giovedì 23 dicembre 2010

AUGURI DAL PRC...




















INTERVISTA A

PAOLO FERRERO

SEGRETARIO NAZIONALE PRC

Paolo Ferrero: «Rifondazione è in movimento, Berlusconi è fermo all'Ottocento»
intervista di Frida Nacinovich

Segretario, se andassero in porto i tagli all'editoria, questa potrebbe essere una delle ultime interviste a "Liberazione". Bel regalo di Natale dal governo Berlusconi....

Berlusconi ha un'idea fascista dell'informazione. Mettere in ginocchio giornali e piccoli editori significa trasformare l'informazione in informazione di regime. Nella stampa dei poteri forti. Ma chi pensa che l'antidoto al regime sia il mercato commette un grave errore. Magari chi è nelle grazie degli imprenditori avrà pubblicità e soldi, ma chi invece li critica, chi contesta il sistema non avrà una lira. Il mercato non è un antidoto alla lottizzazione o al regime, ne è l'altra faccia.

E l'altra faccia di questo governo sono le piazze piene di studenti che protestano, non solo contro la riforma Gelmini ma contro la loro precarietà esistenziale.

Questo movimento nasce dentro la crisi economica. Un'intera generazione che si ribella a un destino di precarietà, al ruolo che le è stato riservato dalle classi dominanti e dalle politiche europee. La gestione capitalistica della crisi mette in ginocchio le nuove generazioni e prevede il loro impoverimento. Essere giovani oggi non è solo una condizione generazionale ma è come appartenere ad una classe sociale sfruttata, precarizzata, senza speranza. Va colto il nodo strutturalmente, potenzialmente anticapitalistico della condizione giovanile oggi.

I ragazzi chiedono futuro, la politica è incapace di rispondere.

Questo movimento è nato e sta crescendo dentro la crisi della politica. Nati e cresciuti dentro il bipolarismo, i giovani di oggi non hanno mai avuto alcuna risposta dalla politica. Non sperano più nella capacità della politica di affrontare e risolvere i problemi della loro condizione sociale e si potrebbe dire anche esistenziale. Le proteste del '68 e del '69 trovarono uno sbocco politico attraverso partiti, sindacati, associazioni. Anche il movimento di Genova ha avuto un legame forte con la politica, con un importante ruolo di Rifondazione comunista. Oggi no, non più. Le delusioni che i giovani hanno avuto in questi vent'anni dai diversi governi - compreso Prodi e Rifondazione - hanno prodotto una sfiducia verso i partiti che è del tutto comprensibile. La politica non è vista come il terreno attraverso cui si possono cambiare le cose. Da qui un senso di estraneità e di rivolta, che chiede il cambiamento ma proprio per questo non ritiene i partiti uno strumento utile a dare una risposta. Vi è una grossa domanda politica, di cambiamento, che giustamente è diffidente verso la politica così come oggi è organizzata nel teatrino bipolare dell'alternanza tra simili.

I ragazzi in piazza esprimono valori forti: la cultura, la ricerca, il lavoro.

Il movimento chiede un cambiamento radicale della società: diritto allo studio, un lavoro decente, una vita degna di essere vissuta. I ragazzi si ribellano a un mondo dove i soldi sono gestiti dalle banche, i ricchi sono sempre più ricchi, i poveri aumentano giorno dopo giorno. Diciamo che la radicalità dei contenuti non ha oggi un linguaggio e un universo simbolico a disposizione per rappresentare la propria voglia di cambiamento. A questo nodo politico dobbiamo lavorare per porci l'obiettivo di formulare, con i ragazzi e le ragazze del movimento, delle risposte.

C'era molta rabbia in piazza.

Alcune forme di protesta sono frutto di questa giusta arrabbiatura per l'impermeabilità del sistema politico. Così come sono il frutto della spettacolarizzazione del sistema dell'informazione: per finire in prima pagina non devi fare un corteo pacifico di centomila studenti ma devi fare a botte. Il sistema è questo. I moralisti dell'informazione che se la prendono con gli studenti rivoltosi sono gli stessi che parlano degli studenti solo se ci sono casini.

