giovedì 28 maggio 2015

IL PRC NEL VOTO AMMINISTRATIVO DEL 31 MAGGIO

IL PRC NEL VOTO AMMINISTRATIVO DEL 31 MAGGIO Diversi sono i comuni al voto nella Provincia di Milano il 31 maggio. Rifondazione Comunista è presente con propri candidati, in liste unitarie della sinistra nei comuni di Corsico (Sinistra Corsico), Cologno Monzese (Sinistra Colognese), Segrate (Sinistra per Segrate) e Bollate (Per un’Altra Bollate). Dove i programmi e le proposte di governo, lo hanno reso possibile (Corsico, Cologno Monzese, Segrate) si sono confermate coalizioni di centro sinistra, mentre dove tali condizioni non si sono create (Bollate), si è scelto una presenza di sinistra con una proposta autonoma di candidato sindaco. Tutte le liste presentate, meritano il sostegno ampio e unitario, di tutti i cittadini e militanti della sinistra, che vogliono affermare una giusta politica di governo cittadino e guardano con curiosità ed interesse, alla nascita di un percorso nazionale di costruzione di una sinistra di alternativa per il governo del paese. I candidati di Rifondazione Comunista sono protagonisti in questo impegnativo percorso e per questo invitiamo tutti/e a valorizzare con le preferenze le candidature comuniste presenti nelle liste. La Segreteria Provinciale del PRC - Milano

lunedì 25 maggio 2015

SPAGNA: OTTIME NOTIZIE

DALLA SPAGNA OTTIME NOTIZIE, SCONFITTI PARTITI NEOLIBERISTI Dalle elezioni amministrative spagnole arrivano ottime notizie con la sconfitta dei partiti liberisti – popolari e socialisti – e la vittoria della sinistra alternativa. Il successo più netto l’ha avuto la lista «Barcelona in Comu», proposta dai movimenti per la casa di cui è portavoce la candidata sindaco Ada Colau, che ha vinto le elezioni con il 25,20% e 11 seggi su 41 del consiglio comunale. Si tratta di una lista che unisce i movimenti sociali e le organizzazioni della sinistra (Izquierda Unida, Podemos, Iniciativa por Cataluna) e indica la strada per vincere le prossime elezioni politiche: l’unità dei movimenti sociali e di tutte le formazioni politiche di sinistra, da Podemos a Izquierda Unida.

EUROPA, INTERVISTA A FERRERO (PRC): «DOPO IL NAZIONALISMO POLACCO E PODEMOS LA UE È A UN BIVIO»

