lunedì 29 novembre 2010



LA SINISTRA RIPARTE DA SAN GIOVANNI

Da Liberazione del 29/11/2010

Un po' meno di una prova generale, un po' più di un semplice "pour parler". C'è tutta la sinistra in piazza, c'è tutto il centrosinistra in questa strana, enorme ma un po' silente manifestazione, che ha segnato l'ultimo sabato di novembre a Roma. C'è tutta la sinistra, ci sono i suoi leader. Che si parlano, si abbracciano, si salutano, per la gioia delle troupe televisive. Trovano anche il tempo per brevi incontri lontani dagli sguardi e dalle telecamere. Stringono le mani, salutano. I lavoratori di una fabbrica pontina, quelli della Funzione Pubblica di Roma ma soprattutto i pensionati - i più loquaci - li fermano, li incoraggiano. C'è un buon clima, insomma, solidale. C'è preoccupazione e anche un po' di ansia perché nessuno sembra avere la chiave giusta per capire quel che accadrà. Ma stanno insieme. Sfilano insieme, o quasi: una fila prima o una fila dopo. E allora qualcuno azzarda che la giornata di ieri potrebbe essere la premessa per una nuova stagione unitaria. Forse, lo dirà il tempo. Per ora c'è appunto quel «buon clima».


Ma le cose che dicono i leader della sinistra, non sono esattamente le stesse. Non rispondono allo stesso modo alle domande. A quelle dei cronisti e a quelle della piazza.Paolo Ferrero, il segretario del Prc, è sottobraccio ad Oliviero Diliberto, che da due settimane è portavoce della federazione della sinistra. Sono quasi alla testa del corteo che è partito da piazza Esedra. Sono immersi in un mare di bandiere della Cgil. Da dietro, si sentono gli slogan degli operai della Vynils: «Sciopero, sciopero generale». Si parte da qui. E comincia Ferrero: «Penso che la Cgil debba essere il punto di riferimento per l'iniziativa di studenti e lavoratori contro il governo, a partire dallo sciopero generale». Sciopero generale, dunque. E se non ora quando. «Sì, perché siamo nel pieno di una ripresa fortissima della mobilitazione sociale, operaia e studentesca. La Cgil deve svolgere un grande ruolo, che è quello di diventare ilpunto di riferimento di queste lotte. Ripeto: oggi deve lanciare lo sciopero generale». Contro il governo, naturalmente. Ma anche contro la Confindustria. «Che, esattamente come Berlusconi vorrebbe scaricare i costi della crisi tutti sugli strati più deboli». Più tardi, a manifestazione conclusa, Ferrero commenterà il «silenzio» della Camusso su questo argomento: «E' stato un errore».Di nuovo nel corteo. Si ragiona sul da fare nelle prossime settimane. Ma si ragiona anche sulla prospettiva. Un cronista chiede a Diliberto se la presenza in piazza di tutta l'opposizione (non c'è Di Pietro, fermato da altri impegni, ma ci sono tanti altri dirigenti dell'Idv) possa prefigurare anche uno schieramento elettorale. La risposta è secca, immediata: «Lo spero. Qui ci sono i lavoratori, gli studenti e con loro i partiti della sinistra. Bisogna ricostruire una larga unità per mandare a casa Berlusconi». E si potrebbe cominciare - dice sempre Diliberto - trasformando la manifestazione del piddì dell'11 dicembre in una manifestazione di tutta l'opposizione. Marco Ferrando, segretario del Pcl, una fila dietro, lo ascolta. Non è d'accordo ma dice che a lui interessa soprattutto la mobilitazione sociale: «Cominciamo oggi il lungo assedio che ci porterà al 14 dicembre». Il corteo arriva a piazza Vittorio, il cuore multietnico della capitale. Ed è qui che entra Nichi Vendola. Lo insegue un nugolo di cronisti. Gli chiedono di tutto. Dalla sortita di Frattini sulle improbabili manovre contro l'Italia (e lui risponde: «Sì, è vero, c'è un complotto contro l'Italia: l'autore è il centrodestra») alle primarie: «Possono essere una bella gara non per cannibalizzarci ma per stimolarci reciprocamente».


