nostre principali sedi sono PRESIDIATE con assemblee permanenti

*Se sei solidale con noi INOLTRA QUESTO DOCUMENTO ad almeno 10 amici nei prossimi 30 minuti, non ti costa nulla, ma avrai il ringraziamento di tutti i lavoratori e le Lavoratrici di Agile ex Eutelia che da mesi sono senza stipendio *

*Altrimenti questa azienda morirà *

Le Lavoratrici e i Lavoratori di Agile s.r.l. - ex Eutelia

*GRAZIE*

Le Lavoratrici e i Lavoratori di Agile s.r.l. -- ex Eutelia

martedì 10 novembre 2009

FEDERAZIONE DELLA SINISTRA - PER UN NUOVO INIZIO 10 NOVEMBRE 2009 CAMERA DEL LAVORO ORE 21


Assemblea per la Federazione della Sinistra,

martedì 10 novembre

presso LA CAMERA DEL LAVORO DI MILANO

Corso di Porta Vittoria, 43

Per un nuovo inizio

Costruiamo insieme a Milano la Federazione della Sinistra.

Dopo l’assemblea nazionale del 18 luglio a Roma, che ha lanciato la proposta della Federazione della Sinistra Alternativa, ed in vista della prossima assemblea nazionale di novembre, che darà il via al processo costituente, convochiamo a Milano un’assemblea della Federazione, martedì 10 novembre presso la CAMERA DEL LAVORO DI MILANO.

La crisi mostra una volta di più il volto distruttivo e disumano del capitalismo e delle politiche liberiste. Abbiamo la responsabilità di costruire un’ efficace opposizione sociale, politica e culturale, in grado di proporre una uscita da sinistra dalla crisi, una strada contrapposta alle ricette della destra e al liberismo temperato del centrosinistra.

Vogliamo costruire un punto di riferimento politico della sinistra di alternativa, che coinvolga ampi settori di popolo e offra prospettive credibili per tutte/i coloro che stanno subendo e pagando la crisi con l’obiettivo di aggregare tutte le forze politiche, sociali, culturali e morali che come noi sentono la drammaticità dei tempi e l’urgenza di una risposta adeguata.

Gli elementi fondanti di questo processo di aggregazione sono principalmente sei:

· una rinnovata critica al capitalismo globalizzato. Occorre rimettere al centro la lotta contro lo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici che in questi decenni ha assunto caratteristiche barbariche e disumane: dalla disoccupazione strutturale nel mezzogiorno, alla precarizzazione del lavoro, alla sistematica compressione salariale, il lavoro è tornato ad essere pura merce, variabile dipendente di un sistema che ha glorificato il profitto. La lotta per la liberazione del lavoro si deve connettere alla lotta contro la distruzione dell’ambiente, contro l’uso mercificato dei beni pubblici naturali (acqua, aria, ecc) e sociali (città e territori) riflettendo criticamente sui limiti manifestati in questi campi anche in talune esperienze amministrative della sinistra. La lotta contro il sessismo deve essere elemento di riconoscibilità politica e programmatica per sconfiggere tutte le forme di patriarcato in tutte le sue manifestazioni: dal dominio materiale e simbolico degli uomini sulle donne, all’imposizione di una sola forma di sessualità, quella etero sessuale riproduttiva che discrimina gay, lesbiche, trans, e ogni forma di relazione affettiva non “prevista”. Va contrastata ogni discriminazione e in particolare il razzismo in tutte le sue forme per sostenere la piena autoderminazione degli uomini e delle donne. Questa critica radicale agli assetti capitalistici implica una difesa e un rafforzamento degli spazi e degli strumenti in cui crescono i saperi e il senso critico: scuola, istruzione, conoscenza, ricerca che devono essere tenuti al riparo dalla privatizzazione e dalla mercificazione.

