martedì 31 ottobre 2017

COME UNIRE LA SINISTRA SENZA FARSI MALE. DOCUMENTO APPROVATO NELLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PRC S.E.

Come unire la sinistra senza farsi male. Documento approvato nella Direzione Nazionale del Prc S.E. il 28/10/2017

Il documento di Anna Falcone e Tomaso Montanari rilancia con forza il percorso di costruzione di un’alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza che era partito con l’assemblea del Brancaccio. Abbiamo con convinzione aderito a quel percorso e accolto positivamente l’idea di una lista che unificasse la sinistra sociale e politica e le tante forme di civismo e partecipazione su un programma di attuazione della Costituzione e di netta alternativa al PD le cui politiche da anni sono “indistinguibili da quelle della destra”. Rinnoviamo dunque l’invito a tutte le compagne e i compagni del PRC-SE a partecipare attivamente e a promuovere le assemblee in tutti i territori. Il compito di Rifondazione Comunista non è quello di assistere passivamente al dibattito di altri ma di essere strumento al servizio dell’aggregazione e della partecipazione dal basso e protagonista del confronto. Per questo è fondamentale dare forza alla campagna di adesioni individuali, essere tra i promotori delle assemblee sui territori, lavorare per una larga partecipazione all’assemblea nazionale del 18 novembre a Roma.
Condividiamo in particolare che sia “chiusa la stagione del centro-sinistra: perché è giunto il tempo di rovesciare il tavolo delle diseguaglianze, non di venirci a patti”. Il centro sinistra in questi anni, a livello italiano come europeo, è stato il protagonista indiscusso dell’attuazione delle politiche liberiste: dai trattati di Maastricht fino al Fiscal Compact passando per guerre e privatizzazioni. Queste politiche non solo hanno favorito i ceti più ricchi e il grande capitale ma aumentato le diseguaglianze e peggiorato nettamente le condizioni di vita e di lavoro delle giovani generazioni e di larghi settori della popolazione. La precarietà dilagante e le decine di migliaia di giovani emigranti sono la sintesi di queste politiche che il centrosinistra e il centrodestra hanno prodotto e condiviso in questo paese. Il governo Monti, con il pareggio di bilancio in Costituzione e la Legge Fornero, spicca come vero e proprio monumento della contiguità di politiche economiche e sociali tra centrodestra e centrosinistra.
Le politiche del centrosinistra però non hanno solo impoverito e reso più ingiusto il nostro paese: hanno deluso speranze, desertificato i processi di partecipazione democratica, svuotato di significato agli occhi di milioni di persone persino la parola sinistra. Il ritornello secondo cui non c’è alternativa alle politiche europee, all’austerità, alle privatizzazioni, alla massimizzazione della concorrenza ed al peggioramento delle condizioni di vita, ha prodotto sconforto e impotenza, ha aperto la strada alla guerra tra i poveri, al razzismo e alla xenofobia. Le leggi elettorali incostituzionali, il tentativo di manomissione della Costituzione e poi lo scippo attuato dal governo Gentiloni e dalla sua maggioranza parlamentare ai danni del popolo italiano, a cui è stato impedito di pronunciarsi attraverso un referendum sui voucher (ma in realtà sulla precarietà), esplicitano una volontà palese di impedire al popolo di esercitare la propria sovranità.
Per questo “serve costruire la Sinistra che ancora non c’è” e “non ci basta più difendere la Costituzione e lo Stato democratico di diritto, vogliamo attuarli e costruire insieme un fronte politico e sociale alternativo al pensiero unico neoliberista e alle riforme dettate e imposte dal capitalismo finanziario a Parlamenti e governi deboli o conniventi”, come scrivono Anna Falcone e Tomaso Montanari.
Per questo la sinistra che vogliamo costruire deve essere fondata su contenuti chiari a partire dallo smantellamento delle misure liberiste che hanno devastato la condizione di esistenza di milioni e milioni di persone.
Il No al fiscal compact, l’eliminazione del pareggio di bilancio dalla Costituzione, la disobbedienza ai trattati europei che sono in palese contrasto con l’attuazione dei principi e degli obiettivi della nostra Costituzione sono elementi centrali e imprescindibili di un programma di alternativa che non sia solo di enunciazione di buone intenzioni. Dentro la camicia di forza che i governi italiani e l’UE hanno contribuito a determinare non è possibile una svolta.
Una lista di sinistra si costruisce intorno a un programma che sia effettivamente di sinistra e che può raccogliere come negli altri paesi europei un grande consenso popolare: la difesa dei diritti di chi lavora a partire dalla reintroduzione dell’articolo 18 e dall’abolizione del Jobs Act e della legge 30, la redistribuzione del reddito a partire dall’aumento della tassazione sulle grandi ricchezze, la redistribuzione del lavoro a partire dall’abolizione della legge Fornero e dal perseguimento di una drastica riduzione di orario (32 ore settimanali), il rilancio della scuola pubblica a partire dall’abrogazione della Buona Scuola e delle tante riforme che, con diverso segno hanno impoverito il sistema scolastico nazionale e dallo stop al finanziamento delle scuole private, lo stop ai tagli alla sanità e allo smantellamento della servizio sanitario nazionale, il contrasto all’impoverimento crescente a partire dall’istituzione di un reddito minimo garantito e dal rilancio del welfare, una politica per il diritto alla casa, la salvaguardia dell’ambiente e dei beni comuni a partire dall’abrogazione dello Sblocca Italia e dallo stop al consumo di suolo e alle grandi opere inutili come la Tav in Val di Susa o il gasdotto Tap, la ri-pubblicizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici in attuazione del referendum del 2011, il rilancio dell’intervento pubblico a partire da un grande piano per il lavoro incentrato sulla messa in sicurezza del territorio, la riconversione ambientale e sociale delle produzioni e dell’economia, lo stop e la messa in discussione delle privatizzazioni di aziende strategiche o che forniscono servizi universali, un impegno senza se e senza me contro la guerra e gli interventi militari che nulla hanno di umanitario, ma perseguono un progetto imperialista e colonialista, per il dimezzamento delle spese militari e la riconversione dell’industria bellica, contro la permanenza di testate nucleari nel nostro territorio e per l’adesione dell’Italia al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari.
