lunedì 28 aprile 2014

CORTEO ANTIFASCISTA IL 29 APRILE ORE 19 - P.ZA OBERDAN MILANO

PRC: 29 APRILE CON IL MOVIMENTO ANTIFASCISTA – NAZISTI NO GRAZIE


Rifondazione Comunista aderisce e parteciperà alla manifestazione indetta a Milano (29 aprile ore 19 P.zza Oberdan) dal comitato “29 Aprile – Nazisti No Grazie”.

Dopo le prese di posizione unitarie dei Consigli di Zona milanesi, delle forze politiche antifasciste, della Camera del Lavoro, dall’ANPI Provinciale e la condivisibile dichiarazione del Sindaco Pisapia, pensiamo importante che gli antifascisti milanesi si mobilitino in piazza. Vogliamo così manifestare che la Città Medaglia d’Oro della Resistenza, non può tollerare in alcun modo le parate naziste.

Rifondazione Comunista appoggia e sostiene il movimento antifascista, che si oppone concretamente alle destre xenofobe, neonazisti e fascisti, che approfittano della drammatica crisi economica e povertà, per provare a reinsediarsi nei quartieri popolari di Milano medaglia d’oro della Resistenza.

giovedì 24 aprile 2014

BUON 25 APRILE 2014






mercoledì 23 aprile 2014

MILANO IN PIAZZA AFFARI INIZIA LA CAMPAGNA PER LA LISTA L'ALTRA EUROPA CON TSIPRAS

Inizia la campagna: investiamo sul nostro futuro. In Piazza Affari, con l’Altra Europa


Togliere i banchieri e l’austerità dalle nostre vite. Dopo la raccolta delle firme inizia la vera battaglia politica. Investiamo il nostro futuro cominciando la campagna elettorale mercoledì 23 Aprile a Milano alle 18 in piazza Affari davanti alla Borsa, con la presenza di Barbara Spinelli, Moni Ovadia, e anche di Giuseppina Consoli (RSU della Nestlé di Perugia) e di Alice Graziano, (lavoratrice precaria di Torino). Un simbolico assedio alla Borsa, l’istituzione che più rappresenta la speculazione e il saccheggio che ha portato alla crisi, la disoccupazione di massa, il disagio sociale e perfino a tantissimi suicidi. L’Altra Europa con Tsipras invita a partecipare all’inizio della nostra campagna elettorale per ricostruire le nostre vite e l’Italia in un’Europa democratica, solidale, fatta di giustizia sociale e pace. L’Altra Europa con Tsipras vuole una Conferenza per il debito, cancellandone la maggior parte, l’abolizione del Fiscal Compact e un piano di crescita e occupazione per un’economia eco-sostenibile. L’Altra Europa con Tsipras vuole cambiare gli equilibri europei e riscrivere i trattati UE con i cittadini e i popoli. Vi aspettiamo per investire nella nostra Piazza Affari il nostro futuro.

martedì 15 aprile 2014

COMPAGNI SI PARTE!