EUROPA, INTERVISTA A FERRERO (PRC): «DOPO IL NAZIONALISMO POLACCO E PODEMOS LA UE È A UN BIVIO» Da: intelligonews.it Una riflessione sul futuro dell’Europa e dell’Italia alla luce di quanto sta accadendo in Spagna, Polonia e Grecia. IntelligoNews l’ha chiesta a Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista, da sempre molto critico sull’operato dell’Ue. La “nuova” Europa sembra piacere sempre meno ai cittadini. In Spagna vince Podemos, gli eredi degli Indignados, e in Polonia la destra ultranazionalista ed euroscettica. Era meglio la “vecchia” Europa? «Siamo di fronte alla crisi verticale di questa Unione Europea che ha prodotto solo disastri con Ferrero (Prc): “Dopo il nazionalismo polacco e Podemos la Ue è a un bivio…” le politiche di austerità che hanno distrutto i diritti dei popoli europei. In questi giorni c’è anche l’occasione per uscirne dopo la proposta avanzata da Syriza e l’ultimatum del governo greco. L’Ue oggi o va avanti così e si disintegra oppure cambia e sottrae gli Stati dai ricatti della speculazione. Siamo a un bivio e il nazionalismo polacco e Podemos sono le due alternative o si va a sinistra in senso egualitario e democratico o si va a destra in senso nazionalista e reazionario». Che conseguenze potrebbe avere l’uscita della Grecia dall’Europa? «Catastrofiche. L’idea stessa che la culla dell’Europa possa non stare in Europa è come pensare che Washington esca dagli Stati Uniti, stiamo parlando di una follia che può albergare nella mente solo di qualche banchiere o Capo di Stato ottuso e arrogante che riproduce i disastri di Hitler di 70 anni fa. Le conseguenze sarebbero gravissime, a quel punto l’unione monetaria non esisterebbe più, la speculazione farebbe il suo mestiere e ci sarebbe un ritorno di nazionalismi e ulteriore devastazione. Siamo sull’orlo dell’abisso o forse siamo già oltre». Il risultato della Spagna segna anche la fine del bipolarismo? «Certamente sì, tutti hanno capito che il bipolarismo è finto, in Spagna, come in Italia e in Europa. La Merkel governa con Spd, in Italia le riforme le ha fatto il centrosinistra insieme a Berlusconi, il bipolarismo è una finzione teatrale, mentre ci sono due sodali che la pensano più o meno allo stesso modo. In Spagna, a Barcellona, vince Podemos ma in realtà è una lettura semplificata, ha vinto il movimento per la casa contro gli sfratti che ha avanzato un appello a tutte le forze della sinistra di costituire una lista unitaria, cosa che per la prima volta è accaduta in Spagna. E’ possibile quindi che Barcellona possa essere governata anche dalla sinistra di alternativa. Podemos da solo non sarebbe nelle condizioni di vincere le elezioni perché il Pp rimane il primo partito, il grande segnale è che l’unità di tutte le forze di sinistra evita la vittoria del Pp». Renzi parla di vittoria alle regionali anche in caso di un 4 a 3. E’ un modo di mettere le mani avanti o una tattica per portare al voto l’elettorato del Pd? «Mette le mani avanti e fissa l’asticella bassa per poi potersi dichiarare vincitore. Oggi le regioni in mani al Pd sono 5, quindi un 4 a 3 sarebbe una sconfitta. Renzi è in grado di comandare ma non di governare e costruire il consenso sulle sue riforme, come quella della scuola, giustamente letta come una cartina di tornasole di un impianto di destra indistinguibile da quello di Berlusconi. C’è una crisi vera nell’elettorato del Pd». Come procede l’asse con Civati ora che si è chiamato fuori dal Pd? «Abbiamo fatto un’iniziativa a Genova sia per sostenere Pastorino, candidato presidente della sinistra unitaria, sia per il lancio di un progetto di aggregazione e costruzione a sinistra. Dopo le regionali, i presupposti ci sono tutti per dar vita a questa costituente e considero molto positivo che ci sia una pluralità di forze che concorrono, dai compagni che escono dal Pd a Rifondazione, da Sel a forze come L’Altra Europa e gente del sindacato. E’ un percorso su cui lavoriamo da tempo, in tutte le regioni Rifondazione ha lavorato per avere liste unitarie di sinistra, fuori dal centrosinistra, ce l’abbiamo fatta in tutte le regioni, in alcune lo schieramento è più ampio, in altre è più stretto, il nostro obiettivo è quello di consolidare questo percorso di ampia unità a sinistra, alternativo al Pd»

martedì 19 maggio 2015

PRC VIMO IN PIAZZA DOMENICA 24 MAGGIO X RACCOLTA FIRME NO TTIP


PRC VIMO IN PIAZZA DOMENICA 24 MAGGIO X RACCOLTA FIRME TTIP La campagna “Stop TTIP ECI” (EuropeanCitizens’ Iniziative) COS’E’ IL TTIP (Trans-Atlantic Trade and Investment Partnership)? Il TTIP (Trans-Atlantic Trade and Investment Partnership) è il trattato di libero scambio che gli USA e l’UE stanno cercando formalmente di concludere da circa un anno. L’obiettivo dichiarato sarebbe la creazione di un’enorme area di libero scambio trans-atlantica con il 50% del PIL mondiale e 800 milioni di consumatori.
Ad oggi ciò che emerge è la segretezza che impedisce ai contenuti di negoziati di raggiungere l’opinione pubblica europea e americana.