Il «serpentone» di persone e bandiere arriva all'angolo con via Filiberto. In questo punto i due cortei quasi si sfiorano. E in testa a quello partito dalla Piramide ci sono Bersani e Rosi Bindi. Sembrano a loro agio, anche loro stringono mani e salutano. Ma per loro le domande - pure in questo caso: dei cronisti e della gente - sono un po' più polemiche. Perché il loro partito non ha aderito alla manifestazione. Loro ci sono a titolo individuale. Bersani sulle prime usa la diplomazia, rispolverando una formula usata in circostanze analoghe: «Un partito non deve intervenire in questioni sindacali». Poi si accorge che è una frase inadeguata per una manifestazione che ha riempito San Giovanni e cambia registro: «Il piddì vuole essere presente ovunque si esprime la realtà del paese». Per questo è in piazza, per questo sostiene la protesta degli universitari sui tetti. «Voglio che il Pd e la politica riprendano contatto con la società», dice tenendo sottobraccio Guglielmo Epifani. Il segretario, insomma, fa capire che c'è e ci sarà anche ai prossimi appuntamenti.Ma resta il tema di un partito che non può scegliere di stare con la Cgil: glie lo impediscono le componenti interne vicine alla Cisl e alla Uil. Rosi Bindi s'inventa allora questa risposta: «No, non abbiamo consigli da dare al sindacato, ma possiamo manifestare la nostra preoccupazione per questo momentoe la necessità che chi rappresenta i lavoratori sia unito». Si continua a parlare, a discutere sotto il palco. Dalla piazza intanto si alza lo stesso slogan di prima: «Sciopero, sciopero generale».