Tra i prodotti tossici del neoliberismo va evidenziato quello di aver trasformato, anche nell’immaginario popolare, una guerra contro i poveri in una guerra fra poveri, cercando nel migrante, nel richiedente asilo il capro espiatorio. Per una sinistra di alternativa accogliere non si traduce in una semplice seppur necessaria etica antirazzista. Il modello di società a cui dobbiamo tendere è quello che garantisca la parità nell’accesso ai diritti fondamentali e lo smantellamento di ogni atto legislativo – dalla Turco – Napolitano alle leggi Minniti Orlando, passando per la Bossi- Fini che hanno prodotto apartheid e abbassamento generalizzato delle tutele per migranti e autoctoni. La sinistra che vogliamo realizzare considera “nostra patria il mondo intero” rigetta i dogmi della “Fortezza Europa” e aspira verso una società aperta e meticcia in cui i diritti costituzionali, in primis la cittadinanza sostanziale, non siano vincolati da reddito o provenienza ma considerino l’eguaglianza come fondamento e valore comunemente condiviso. Razzismo e scontro fra ultimi e penultimi vengono giustificati e propagandati con il dogma liberista secondo cui non ci sono le risorse, si deve tirare la cinghia e fare sacrifici. Si tratta di una pura e semplice menzogna: i soldi ci sono. Basta prenderli dalle tasche di chi controlla la maggior parte delle risorse del paese, ricchi italiani e multinazionali. Sarebbe sufficiente obbligare la BCE a finanziare con i soldi nostri piani per il welfare e per l’occupazione e non solo le banche private. I soldi ci sono e nostro nemico è chi è ricco non chi scappa dalle guerre. Va contrastato con forza questo impianto ideologico con cui detengono il potere tanto le destre dichiarate quanto quelle che, in nome della “sicurezza” ne copiano gli stessi slogan.
Da troppo tempo manca di visibilità, forza e credibilità un punto di vista che si contrapponga al populismo reazionario e al neoliberismo pseudo-progressista.
Una sinistra che si batte per l’attuazione della Costituzione non contrappone diritti civili e diritti sociali, si batte per l’uguaglianza e la libertà. Consideriamo fondamentale la nuova ondata di mobilitazione delle donne e il suo caratterizzarsi sempre più per un femminismo del 99% con un’agenda inclusiva – allo stesso tempo antirazzista, anti-imperialista, anti-eterosessista, anti-neoliberista – come definita nell’appello per la giornata internazionale di sciopero dell’8 marzo 2017 e più in generale dal movimento “non una di meno”. Libertà significa per noi anche la piena autodeterminazione delle persone nel proprio orientamento sessuale, il rifiuto di ogni forma di omofobia e transfobia, la piena affermazione del valore della laicità.
Tante esperienze europee, dalla Spagna alla Francia alla Grecia alla Gran Bretagna, dimostrano che le posizioni di una sinistra radicale e in netta rottura con classi dirigenti delegittimate possono conquistare consenso popolare, anzi che solo una sinistra nuova e radicale può contrastare il diffondersi nei ceti popolari della destra razzista e xenofoba che cresce proprio in conseguenza delle politiche neoliberiste sostenute in Europa dai governi di centrodestra e centrosinistra. La sinistra si ricostruisce mettendo in discussione non solo le scelte di Renzi ma quelle del complesso del Partito Socialista Europeo e le politiche dominanti nell’Unione Europea che hanno visto la condivisione di liberali, socialisti e popolari.
Non basta dunque invocare genericamente l’unità, bisogna avanzare una proposta credibile ed effettivamente alternativa al PD che faccia delle elezioni un passaggio verso la costruzione di una forza e di uno schieramento popolare che lavori per un’alternativa di società: una sinistra antiliberista, antirazzista, antisessista, democratica e ambientalista che si batta per l’attuazione della Costituzione. Non si tratta dunque di fare una lista per ricostruire il centrosinistra ricontrattando con il PD dopo le elezioni.
Parallelamente la sinistra che vogliamo costruire deve fondarsi su un percorso democratico e partecipato che segnali la più netta discontinuità con la stagione del centrosinistra di cui il PD renziano rappresenta solo la fase terminale. Se si ha l’obiettivo di riportare al voto chi ha scelto l’astensione o chi deluso si è rivolto al M5S, la sinistra non deve essere in alcun modo confusa con gli scampoli della fase precedente e deve essere chiaro che non intende allearsi col PD né prima né dopo le elezioni.
Serve un percorso basato sulla democrazia e la partecipazione, non un accordo pattizio tra vertici politici. Serve un chiaro rinnovamento nella composizione delle liste, con una forte presenza di chi è impegnato nella società e nei movimenti e la scelta chiara che non siano candidati coloro che negli anni e nei decenni scorsi hanno ricoperto responsabilità di governo nel vecchio centrosinistra.
Dobbiamo costruire una lista di sinistra che costruisca l’oggi e il domani, non una lista di reduci chiamati a giustificare gli errori – ingiustificabili – commessi negli ultimi vent’anni e che hanno prodotto la situazione attuale. La sinistra che dobbiamo unire è anzitutto quella che si espressa negli ultimi anni nei conflitti sociali, nelle lotte, nei movimenti per la democrazia, i beni comuni, la giustizia sociale, la solidarietà e la pace. Insomma c’è bisogno di una lista che rappresenti chi ha saputo dire NO.
Serve un codice etico e regole (a partire dalle retribuzioni) per elette/i che renda ben chiara l’alterità della sinistra nei comportamenti concreti e una piattaforma radicale per quanto riguarda la lotta alla corruzione.
Un programma radicale e un profilo di netta discontinuità col passato sono le condizioni che possono determinare l’unità auspicata dall’assemblea del Brancaccio.
Rifondazione Comunista nel percorso della costruzione di una proposta di sinistra per le prossime elezioni che abbia le caratteristiche che abbiamo delineato lavora per il coinvolgimento di tutte le aree e le soggettività della sinistra anticapitalista e antiliberista e dei movimenti e a tal fine porta avanti un’interlocuzione larga con spirito inclusivo e unitario.
Non possiamo rinunciare a una iniziativa autonoma del partito, rendendo subalterna la pratica della linea politica del Prc alla risoluzione delle altrui contraddizioni. La costruzione di una proposta elettorale in vista delle prossime elezioni politiche non può che partire, da subito e nei tempi utili che abbiamo di fronte, da una interlocuzione privilegiata con i soggetti politici e sociali – interni ed esterni al Brancaccio – che in questi anni hanno detto no alle politiche neoliberiste, razziste e sessiste che attraversano lo spazio europeo e italiano; con chi – in questi anni difficili in cui abbiamo pagato a prezzo altissimo scelte coerenti – ha resistito e camminato con noi per le strade della difesa della Costituzione e del no sociale; con chi sta promuovendo la manifestazione dell’11 novembre contro il Governo e questa Ue; con i comitati per il No; con chi ha difeso beni comuni, ambiente, territorio; con gli spazi sociali, i movimenti, il sindacalismo conflittuale, le lotte che praticano autorappresentazione e autogoverno, con le soggettività politiche e sociali che in questi anni sono state all’opposizione. L’obiettivo è di costruire una coerente e credibile proposta politica in grado di guardare oltre la scadenza elettorale per ricomporre un blocco sociale di alternativa.
La costruzione di una proposta di sinistra per le prossime elezioni politiche e regionali non può che svilupparsi dentro le mobilitazioni e l’opposizione sociale. In questa direzione vanno la nostra partecipazione alla manifestazione nazionale dell’11 novembre a Roma contro le politiche del governo e la campagna sulle pensioni per la cancellazione della legge Fornero.
La Direzione Nazionale impegna tutto il partito sulle prossime scadenze e campagne:
-      Manifestazione nazionale a Roma dell’11 novembre
-      campagna in tutta Italia di iniziative e volantinaggi sulle pensioni
-      assemblea nazionale del Brancaccio del 18 novembre