A mobilitare la campagna italiana insieme a quelle europee è anche quel principio di armonizzazione delle normative che vorrebbe adeguare le regolamentazioni americane ed europee anche in settori particolarmente delicati come l’ambiente, la salute, i prodotti alimentari, la privacy, il diritto al lavoro per la salute pubblica e la sovranità nazionale, quest’ultima minacciata dal sistema di risoluzione delle controversie denominato ISDS (Investor-State Dispute Settlement) che in decine di Stati come l’Australia, l’Uruguay, la Germania, il Canada sta costringendo i governi ed i loro cittadini a pagare costosissime multe per aver anteposto la tutela dei diritti agli interessi delle multinazionali impedendo che prodotti e produzioni pericolose possano valicare i confini e minacciare la propria popolazione.


 Perché la Campagna STOP-TTIP Italia aderisce all’ICE? Pensiamo sia nostro diritto come cittadini dell'UE di avere voce in capitolo sulle questioni che ci riguardano: il TTIP come il CETA avrà profondi effetti sulle nostre vite e la nostra società.
Per questo abbiamo deciso di portare avanti l’ICE in maniera auto-organizzata. In tal modo vorremmo: 1) Informare e sensibilizzare i cittadini riguardo ai pericoli connessi al TTIP e al CETA; 2) Dimostrare alle istituzioni europee che un ampio numero di cittadini si oppone a questi trattati nonostante sia gli USA che la Commissione Europea sembrino non curarsene; 3) Costruire un forte movimento di opposizione in grado di diffondersi a tutti i paesi dell’UE.

ABOLIRE LA RIFORMA FORNERO

ABOLIRE LA RIFORMA FORNERO


Sulle pensioni viene fatta molta voluta confusione. Va ricordato che, a partire dal 1998, il saldo tra i contributi versati e le pensioni erogate al netto delle tasse – che rientrano nelle casse dello stato – è in attivo. Un attivo che per il 2013 è stato di ben 21 miliardi di euro. Dunque il sistema pensionistico contribuisce ogni anno al bilancio pubblico e non viceversa.

Al tempo stesso quel sistema è iniquo per il livello troppo basso della maggior parte delle pensioni, e lo è tanto più dopo la controriforma Fornero, che con l’innalzamento di 6-7 anni dell’età pensionabile ha solo prodotto nuova disoccupazione tra i giovani e lasciato migliaia di lavoratrici e lavoratori che hanno perso il lavoro senza nessun reddito. Mentre i lavoratori precari ad una pensione dignitosa non ci arriveranno mai.

Un governo decente dovrebbe rispettare la sentenza della Corte, cosa che il governo Renzi non fa, continuando a danneggiare in particolare le pensioni medie, che con il sistema dell’una-tantum non recuperano per nulla la perdita comportata dal blocco quadriennale delle rivalutazioni. Mentre contemporaneamente va rimessa in discussione tutta la controriforma Fornero, a partire dall’innalzamento dell’età pensionabile e vanno colpiti i privilegi mettendo un tetto per le pensioni a 5000 euro.

mercoledì 13 maggio 2015

IL TEMPO È ORA!