· la difesa della Costituzione nata dalla Resistenza Antifascista che rappresenta ancora oggi un solido baluardo alle derive populiste e alle smanie di asservimento della magistratura al potere politico. Lo smantellamento della divisione dei poteri, l’asservimento e intimidazione alla libera stampa, la semplificazione parlamentare, il rafforzamento dell’esecutivo a scapito delle istituzioni di garanzia, sono i capisaldi del progetto berlusconiano. A questo progetto bisogna opporsi con coraggio, costruendo un ampio fronte democratico che impedisca la deriva plebiscitaria insita nella proposta della destra. È in gioco il destino della democrazia italiana delle future generazioni.

· una forte opposizione al sistema bipolare che rappresenta la forma istituzionale con cui il pensiero unico ha cercato di sancire l’espulsione dalla politica dei conflitti e quindi del tema dell’alternativa e della trasformazione. È per noi dirimente battere il bipolarismo, riconsegnando ai cittadini con una legge elettorale proporzionale il diritto democratico di rappresentanza politica nelle istituzioni elettive, impoverite, sempre più semplificate e rese oggi impotenti e sorde alla società.

· il polo della sinistra di alternativa non può essere costruito solo tra le forze politiche oggi esistenti ma deve essere sottratto a logiche precostituite per coinvolgere a pieno titolo tutte le esperienze di sinistra che si muovono al di fuori dei partiti. In questi anni larga parte di chi si è battuto a sinistra lo ha fatto al di fuori dei partiti e la possibilità di costruire una sinistra di alternativa degna di questo nome è possibile solo dentro una rinnovata critica della politica che veda una interlocuzione paritaria tra tutti i soggetti coinvolti.

· la sinistra italiana, che ha le sue radici nel movimento operaio, socialista, comunista, ma anche in quello antifascista, pacifista, femminista, ambientalista, LGBTQ, per i diritti civili, altermondialista, costruisce il suo futuro nella rifondazione delle teorie, delle pratiche, delle forme organizzative e nella coerenza fra proposte di obiettivi alternativi e loro concreto perseguimento.

· la Federazione della sinistra deve farsi interprete della necessità di una nuova stagione della politica, che riscopra la radicalità dell’etica pubblica e il valore della legalità, in una società più giusta e sobria. La lotta a tutte le organizzazioni criminali di stampo mafioso costituisce una priorità politica. L’intreccio tra affari, criminalità e politica sono una peculiarità del sistema di potere storicamente determinatosi nel nostro paese. Così, territori (e non solo nel sud!) e interi settori economici sono ormai controllati dai poteri illegali, la cui infiltrazione è favorita in tempi di crisi dalle ingenti quantità di risorse finanziarie di cui dispongono. In questo modo viene inquinato ed alterato il funzionamento delle istituzioni ad ogni livello ed impedita la stessa partecipazione di centinaia di migliaia di cittadini alla vita politica e sociale sul territorio. Occorre dunque ripristinare il rispetto della legalità reale, controbattere ogni forma di limitazione all’esercizio dei poteri di controllo delle diverse magistrature, difendere la libertà reale di accesso all’informazione, coniugando queste battaglie con le lotte sociali e la difesa della Costituzione Repubblicana.