Il documento è stato approvato con 7 voti contrari

venerdì 27 ottobre 2017

PER UN'ALLEANZA POPOLARE ANCHE IN LOMBARDIA


Per un’Alleanza Popolare anche in Lombardia. Giovedì 26/10 la prima assemblea.


COMUNICATO STAMPA: Per un’Alleanza Popolare anche in Lombardia.ù

Giovedì 26 ottobre 2017, dalle ore 19:30, presso il Salone dell’ARCI Bellezza, di Via Bellezza n. 16 Milano, si è tenuta la prima assemblea per la costruzione anche in Lombardia di una lista di alternativa per le prossime elezioni regionali che si riconosca nei valori e nel percorso dell’Alleanza Popolare per la Democrazia e l’Uguaglianza, riunitasi una prima volta al “Teatro Brancaccio” di Roma lo scorso 18 giugno e, successivamente, a Milano, presso la Camera del Lavoro, il 19 luglio.

Oltre 600 cittadine e cittadini lombarde/i hanno sottoscritto l’appello.
Ci proponiamo di dare voce a chi non si riconosce nelle attuali formazioni politiche di centro e di destra presenti nella nostra Regione.
Hanno aderito, tra gli altri, l’Associazione Milano in Comune, il Partito della Rifondazione Comunista della Lombardia e Sinistra Italiana della Lombardia.

26 ottobre 2017






mercoledì 25 ottobre 2017

NO A NUOVI AUMENTI DELL'ETA' PENSIONABILE!