sabato 27 novembre 2010

DOM. 28 NOVEMBRE SOSTIENI “LIBERAZIONE” IN EDICOLA A €.25



Settimane cruciali per Liberazione

di Dino Greco

Quelle che ci attendono sono settimane cruciali per il destino del nostro giornale. Dico per Liberazione, perché lì batte il nostro cuore ma, più in generale, per il futuro dell'informazione libera e indipendente. Dunque per un pezzo rilevante della democrazia del Paese, sottoposta ad una devastante percussione demolitrice.
Sappiamo tutti che il governo coltiva l'insana intenzione di tagliare i fondi destinati al finanziamento pubblico dei giornali di partito, di idee e cooperativi e a decine di emittenti radiofoniche. Sappiamo che lo fa in malafede, usando l'argomento, non privo di una certa popolarità, secondo cui è il pubblico, sono i lettori, a decidere cosa deve andare in edicola e cosa no, per cui ogni ulteriore foraggiamento da parte dei contribuenti corrisponderebbe ad un'indebita sottrazione di risorse alle casse dello Stato. I furbissimi ed interessati sostenitori di questa tesi nascondono il fatto che la pubblicità, vitale per qualsiasi foglio, è monopolio privato di poche agenzie di raccolta, legate mani e piedi ad un numero esiguo di testate. E che il tanto celebrato "libero mercato" è in realtà drogato. E' poi universalmente noto (o almeno lo era quando le sinapsi della gente funzionavano meglio) che i poteri forti dispongono di mezzi economici tali da rendere per se stessi del tutto trascurabile qualsiasi intervento pubblico. Sono le piccole testate, quelle spesso osteggiate dal potere perché ne svelano soprusi e misfatti a rischiare l'oscuramento.
Ma la democrazia, per rimanere tale e non trasformarsi in un simulacro, ha un bisogno vitale del pluralismo. Se questo è vero per la rappresentanza politica istituzionale, vale - non di meno e forse di più - per l'informazione. Perché se questa è uniforme e omologata, se il giornalismo embedded satura tutto il campo, allora il mondo virtuale cancella quello reale ed ogni manipolazione delle coscienze diventa possibile: il potere costituito, in una realtà sterilizzata da ogni anticorpo, si riproduce tal quale. E i suoi vizi, trasfigurati dalla propaganda, possono persino essere contrabbandati per virtù. Dunque daremo battaglia - con ogni strumento lecito - perché questo fosco scenario non si materializzi. Poi è vera anche un'altra cosa e voi lo avete ben capito: il finanziamento pubblico, anche nella migliore delle eventualità, non basta. Servono altre risorse che tocca alla nostra comunità assicurare. Ebbene, dallo scorso luglio si sta verificando qualcosa di molto importante e per qualcuno persino di inaspettato.
Le compagne ed i compagni, le lettrici ed i lettori di Liberazione hanno avvertito la gravità del pericolo e si sono mobilitati, con una generosità ed una intelligenza della situazione che lasciano ben sperare. Così è decollata la corsa agli abbonamenti (abbiamo superato quota 800) e alla sottoscrizione. Tuttavia, non ovunque la reattività è stata la stessa, sicchè esistono zone "grige" e ampi margini per un ulteriore balzo che ci consenta di toccare i 1000 abbonamenti entro la fine dell'anno.
E' andata molto bene, decisamente oltre ogni ottimistica previsione, l'asta delle opere di 105 artisti che hanno voluto devolvere l'intero incasso a Liberazione, segno che l'interesse che suscitiamo, anche fuori dal nostro tradizionale perimetro politico, è più ampio di quanto noi stessi abbiamo percezione. Le controcopertine nelle quali da quasi tre mesi ospitiamo contributi di rappresentanti di movimenti, soggetti collettivi, intellettuali, esponenti del mondo dello spettacolo, espressioni di parti fra le più vitali della società civile, dicono che l'eventualità di una scomparsa di Liberazione dal panorama editoriale sarebbe un danno serio, percepito come tale da tanti che nel nostro quotidiano racconto trovano l'eco robusta delle loro battaglie e delle loro passioni. Esserne consapevoli significa raccogliere la sfida e portarla sino in fondo, senza farsi intimorire dalle difficoltà e dagli ostacoli, anche quando questi paiono insuperabili. Non so quante dovremo inventarne e quante tentarne. So che non ne trascureremo alcuna.
Domenica 28 novembre, ad esempio, troverete in edicola un giornale molto più grande. Perché il nostro foglio tradizionale conterrà un inserto speciale di 28 pagine, interamente dedicate alla satira nella politica, in Italia, vista da sinistra, dall'ottocento sino ai giorni nostri. Si chiamerà Compagna satira. Non vogliamo anticiparvi troppo, per lasciare intatta la curiosità e il gusto della srpresa. Basti dirvi che troverete una gustosissima antologia delle vignette più graffianti, corredate da schede, testi che ne illuminano il contesto storico e politico, oltre a interviste di alcuni fra i più importanti autori viventi. Un numero unico, per ridere e per pensare. E da conservare. Quel giorno Liberazione costerà 25 euro. Una cifra importante. E anche dura da sostenere. Superfluo sottolineare che ci aspettiamo molto, moltissimo dalle vendite. Sarà un altro modo per confermare che siamo qui, in piedi, malgrado tutto. Per continuare a combattere. E per durare.

venerdì 26 novembre 2010

IL FUTURO E' DEI GIOVANI E DEL LAVORO




IL FUTURO E' DEI GIOVANI E DEL LAVORO

ROMA 27 NOVEMBRE 2010
MANIFESTAZIONE NAZIONALE




A ROMA











martedì 23 novembre 2010

SULLA TORRE A MILANO IN VIA IMBONATI…








Se la gente sapesse la verità...