COMPAGNI SI PARTE! di Paolo Ferrero Oggi è una giornata di festa: la prospettiva su cui da un anno lavoriamo e cioè la costruzione di una lista unitaria della sinistra a sostegno di Alexis Tsipras candidato presidente della UE, si è realizzata. Stamattina sono state presentate in tutte le circoscrizioni le candidature della lista “un altra Europa con Tsipras”, corredate di tutte le firme necessarie. Si sono raccolte oltre 220.000 firme in un mese, un grande risultato politico e organizzativo dell’unica lista che verrà presentata grazie alle firme dei cittadini: tutte le altre liste – Grillo compreso – si avvarranno della possibilità di presentare le liste senza firme grazie alla presenza nelle istituzioni di propri gruppi parlamentari. Si tratta di un successo organizzativo e politico perché all’inizio della raccolta delle firme non molte persone avrebbero scommesso i propri risparmi sul fatto che saremo riusciti a presentare le liste. Dopo i primi 15 giorni di raccolta le voci sul “piano B” (cioè di utilizzare il simbolo di SEL per presentare le liste senza dover raccogliere le firme) si erano fatte molto insistenti e molto diffuse. In questo contesto Rifondazione Comunista ha svolto un ruolo determinante perché da un lato abbiamo detto chiaramente che non eravamo disponibili a nessun piano B. Dall’altra non ci siamo limitati a chiacchierare ma siamo intervenuti immediatamente sulle situazioni più deboli: In Molise abbiamo organizzato un’assemblea con il sottoscritto e Barbara Spinelli per lanciare in pompa magna la raccolta di firme. In Valle d’Aosta abbiamo chiesto alla compagna Rinaldi – coadiuvata dai compagni Deambrogio e Rutigliano – di andare in Valle ad organizzare e coordinare un lavoro decisivo per poter presentare le liste. In questo modo in Valle d’Aosta, con la mobilitazione ben organizzata oltre che dei valdostani, di decine di compagni e compagne dell’area Piemontese e Lombarda, si sono raccolte oltre 3.800 firme. La lista “l’altra Europa per Tsipras” è quindi stata presentata stamattina in tutte le circoscrizioni grazie al decisivo contributo di Rifondazione Comunista che non si è solo posta l’obiettivo di presentare la lista ma ha anche costruito le condizioni per riuscire a raggiungerlo. Voglio di questo ringraziare tutti i compagni e tutte le compagne di un partito che ancora una volta si è dimostrato indispensabile per costruire un percorso unitario a sinistra. Adesso arriva la seconda parte del lavoro: L’essere riusciti a costruire una lista unitaria della sinistra, non solo autonoma dal centro sinistra ma che ha un candidato Presidente alternativo a quello presentato dai socialisti, è un fatto per noi rilevantissimo. Non abbiamo fatto l’unità della sinistra per sostenere Schultz ma per sostenere Tsipras. Di unità a sinistra si parla in lungo e in largo sovente rimuovendo il tema dell’alternatività al progetto politico neoliberista e quindi alle forze politiche che lo sostengono: socialisti, popolari, liberali. La lista per le europee da questo punto di vista è un passo in avanti: non solo una lista di sinistra ma un progetto alternativo su scala europea. Per questo ci battiamo per l’affermazione della lista “un’altra Europa per Tsipras”. Se vogliamo costruire anche in Italia una sinistra di alternativa degna di questo nome, è assolutamente necessario che questa lista si affermi ed elegga dei parlamentari europei. Il successo della lista Tsipras non risolverebbe immediatamente il tema della costruzione della sinistra ma aprirebbe uno spazio politico vero per realizzare questo progetto. Il successo della lista è una condizione necessaria per la costruzione della sinistra dopo una fase troppo lunga di sconfitte. Facciamo quindi la campagna elettorale con questa consapevolezza e facciamolo a partire dal sostegno delle candidature dei compagni e delle compagne indicate dal Comitato Politico nazionale. Abbiamo infatti la necessità di una buona affermazione della lista e nello stesso tempo di eleggere compagni e compagne che condividano il progetto politico della Sinistra Europea e si impegnino a realizzarlo. Per questo il sostegno attivo e il voto a Nicoletta Dosio nel Nord Ovest, Paola Morandin nel Nord Est, Fabio Amato nel Centro, Eleonora Forenza nel Sud, Antonio Mazzeo e Simona Lobina nelle isole, non sono optional ma parte decisiva di questo progetto politico. Anche in questo caso – come per la Val d’Aosta – l’impegno dei compagni e delle compagne di Rifondazione Comunista sarà decisivo e sono certo che nessuno vorrà venir meno a questo compito.

FIRME RACCOLTE (Collegio Nord ovest) Oggi sono state consegnate a Milano le 54.570 firme raccolte per la lista “L'Altra Europa con Tsipras” Firme raccolte per regione: Valle d'aosta 3.824 Liguria 4.683 Piemonte 13.880 Lombardia 32.183 (di cui Milano 16.138) Un grazie ai tanti militanti del PRC, di SEL ed ai Comitati di sostegno per il grande lavoro fatto. Ed ora pancia a terra per L'Altra Europa!

sabato 12 aprile 2014

Iniziativa L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS A CERNUSCO S.N. LUNEDI 14 APRILE 2014