E la politica? Si chiude nelle zone rosse?

Il potere si è blindato nella zona rossa. L'unico che ha fatto un gesto politico positivo è stato Napolitano, ricevendo gli studenti e quindi riconoscendo le ragioni della loro protesta. La politica ha dato di sé uno spettacolo devastante: compravendita di voti, passaggi di casacca. Il Governo non si è posto il problema di ascoltare i ragazzi. Li considera nemici senza neppure discuterci. Cercano di trasformare un problema politico in problema di ordine pubblico. La democrazia conquistata a fatica nel novecento viene cancellata con un colpo di spugna. Fra Bava Beccaris che a fine ottocento spara con i cannoni sulla folla e Giovanni Giolitti che non manda i soldati contro gli operai che occupano le fabbriche c'è una differenza profonda. Beccaris non riconosce la questione sociale, per lui è solo un problema di ordine pubblico. Giolitti fa l'esatto contrario. Ora Berlusconi sta uscendo dal novecento per tornare all'ottocento. Chi non è d'accordo con lui, chi protesta è un nemico.

Di politici in piazza mercoledì ce ne erano ben pochi. E un unico segretario, lo stiamo intervistando.

In piazza c'era Rifondazione comunista, la federazione della Sinistra, mancava l'opposizione parlamentare. Del resto le avances del Pd al Terzo polo sono politicamente devastanti. Il più grande partito di opposizione ha teso la mano a chi come Fini vota la riforma Gelmini e avvalla le politiche del governo sul lavoro. Così facendo la politica si autoconfina nella zona rossa.

Quali saranno i prossimi passi?

Rifondazione è nel movimento. In strada come sui tetti. Vogliamo capire ed imparare. Vogliamo partecipare ad organizzare le lotte e a sviluppare la riflessione su come costruire un progetto di trasformazione, un movimento politico di massa. Abbiamo contribuito alla riuscita della mobilitazione del 16 ottobre, siamo dentro le lotte studentesche. Vogliamo continuare a starci per costruire insieme un rafforzamento del movimento e un dialogo tra studenti e lavoratori che metta in discussione la comune condizione di sfruttati senza prospettive.

Ora che la Gelmini ha avuto il via libera del Parlamento che ne sarà del movimento, studentesco e non solo?

Durerà se saprà costruire "istituzioni di movimento". Nel biennio '68-'69 successe così: nacquero consigli di fabbrica, comitati di zona. Dopo Genova sono nati i social forum. La ribellione contro un provvedimento ingiusto può e deve trasformarsi in un movimento di massa per cambiare lo stato delle cose presenti, per fare questo deve sedimentarsi in forme di partecipazione democratica. E' questa la sfida delle prossime settimane.

Che fare allora?

Occorre evitare due errori. Il primo è mettere al centro dell'azione del movimento la sola rivolta. Ci riporta diritti all'ottocento. Lo stato si chiude nella zona rossa e a te non resta che dar l'assalto al municipio. Per cambiare lo stato delle cose non basta il carnevale della rivolta. La reazione è comprensibile ma non è sufficiente. Un altro errore è pensare che lo sbocco del movimento sia quello elettorale, come una specie di passaggio di testimone dalla lotta alla rappresentanza istituzionale. Fu l'errore fatto da Rifondazione dopo Genova. Evitare il ribellismo e il politicismo per costruire consapevolmente un movimento politico di massa che si sedimenti nel tempo e nello spazio. Si dia una prospettiva e si radichi sui territori.

Domanda delle domande: come sconfiggere Berlusconi? Stiamo parlando di David contro Golia.