Parlano i migranti in lotta
per la loro (e la nostra) dignità


Comitato Immigrati in Italia*

Se la gente sapesse la verità, se si conoscessero davvero le nostre storie, se non voltassero tutti lo sguardo dall'altra parte…Se, se, se… non avremmo dovuto salire sulla torre di via Imbonati! Sì, perché questa storia di salire sulla torre è nata così: per far conoscere la situazione assurda in cui decine di migliaia di noi immigrati sono intrappolati e pretendere una soluzione, nel rispetto della nostra dignità. Siamo saliti sulla torre e ci siamo accampati sotto dopo che i fratelli di Brescia si erano arrampicati sulla gru.
Proviamo a cominciare dall'inizio. Se non hai un lavoro, non puoi avere un permesso di soggiorno ma se non hai un permesso di soggiorno non puoi avere un lavoro regolare. Sembra un'idiozia o uno scherzo cattivo. Invece, no: è la Legge! La stessa legge prevede che i datori di lavoro contattino delle persone (senza averle mai viste) in un altro continente per farle venire a lavorare in Italia. Una follia. Non esiste una maniera legale per entrare in Italia a costruire una vita migliore per sé e per la propria famiglia. Per questo gli immigrati vengono considerati "clandestini". Anche questa parola è senza senso: mica siamo noi che vogliamo rimanere nascosti!
Comprensibilmente, quando l'altr'anno è stata annunciata una sanatoria, in moltissimi hanno pensato di poter ottenere un permesso di soggiorno. Chi ha potuto ha stipulato un contratto part-time da colf o badante e ha fatto domanda per "sanare" la propria posizione. Molte di queste domande però sono state rigettate perché, nel frattempo, la "circolare Manganelli" aveva cambiato le carte in tavola: i provvedimenti di espulsione, che la stessa legge prometteva di cancellare, diventavano motivi ostativi al rilascio del permesso. Qui sta la prima truffa: lo Stato e l'Inps incassano svariate centinaia di euro per ogni domanda sotto forma di tasse, bolli e contributi versati a fondo perduto e poi i permessi non vengono rilasciati. Parallelamente si sviluppa un "mercato nero" di contratti fasulli. A gestirlo sono soprattutto truffatori e profittatori italiani, con degli stranieri come intermediari. Molti immigrati, per disperazione e ingenuità, ci cascano: pagano migliaia di euro a questi farabutti in cambio della promessa di un contratto di lavoro posticcio e di una domanda di regolarizzazione. In molti casi, gli squali prendono i soldi e spariscono. Succede in tutta Italia. Tra chi ha visto la propria domanda respinta e chi è stato truffato, cinquantamila immigrati sono rimasti esclusi dalla sanatoria.

A partire dalla primavera scorsa in tutto il Paese associazioni di immigrati e di antirazzisti solidali si attivano. A Milano, nel giugno scorso, prendiamo l'iniziativa. Insieme a varie realtà e singoli che avevano dato vita al Primo Marzo 2010, organizziamo assemblee e incontri. (…) Ci si rende conto rapidamente che non c'è soluzione "burocratica", è necessaria una vera e propria mobilitazione. Così si indicono nuove assemblee per raccogliere tutti gli esclusi e i truffati. Ci troviamo sempre più numerosi, decidiamo di passare all'azione: manifestazioni e presìdi di fronte alla prefettura milanese. Il gruppo romano del Comitato si sta muovendo nella stessa direzione. Idem in altre città. A Roma ottengono un incontro col ministero degli Interni. Ma la risposta è sempre la stessa. I "tecnici" dicono che in mancanza di una decisione politica non è possibile fare nulla. Ma chi ha il potere di prendere tale decisione (il ministro, il governo, il parlamento) non muove un dito. I nostri fratelli del Comitato Immigrati di Roma si sentono, giustamente, presi in giro. Noi anche.
Arriviamo così al 30 ottobre. La grande manifestazione a Brescia e la decisione di Arun, Jimi, Rachid e Sajad di salire sulla gru. La lotta fa un salto di qualità grazie a questi nostri fratelli. (…) Dal presidio di Piazza San Faustino, sotto la gru, la richiesta è subito esplicita: «Che si faccia qualcosa anche nelle altre città, la lotta sarà difficilissima e lunga!». E' proprio per rispondere a questo appello che il Comitato Immigrati, a Milano, organizza un nuovo presidio, questa volta nel cuore di un quartiere dove vivono moltissimi immigrati, in Via Imbonati, dove c'era la Carlo Erba. (…)