Follia pura aumentare età pensionabile. Va cancellata la controriforma Fornero

Aumentare di altri 5 mesi l’età pensionabile portandola dal 2019 a 67 anni, e poi in prospettiva a 70, è follia pura. E poiché il governo ha annunciato che non intende bloccare l’aumento con la legge di bilancio, è necessario che si determini una mobilitazione ed un conflitto vero nel paese: non solo contro il nuovo aumento ma contro un sistema pensionistico che a seguito della controriforma Fornero è diventato socialmente insostenibile.
Come si fa a non vedere che già oggi, prima di ulteriori incrementi, si è prodotta una situazione inaccettabile? Negli ultimi 2 anni e mezzo i lavoratori ultracinquantenni siano aumentati di quasi 1 milione, mentre l’occupazione diminuisce nelle fasce centrali di età e i giovani sono inchiodati al massimo a lavoretti precari. Infatti scappano dall’Italia!
E che dire delle donne che alla pensione anticipata non ci arriveranno mai, per il doppio peso del lavoro produttivo e di cura, che ancora ingiustamente pesa su di loro?
E’ del tutto falso inoltre che non ci siano le risorse per cambiare radicalmente il nostro sistema pensionistico. Il rapporto tra contributi versati e pensioni erogate, al netto dell’assistenza e delle tasse, è in attivo ormai da molti anni. Un attivo che nel 2015 è stato pari all’1,6% del Pil, cioè a oltre 25 miliardi!
La verità è che i soldi ci sono sempre per i ricchi e per le imprese. Non ci sono mai per il lavoro e diritti sociali. Ci vuole lo sciopero generale».


CAMPAGNA "ERO STRANIERO" OBIETTIVO RAGGIUNTO. IL 27 OTTOBRE LA CONSEGNA DELLE FIRME. GRAZIE A TUTTE/I


la campagna "Ero straniero - L'umanità che fa bene" 
ha raggiunto il suo primo obiettivo
siamo molto contenti di annunciare il superamento della quota di firme necessarie per presentare la nostra legge di iniziativa popolare in Parlamento. Grazie al vostro prezioso contributo, ne sono state raccolte oltre 70mila in tutta Italia e molte migliaia a Milano e in Lombardia (presto arriveranno i dati definitivi). 

Per dire grazie a tutte le persone
e a tutte le organizzazioni
 senza le quali non sarebbe stato possibile raggiungere questo traguardo, vorremmo invitarvi a un momento di festa domenica 29 ottobre, dalle ore 17.30, alla Casa della carità

Sarà un momento semplice di condivisione, con un buffet, buona musica e qualche piccola sorpresa. Sarà l'occasione per raccontare per filo e per segno come sarà andata la consegna delle firme alla Camera, prevista per venerdì 27 ottobre. Sarà, infine, anche un primo appuntamento per iniziare a pensare come proseguire il nostro impegno perché, per vincere davvero la sfida dell'immigrazione, ci sono ancora tanti passi da compiere, soprattutto in ambito culturale.

A questi due link trovate tutti i dettagli dell'appuntamento:


Scusandoci per il breve preavviso

(ma siamo ancora immersi nelle carte delle ultime firme da
certificare)

, ci auguriamo di vedervi domenica. 


Un caro saluto e ancora grazie a TUTTE e TUTTI!

Da Radio radicale

Roma - 11:34
Durata: 0:42:12













lunedì 23 ottobre 2017

I LOMBARDI SNOBBANO MARONI. DIMOSTRATA LA INUTILITÀ DEL REFERENDUM.


I lombardi snobbano Maroni. Dimostrata la inutilità del referendum.
23 ottobre 2017
Comunicato stampa:
Referendum autonomia: La Segreteria Regionale del Prc/SE Lombardia ha dichiarato: «I lombardi snobbano Maroni. Dimostrata la inutilità del referendum».
I lombardi hanno disertato il voto al referendum truffa di Maroni. Più del 60% si è rifiutato di prestarsi al gioco di un quesito generico, di una spesa inutile di soldi pubblici, organizzata nel solito modo clientelare e bugiardo.
Ha fatto flop anche il mito del voto elettronico, che oltre che togliere senso al controllo popolare delle schede tramite gli incaricati al seggio, ha rallentato le operazioni invece di semplificarle (ancora in questo momento non abbiamo i dati definitivi).
Il fallimento politico e organizzativo era nell’aria e Maroni ha cercato di attenuarlo abbassando la percentuale di votanti attesa: la base elettorale delle forze che appoggiavano il SI, dalla Lega a Forza Italia, dal M5S a Fratelli d’Italia, da i lombardi al centro destra di Albertini, a parte del PD guidata da prestigiosi sindaci, non si è mobilitata per questa scadenza elettorale,la somma dei voti dei sì è molto inferiore ai voti presi alle regionali.
Il centro-destra dunque non è invincibile, per contrasti interni e soprattutto per come mette in pratica politiche neoliberiste condannando il suo stesso elettorato alla precarietà, alla solitudine sociale, all’assenza di welfare,  a una vita dove tutto deve essere pagato caro.
Di questa crisi è anche segnale la grande differenza di affluenza alle urne fra i territori. Il voto di Milano e dell’Hinterland ,di Pavia e di Mantova ci parlano di territori che non sono più affascinati dalla politica del «più mercato,meno stato», o da «padroni in casa nostra».
Il centro destra lombardo dunque non è invincibile, non scalda più i cuori della sua gente e stenta a convincerli delle sue avventure: si può contrastare e battere con una opposizione chiara e determinata, con la costruzione di una alternativa. Rifondazione Comunista lavora per costruirla nella società e nella rappresentanza politica.
Il tempo è ora.
Milano, 23 ottobre 2017