Sono 20 anni che Milano viene governata dal centro destra, anzi è stata un laboratorio del suo insediamento sociale e culturale, della costruzione di un blocco sociale, di un modello inedito di centro-destra, che a partire dalla centralità della famiglia, della sussidiarietà orizzontale, dell’alleanza con la destra del movimento cooperativo, dall’accordo con settori significativi di finanza e capitale ha ridisegnato in Lombardia i confini fra pubblico e privato a partire dal settore sociosanitario per procedere con la scuola e il sistema universitario. I risultati sono devastanti: la situazione dell’area metropolitana di Milano diviene ogni giorno più preoccupante, aggredita dalla sottovalutata infiltrazione della grande criminalità organizzata,dallo scandalo dell’evasione fiscale e dalla politica (nazionale, regionale, provinciale e comunale) che ignora le necessità dei lavoratori strangolati dalla crisi, anzi distrugge la pienezza dei loro diritti. Infatti il centro-destra attacca i “beni pubblici e comuni”, istruzione e ricerca, salute e sanità pubblica, acqua, suolo e beni ambientali e culturali, limita le libertà individuali e di espressione, non valorizza le diversità alimentando paure e sentimenti razzisti ed emarginanti, stravolge nei fatti i principi fondamentali della Costituzione, favorisce il riemergere di fenomeni neofascisti, aggrava ulteriormente le condizioni di vita dei lavoratori, dei disoccupati e delle fasce più deboli della popolazione, accentuando il divario tra i redditi alti e bassi, riducendo i servizi destinati alla persona e alle tante fragilità. In vista dei faraonici e poco credibili progetti legati all’Expo 2015, ma anche in relazione alle politiche urbanistiche del Comune di Milano, gravi sono i rischi di speculazioni, ulteriore cementificazione e infiltrazioni mafiose.

Vogliamo togliere Milano dalle mani del centro-destra. Vogliamo costruire un’altra Milano e farne una città metropolitana del lavoro, della ricerca e della cultura, dell’ambiente, dell’accoglienza, della valorizzazione dei beni pubblici e comuni, vogliamo farne una grande metropoli europea inclusiva e partecipativa; vogliamo rompere lo schema voluto dai grandi poteri economici di uno sviluppo speculativo basato sulla compressione dei diritti e sulla depredazione del territorio.

A Milano il processo costituente della Federazione della Sinistra va confrontato anche con la positiva esperienza della coalizione alternativa che si è presentata alle ultime elezioni amministrative provinciali del 2009. Un progetto aperto, condiviso e plurale, che ha saputo raccogliere consensi, sostegno e partecipazione. Vogliamo che la Federazione della Sinistra a Milano sviluppi e rilanci le ragioni, le pratiche e i programmi di quell’esperienza unitaria. Vogliamo una Federazione accogliente in cui possano riconoscersi tutte le differenti esperienze, dei singoli, delle associazioni, dei movimenti e dei comitati, nel rispetto e nella valorizzazione di ciascuna specificità, storia e cultura politica. Riteniamo indispensabile a partire dall’esperienza milanese, introdurre profonde innovazioni nel modo di fare politica, per ripensare i rapporti tra incarichi politici e incarichi istituzionali, per ricostruire una nuova etica pubblica, per consentire l’effettiva partecipazione di tutti gli aderenti alle decisioni e per ridare centralità alla pratica sociale.

Promuoviamo questo appello e vi invitiamo a sottoscriverlo, consapevoli che la crisi economica, sociale, morale e politica in Italia e nella nostra città ci impone di fare presto e di avere, finalmente, la capacità di fare unità a sinistra a Milano per superare la frammentazione delle tante iniziative puntiformi, per avviare la costruzione di una presenza politica significativa, unendo forze politiche comuniste e della sinistra alternativa, grandi e piccole associazioni, liste civiche, comitati, rappresentanze del mondo del lavoro.

Agnoletto Vittorio, Benuzzi Nerina, Bergamaschi Giuseppe, Boatti Giuseppe, Bonalumi Edgardo, Brenna Sergio, Paolo Cagna Ninchi, Cambiaghi Arnaldo, Costa Luca, Di Stefano Andrea, Donati Marco, Faranda Tecla, Ferrari Saverio, Francescaglia Francesco, Gatti Massimo, Giudici Roberto, Lareno Antonio, Mastrodonato Rolando, Mazzali Mirko, Morabito Franco, Natale Emilia, Natale Giuseppe, Nigretti Saverio, Oldrini Guido, Patta Antonello, Pagaria Angelo, Dijana Pavlovic, Perego Elio, Pesce Onorina, Pestalozza Luigi, Prati Mario, Riolo Giorgio, Rizzo Basilio, Serafini Sergio, Sonego Anita, Traversa Libero, Vegetti Mario

lunedì 2 novembre 2009

VIMODRONE: BANCHETTO PRC GIOVEDI 5 NOVEMBRE 2009 IN VIA XI FEBBRAIO FRONTE N. 99 DALLE 12 ALLE 15 “PRIMO IL LAVORO”