Il tempo è ora! documento approvato dalla direzione PRC Il tempo è ora! Nel corso degli ultimi mesi sono venute maturando in Italia le condizioni per dar vita ad un processo di costruzione di un soggetto politico unitario della sinistra antiliberista. Si tratta di un fatto molto positivo che ha avuto negli ultimi giorni una decisa accelerazione e che pone concretamente dinnanzi a noi la possibilità oltre che la necessità di dar vita ad un processo costituente della sinistra. Da molto tempo Rifondazione Comunista lavora per dar vita a questo processo costituente, per costruire una Syriza italiana, e ritiene quindi assolutamente necessario operare oggi per la sua realizzazione. Se non ora quando? Gli elementi che maggiormente hanno costruito le condizioni dell’avviarsi di questo processo sono due. In primo luogo la vittoria di Syriza in Grecia – accompagnata dall’emergere di Podemos in Spagna – ha reso evidente a livello di massa la presenza di una posizione antiliberista a livello europeo contro le due posizioni liberiste egemoni: quella tecnocratica e quella razzista e nazionalista. La vittoria di Syriza non solo ha aperto una speranza per vasti strati popolari ma ha inciso positivamente anche sul dibattito interno alla sinistra, diventando il punto di riferimento principale per la maggioranza di coloro che si oppongono alle politiche neoliberiste. In secondo luogo le politiche del governo Renzi che nel loro carattere palesemente di destra hanno allargato contraddizioni già presenti fino a farle esplodere. In primo luogo l’attacco ai diritti sociali ha determinato una forte critica da parte dei settori sociali interessati e ha portato alla rottura dell’esecutivo con la maggioranza delle organizzazioni sindacali. Pur non avendo, quest’ultime, intrapreso una coerente azione di mobilitazione e di lotta, questo fatto rappresenta un punto rilevantissimo e di grande novità. Dal JOBS Act alla “riforma” della scuola, la rottura è stata palese e foriera di ulteriori positivi sviluppi. La fine del collateralismo tra Cgil e PD è un fatto nuovo che parla di un inedito spazio politico. In secondo luogo la rottura dell’esecutivo con ampi settori democratici sul terreno delle riforme costituzionali e della legge elettorale. Per la prima volta risulta chiaro che il PD di Renzi sta destrutturando il sistema democratico e viene quindi a cadere l’ultimo presupposto fondativo del bipolarismo italiano. La stessa scelta di una legge elettorale ipermaggioritaria basata sui partiti e non sulle coalizioni elimina ogni spazio di ambiguità nei rapporti tra la sinistra e il PD: o si sta con Renzi o ci si pone in alternativa a Renzi. In questo contesto si sono aperte significative contraddizioni all’interno del PD che oltre ad un processo di disaffezione e di allontanamento a livello di base, hanno dato luogo ad un positivo protagonismo anche di parti del gruppo dirigente nazionale che hanno rotto e stanno rompendo con il PD. Parallelamente SEL, pur con contraddizioni politiche non risolte in merito al superamento chiaro delle illusioni sul centro sinistra, si colloca oggi sulla strada di costruire un soggetto unico della sinistra nella realtà del paese. Si tratta quindi di cogliere la decisiva occasione di coniugare le contraddizioni aperte dal governo Renzi con la disponibilità politica a costruire una sinistra antiliberista che sappia costruire una positiva sinergia con la “Coalizione sociale” proposta da Landini, che auspichiamo possa svilupparsi, contribuendo al superamento della passività sociale che ha caratterizzato fortemente questi ultimi anni. In questo quadro importante è il passaggio delle elezioni regionali che vedono in ogni regione la presenza di liste unitarie collocate chiaramente in alternativa al centro sinistra. Rifondazione Comunista ha lavorato a fondo per realizzare queste liste, riuscendo a determinare in alcune realtà schieramenti alternativi ampi. Dobbiamo quindi operare affinché in tutte le elezioni regionali cominci ad emergere chiaramente un progetto politico di sinistra alternativo a quello renziano. In questo contesto decisiva è la presenza e il ruolo che ha giocato e che deve continuare a giocare l’Altra Europa. Dopo aver dato vita alla lista unitaria per le elezioni europee, l’Altra Europa è – da un lato – l’unico soggetto unitario, costitutivamente plurale, in campo. Inoltre, la dichiarata volontà de l’Altra Europa di essere un soggetto politico che opera con l’unica finalità di dar vita ad un processo di aggregazione più ampio, ne ha definito un ruolo centrale in tutti i processi di dialogo ed iniziativa posti in essere in questi mesi. Riteniamo quindi assai importante il ruolo politico dell’Altra Europa al fine di dar vita ad un processo costituente che non abbia caratteristiche pattizie ma che ponga esplicitamente il tema di un nuovo inizio. Rifondazione Comunista ritiene quindi necessario operare immediatamente per costruire il percorso politico unitario, intrecciandolo alla costruzione del conflitto sociale a partire dalla questione del lavoro, della scuola, del reddito minimo, al fine di arrivare prima dell’estate alla partenza del processo costituente della sinistra antiliberista. La proposta politica che noi avanziamo è quella esplicitata in modo chiaro nel