A CERNUSCO SPIRA IL GRECALE Incontro con i candidati della lista “L'Altra Europa con Tsipras” Lunedì 14 aprile alle ore 21, Sinistra per Cernusco invita la cittadinanza presso la biblioteca civica L. Penati ad un incontro in vista delle Elezioni Europee del 25 maggio. La serata sarà coordinata da Loris Caruso e prevede gli interventi di Nicoletta Dosio e Argyrios Panagopoulos, due dei candidati della circoscrizione del Nord-Ovest della lista “L’altra Europa per Tsipras”. La lista Tsipras si affaccia sul panorama europeo con l’idea dirompente di contrastare l’austerità, medicina somministrata dai partiti delle larghe intese foriera di povertà e disoccupazione, rimanendo però all’interno dell’euro e dell’Europa. Un’Europa che, tornando all’ideale di Altiero Spinelli, dovrebbe finalmente mettere al centro i popoli e non la moneta e le banche, la partecipazione e l’inclusione e non le oligarchie e gli egoismi dei campanili. Alexis Tsipras, candidato della lista alla presidenza della Commissione Europea e attuale leader del partito di sinistra greco Syriza, afferma: «Io non sono il candidato di uno Stato o di una nazione, né di una periferia geografica e neppure rappresento alleanze fra Stati. Io sono un candidato della Sinistra Europea che presenta un programma politico e di priorità programmatiche per l’uscita definitiva e solidale dalla crisi e per la riconquista della democrazia in Europa. Sono il candidato di ogni cittadino europeo che combatte contro l’austerity, indipendentemente dal voto che questo cittadino esprime alle elezioni politiche nazionali e indipendentemente da dove questo cittadino vive». La lista Tsipras ha il volto di donne e uomini impegnati sui temi concreti che riguardano la vita delle persone: difesa e rilancio del lavoro e della scuola, tutela dell’acqua pubblica e dei beni comuni, lotta alle mafie, sostiene l’antifascismo e la parità dei generi e i diritti delle donne (a partire dall’aborto), combatte il razzismo, la xenofobia e il populismo di ogni colore. A Cernusco incontreremo Nicoletta Dosio, insegnante dal 1973 al 2006, pacifista, da anni impegnata nelle problematiche dell’ambiente e dell’istruzione legate al suo territorio, il Piemonte, e Argyrios Panagopoulos, classe 1961, giornalista del quotidiano di Syriza «Avgi», del settimanale «Epohi», corrispondente del «Manifesto» da Atene e del Dipartimento di Politica Europea di Syriza. «Conosciamo Nicoletta per le sue battaglie civili in Piemonte e in particolare per le lotte per la difesa del territorio della Val di Susa e abbiamo scoperto i drammi provocati dalla crisi in Grecia, grazie alle corrispondenze da Atene di Argyrios. Non potevamo sperare di meglio per cominciare a parlare di un’Europa diversa nella nostra città» - dichiara Mirko Chioldin, portavoce di Sinistra per Cernusco -. «La loro storia, il loro lavoro e soprattutto la loro coerenza, come quelle degli altri candidati della lista, crediamo siano la prova più evidente della serietà di questo nuovo progetto, che è riuscito ad avvicinare tante persone di valore della società civile». Sinistra per Cernusco Via Fatebenefratelli, 9 20063 - Cernusco sul Naviglio (MI) sinistraxcernusco@gmail.com www.sinistraxcernusco.it

mercoledì 9 aprile 2014

GRAZIE A TUTTE E TUTTI LE/I VIMODRONESI CHE HANNO CONTRIBUITO A QUESTO OTTIMO RISULTATO!!!