LAVORO: RIFONDAZIONE PRESENTA LE SUE PROPOSTE DI LEGGE



Rifondazione Comunista propone leggi regionali che mirano a garantire e tutelare il lavoro e l’occupazione. Oggetto delle proposte: la continuità produttiva per le piccole e medie imprese, la riqualificazione tecnologica ed ecologica, il contrasto alla delocalizzazione e l’istituzione del reddito sociale. All’interno della campagna “Primo: il lavoro!”, che prevede iniziative e banchetti in tutto il nord Italia per sensibilizzare i cittadini sul tema del lavoro e raccogliere le firme in calce ai disegni di legge, Rifondazione presenterà anche delle proposte alla Regione da sottoporre al Parlamento e al Governo che prevedono il blocco dei licenziamenti, l’estensione e il rafforzamento degli ammortizzatori sociali per tutte le lavoratrici e i lavoratori e l’abolizione della precarietà. In Italia sono a rischio chiusura un milione di piccole imprese, questo vuol dire circa quattro milioni di posti di lavoro in meno. Un allarme che si aggiunge a quelli che già conoscevamo che vedono la perdita di cinquantamila posti di lavoro solo nella provincia di Milano. A questo il Governo risponde unicamente con la demagogia alla quale non seguono interventi concreti. A fronte di questo assordante silenzio, Rifondazione lancia questa campagna sul lavoro che parte da Milano, dalla Lombardia ma riguarda tutto il nord che mira a dare un sostegno concreto a tutte le lavoratrici e i lavoratori.

E’ proprio nel nord che la crisi sta picchiando in maniera durissima.

I dati sulla cassa integrazione sono spaventosi: più 500-600% in tutte le regioni del nord che, essendo le più industrializzate dove si concentra il cuore del tessuto manifatturiero e produttivo italiano, sono quelle che stanno pagando di più la crisi. Lanciamo questa campagna sul lavoro anche perché la Lega Nord, che aveva fatto della difesa dell’economia del territorio e dei posti di lavoro una bandiera, non sta facendo assolutamente nulla, nemmeno in termini simbolici. I numeri della crisi sono pesantissimi e il Governo non sta facendo nulla per invertire la tendenza, se non promettere soldi alle banche e alle imprese.

Così non si esce dalla crisi, ma si fa ricco chi è già ricco.

Le nostre proposte di legge mirano invece ad un’uscita a sinistra dalla crisi. Da una parte proponiamo il sostegno alla vita della gente, salvaguardandone il reddito e dall’altra proponiamo di salvaguardare l’apparato produttivo e industriale del paese.”



in caso di pioggia sarà rinviato al giorno 6-11-2009

SOLIDARIETA’ A RADIO POPOLARE


Il Partito della Rifondazione Comunista di Milano, esprime solidarietà ai redattori e lavoratori di Radio Popolare per il grave episodio di intimidazione fascista accaduto ieri mattina.

Il segretario del PRC Antonello Patta dichiara:"L’episodio intimidatorio e il messaggio fascista è molto chiaro: statevene zitti. Da tempo i fascisti di Casa Pound, Cuore Nero e Blocco Studentesco, svolgono chiare azioni squadristiche contro gli antifascisti e la sinistra in particolare. Questo avviene in diverse forme nelle scuole e in alcuni quartieri della città. Tutti gli antifascisti sono chiamati a mobilitarsi dando una risposta pacifica e democratica. Diamo una grande risposta il 12 dicembre in occasione del 40° anniversario della strage di P.zza Fontana, partecipando alla manifestazione che vuole mantenere viva la memoria, contro ogni revisionismo, sulle responsabilità dello stato e dei fascisti. Noi non dimentichiamo."
Grazie per le visite!
banda http://www.adelebox.it/