documento dell’ultimo congresso tenutosi a Perugia nel dicembre 2013 e che qui riportiamo integralmente: “Come abbiamo detto più volte Rifondazione Comunista è necessaria ma non sufficiente e per questo proponiamo di avviare un processo fondativo di un soggetto politico unitario della sinistra di alternativa. Riteniamo, infatti, che le frammentazioni e la divisione della sinistra italiana siano l’esito della radicale sconfitta sociale e politica degli ultimi decenni, ma anche dei nostri errori e limiti soggettivi. Nell’avanzare questa proposta siamo perfettamente consapevoli che i tentativi di riaggregazione che in questi anni abbiamo insistito a promuovere sono stati viziati da limiti soggettivi relativi alla natura stessa dei processi unitari messi in campo. Non si può costruire l’unità a partire da accordi di vertice fra organizzazioni ed aggregazioni che nel corso del tempo si sono divise, senza percorsi reali di condivisione democratica e partecipata di contenuti e priorità. Non si può costruire l’unità solo sulla base delle scadenze elettorali e meno ancora con l’unico obiettivo di superare quorum e sbarramenti con liste improvvisate ed espressione di equilibri incomprensibili ai più. Non si può costruire l’unità sulla base di pregiudiziali ideologiche od organizzative tese a pretendere scioglimenti, abiure ed ulteriori divisioni nelle già troppe organizzazioni esistenti. Non si può separare il processo di unificazione e aggregazione politica dai processi di costruzione e internità al conflitto sociale. L’unità politica è strettamente connessa alla costruzione di un movimento unitario contro il liberismo e l’attacco alla democrazia, di cui la manifestazione del 12 è il primo passo. Riteniamo pertanto che sia necessario fare un salto di qualità che non ripeta gli errori del passato. Per questi motivi il Prc propone alcune idee che ritiene utili per poter determinare il salto di qualità che tutte e tutti sentono necessario, anche sulla base di quanto accade nel resto d’Europa, con le positive esperienze di aggregazione di Syriza, del Front de Gauche, di Izquierda Unida. 1. 1. È necessario avviare un processo fondativo di un soggetto politico unitario della sinistra sulla base della costruzione di una piattaforma antiliberista che delinei l’uscita a sinistra dalla crisi, che si connoti per l’autonomia e l’alterità rispetto al centrosinistra e al Partito Democratico, per il riferimento in Europa al Partito della Sinistra Europea e al Gue, per l’esplicito collegamento con le battaglie della Fiom, della sinistra della CGIL, del sindacalismo di base e dei movimenti di trasformazione. 2. 2. È importante che tale soggetto assuma come centrale una piattaforma per la ricostruzione della sovranità popolare e la rifondazione democratica di ogni ambito della vita sociale e politica a partire dalla difesa e dall’attuazione della Costituzione. Dalla democrazia nei luoghi di lavoro, allo sviluppo della democrazia partecipativa e diretta, alla ripresa di un’iniziativa costante per il sistema proporzionale sul terreno della democrazia rappresentativa. 3. 3. È indispensabile che il processo di costruzione di tale soggetto, non avvenga in modo verticista e pattizio, ma attraverso il coinvolgimento democratico e partecipato di tutte le persone concordi con gli obiettivi unitari, sulla base del principio “una testa, un voto”; che il soggetto unitario abbia piena titolarità sulla rappresentanza elettorale; che le forze organizzate, locali e nazionali, che scelgano di attivarsi per il processo unitario senza sciogliersi, s’impegnino a non esercitare vincoli di mandato ed a garantire la libera scelta individuale nell’adesione al nuovo soggetto politico da parte dei propri iscritti e iscritte. “ L’unità tra le forze politiche della sinistra è quindi una condizione necessaria al fine di dar vita ad un processo costituente, nella chiarezza che l’obiettivo da raggiungere è la fondazione di un nuovo soggetto politico – non la federazione o l’allargamento dei soggetti attuali – e il suo intreccio con i movimenti sociali. Unità finalizzata a dar vita ad un nuovo spazio pubblico della sinistra, che veda tutti i soggetti individuali e collettivi coinvolti con pari dignità in un processo democratico e partecipato. A tal riguardo è decisiva la relazione tra democrazia, partecipazione e pluralismo del soggetto stesso a cui vogliamo dar vita. Le caratteristiche che noi riteniamo necessarie al fine di costruire una sinistra di popolo sono la piena democraticità del nuovo soggetto politico e il rispetto e la valorizzazione della pluralità delle culture e delle appartenenze che necessariamente lo caratterizzeranno. Non si tratta quindi di dar vita all’ennesimo partito della sinistra che sarebbe destinato a ripercorrere inevitabilmente le divisioni e i processi di abbandono silenzioso a cui abbiamo già assistito troppe volte, ma si tratta di costruire un soggetto unitario e plurale che oltre a praticare la critica dell’economia politica sia in grado di misurarsi con la critica della politica. L’unità deve essere finalizzata all’innovazione e alla definizione processuale di forme organizzative che sappiano valorizzare le differenze invece di irrigidirle. Documento approvato dalla Direzione Nazionale del 10/5/2015