Bisogna sconfiggere Berlusconi e costruire un'alternativa al bipolarismo. Se continuiamo a ragionare secondo la logica del meno peggio - essenza del bipolarismo - non andiamo da nessuna parte. Noi vogliamo costituire un fronte democratico con chi effettivamente si oppone a Berlusconi, non con chi vota i suoi provvedimenti, come Fini. Per questo diciamo al Pd di smetterla con il politicismo e di costruire da subito il fronte democratico delle opposizioni, che deve essere costruito nel paese prima che sul terreno elettorale. Parallelamente proponiamo a tutta la sinistra, da Sel alle forze alla nostra sinistra, di formare un polo della sinistra italiana perché questo centrosinistra è totalmente inadeguato per rispondere alle richieste degli studenti e anche a quelle degli operai. Occorre costruire un fronte democratico per sconfiggere Berlusconi e un polo della sinistra per sconfiggere anche il berlusconismo.

24/12/2010









lunedì 20 dicembre 2010

NO AI TAGLI A SCUOLA UNIVERSITA' RICERCA CULTURA


PARTECIPATA RIFORMA DI SCUOLA E UNIVERSITÀ - PIÙ INVESTIMENTI PER LA DIFESA DI UNA FORMAZIONE E DI UNA RICERCA PUBBLICHE - LA DIFESA DEI DIRITTI DEL LAVORO E AL SAPERE
Lavoro e sapere sono beni comuni che questo governo vuole privatizzare, togliendo diritti, e finanche consapevolezza dei diritti, a intere generazioni che vivono ormai un lungo presente di precarietà.
Sintesi non mirabile delle politiche del governo sui saperi e sulle giovani generazioni è il DDL Gelmini sull’università, che si aggiunge ai tagli imposti daTremonti.
Le bugie della Gelmini sono contraddette dal testo del DDL che implica:
*precarizzazione della ricerca con la messa ad esaurimento del ruolo del ricercatore
*regalo ai privati della governance dell’università, riformata peraltro in senso antidemocratico
*eliminazione di fatto del diritto allo studio, ossia di un reale criterio di merito
*più potere ai baroni nel reclutamento
Dopo lo scempio della fiducia comprata in Parlamento, delle istituzioni diventate luogo di mercimonio, di ingenti spese militari a fronte della crisi fatta pagare a lavorat@ e studenti con tagli a istruzione e welfare, si è dimostrato ancora una volta come i luoghi della democrazia non siano i palazzi del Potere, né tantomeno le tecnocrazie europee, ma i tetti, le piazze, le gru, le aule occupate.
Nuovi spazi pubblici si stanno costruendo ad Atene, Londra, Parigi, Roma, in tutta Europa e in tutta Italia.
«I POPOLI NON DOVREBBERO AVER PAURA DEI PRO PRI GOVERNI: SONO I GOVERNI CHE DOVREBBERO AVER PAURA DEI POPOLI…»
Una intera generazione si sta riprendendo lo spazio della politica e il tempo futuro, occupando scuole e atenei, difendendo i monumenti dalla barbarie berlusconiana, percorrendo strade e città, bloccando i flussi di merci che invadono le vite.
Tutti i soggetti della conoscenza (student@, precar@, ricercator@, artist@ ...) si sono uniti CONTRO- I TAGLI A SCUOLA UNIVERSITÀ, RICERCA, CULTURA- LA PRECARIZZAZIONE DELLE VITE, DEI SAPERI, DEL LAVORO PER- UNA VERA E PARTECIPATA RIFORMA DI SCUOLA E UNIVERSITÀ - PIÙ INVESTIMENTI E PER LA DIFESA DI UNA FORMAZIONE E DI UNA RICERCA PUBBLICHE- LA DIFESA DEI DIRITTI DEL LAVORO E AL SAPERE
Sta nascendo una nuovaa generazione politica europea, una Europa dei popoli, che non solo non vuole pagare la crisi, ma vuole mettere in crisi un sistema che condanna ad un futuro di precarietà, cancella diritti, distrugge le nuove generazioni e le considera un problema di ordine pubblico.
Scuole e università di tutta Italia hanno già tolto la fiducia al Governo, ma il DDL è di nuovo in discussione al Senato nei prossimi giorni.
Nonostante i tentativi di criminalizzazione, questa generazione non si ritira e continua a lottare
PER IL RITIRO DEL DDL GELMINI
LA LOTTA FA SCUOLA, LA GELMINI LA DISTRUGGE!