La Segreteria Regionale di Rifondazione Comunista/Sinistra Europea Lombardia

mercoledì 11 ottobre 2017

ANNA FALCONE E TOMASO MONTANARI - IL MOMENTO È ORA: OCCORRE UNA SINISTRA, CIVICA, LARGA E PARTECIPATA

Il momento è ora: occorre una sinistra, civica, larga e partecipata

Pubblichiamo di seguito il documento letto da Tomaso Montanari e Anna Falcone nella conferenza stampa che si è tenuta oggi nella sala della Stampa Romana che fa il punto della situazione politica in seguito alle vicende di questi giorni e rilancia con forza l’inizia del percorso per un’alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza.

Buona lettura

———————————–

1.

Crediamo che davvero non si possa più aspettare, e lo diciamo con umiltà e con il massimo rispetto per ogni percorso politico: il momento è ora. Perché «guasto è il mondo, preda / di mali che si susseguono, dove la ricchezza si accumula / e gli uomini vanno in rovina» (Oliver Goldsmith, The Deserted Village).

Di fronte all’ennesima legge elettorale-truffa, a un dibattito mediatico-politico concentrato su leadership e personalismi, invece che sulle soluzioni ai problemi delle persone e sulla costruzione di una nuova visione di società e di Paese, una parte importante di cittadini ed elettori si sta chiedendo se andare o no a votare alle prossime elezioni politiche. Perché rischia di trovarsi dinnanzi all’ennesimo Parlamento di nominati non scelti dagli elettori. Perché manca nell’offerta politica un progetto veramente innovativo capace di rappresentare chi non ha voce; di contrastare la precarietà in cui vivono i più, e la quasi totalità delle giovani generazioni; di proporre, oltre alla protesta, un nuovo modello sociale più giusto, inclusivo, solidale. Un progetto capace di rovesciare «la scandalosa realtà di questo mondo» (papa Francesco).

Per cambiare veramente lo stato delle cose non basta il professionismo politico che c’è, occorre qualcosa di veramente nuovo: un progetto unitario più grande e ambizioso dei singoli pezzi, un progetto che vada oltre le prossime elezioni e abbia come denominatore comune il contrasto alle politiche neoliberiste che in questi anni hanno decapitato diritti, futuro e ruolo della sovranità popolare e delle istituzioni democratiche.

Dopo la lunga stagione dei governi e delle politiche nell’interesse dei pochi contro i bisogni e i desideri dei molti è giunto il tempo di immaginare una politica e un governo nell’interesse della maggioranza delle persone. Un mezzo, insomma: e non un fine.

È per questo che consideriamo chiusa la stagione del centro-sinistra: perché è giunto il tempo di rovesciare il tavolo delle diseguaglianze, non di venirci a patti. E per far questo serve costruire la Sinistra che ancora non c’è.

2.

È per questo che, a giugno, abbiamo lanciato il percorso ‘del Brancaccio’: quello di un’alleanza popolare, tra cittadini e forze politiche, per la democrazia e l’eguaglianza. L’abbiamo fatto per rimettere al centro del dibattito politico la prepotente richiesta di democrazia e partecipazione scaturita dalla vittoria del 4 dicembre: non ci basta più difendere la Costituzione e lo Stato democratico di diritto, vogliamo attuarli e costruire insieme un fronte politico e sociale alternativo al pensiero unico neoliberista e alle riforme dettate e imposte dal capitalismo finanziario a Parlamenti e governi deboli o conniventi.

Ora, quattro mesi e molte assemblee dopo, è a tutti chiaro che era la strada giusta.

È per questo che rilanciamo lo stesso obiettivo, con l’imperativo di partire, senza ulteriori tentennamenti, per la costruzione di un Polo civico e di Sinistra che confluisca, nell’immediato, in una lista unica nazionale e, in prospettiva, in un soggetto capace di dar vita a quella Sinistra che, in questo Paese, non c’è ancora. Un progetto politico stabile e credibile di Sinistra, più grande e più ambizioso dei singoli partiti e movimenti, e che permetta, anche nel nostro Paese, la liberazione e l’espressione di quelle energie che altrove hanno dato vita – ad esempio – a Podemos in Spagna, e al nuovo Partito laburista di Corbyn in Gran Bretagna.