GRAZIE A TUTTE E TUTTI LE/I VIMODRONESI CHE HANNO CONTRIBUITO A QUESTO OTTIMO RISULTATO!!! L’Altra Europa con Tsipras supera le 220mila firme in un mese. Si presenterà in tutte le circoscrizioni Una straordinaria festa della democrazia: la raccolta firme per la presentazione della lista dell’Altra Europa con Tsipras alle elezioni europee di maggio 2014 ha superato le 220mila firme raggiungendo abbondantemente tutti gli obiettivi posti dalla legge elettorale sia nelle circoscrizioni (30mila firme per ognuna di esse) che nelle regioni (3mila firme per regione). L’Altra Europa con Tsipras si presenterà in tutte i cinque collegi nazionali forte della bellissima esperienza della raccolta delle firme che in un mese ha coinvolto migliaia di attivisti in tutte le città d’Italia e che registrato un’enorme interesse da parte dei cittadini mettendo a tacere tutti i commentatori interessati che predicavano il fallimento della raccolta. Oltre 200mila italiani, con la loro adesione e la loro firma, hanno portato la lista alle elezioni europee. Adesso che siamo usciti dal porto prenderemo il largo, verso un’Altra Europa insieme ad Alexis Tsipras. Le firme saranno consegnate entro il 15 di aprile con iniziative di comunicazione e di campagna elettorale in tutti i capoluoghi di circoscrizione.

martedì 1 aprile 2014

INSISTIAMO... RACCOLTA FIRME X LISTA L'ALTRA EUROPA CON TSIPRAS




INTERVISTA A RODOTA' - "NON ROTTAMERAI IL DISSENSO"