martedì 14 dicembre 2010

SABATO 18 DICEMBRE ANTIFASCISTA




APPELLO

A TUTTE LE CITTADINE E I CITTADINI DI MILANO CHE SI RICONOSCONO NEI
VALORI DELLA COSTITUZIONE REPUBBLICANA NATA DALLA LOTTA DI RESISTENZA
PER LIBERARE IL NOSTRO PAESE DALLA DITTATURA NAZI-FASCISTA

Nei giorni scorsi Forza Nuova era stata autorizzata ad aprire una sede
in Corso Buenos Aires a Milano, in locali di proprietà
dell'Amministrazione Comunale di Milano.
Come ben sapete, Forza Nuova, è una organizzazione di stampo neofascista.
I sottoscrittori in calce a questo appello sgomenti e preoccupati per
la gravità e la portata di tale iniziativa avevano promosso una
manifestazione e pressioni Istituzionali per far revocare tale concessione.
La nostra mobilitazione ha ottenuto un primo risultato ed il Comune,
lunedì 13, ha notificato ai neofascisti la cancellazione della
disponibilità alla apertura di una loro sede in quei locali.
Nondimeno Forza Nuova ha confermato la sua intenzione di prendere
possesso di quella sede trovandosi, inoltre, spalleggiata da esponenti
di primo piano del PdL come Marco Osnato Vice coordinatore cittadino,
il consigliere Aldo Brandirali della lista Moratti e Roberta Capotosti
consigliera provinciale del PdL.
Ancora una volta una parte della destra spalleggia chi infanga la
memoria di Milano, città medaglia d’Oro della Resistenza, legittimando
richieste di spazi organizzativi e politici a forze che hanno sempre
osteggiato la democrazia e la nostra Repubblica nata dalla Resistenza
antifascista.
Noi non possiamo e non vogliamo stare fermi; non si può non vedere in
questo gesto di Forza Nuova e di chi la legittima politicamente una
provocazione che rischia di alimentare tensioni di cui francamente la
nostra città e la nostra democrazia non ne ha bisogno.
Per questo chiediamo alle cittadine e ai cittadini di Milano di
testimoniare il loro sdegno e la loro opposizione partecipando al
presidio antifascista indetto per

SABATO 18 DICEMBRE 2010
PIAZZA OBERDAN - ORE 14,30



PRECEDENTE APPELLO...

A TUTTE LE CITTADINE E I CITTADINI DI MILANO CHE SI RICONOSCONO NEI VALORI DELLA COSTITUZIONE REPUBBLICANA NATA DALLA LOTTA DI RESISTENZA PER LIBERARE IL NOSTRO PAESE DALLA DITTATURA NAZI-FASCISTA

Abbiamo appreso la notizia dell’apertura in Corso Buenos Aires a Milano di una sede di Forza Nuova, in un locale di proprietà dell’Amministrazione Comunale di Milano.

Come ben sapete, Forza Nuova, è una organizzazione di stampo neofascista.

Tale notizia lascia tutti noi, cittadini democratici e antifascisti, sgomenti e preoccupati per la gravità e la portata di tale iniziativa che si colloca a ridosso della commemorazione dell’eccidio di Piazza Fontana.

Ancora una volta si prova ad infangare la memoria di Milano città medaglia d’Oro della Resistenza autorizzando e riconoscendo spazi organizzativi e politici a forze che hanno sempre osteggiato la democrazia e la nostra Repubblica nata dalla Resistenza antifascista.

Noi non intendiamo assistere a questo scempio.

Noi non possiamo e non vogliamo stare fermi; non si può non vedere in questo gesto di Forza Nuova una provocazione politica che rischia di alimentare tensioni di cui francamente la nostra città e la nostra democrazia non ne ha bisogno.

Per questo chiediamo a tutti coloro che intendono opporsi in tutti i modi e in tutte le forme democratiche, e nel rispetto delle nostre leggi, di sostenere queste nostre ragioni!

Chiediamo al Comune di Milano, alla Questura ed alla Prefettura , un intervento immediato per impedire l’apertura della sede di Forza Nuova.