Un gruppetto s'arrampica sulla torre. Con l'aiuto di chi è rimasto giù si preparano gli striscioni da calare giù dalla ciminiera. Alla base della torre si comincia a pensare come non lasciare da soli i fratelli "saliti di sopra": piano piano il presidio si trasforma in un accampamento. Ma piove! Piove sempre! Ci si attacca al telefonino per trovare altre tende, teli, sacchi a pelo qualcosa per ripararsi dal freddo e dall'acqua e altra gente che possa aiutare. (…)
Quando arrivano i gazebo prestati da associazioni solidali come Emergency e Arci, insieme a tavoli, sedie, altre tende da campeggio, lì sotto sembra esser nato un piccolo villaggio. Ci sono gli attivisti e le attiviste del Comitato Immigrati che coordinano un po' tutto e mettono la loro esperienza a disposizione della lotta e del neonato villaggio. Ma tutti si danno un gran daffare, anche i "nuovi arrivati". (…) Per portare avanti questa lotta ci sono mille cose da fare, tutte importanti. E intanto piove! Piove sempre! Sotto la pioggia, dopo un po', salta anche la tradizionale divisione di ruoli e mansioni tra uomini e donne. La lotta unisce e l'autorità di alcune compagne (ops! "sorelle") è indiscussa. Per gli stessi animatori del Comitato è un'esperienza inedita e, col trascorrere del tempo, impariamo a lavorare come una vera squadra: si suddividono i compiti e ci sosteniamo a vicenda come non avevamo mai fatto prima.
Però, piove! Piove sempre. (…) I sempre più numerosi segnali di solidarietà concreta danno la forza di proseguire. Non solo da parte delle associazioni o dei sindacati di base sensibili alle nostre istanze. Passano anche cittadini comuni, sempre più spesso: chi lascia qualche euro, chi sottoscrive la petizione di sostegno, chi porta un bel pezzo di parmigiano, chi un telo di plastica, chi un semplice scontrino per andare a ritirare una coperta termica, ordinata e pagata alla farmacia in fondo alla via. (…) C'è chi coordina lo smistamento degli approvvigionamenti, chi raccoglie le firme spiegando la petizione a ogni passante, chi cerca di moltiplicare i contatti con le associazioni e le organizzazioni di ogni tipo. (…)

Una volta tanto, i giornalisti fanno il loro mestiere e, dopo la conferenza stampa organizzata nel villaggetto, i giornali cominciano a riportare le parole di Saidou, Jorge, Edda e Najat. (…)
Giovedì sera si assiste ad Annozero. Col fiato in gola guardiamo i fratelli sulla gru, le immagini delle cariche sono impressionanti. L'intervento del prete ci fa arrabbiare, ma poi parla Umberto di "Diritti per Tutti": bravo! Giusto! Sei dei nostri! Quando l'inviato annuncia un'altra ospite e la inquadrano di spalle, la riconosciamo subito: è Edda, una dei nostri otto portavoce… ce l'aveva detto che andava a Brescia dai fratelli della gru…. per parlare alla tv.
Meglio di un gol ai mondiali! In poche parole spiega tutto il pasticcio e come lo si potrebbe sbrogliare. (…)
Arriva sabato, è passata una settimana. Per qualche ora… non piove! Giusto il tempo di tenere la "lezione straordinaria" di Università Migrante, il corso organizzato dall'omonima associazione, che per l'occasione ha trasferito qui, all'aperto, la sua classe. La materia è "vita da immigrato". I professori siamo noi. In cattedra ci sono Najat, Edda, Alì e Omar. (…)
La domenica, sotto la torre si svolge l'assemblea nazionale convocata qualche giorno prima in fretta e furia. Partecipano diverse città di Italia: Brescia, Milano, Parma, Trieste, Bologna, Vicenza, Padova, Massa Carrara, Bergamo, Genova. L'assemblea decide la prosecuzione della mobilitazione e lancia un appello affinché, dopo Brescia e Milano, in altre città si dia vita ad altre iniziative. Si fissano due appuntamenti: una giornata di lotta in tutte le città per sabato 20/11 e un'altra assemblea nazionale per il 28/11 a Firenze.
Queste decisioni assumono ancora più importanza dopo che i fratelli a Brescia sono, finalmente, scesi dalla gru. Abbiamo tirato un respiro di sollievo per loro ma sappiamo che la lotta deve proseguire in altri luoghi e in altre forme. Sappiamo che qui, sopra e sotto la torre, abbiamo ancora più responsabilità. Così ci prepariamo alla manifestazione cittadina di sabato prossimo, appuntamento alle 15, sotto la torre.