Un caso emblematico, quest’ultimo: anche il partito che ha inaugurato la “Terza Via” in Europa ha invertito la rotta e riguadagnato consensi e credibilità dopo una lunga crisi. Ciò che accade in Europa, ci insegna che la Sinistra vince solo se è unita su programmi radicali e innovativi, senza alcuna “connivenza” o appoggio a forze conservatrici e di ispirazione neoliberista. Dobbiamo guardare oltre, non fermarci alle prossime elezioni, ma costruire insieme i presupposti per un nuovo umanesimo globale, un mondo giusto in cui trovino posto non solo i vecchi diritti che ci sono stati tolti, ma anche i nuovi, come il diritto a una partecipazione democratica vera, il diritto al tempo, il diritto alla felicità di tutti e di ognuno. Questa è la nostra ambizione, e per attuarla sappiamo che la dimensione nazionale non è sufficiente. Per questo vogliamo rafforzare quei rapporti con gli altri movimenti che in Europa e nel mondo hanno già percorso questa via e hanno inaugurato una nuova stagione politica e di democrazia, rimettendo al centro del dibattito i cittadini e le loro reali priorità.

Insomma, siamo convinti, con Tony Judt, che «C’è qualcosa di profondamente sbagliato nel nostro modo di vivere, oggi. Per trent’anni abbiamo trasformato in virtù il perseguimento dell’interesse materiale personale: anzi, ormai questo è l’unico scopo collettivo che ancora ci rimane. Sappiamo quanto costano le cose, ma non quanto valgono. Non ci chiediamo più, di una sentenza di tribunale o di una legge, se sia buona, se sia equa, se sia corretta, se contribuirà a rendere migliore la società, o il mondo. Erano queste un tempo le domande politiche per eccellenza, anche se non era facile dare una risposta: dobbiamo reimparare a porci queste domande. Dobbiamo sottoporre a critica radicale l’ammirazione per mercati liberi da lacci e laccioli, il disprezzo per il settore pubblico, l’illusione di una crescita senza fine. Non possiamo continuare a vivere così».

3.

Quel popolo unito noi lo abbiamo incontrato lungo tutto il 2016, nella grande campagna referendaria che ha portato alla vittoria del 4 dicembre, le tante bandiere della Sinistra si sono inchinate di fronte all’unica bandiera della Costituzione. E abbiamo vinto!

Questa unità è andata oltre, nonostante un dibattito mediatico e politico tutto concentrato sui cambi d’umore di un ‘leader’ autodesignato e divisivo, ed ha  preso corpo fin dalle prime assemblee del ‘Brancaccio’ che, dal 18 giugno ad oggi, hanno attraversato e per tutto ottobre attraverseranno l’Italia. E anche nei nostri incontri sul programma si è ritrovato un solo popolo: cittadini senza tessera, altri che militano in partiti e movimenti della Sinistra, tanti delusi dal PD e dalla politica in genere, cittadini che non votano più o si rifugiano nel voto di protesta. Tutti chiedono la stessa cosa: una forza unitaria e popolare che possa e voglia realmente cambiare l’Italia con un programma radicale e coraggioso di rivendicazione dei diritti negati, a partire da quelli riconosciuti e tutelati dalla Costituzione, per arrivare ai nuovi diritti posti dalle sfide del presente e del futuro.

Oggi siamo qui per prendere atto, finalmente, che sono maturati anche in altri le ragioni e la volontà di lavorare per una lista unica della Sinistra. Le vicende di questi ultimi giorni, hanno reso evidente la faglia di separazione tra chi rimane arroccato a vecchi schemi e condizionato dall’egemonia del Partito democratico, e le forze che intendono davvero cambiare lo stato delle cose. Lavoro, redistribuzione della ricchezza, tutela dell’ambiente e del clima, diritto alla salute e all’istruzione, pace e accoglienza dei migranti: esiste un popolo, unito, che su tutto questo vuole invertire la rotta.

4.

Per questo vogliamo mettere a disposizione il metodo e l’esperienza del Brancaccio, che dall’inizio è nato come uno spazio politico aperto a tutti coloro che condividessero questi obiettivi. Noi continueremo con le assemblee locali delle “Cento piazze per il Programma”, che culmineranno in un grande incontro nazionale, a novembre.

Contemporaneamente, e fin da oggi, verificheremo con i responsabili di tutte le forze politiche che si dichiarano alternative alle destre e al Pd la possibilità di costruire un calendario e un metodo – condivisi da tutte le forze, civiche e politiche, e non imposti da nessuno – che portino, prima della fine dell’anno, ad una lista unica ed unitaria per le prossime elezioni.

Per questo ribadiamo la centralità di una vasta partecipazione dal basso, che porti ad eleggere – col metodo una testa un voto – e secondo le modalità più trasparenti e plurali possibili, una grande assemblea che decida democraticamente sul programma finale e su candidati realmente espressione dei cittadini, con il più ampio spazio per donne e giovani. Le regole di questo processo saranno fondamentali: noi crediamo, per esempio, che sia inaccettabile il modello mediatico e ambiguo delle primarie, e che i modi di partecipazione debbano invece valorizzare l’impegno di coloro che si spendono in attività politiche, sociali, di volontariato, ecc. E crediamo che un comitato di facilitatori non candidati debba assumere un ruolo di garanzia, in questo processo.

Sinistra Italiana, Possibile, Mdp, Rifondazione Comunista, l’Altra Europa e le altre sigle politiche che si uniranno sono solo una piccola parte della sinistra che va costruita: e crediamo che questa nuova Sinistra o sarà civica, larga, democratica e partecipata, nei metodi e nei fini, o non sarà.