A sostegno delle nostre richieste viene indetta una manifestazione cittadina per il giorno
SABATO 18 DICEMBRE 2010

sabato 11 dicembre 2010

12 DICEMBRE 1969-12 DICEMBRE 2010


12 DICEMBRE 1969-12 DICEMBRE 2010
CONTRO I FASCISTI DI IERI E DI OGGI

UN CORTEO PER RICORDARE LA MATRICE FASCISTA
E DI STATO DELLA STRAGE DI PIAZZA FONTANA,
LA MORTE DI GIUSEPPE PINELLI,
DENUNCIARE I PERICOLI ATTUALI DEL NEOFASCISMO


La strage di piazza Fontana, con la morte di 17 persone inermi e il ferimento di quasi un centinaio, fu provocata da una bomba collocata dal gruppo fascista di Ordine nuovo all’interno della Banca nazionale dell’agricoltura, con la copertura di apparati dello Stato. L'intento era di creare nel Paese un clima di terrore per bloccare, attraverso la repressione poliziesca ed il restringimento delle libertà democratiche, le lotte operaie e studentesche che stavano scuotendo dalle fondamenta la società.

A sancire questa verità le ultime sentenze degli stessi tribunali che hanno riaffermato la matrice dell’attentato, nonché le responsabilità di Franco Freda e Giovanni Ventura, due degli stragisti fascisti.

Ribadirlo significa testimoniare quella verità che si vorrebbe oggi oscurare in nome di una generica condanna al terrorismo. Con essa nascondere anche le tragiche circostanze della morte di Giuseppe Pinelli, la diciottesima vittima innocente di piazza Fontana, che precipitò da una finestra del quarto piano della Questura milanese, non certo per un “malore attivo”, quando si cercava di attribuire a Pietro Valpreda e agli anarchici e alle sinistre la responsabilità di quanto accaduto.
Ma la memoria di ieri impone di parlare del presente in una città che vede le destre di governo proteggere e sostenere i gruppi neofascisti, erogando loro finanziamenti pubblici per aprire nuove sedi in cui si omaggiano criminali nazisti, al punto che Milano si sta trasformando nella capitale per gli incontri e i raduni dell'estrema destra a livello europeo. Milano che militarizza i territori e vorrebbe chiudere i pochi spazi di socialità ancora esistenti, che finisce sulle prime pagine della stampa mondiale per la sua intolleranza nei confronti dei rom, dei migranti e le violenze nei confronti della comunità gay. Milano, la città che ha visto sette anni fa tre fascisti assassinare Dax e in cui solo due anni fa un ragazzo di 19 anni, “Abba”Abdoul Guibre, veniva per razzismo, ucciso a sprangate per strada.

PER NON DIMENTICARE NIENTE E NESSUNO
PER RIBADIRE CHE LA STRAGE FASCISTA DI

PIAZZA FONTANA
È UNA STRAGE DI STATO
PER ESIGERE LA CHIUSURA DELLE SEDI FASCISTE IN CITTÀ
SABATO 11 DICEMBRE CORTEO
CONCENTRAMENTO ORE 15 A PORTA VENEZIA
INTERVENTI IN PIAZZA FONTANA

MEMORIA ANTIFASCISTA
PARTIGIANI IN OGNI QUARTIERE

martedì 7 dicembre 2010

Convegno - LA GRANDE TRASFORMAZIONE EUROPEA E LA SUA VARIANTE ITALIANA.


Convegno

LA GRANDE TRASFORMAZIONE EUROPEA
E LA SUA VARIANTE ITALIANA.