PRIMA FARE POI PARLARE: Cucina Popolare Presidio di Via Imbonati


PRIMA FARE POI PARLARE:

Cucina Popolare

Presidio di Via Imbonati

Come Brigate di Solidarietà Attiva di Milano abbiamo allestito Venerdì 12 una cucina da campo che gestiamo con i migranti del presidio, chiediamo a tutti i singoli e a tutte le realtà organizzate di Milano e dintorni di darci una mano a gestire la cucina.
Servono oltre ovviamente ai generi alimentari anche un aiuto nella ricarica delle bombole, e soprattutto un aiuto in cucina.
Stiamo cercando di organizzare dei turni soprattutto la sera ( ma anche aiuti a mezzogiorno sono graditi)
per comunicarci le vostre dispontibilità chiamateci:
Lucone 3280394099 Tiziana 3453532830 Nives 3490078623
Uniti siamo tutto, divisi siam canaglia
BSA Milano

giovedì 18 novembre 2010

PRIMO CONGRESSO NAZIONALE FDS







PRIMO CONGRESSO NAZIONALE









della





FEDERAZIONE

DELLA


SINISTRA








Il Consiglio nazionale della Federazione della Sinistra ha stabilito che il primo congresso della Federazione si terrà dal 20 al 21 novembre 2010. All’ordine del giorno la discussione e l’approvazione del documento politico, dello Statuto e l’elezione degli organismi dirigenti del nuovo soggetto politico.










Al Congresso saranno presenti 600 delegati, tra aderenti ai partiti fondatori della Federazione (Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Socialismo2000, Lavoro e solidarietà) e altri direttamente iscritti alla Federazione in forma individuale o collettiva.










La FdS nasce ricercando le ragioni dell’unità sui contenuti, nel rispetto delle diverse identità delle forze politiche che alla Federazione daranno vita.









Il Congresso nazionale sarà preceduto dai Congressi territoriali, che si terranno tra il 24 ottobre e il 14 novembre prossimi.




“Quello che ci porta a questo Congresso è stato un cammino lungo, iniziato con l’assemblea del luglio 2009, con l’elezione degli organismi provvisori del dicembre dell’anno scorso, con la prova elettorale delle amministrative: un percorso che approda – nei tempi che avevamo previsto – a questo Congresso fondativo”, ha spiegato Cesare Salvi, portavoce della Federazione della Sinistra. “Consideriamo questo Congresso il ‘numero zero’, che serve per dare alla Federazione della Sinistra la piattaforma e la struttura dirigente indispensabile per svolgere i compiti che ci siamo prefissi: innanzitutto quello di rappresentare nella politica italiana i lavoratori, difendendo i loro diritti e la Costituzione”.

lunedì 15 novembre 2010

VITTORIA DI PISAPIA CON SINISTRA UNITA





Paolo Ferrero (Prc-FdS):



primarie Milano, vittoria Pisapia



grazie a sinistra unita



Roma - Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc-Fds ha così commentato i risultati delle primarie per l’elezione del sindaco di Milano che hanno visto vincitore Giliano Pisapia.



«A questo punto – ha detto Ferrero nel comunicato - possiamo dire che a Milano Pisapia ha vinto le primarie.
Nell’augurare a Giuliano di bissare il successo con la Moratti, voglio sottolineare come questa vittoria rappresenti un doppio segnale per tutto il paese. Da un lato che il popolo della sinistra è stufo delle mezze misure, degli inseguimenti al centro. Dall’altro la sinistra vince quando è unita.



Pisapia vince grazie al sostegno dalle forze della società civile, della Federazione della Sinistra e di SEL».



«Per questo, nel momento della vittoria di Giuliano – ha concluso il comunicato -, la Federazione della Sinistra ripropone a SEL di fare una unica lista unitaria della sinistra a Milano e di costruire a livello nazionale un programma comune per il paese con cui confrontarsi con il centrosinistra».

INTERVISTA A CESARE SALVI PORTAVOCE FDS






Intervista a Cesare Salvi


Otto domande al portavoce della




Federazione della Sinistra




Verso il primo congresso



Cesare Salvi, presidente di Socialismo 2000, da maggio è il nuovo portavoce della Federazione della Sinistra. Lo abbiamo sentito per farci spiegare come questo nuovo soggetto politico si appresta ad affrontare il primo congresso e con quali campagne, quali contenuti e quali idee forza intende interpretare il proprio ruolo nel contesto di profonda crisi economica e di macelleria sociale in atto.




1) La Federazione della Sinistra, un progetto nato già un anno fa con l’obiettivo di rompere una storia a sinistra fatta di scissioni. Un messaggio di unità fra soggetti diversi, politicamente molto forte, per qualche detrattore invece un ritorno alla Sinistra Arcobaleno.