Perché il nostro impegno sia credibile e sia l’inizio di una nuova stagione politica è necessario un radicale rinnovamento di linguaggio e di leadership, un rinnovamento anche generazionale che rappresenti nei volti e nelle storie una sinistra non solo finalmente unita, ma realmente nuova, espressione dei cittadini e dei territori, in una parola diversa rispetto alle esperienze passate e con lo sguardo rivolto al futuro. Una sinistra finalmente credibile.

La nostra stessa condizione di cittadini, e non di politici di professione, ci impone un ruolo di garanzia, di stimolo e di controllo: al quale non verremo meno. Da oggi inizieremo a realizzare questo programma: con tutte e tutti coloro che vorranno starci.

La politica – come ha detto Jeremy Corbyn – non deve tornare nelle scatole. E non lo farà.

Anna Falcone, Tomaso Montanari



lunedì 9 ottobre 2017

PER UN’ALLEANZA POPOLARE ANCHE IN LOMBARDIA

Per un’Alleanza popolare anche in Lombardia
L’assemblea romana di giugno del Brancaccio ha riacceso in molti la speranza nella costruzione anche in Italia di una Sinistra degna di questo nome. All’appello lanciato da Anna Falcone e Tommaso Montanari hanno risposto positivamente migliaia di persone consce che, proprio a partire dalla vittoriosa difesa della nostra Costituzione del 4 dicembre scorso, sono ormai maturi i tempi per la costruzione di un progetto a sinistra del Partito Democratico che in Italia stenta a decollare da troppo tempo. L’assemblea del Brancaccio ha portato con sé aspetti di sicura innovazione: è stata presentata da due tra i protagonisti che maggiormente si sono spesi per la vittoria referendaria del 4 dicembre, non si è concentrata nella mera ricerca di una sommatoria di soggetti, privilegiando un percorso progettuale volto alla definizione dei contenuti, si è rivolta soprattutto a tutti quegli Italiani che oggi sono sfiduciati e non si recano più neppure alle urne: molti di questi sono in attesa di una proposta di alternativa chiara e coerente che manca da troppo tempo.
Il processo messo in moto il 18 giugno, però, sembra avere tempi lunghi di elaborazione e i tempi stringono così come necessitiamo di una declinazione territoriale più articolata per dare forma e continuità a questo percorso. In particolare la dimensione regionale, e per quanto ci riguarda nello specifico, quella della Regione Lombardia, è uno dei più significativi e urgenti livelli nei quali operare. La nostra regione viene da oltre un ventennio di ininterrotto governo della destra che nonostante gli scandali, il più totale asservimento alle politiche neoliberiste, privatizzazioni, smantellamento dello stato sociale, scempio territoriale e ambientale sembra poter continuare a governare indisturbata.
Eppure la nostra regione sta vivendo una feroce desertificazione produttiva, un aumento della povertà senza precedenti negli ultimi decenni, il dilagare delle mafie, della corruzione e del malaffare che hanno portato alla condanna persino dell’ex governatore Formigoni. È in questo preciso quadro che l’assenza di un’alternativa reale a sinistra fa sentire la sua mancanza. Abbiamo l’esigenza di proporre qualcosa di significativamente diverso rispetto al passato, qualcosa in grado veramente di rappresentare un cambio di rotta significativo. Non possiamo rimanere inerti né indifferenti nei confronti della farsa del prossimo referendum per l’autonomia in ottobre, né tantomeno per le future elezioni regionali. Nello stesso tempo dobbiamo cercare di proporre elementi progettuali e una soggettività nuova e credibile per poter sperare di riacquistare la fiducia di coloro che a sinistra si sono allontanati dal voto ormai da troppo tempo.
Abbiamo, quindi, bisogno di pensare, costruire e, infine, praticare nel concreto un’Alleanzapopolare anche per il nostro specifico contesto regionale e abbiamo bisogno di farlo presto.
Dobbiamo però rompere gli indugi: dalla vittoria al referendum costituzionale all’assemblea del Brancaccio sono passati più di 6 mesi. Difficile dire quanti altri ne passeranno prima di vedere una prima bozza di progetto condiviso, difficile capire se e quando le varie soggettività organizzate della Sinistra potranno trovare unità e accordi; ma, sicuramente, i tempi saranno sempre e comunque troppo lunghi per la fase politica e storica che viviamo.
Abbiamo quindi deciso di rompere gli indugi, di mobilitarci come singoli cittadini e militanti preoccupati del tempo che sta scorrendo e della minaccia di ripiombare nell’impasse che ha caratterizzato la storia della Sinistra in questi ultimi anni. Non possiamo più permetterci un nuovo fallimento, potrebbe essere quello definitivo determinando una nuova sconfitta dalla quale poi non riusciremmo a riprenderci per lunghissimo tempo così come non possiamo più lasciare che la Lombardia rimanga, apparentemente senza possibilità di realistica alternativa, nelle mani delle destre come ormai avviene da decenni.
Per tutti questi motivi abbiamo quindi deciso di inviarvi una proposta rivolta innanzitutto alle persone, prima ancora che ai soggetti politici, per un primo confronto pubblico e aperto finalizzato alla costruzione dal basso, senza indugi, cioè un progetto che dia continuità e forma anche nella nostra regione, coerente con lo spirito che sta animando tanti incontri e assemblee nel nostro Paese.
Per tali motivi vi invitiamo e vi aspettiamo a discuterne insieme a Milano giovedì 26 ottobre alle ore 19:30 presso Arci “Bellezza” – via Bellezza.
Firme Promotori:
Adriano Arlenghi (Pavia)
Albino Ferrati (Brescia)
Alessandro Braga (Milano)
Alessandro Brambilla Pisoni (Milano)
Alessandro Monicelli (Mantova)
Alessandro Zanni (Bergamo)
Alessia Loi (Como)
Amalia Navoni (Milano)
Amedeo Anelli (Lodi)
Annamaria Francescato (Como)
Edoardo Facchinetti (Bergamo)
Ettore Onano (Como)
Francesco Ilardo (Varese)
Gabriele Cotti (Brescia)
Giandiego Marigo (Lodi)
Gianni Belli (Milano)
Giovanna Fierro (Como)
Giulia Venia (Brescia)
Laura Quagliuolo (Milano)
Lorena Tacco (Milano)
Loris Caruso (Milano)
Marco Noris (Bergamo)
Marco Salvetti (Brescia)
Maria Angela Angarano (Milano)
Mario Franzil (Varese)
Massimo Gallina (Pavia)
Maurizia Stefanini (Bergamo)
Mauro Fadini (Bergamo)
Michele di Bona (Bergamo)
Mimma Aiello (Crema)
Paolo Ceruti (Como)
Paolo d’Amico (Bergamo)
Paolo Ferloni (Pavia)
Paolo Scanzi (Bergamo)
Piero Bassini (Lodi)
Rita Fiorani (Lodi)
Rita Zecchini (Milano)
Rosangela Pesenti (Bergamo)
Rosaria di Stefano (Milano)
Sergio Aurora (Brescia)
Simona Benedetti (Como)
Stefania Costa Barbè (Pavia)
Stefano Cassani (Lodi)
Tea Valendino (Lodi)
Teodoro Margarita (Como)
Tiziano Belotti (Bergamo)
Valentino Macario (Bergamo)

