giovedì 30 maggio 2013

GRAZIE FRANCA

GRAZIE FRANCA

lunedì 27 maggio 2013

GRAZIE BOLOGNA.


BOLOGNA: "IL 60% DEI VOTANTI NEL REFERENDUM HA DETTO "NO" AL FINANZIAMENTO DELLA SCUOLA PRIVATA.


I bolognesi hanno votato per abolire il finanziamento pubblico agli asili privati. Non bisognava mettere croci a scelta tra "Si" e "No", bensì scegliere tra due opzioni, A e B.

L’opzione A per sospendere i contributi statali agli asili privati, l’opzione B per mantenerli. A favore della A Stefano Rodotà, Gino Strada, Paolo Ferrero, Nicki Vendola, Dario Fo; a favore della B Matteo Renzi, il ministro dell’istruzione, Guglielmo Epifani, Il Cardinale Bagnasco. Si è ricreata la divisione interna che sta spaccando il Pd a livello nazionale, che ha spinto all’alleanza col Pdl e centristi.

Ha vinto chi ha scelto di sospendere i contributi alle scuole paritarie ben il 59% dei votanti, mentre tutto il Pd, il sindaco di Bologna Merola e parte del centrodestra erano propensi a mantenerli. Ha votato il 28,7% degli aventi diritto. La bassa affluenza fa dire agli sconfitti che affermano che non può essere una minoranza a decidere, e considerano il referendum bocciato nei fatti.

Ferrero: "Si tratta di un risultato positivo e per nulla scontato visto lo schieramento di forze a favore del finanziamento alle private. Adesso molti diranno che il risultato non è rilevante perché ha votato solo il 28% degli aventi diritto. Posto che a Roma chi vincerà le elezioni sarà sindaco anche se votato da pochi cittadini, non bisogna farsi confondere da questo dato: basta pensare a cosa direbbero se il 60% l'avessero preso loro! Abbiamo vinto e adesso il Comune di Bologna tenga fede alla decisione dei cittadini bolognesi abolendo il finanziamento alle scuole private».

giovedì 23 maggio 2013

DON GALLO...



Ricordiamo Falcone e le altre vittime di Capaci.

Ricordiamo Falcone e le altre vittime di Capaci. Verità e giustizia sul rapporto tra Stato e mafia



Ricordiamo oggi Giovanni Falcone e le persone che sono state uccise con lui nella strage di Capaci, il 23 maggio 1992. Chiediamo verità e giustizia per loro e per tutte le vittime delle mafie. In particolare riteniamo indispensabile fare piena luce sul rapporto tra Stato e mafia e per questo Rifondazione Comunista è l’unico partito che si è costituito parte civile nel processo. Per questo lunedì il Segretario Paolo Ferrero sarà a Palermo all’apertura del processo che dovrà chiarire chi sono i veri mandanti degli omicidi di Falcone e Borsellino. Troppi nei palazzi romani si oppongono alla ricerca della verità e questo è indegno di uno stato democratico.

sabato 11 maggio 2013

LORO DICONO IL FALSO… - IL 18 MAGGIO CON LA FIOM


LORO DICONO IL FALSO… - IL 18 MAGGIO CON LA FIOM


LORO DICONO CHE…

…la crisi dipende dal fatto che “tutti abbiamo vissuto sopra le nostre possibilità”

FALSO!

E’ vero invece che l’economia è bloccata dalla crescita delle disuguaglianze. I beni prodotti non si vendono perché la maggior parte della società si è impoverita: in Italia negli ultimi trent’anni i redditi da lavoro hanno perso 15 punti di PIL, andati alla rendita e ai profitti delle grandi imprese. Un’enormità! E’ la conseguenza delle politiche liberiste di privatizzazioni, precarizzazione del lavoro, dell’indebolimento dei poteri pubblici a favore delle grandi concentrazioni economiche e finanziarie private.

…il debito pubblico dipende dalla spesa sociale: pensioni, sanità, scuola

FALSO!

E’ vero invece che in Europa il debito è cresciuto perché gli stati europei hanno trasferito dall’inizio della crisi 4.500 miliardi per il salvataggio della grande finanza. In Italia il debito è aumentato a partire dagli anni ’80 perché si è volutamente consentito che crescesse il peso degli interessi, e perché non si è mai combattuta la corruzione e la grande evasione fiscale. La spesa sociale invece è più bassa della media europea.

…con le loro manovre hanno salvato il paese

FALSO!