La Sinistra Arcobaleno non c’entra niente. Quello fu un cartello elettorale, nato all’ultimo momento a seguito della famigerata separazione consensuale tra Veltroni e Bertinotti, che per di più prevedeva una rinuncia ai simboli della tradizione, senza alcuna motivazione (almeno esplicita) di questa scelta.La Federazione della Sinistra nasce invece (anche se, secondo me, più faticosamente e lentamente del dovuto) sulla base di due presupposti: in primo luogo non rompere con la tradizione, la storia, l’identità delle forze che ne fanno parte; in secondo luogo nella ricerca delle ragioni dell’unità sui contenuti, nel rispetto delle diverse identità.Il documento congressuale è molto impegnato in questo senso: l’unità è costruita sulla base della condivisione del giudizio sul capitalismo e dei contenuti politici e programmatici.



2) In questi anni la sinistra ha perso la propria identità e credibilità, anche per aver dismesso un patrimonio teorico ed ideologico. Quali sono i temi qualificanti per presentarci e dire: “Noi siamo questo, questa è la Federazione della sinistra”?



Dal punto di vista teorico a me pare molto importante il giudizio comune sulla critica del capitalismo e l’obiettivo di un diverso sistema economico e sociale. La crisi in atto dimostra l’attualità di molti aspetti del pensiero di Marx, a partire dalla contraddizione tra capitale e lavoro. Il capitalismo occidentale reagisce alla crisi con un’ulteriore accentuazione della logica neo liberista, e ciò si presenta con il suo volto più becero e aggressivo in Italia. Acquistano invece peso crescente, sullo scenario mondiale, progetti di segno diverso: dalla peculiare forma di capitalismo di Stato propria della Cina, al tentativo, in America Latina, di affermare un altro modello all’insegna del Socialismo del XXI secolo.In Italia la Federazione della Sinistra fa quindi riferimento, io credo, sia alla critica tradizionale del capitalismo, sia ai progetti che in altri luoghi del mondo sono in campo per affermare l’idea di un governo democratico e sociale dei processi economici. In questo quadro, nel nostro Continente, i punti di riferimento sono le soggettività politiche che, in forme e secondo modalità differenti, sulla base della storia di ciascuno di essi, si pongono - e spesso con esiti elettorali particolarmente buoni - sul terreno che possiamo chiamare per brevità della sinistra di alternativa.Tutti questi soggetti politici europei si pongono, in forme diverse, l’esigenza di unire chi ha un punto di vista comune sulle questioni fondamentali. La Federazione si propone lo stesso obiettivo per l’Italia.




3) Il congresso è ormai alle porte ed il regolamento prefigura tempi stretti, solo due livelli di partecipazione (territoriale e nazionale) e la scelta dei delegati al nazionale per quote. Potevamo forse aspettarci un percorso più partecipato?




Sarebbe stato certamente preferibile un percorso più partecipato. Alla scelta del Congresso leggero hanno concorso fattori diversi; alcuni sono imputabili a noi stessi, a cominciare da un persistente eccesso di divisioni.Ma il dato fondamentale è stato l’aggravarsi della crisi economica e sociale e il rischio di una precipitazione della crisi politica. L’importante ora è che il Congresso nazionale delinei con chiarezza il profilo unitario, ideale, politico e sociale, della Federazione, e si dia uno Statuto basato sui principi della democrazia e della partecipazione.




4) Il documento è ricco di spunti che parlano di temi vivi, come quello della crisi. In che modo l’appuntamento congressuale proverà ad intrecciarsi con la crisi economica che oggi rappresenta l’occasione per i padroni ed il governo per provare a cambiare la Costituzione calpestando i diritti dei lavoratori?




Padroni e governo stanno approfittando della crisi economica per dare il colpo di grazia definitivo ai fondamentali principi costituzionali, a cominciare da quelli che garantiscono i diritti dei lavoratori.L’offensiva è esplicita: ai fatti concludenti (dei quali il più grave certamente è l’attacco alla logica stessa del contratto nazionale di lavoro) si accompagna l’offensiva ideologica contro la nostra Costituzione e in particolare contro l’art. 41, che pone all’iniziativa economica privata i limiti dell’utilità sociale e della sicurezza, dignità e libertà della persona.Nel quadro di una Unione Europea che nel suo insieme sta scegliendo la via sbagliata del liberismo e dei tagli sociali, l’atteggiamento del governo italiano ha una sua aggressiva peculiarità, che conferma lo slittamento di interi settori delle classi dirigenti verso becere posizioni di destra estrema.Nella Germania della signora Merkel nessuno si sogna di mettere in discussione il diritto di sciopero o di attaccare la Costituzione tedesca, che contiene principi molto simili a quelli della Costituzione italiana.E’ evidente quindi che il Congresso della Federazione non può essere nemmeno pensabile al di fuori di questo contesto e della nostra presenza in tutti i luoghi nei quali si esprime la contestazione a queste politiche.