“Non rottamerai il dissenso” martedì, 1 aprile, 2014 Intervista al professor Stefano Rodotà, costituzionalista Il costituzionalista firmatario dell’appello di Libertà e Giustizia non si sente un ‘professorone’: “Sono un vecchio signore che qualche libro l’ha letto e un po’ conosce la storia. Questi modi hanno un retrogusto amaro”. E al premier dice: “Si cancella il Senato, si compone la Camera con un sistema ipermaggioritario, il sistema delle garanzie salta: il risultato sarebbe un’alterazione in senso autoritario della logica della Repubblica parlamentare che sta in Costituzione. E dovremmo stare zitti?” Dice il presidente del Consiglio con le mani in tasca di aver “giurato sulla Costituzione, non sui professoroni”. E dunque abbiamo interpellato Stefano Rodotà, uno dei professoroni (firmatario dell’appello), eloquentemente intitolato “Verso una svolta autoritaria”. Professor Rodotà, si sente un po’ professorone? Sono un vecchio signore che qualche libro l’ha letto e un po’ conosce la storia. Questi modi hanno un retrogusto amaro. “Quando sento la parola cultura metto mano alla pistola”: ecco, non siamo a questo, ma il rispetto per le persone e per le idee male non fa. C’è, dietro l’atteggiamento sprezzante di Renzi, una profonda insicurezza. Altrimenti il confronto non gli farebbe paura. Potrebbe parlare con dei buoni consiglieri e poi argomentare: il confronto andrebbe a beneficio di tutti. Direttamente s’interviene su un terzo della Costituzione, indirettamente su tutto il sistema delle garanzie. Per i cittadini esprimere la propria opinione è un diritto, per chi si occupa di questi temi intervenire è un dovere. La discussione non può ridursi al “prendere o lasciare”. Matteo Renzi usa toni ultimativi, non gli piace la critica perché si disturba il manovratore. Non è la prima volta: quando c’era stata una presa di posizione, molto moderata, sulla legge elettorale aveva parlato di “un manipolo di studiosi” con un tono di sostanziale disprezzo. Però non gli riesce di rottamare la cultura critica: è un pezzo della democrazia. Le reazioni che ci sono state a questo appello dimostrano che la nostra non è una posizione minoritaria: è una rottamazione difficile. “Ho giurato sulla Carta, non su Zagrebelsky e Rodotà”: significa “non mi curo di loro” oppure “non sono i depositari della verità costituzionale”? Che Renzi pensi che noi non siamo i depositari della verità è assolutamente legittimo. Però non può nemmeno dire: “Ho giurato sulla Costituzione e dunque sono io il depositario della verità”. La storia è piena di spergiuri. Se ritiene che il terreno proprio sia la Carta, allora discuta. Ci vuol tempo a fare discussioni. E ora è in voga il mito della velocità, la politica futurista. I tempi della democrazia sono anche quelli della discussione. Proprio perché la democrazia è in grande sofferenza, si dovrebbero costruire ponti verso i cittadini. Non si è sentita una parola, in questo senso. Ho avuto la fortuna di essere amico di Lelio Basso, cui si deve anche l’articolo 49 della Costituzione sui partiti politici: Basso ha sempre detto “dobbiamo discutere”. E su quel tema una discussione ci fu, eccome. Non a caso c’è, in quell’articolo, la mano di un grande giurista, che non aveva paura né del confronto né di avere con sé il meglio della cultura giuridica. Questo c’è dietro un’impresa costituzionale, non la fretta, non i consiglieri interessati o i saggi improvvisati. “Non ci sto a fare le riforme a metà. O si fanno le riforme, o me ne vado”. Il premier dimostra di non avere orizzonti ampi. Alza i toni, urla e dice “me ne vado”. Ma chi si alza e se ne va, svela insicurezza. Un aut aut minaccioso. Mettiamo insieme la debolezza di Renzi e la scelta di Berlusconi come suo alleato, con cui pensa di potere fare questo tratto di strada. Il Pd può accettare a capo chino questa strada? Nessuno si pone il problema. Dicono: “Sta piovendo, cosa ci possiamo fare?” Almeno potrebbero comprare un ombrello! Ci mette la faccia, ripete spesso. Può voler dire “mi assumo la responsabilità”. Ma non può significare “da questo momento in poi detto le regole, i tempi, i modi e poiché la faccia ce la metto io mi dovete seguire”. La democrazia non funziona così. E poi anche noi, i firmatari del famigerato appello, ci abbiamo messo la faccia. Nel dialogo, siamo in condizioni di assoluta parità. Se vuole affermare una posizione di supremazia, sbaglia. Non è il primo politico che usa toni da uomo della provvidenza. Sono sempre molto diffidente, quando si afferma “dopo di me il diluvio”. In questi anni la politica italiana, ancor prima di Renzi, è stata condotta all’insegna dell’emergenza. Non si va alle elezioni, c’è bisogno del governo Monti e via dicendo: i progetti che c’erano dietro questa logica sono falliti. Una circostanza è stata quasi ignorata: si vogliono fare le riforme durante un mandato in cui il Parlamento è fortemente delegittimato dalla sentenza della Consulta sul Porcellum. La non elettività del Senato, poi, diminuisce il potere dei cittadini di esprimersi: un “restringimento” democratico di cui si parla molto poco. Per questo era indispensabile la nostra presa di posizione. Il discorso sulla delegittimazione politica del Parlamento non nasce come argomento contro Renzi. Alcune persone – Gustavo Zagrebelsky, Lorenza Carlassare e mi permetta: anche il sottoscritto – vanno ripetendo questo concetto da tempo. Il cuore della sentenza è la mancanza di rappresentatività del Parlamento. Ora bisognerebbe dire: ci sono mille ragioni, emergenza, fretta, i segnali da dare al mondo intero, per cui il Paese ha bisogno di riforme. Non è solo necessario coinvolgere un’ampia maggioranza, ma anche consentire a quel Parlamento scarsamente rappresentativo di essere coinvolto il più possibile. E aprire alla discussione pubblica: non dico che questo compensa il deficit di legittimazione, ma almeno tutti coloro che non sono rappresentati possono avere diritto di parola. Mi pare evidente che ci sia l’intenzione di far approvare le modifiche costituzionali con la maggioranza dei due terzi, in modo da impedire un possibile referendum: è un pessimo segnale. Il fatto che un Parlamento con questo grave deficit voglia mettere mano così pesantemente alla Carta, è un azzardo costituzionale: non può essere ignorato. Si pensa di abolire il Senato come se si dovesse cambiare il senso unico di una strada di Firenze. Una pericolosa semplificazione: mancanza di strumenti o di cultura istituzionale? C’è stata una regressione culturale profonda. È questo tipo di semplificazioni che introduce elementi autoritari. Si cancella il Senato, si compone la Camera con un sistema iper-maggioritario, il sistema delle garanzie salta: il risultato sarebbe un’alterazione in senso autoritario della logica della Repubblica parlamentare che sta in Costituzione. E dovremmo stare zitti? Silvia Truzzi - Il Fatto quotidiano
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