Contributo a una discussione pubblica sui compiti
della sinistra antiliberista italiana

Milano - venerdì 10 dicembre - ore 15-18
sabato 11 dicembre - ore 10-18
Aula magna - Acquario civico
Viale Gadio 2 (MM2 - Lanza)

La crisi strutturale e globale del capitalismo comporta effetti sociali, ambientali, democratici, di civiltà, ecc. di
grande rilevanza. E' anche lo stimolo per una generale riorganizzazione del capitalismo stesso. E' in atto una
ulteriore “grande trasformazione”. In Europa e in Italia, con il pretesto delle misure per risolvere i problemi
dei conti pubblici, è in atto l'offensiva per abbattere ulteriormente quello che rimane dello stato sociale e delle
conquiste salariali e normative del lavoro dipendente. In gioco, in ultimo, sono le conquiste democratiche e
di civiltà in generale delle classi subalterne. Le proposte alternative delle forze politiche della sinistra europea
in generale e della sinistra italiana in particolare.

Prima sessione: l’Europa - venerdì 10 dicembre - ore 15-18
Presiede Augusto Rocchi (segreteria naz. Prc)
Intervento di apertura di Augusto Rocchi
Contributi di
• Heinz Bierbaum (Vicepresidente Die Linke, Germania)
• Roberto Musacchio (ex parlamentare europeo)
• Fabio Amato (resp. Dipartimento esteri Prc)
• Horst Kahrs (responsabile Dipartimento Politica e Strategia - Die Linke)
• Miguel Portas (europarlamentare Bloco de Esquerda, Portogallo)
• Conny Hildebrandt (Fondazione Rosa Luxemburg)
• Nicola Nicolosi (Segreteria nazionale della Cgil)

Seconda sessione: l’Italia - sabato 11 dicembre - ore 10-14.45 (intervallo ore 13-14)
Presiede e introduce Roberta Fantozzi (segreteria naz. Prc)
• Luigi Vinci (direzione nazionale Prc)
• Alberto Burgio (direzione nazionale Prc)
• esponente segreteria nazionale Fiom
• Giancarlo Saccoman (Spi Cgil)
• Onorio Rosati (segr. gen. della Camera del Lavoro di Milano)
• Mimmo Porcaro (Ass. Cult. Punto Rosso)
• Matteo Gaddi (Resp. Dipartimento Nord del Prc)
• Nello Patta (segretario della federazione milanese del Prc)
• Basilio Rizzo (consigliere comunale, UnitiConDarioFo)

Segue seconda sessione: l’Italia - sabato 11 dicembre - ore 14.45-17.30
Tavola rotonda su sviluppi e difficoltà in Italia della lotta antiliberista e contro la deriva autoritaria
Presiede Giorgio Riolo
Modera e pone questioni Rinaldo Gianola (vicedirettore de “L’Unità”)
Partecipano
• Paolo Ferrero (segretario nazionale del Prc)
• Alfonso Gianni (Sel)
• Lothar Bisky (presidente Gue/Ngl)
• Marco Causi (parlamentare Pd)
• Gian Paolo Patta (presidente Lavoro e Solidarietà)
• Piero Di Siena (presidente dell’Ars)
• Bruno Ceccarelli (esponente Sinistra Romana)
• Francesco Francescaglia (segreteria nazionale del PdCI)
• Cesare Salvi (Socialismo 2000, coordinatore della Federazione della Sinistra)

lunedì 6 dicembre 2010

DILIBERTO F.D.S. - Basta col gioco delle tre carte. ELEZIONI SUBITO


DILIBERTO Portavoce Nazionale FDS
Basta col gioco delle tre carte.
ELEZIONI SUBITO

Come si può pensare a un governo di “responsabilità” (mi pare che sia l’ultima formulazione) che, senza passare dal voto, escluda chi ha vinto le ultime elezioni? E che credibilità hanno gli esponenti finiani che lo sostengono portando a pretesto la riforma della legge elettorale Calderoli, da loro sostenuta e votata? E’ il gioco delle tre carte, senza tenere in alcun conto la difficile condizione economica del Paese. Quando poi si pensa di sostituire Berlusconi con Tremonti si raggiunge il colmo della malafede. Tremonti è il primo responsabile di una conduzione della politica economica che ha portato l’Italia alla crescita zero e ad un aumento della disoccupazione e della precarietà e che – tanto per conservare un po’ di memoria - ha ispirato la controriforma della Gelmini. Noi ribadiamo la nostra posizione, l’unica che abbia una linearità ed un senso istituzionale: se Berlusconi cade, come noi speriamo, bisogna tornare ad ascoltare la volontà popolare. Nuove elezioni, quindi, non c’è altra alternativa minimamente decente.