giovedì 7 maggio 2015

INTERVISTA A PAOLO FERRERO SEGR. P.R.C. DA AFFARI ITALIANI

Nasce la costituente della sinistra. Ferrero: “Lavorare con Landini” Da: http://www.affaritaliani.it/ - Paolo Ferrero, segretario del Prc, risponde positivamente all’appello di Civati e di Sel che si sono detti pronti a dar vita a un partito a sinistra del Pd e spiega: “Rifondazione da alcuni anni parla della necessità di costruire una Syriza italiana. L’idea che abbiamo è quella di riunire tutte le forze a sinistra del Pd per aprire un processo costituente”. Landini leader? “Ha detto in modo molto chiaro che rimane nel sindacato e lavora per la costruzione di una coalizione sociale” Giovedì, 7 maggio 2015 – 09:53:00 Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, intervistato da Affaritaliani.it, risponde positivamente all’appello di Civati e di Sel che si sono detti pronti a dar vita a un partito a sinistra del Pd e spiega: “Rifondazione da alcuni anni parla della necessità di costruire una Syriza italiana. L’idea che abbiamo è quella di riunire tutte le forze a sinistra del Pd per aprire un processo costituente”. Landini leader? “Ha detto in modo molto chiaro che rimane nel sindacato e lavora per la costruzione di una coalizione sociale” Civati è uscito dal Pd e Sel lo ha subito invitato a dare vita a un soggetto politico a sinistra del Pd. E’ un progetto fattibile? “Rifondazione da alcuni anni parla della necessità di costruire una Syriza italiana. L’idea che abbiamo è quella di riunire tutte le forze a sinistra del Pd per aprire un processo costituente in cui possano partecipare tutti coloro che sono impegnati a sinistra, sia quelli che sono iscritti ai partiti, sia quelli che non sono iscritti da nessuna parte” Si è parlato di Landini come possibile leader… “Penso che le persone vadano prese sul serio per quello che dicono. Il segretario della Fiom ha detto in modo molto chiaro che rimane nel sindacato e lavora per la costruzione di una coalizione sociale. Penso che questa sia una cosa molto positiva in sinergia con la costruzione un soggetto politico della sinistra. Per questo le forze politiche impegnate a sinistra devono aprire una costituente che non sia solo una sommatoria di partiti ma che apra uno spazio pubblico della sinistra”. Il leader lo sceglierete con le primarie? “E’ l’ultimo problema. Partire dal leader vuol dire inseguire la disperazione sociale che cerca l’uomo della provvidenza. Penso invece che la costituente di sinistra debba fondarsi sul protagonismo popolare dal basso anziché affidarsi a un uomo della provvidenza che risolva miracolosamente i problemi. La vera forza non sta nel leader carismatico ma nel fatto che la gente capisca bene i suoi problemi e che si muova di conseguenza. La protesta contro la riforma di questi giorni della scuola è esemplificativa”. Ovvero? “C’è un leader carismatico della protesta? Non si sanno nemmeno i nomi di coloro che sono contro questa porcheria voluta da Renzi. Però c’è un protagonismo diffuso del mondo della scuola che sta facendo capire le cose agli italiani e sta obbligando il governo a discutere. Noi abbiamo bisogno d questo, di riuscire a ricostruire un protagonismo diffuso. Bisogna partire dai piedi e non dalla testa”. Quando nascerà questa costituente di sinistra? “Già con le Regionali ci sono alcune esperienze che vanno in questa direzione: penso alla Liguria, alla Toscana ma anche alla Campania e alle Marche dove Sel Rifondazione, Altra Europa e i movimenti hanno un loro candidato comune. Sono sicuro che avremo dei bei risultati. In ogni caso non propongo nessuna data, perché, se si vuole fare un percorso unitario per fare una costituente, è necessario che nessuno metta il cappello sul progetto. I modi concreti di procedere devono essere decisi tutti insieme per far sì che nessuno si senta scavalcato. Auspico però che si riesca molto rapidamente a dare il via a questa costituente”.