E’ vero invece che le manovre dei governi Berlusconi e Monti hanno aumentato ancora le disuguaglianze, portato l’economia al collasso, le persone alla disperazione. Si sono attaccati ancora i diritti al lavoro, smantellando l’articolo 18, si è allungata di oltre 6 anni l’età per accedere alla pensione, si è manomessa la contrattazione collettiva. Si è attaccato ancora il welfare con i tagli alla scuola, agli enti locali, alla sanità. Il risultato è che la crisi si aggrava, che in 5 anni i disoccupati sono aumentati di 1 milione e 200mila, i senza lavoro sono 6 milioni, la disoccupazione giovanile è al 40%, oltre 8 milioni le persone in condizione di povertà.

Il voto popolare ha detto “cambiamento”, ma al governo del paese siedono gli stessi di prima. Non è cambiato niente!

Il governo Letta-Alfano-Monti vuole continuare con le politiche di austerità, le privatizzazioni, la precarietà. Vuole stravolgere la COSTITUZIONE per introdurre il PRESIDENZIALISMO e bloccare ogni possibilità di cambiamento.

Diciamo NO! Riprendiamo a lottare!

Il 18 maggio con la FIOM

Per il lavoro, il welfare, la democrazia.


PRC VIMODRONE

rifodrone.blogspot.com

Facebook: Prc Vimo

Email: prcvimo@tin.it


GRILLO CONTRO LO "IUS SOLI"

Grillo contro lo "ius soli": gli piace l'apartheid



Chi pensava che quella di Grillo contro il diritto alla cittadinanza dei figli degli immigrati nati in Italia fosse solo una battutaccia dal sen fuggita per addomesticare luoghi comuni in odore di xenofobia ben presenti in una parte del Movimento si sbagliava di grosso. Ora che il tema è stato formalmente posto da un ministro della Repubblica, Cecile Kyenge, e che la questione, da oggetto di dibattito diventa materia immediatamente sensibile, ecco che l'Egoarca, depositario esclusivo della linea dei 5 Stelle, torna sul tema per conficcare solidi paletti nel terreno. Il suo argomentare, solitamente tranchant, è diventato questa volta fumoso, cavilloso, quasi da leguleio. Nulla a che vedere con l'impeto da Conan il distruttore squadernato in tante occasioni. Sentite: lo ius soli, in Europa - scrive Grillo in un post sul suo blog - non è presente "se non con alcune eccezioni estremamente regolamentate". In Italia "se si è nati da genitori stranieri e si risiede ininterrottamente fino a 18 anni" lo ius soli è già un fatto acquisito e "chi vuole al compimento del diciottesimo anno di età può decidere di diventare cittadino italiano". Ma perché mai un bambino, poi adolescente, poi ragazzo inserito nel lavoro dovrebbe restare nel limbo, fino a 18 anni, con cucito addosso lo stigma della diversità e dell'esclusione? Perché alimentare un'apartheid odiosa e produttrice di ingiustizie e discriminazioni indecenti? Mistero fitto (o forse no) che accomuna però Grillo ad una pessima compagnia: quella dei Giovanardi, delle Santanché, dei fascisti di Casa Pound e di Forza Nuova. Ma non è la prima volta che Grillo si scaglia contro la questione della cittadinanza per i figli degli immigrati: a gennaio 2012 l'aveva definita una "questione priva di senso". "Questa regola può naturalmente essere cambiata - ha poi precisato Grillo - ma solo attraverso un referendum nel quale si spiegano gli effetti di uno ius soli dalla nascita. Una decisione che può cambiare nel tempo la geografia del Paese non può essere lasciata a un gruppetto di parlamentari e di politici in campagna elettorale permanente". Ma come, Grillo non si è accorto che la "geografia" del Paese è già cambiata e più ancora cambierà nei prossimi anni? Pensa forse, Grillo, che negare la cittadinanza ai figli degli immigrati possa ostacolare quello che la Lega chiama spregiativamente "meticciato"? Le 5 Stelle sono un certificato di eccellenza esclusiva con cui Grillo seleziona un "popolo-nazione" di pelle bianca e sangue rigorosamente italico?
Infine, colui che "non siamo né di destra né di sinistra" butta la palla in corner e prende tempo: "Ancor prima del referendum - sentenzia - , lo ius soli dovrebbe essere materia di discussione e di concertazione con gli Stati della Ue. Chi entra in Italia, infatti, entra in Europa... e dalle dichiarazioni della sinistra che la trionferà (ma sempre a spese degli Italiani) non è chiaro quali siano le condizioni che permetterebbero a chi nasce in Italia di diventare ipso facto cittadino italiano". Di nuovo, pessimo linguaggio e retaggio reazionario incalzano: cosa vuol dire "a spese degli Italiani"? Che prezzo stanno mai pagando i nativi per la presenza degli immigrati che lavorano duro e pagano le nostre pensioni? Ma anche in materia di previdenza, come si sa, Grillo ha idee piutosto confuse. E pericolose. Il comico genovese non diverte affatto. Provi a sciacquare i panni maleodoranti della sua ambigua ideologia nella democrazia di cui ama riempirsi la bocca. E smetta di brandire la clava contro i più deboli.