domenica 5 dicembre 2010

LA SINISTRA UNITA VINCE



LA

SINISTRA

UNITA

VINCE

giovedì 2 dicembre 2010

IL TEMPO DELL’ACQUA


4 DICEMBRE MOBILITAZIONE NAZIONALE PER L’ACQUA PUBBLICA CON I MOVIMENTI A CANCUN E NEL MONDO, PER LA GIUSTIZIA AMBIENTALE E SOCIALE.

IL TEMPO DELL’ACQUA
E’ IL TEMPO DELLA
DEMOCRAZIA

Moratoria subito! Stop alle privatizzazioni fino ai referendum

Oltre un milione e quattrocentomila donne e uomini di questo paese hanno firmato i tre quesiti referendari per la ripublicizzazione dell’acqua, promossi dal Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua e da una grandissima coalizione sociale raccolta nel Comitato Promotore.

Hanno posto la loro firma per una battaglia di civiltà, per la tutela e l’accesso universale ad un bene comune, contro ogni forma di privatizzazione e consegna al mercato di un bene essenziale alla vita.
Per questo, per non tradire la fiducia e le aspettative della popolazione, chiediamo la MORATORIA: un provvedimento di legge immediato che posticipi le scadenze previste dalla “legge Ronchi”, di tutte le norme che vanno verso la privatizzazione dei servizi idrici e di quelle che prevedono la soppressione degli ATO (ambiti territoriali).

La battaglia per l’acqua, per la sua riappropriazione sociale, per la sua gestione pubblica e partecipata, è di per se un valore che si inserisce in un orizzonte più vasto: quello della tutela dei diritti e dei beni comuni, della “Madre Terra” nostra casa comune.

CANCUN

Dal 29 novembre al 10 dicembre 2010 si riunirà a Cancun la 16esima Conferenza sul Clima, dove nell’ambito dell’ONU, i Governi discuteranno su una delle grandi emergenze che il pianeta si trova ad affrontare: quella dei cambiamenti climatici di cui già oggi oltre 600 milioni di esseri umani, soprattutto nel Sud ma sempre più spesso anche al Nord del mondo, subiscono le conseguenze negative dei disastri ambientali a causa di politiche orientate al profitto e agli interessi speculativi.

Per questo a Cancun, come nel mondo e in Italia, i movimenti sociali manifesteranno per dire a chiare lettere che se il clima fosse stato una banca sarebbe già stato salvato e che il cambiamento climatico si combatte con la giustizia sociale e ambientale.

ACQUABENECOMUNE

Associazione Politica Culturale
Punto Rosso Vimodrone


P.S. A VIMODRONE COSTRUZIONE IN PIAZZA DELLA CASA DELL’ACQUA!