Per adesioni inviare una mail a: alleanzapopolarelombardia@gmail.com

RIPARTE IL PERCORSO DEL BRANCACCIO. CAMPAGNA ADESIONI E ASSEMBLEE

Riparte il percorso del Brancaccio. Campagna adesioni e assemblee
Riparte il percorso che si era aperto con l’assemblea del Brancaccio a Roma il 18 giugno. Rifondazione Comunista aveva aderito con convinzione all’idea di una lista che unificasse la sinistra sociale e politica e le tante forme di civismo e partecipazione su un programma di attuazione della Costituzione e di netta alternativa al PD le cui politiche da anni sono “indistinguibili da quelle della destra”.
Da lunedì 25 settembre è possibile aderire online sul sito nazionale dell’Alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza. Invitiamo compagne e compagni a aderire: https://www.aderisci.perlademocraziaeluguaglianza.it/events/1/subscriptions/new
Noi saremmo partiti immediatamente dopo l’assemblea del Brancaccio ma quel che conta è che riprenda il processo.

Invitiamo in tutti i territori le compagne e i compagni a partecipare e contribuire all’organizzazione delle assemblee  Cento piazze per il programma : http://www.perlademocraziaeluguaglianza.it/2017/09/20/cento-piazze-per-il-programma/ 

PULIAMO VIMODRONE











mercoledì 4 ottobre 2017

UNA CAMPAGNA DI RACCOLTA FONDI PER EMILIANO

UNA CAMPAGNA DI RACCOLTA FONDI PER EMILIANO
Emiliano Puleo, militante di Rifondazione Comunista di Partinico (PA) ingiustamente detenuto ad Amburgo da circa tre mesi per i fatti del G20, dovrà rimanere in carcere almeno fino al processo.
In questi lunghi mesi la solidarietà è stata l’unica arma che abbiamo avuto a disposizione per rompere il silenzio assordante su questa vicenda; ora però ti chiediamo anche un sostegno economico per sostenere la campagna per la sua scarcerazione e per continuare a rendere possibili le visite periodiche dei compagni del circolo (con costi molto elevati per i biglietti aerei e per il soggiorno), vitali per chi si trova in carcere in un paese straniero.
Abbiamo fatto tanto, vogliamo continuare a fare di più ma le nostre sole risorse, sostenute anche dai familiari di Emiliano, non sono più sufficienti. Aderisci a questo appello e aiutaci a sostenere le moltissime spese che ci troviamo ad affrontare come circolo.
Puoi donare tramite bonifico al seguente conto intestato a Valentina Speciale, segretaria del circolo PRC di Partinico: IT04T0760105138226592926602
Causale: sostegno campagna Emiliano libero
Oppure una ricarica alla carta postpay n. 5333171050185764 (specificare il seguente codice fiscale: SPCVNT88S55G348D) presso Ufficio postale, siti Poste Italiane; app Postepay, app PosteMobile, ricevitorie Sisal, tabaccherie.
VALENTINA SPECIALE
Segretaria del PRC circolo “Peppino Impastato” Partinico (PA)
GIACOMO MINORE

Tesoriere del PRC circolo “Peppino Impastato” Partinico (PA) tel. 3294967597
Grazie per le visite!
banda http://www.adelebox.it/