da "LIBERAZIONE" Dino Greco

venerdì 10 maggio 2013

OSPEDALE SAN RAFFAELE ACCORDO FIRMATO.


San Raffaele, accordo all'alba: revocati i licenziamenti


L'accordo sul salvataggio dell'ospedale San Raffaele è stato firmato all'alba. Salvi, fino alla fine del 2014, i posti di lavoro che rischiavano di essere tagliati, mentre i lavoratori che avevano già ricevuto comunicazione in tal senso dall'azienda saranno reintegrati.

L'accordo sulla vertenza del San Raffaele, firmato stamani dopo una notte di serrate trattative nella Sede dell'Agenzia del Lavoro della Regione Lombardia, a Milano, "azzera tutti i licenziamenti". E' questo l'aspetto più importante dell'intesa, sottolineato con soddisfazione dall'azienda e dai sindacati. Ora l'accordo dovrà essere ratificato in un'assemblea dei dipendenti, prevista per il 16 maggio.





lunedì 6 maggio 2013

FUORI DAL BIPOLARISMO COSTRUIRE L'OPPOSIZIONE DI SINISTRA AL GOVERNO LETTA - ALFANO


Ferrero: «Costruire, fuori dal bipolarismo, l'opposizione al governo Letta»
Il segretario del Prc apre la direzione nazionale del partito