mercoledì 1 dicembre 2010

CANCUN - Clima, la speranza di un accordo


Clima, la speranza di un accordo

25 ambulanze. Riservate a chi dovesse “avere problemi con la sicurezza” nei giorni del 16esimo Vertice delle Nazioni Unite sui Cambiamenti climatici, che da ieri e fino al 10 dicembre prossimo occuperà chilometri di spiagge transennate a Cancun, capitale messicana del turismo balneare. Poi 6mila poliziotti e soldati, un altro migliaio di marines. Solo questi bellicosi numeri ci richiamano alla memoria le concitate giornate della COP15 di Copenhagen, dove nel dicembre 2009 i leaders di mezzo pianeta hanno fatto a gara per affacciarsi alla vetrina Onu, immaginando che il mondo sarebbe riuscito a darsi una verniciatina più credibile di verde mettendo in campo fondi e iniziative certi per affrontare l’emergenza. Memori del fallimento, ad aprire la Conferenza 2010 i politici lasciano la la scienza: Mario Molina, presidente del Centre for Strategic Studies on Energy and Environment e Rajendra Kumar Pachauri, presidente del Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici che per primo ha dimostrato che sono state le attività umane ad incendiare l’atmosfera. I dati sono sotto gli occhi (e gli ombrelli) di tutti noi: il 2009 secondo la NASA è stato l’anno più caldo dopo il 1880, data in cui si fa cominciare l’industrializzazione dell’Occidente e le emissioni climalteranti. “Dobbiamo trovare mezzi e strumenti per risolvere l’emergenza – ha denunciato Molina – e non ci sono giustificazioni che tengono visto che il costo che dovremmo affrontare per mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto della soglia rischio dei 2 gradi va tra l’1 e il 3% del Pil globale, a fronte dei costi astronomici che dovremmo sostenere se non lo facessimo in tempo utile”. La finestra delle opportunità, poi, potrebbe chiudersi, e per questo non bastano le politiche di adattamento: “senza uno stop ai cambiamenti climatici, il rischio è grande – ha continuato Kumar Pachauri – perché gli impatti più gravi li subiranno proprio quei popoli che meno hanno contribuito all’inquinamento globale, i più poveri e privi di mezzi per reagire”.
L’emergenza clima, ha ammonito il padrone di casa, il presidente messicano Felipe Calderon, “non conosce confini né colori. Quando negoziamo – ha ricordato ai suoi colleghi dei Governi – dobbiamo ricordarci che lo facciamo non solo per i nostri Paesi, ma per quei bambini e quelle bambine cui è nostra responsabilità di dare un futuro”. Noncuranti gli Stati Uniti - i principali inquinatori ''storici'' - e la Cina il principale inquinatore “attuale”'' - guidano allo scontro i due blocchi contrapposti dei Paesi industrializzati e degli emergenti cercando di strappare gli uni gli altri i maggiori tagli di emissioni e i maggiori finanziamenti. Cristina Figueres, segretaria generale dell’UNFCCC, la Convenzione delle Nazioni Unite che fa da cornice ai negoziati, ha invocato su tutti l’ispirazione della dea maya Ixchel, nume della ragione e della creatività, perché “metterle insieme è necessario per tessere il tappeto che ci guida a una nuova fase di implementazione del Protocollo di Kyoto”. L’unico documento con impegni vincolanti di tagli delle emissioni, infatti, “scade” nel 2012 e moltissimi tra i Paesi emergenti e industrializzati vorrebbero mandarlo in pensione senza assumersi nuovi impegni.La faccia, se non ce la mettono i Governi, ce la mette Simona Lopez, leader della comunità Tzeltal del Chiapas. Il Presidente Gonzales, anche per recuperare terreno rispetto al collega boliviano Morales sulla causa indigena, sta spingendo perché nella “visione condivisa” che apre il documento-guida del negoziato, siano riconosciuti i diritti delle popolazioni indigeni come custodi e registi della protezione del territorio, in particolare delle foreste. Racconta una storia semplice, Simona Lopez: quella di donne che vive facendo e vendendo vasi di coccio. Per cuocere i vasi e fare da mangiare, generazione dopo generazione, hanno contribuito alla deforestazione. Certo, la responsabilità più grande non è la loro: è delle multinazionali del legname, delle piantagioni, del clima che cambia. Il risultato è che oggi per trovare la legna per pranzo e cena gli ci vogliono oltre 5 ore di lavoro. Ma da qualche anno Simona e le altre hanno imparato come cuocere vasi e cibo proteggendo la foresta, la loro più grande risorsa. E’ bastato un piccolissimo finanziamento e un po’ di formazione. “. Potreste dire che abbiamo fatto una piccola cosa– dice con semplicità ai negoziatori – come abbiamo fatto noi, ma è concreta, è un vero cambiamento per la nostra comunità. Adesso tocca a voi, fate la vostra parte, fate qualcosa per il pianeta”. Che la dea Ixchel sia rimasta l’unica speranza?Aggiornamenti in diretta da Cancun all’indirizzo www.faircoop.net/campagne
Grazie per le visite!
banda http://www.adelebox.it/