martedì 5 maggio 2015

5 MAGGIO 2015 - SCIOPERO SCUOLA - PERCHÉ DICIAMO NO ALLA SCUOLA DI RENZI

5 MAGGIO SIOPERO SCUOLA - PERCHÉ DICIAMO NO ALLA SCUOLA DI RENZI Perché pensiamo che lo Stato deve investire risorse adeguate per le scuole pubbliche per garantire il diritto allo studio; il governo, invece, prevede che nei prossimi anni la spesa per l’istruzione, la più bassa d’Europa, continui a calare. Questo comporta che, come già avviene con il contributo cosiddetto “volontario”, i costi graveranno sempre più sui genitori; perché pensiamo che sia ingiusto, oltre che anticostituzionale, regalare soldi alle scuole private il governo, invece, vuole ingrossare il fiume di danaro che già viene destinato alle scuole private con sgravi fiscali per le rette e altre agevolazioni; perché pensiamo che la gestione della scuola debba essere democratica, con la partecipazione di tutte le componenti scolastiche – genitori, docenti, personale ATA e, nelle scuole superiori, gli studenti; il governo, invece, vuole concentrare tutto il potere nelle mani del dirigente scolastico e cancellare di fatto gli Organi Collegiali; perché pensiamo che l’istruzione non debba essere sottoposta alle esigenze degli sponsor e dei privati che potranno finanziarla per il loro tornaconto: il governo, invece, vuole affidare ai privati non solo i finanziamenti ma anche i contenuti della didattica, accentuando le differenze tra le scuole sulla base del contesto sociale ed economico in cui si trovano; perché pensiamo che ogni scuola abbia diritto ad avere insegnanti preparati e stabili, selezionati con criteri oggettivi e procedure trasparenti, insegnanti che possano dedicarsi con serenità ai propri compiti educativi e cooperare tra di loro; il governo, invece, vuole che a scegliere gli insegnanti siano i dirigenti scolastici, che avranno anche il potere di confermarli o meno, con totale discrezionalità. Conformismo e disponibilità alla sottomissione prevarranno su indipendenza di giudizio e libertà di insegnamento; perché pensiamo che le controriforme degli ultimi anni, Moratti e Gelmini, che hanno impoverito la qualità della scuola debbano essere cancellate; il governo, invece, non le modifica di una virgola, anzi, completa il disegno di smantellamento della scuola della Costituzione sull’unico punto che non era ancora stato toccato: lo stato giuridico dei docenti.
Grazie per le visite!
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