Serve un fronte di opposizione al governo Letta. Va costruito quasi da capo dentro un contesto che fornisce sia elementi di opportunità, sia elementi di difficoltà. Rifondazione dovrà inteloquire con più soggetti possibili, a partire della Fiom senza la quale (e tantomeno contro) non è possibile alcuna riaggregazione. Paolo Ferrero inizia la sua relazione in direzione nazionale anticipando il senso del dispositivo finale proposto al voto ossia dei compiti per l'immediato e il medio periodo. Infatti la domanda di cambiamento esplosa col dato elettorale è stata disattesa e il quadro politico ha dato vita ad un esecutivo restauratore. Se è andata nel peggiore dei modi, per il segretario del Prc, è stato per l'incapacità del Pd di aprire al M5s e anche per la chiusura dei cinquestelle che hanno deciso di non adoperare quella forza per forzare il quadro politico e continuare l'accumulo di forze su un'idea di separatezza da ogni altra forma della politica.
Il govero Letta, secondo la lettura di Ferrero, è la vittoria dell'«asse del Capitale», un asse atlantico, più che populista, legato alla Bce e alla grande finanza che coinvolge settori di Pd e di centrodestra. E' un governo che ha la stessa linea politica del suo predecessore sconfitto dalle elezioni ma che potrà mettere mano allo stravolgimento della parte seconda della Costituzione grazie alla Convenzione guidata da Violante che sfornerà modifiche che le Camere potranno solo ratificare. Solo Berlusconi ha il potere di staccarne la spina. Dunque è un governo destinato, a parere di Ferrero, a durare abbastanza da completare la Seconda repubblica con la distruzione dei partiti, il presidenzialismo, la fine del welfare soppiantato dalla sussidiarietà. Tutti elementi di ulteriore americanizzazione della politica. L'esempio che fa, l'abolizione del finanziamento ai partiti, è il modello Ilva con Pd e Pdl che si dividono i soldi di Riva.
In questo senso, l'opposizione “responsabile", l'opposizione “punto per punto" non potrà acquisire alcuna efficacia perché rinuncia a priori a mettere in discussione l'impianto bipolare del quadro politico.
Sul versante sociale, deve ancora essere registrato l'esito delle politiche economiche e finanziarie di Monti. Significa che il peggio deve ancora venire. Il Def, in discussione al Parlamento, non prevede elementi di miglioramento prima del 2017.
La rinuncia da parte di Grillo della gestione politica della piazza indignata per la conferma di Napolitano al Quirinale (poteva condurre un assalto a Palazzo oppure accorgersi che la politica è fatta anche da alleanze e compagni di strada oppure, appunto, rinunciare) dimostra che il M5s, per il modo con cui ha costruito il consenso, non è in grado di fare politica e nemmeno di reggere il rapporto di massa. Da questo punto di vista, perciò, rappresenta un fenomeno di passivizzazione. C'è dunque un buco tra il consenso elettorale e la direzione politica dell'indignazione. L'antidoto, secondo la relazione, è la costruzione di una soggettività di massa fatta da corpi di uomini e donne e da contenuti di classe. Ma il Pd è tenuto in vita solo dalla legge elettorale perché il suo progetto, il progetto di Bersani, è fallito. Le sue minoranze interne - si legga quanti pezzi di “sinistra" figurino nella lista dei sottosegretari - hanno accettato le regole del gioco trasferendo la contesa sul congresso a venire. E poi c'è Sel su cui Ferrero si sofferma con particolare franchezza: quel progetto affronta «la migliore sconfitta che gli poteva capitare». Perché da un lato registra una sconfitta strategica ma dall'altro può riconfigurarsi come l'unica sinistra visibile. Se dunque Vendola non ha la minima intenzione di aprirsi a sinistra, tuttavia la percezione di massa sarà che Sel è un baluardo a sinistra nella totale internità allo schema bipolare, con l'accettazione della svolta semipresidenziale.
In altre parole ha incassato un cospicuo premio di maggioranza e ora si appresta a incamerare il premio di minoranza, dalla visibilità fino alle presidenze di commissione.
E' la Fiom, secondo Paolo Ferrero, il principale punto di tenuta perché il padronato non è stato in grado di espellerla dalla media impresa e l'accordo sulla rappresentanza è un lieve miglioramento, per alcuni aspetti, della democrazia sindacale (visto che almeno i lavoratori potranno votare). I progetti di aggregazione che non la vedano tra gli interlocutori sono votati a restare minoritari.
Il compito per l'immediato sta tutto nella costruzione di una rete di opposizione sociale al governo “da" sinistra (Ferrero specifica: non ancora “di" sinistra). Si va dall'adesione alla contro-convenzione lanciata da Rodotà alle iniziative nei territori - anche invitanto i parlamentari M5s - per la costruzione del corteo Fiom del 18 maggio. Altrimenti resta solo la rappresentazione teatrale della politica nella disperazione individuale.
Sebbene i tentativi che osserva in giro gli appaiano minoritari e in concorrenza tra loro, Ferrero ritiene che vadano rafforzati tutti gli elementi di interlocuzione, senza cercare scorciatoie, fuori dal centrosinistra, per una sinistra di alternativa. Oltre a cercare una relazione con l'assemblea dell'11 a Bologna per la costruzione di un nuovo soggetto anticapitalista e libertario (la direzione Prc ha scritto una lettera ai promotori), Ferrero incontrerà Barca, Rodotà e Alba nei prossimi giorni nella consapevolezza che non ci sono precipitazioni previste a breve termine. Ferrero esorta a non assecondare un senso di attesa.
Da parte sua Rifondazione dovrà essere il motore della costruzione della sinistra di alternativa, senza settarismi, senza cedere alla possibilità di prendere parte a un progetto che sia subalterno oltre che minoritario. Per certi versi Rifondazione è una mela che si cerca di spaccare (chi ne pretende lo scioglimento come condizione per andare verso il centrosinistra, e chi ne vorrebbe l'azzeramento in nome di un nuovo partito), insiste nella conclusione della relazione. Il Prc è da rifare, c'è un lavoro organizzativo in corso, e dovrà essere il conduttore di una narrazione non retrò, di una tessitura unitaria per provare a rientrare in un gioco da cui il risultato elettorale l'ha marginalizzata. C'è da ricostruire il senso di sé, è un lavoro duro ma nessuno si sente il curatore fallimentare.

Da LIBERAZIONE on line – di Checchino Antonini



giovedì 2 maggio 2013

ZANONATO - IL REFERENDUM VA RISPETTATO

 Zanonato – Il referendum va rispettato, no al nucleare senza se e senza ma.
Sintomatico che il governo sia in completa opposizione rispetto al Paese


Condanniamo duramente le parole del ministro Flavio Zanonato sul nucleare: il “no” alle centrali non è un problema di siti adatti o meno, è l’esito di un referendum nel quale gli italiani hanno espresso chiaramente la loro volontà. Sintomatico che le opinioni del governo Letta siano in completa opposizione rispetto alla volontà espressa dal popolo italiano attraverso un referendum.

Evidentemente il governo Letta continuerà a fare ostruzionismo sulle energie alternative.



Grazie per le visite!
banda http://www.adelebox.it/