5) Nei partiti e movimenti che compongono la Federazione rispetto alla Cgil ci sono orientamenti diversi. Inoltre c’è anche chi guarda ai sindacati di base. E’ possibile mettere in connessione queste diversità e al tempo stesso sostenere l’importante battaglia della Fiom?




Non credo che un soggetto politico come la Federazione debba riproporre superati collateralismi con questa o quella parte del mondo sindacale. Decisivi sono i contenuti, non gli schieramenti. Per questo tutti noi (e francamente non ho avvertito nessuna differenza interna) siamo senza riserve accanto alla Fiom nella sua battaglia che è per i lavoratori ma anche per la democrazia e la Costituzione.




6) Nel paese c’è ancora chi non si fa risucchiare dal vortice di passivizzazione in atto, perché a Pomigliano non c’è stato il plebiscito di sì che in tanti si aspettavano, perché si sono raggiunti risultati strepitosi nella raccolta firme sull’acqua, perché c’è il 16 ottobre della Fiom.




Sì, c’è un’Italia che non si piega, c’è un’Italia che pensa e agisce in direzione ostinata e contraria rispetto agli indirizzi prevalenti. Ed è un’Italia molto più ampia di quella che noi stessi immaginiamo. Ciò da un lato mostra lo scarto tra le nostre forze attuali e questa realtà, ma dà anche la speranza , con il lavoro lungo e tenace che è necessario, di trovare consonanze sempre maggiori tra le nostre idee e proposte politiche e settori diffusi dei ceti popolari, dei giovani, dei mondi del sapere.Dipenderà molto da noi se sapremo aprirci e interloquire con queste realtà o chiuderci in controversie intestine o resistenze burocratiche.




7) La maggioranza ha ormai delle crepe profonde. Elezioni o meno, si pone certamente la necessità sempre più forte di tornare a parlare di alleanze per mandare a casa questo governo che ogni giorno prova a smantellare la Costituzione e le conquiste ottenute con anni di lotte.




La proposta che la Federazione della Sinistra ha avanzato, costruire subito un’alleanza democratica per la Costituzione, mi pare la risposta a questa domanda. Le posizioni della maggioranza del Pd, confermate nel dibattito che ho avuto con Bersani alla prima Festa nazionale della Federazione, mi sembrano positive.Naturalmente, quella che noi chiamiamo la linea dei due cerchi (quello del governo e quello dell’alleanza elettorale), che io condivido, va gestita con attenzione. E’ chiaro che non possiamo disinteressarci, anzi dobbiamo essere parte attiva, nel definire i contenuti programmatici, soprattutto per quanto riguarda le questioni sociali. Bisogna anche tener conto dell’attuale legge elettorale, se non sarà cambiata prima del voto. Essa prevede, come si sa, che le liste per collegarsi devono presentare un programma comune e il nome di un candidato comune alla guida del governo. Una ragione in più per segnalare che la nostra presenza nell’alleanza democratica non potrà essere passiva.






8) Infine, l’unità a sinistra. A sinistra del Pd vivono progetti politici differenti. E’ possibile mettere al lavoro insieme su alcuni temi almeno le forze principali, la Federazione e Sel?




Credo che sia necessario insistere per costruire l’unità possibile a sinistra, anzitutto con Sel. I progetti politici sono chiaramente differenti, e non bisogna fare pasticci. Ma la domanda di unità a sinistra, sempre più diffusa tra i cittadini e tra i lavoratori, merita una risposta positiva.In questo momento Sel sembra molto più attenta alle dinamiche interne al centrosinistra che all’esigenza di costruire un polo di sinistra. Ciò non ci esime dal porre il tema dell’unità a sinistra, che riguarda del resto anche altre forze politiche di sinistra e soprattutto quella sinistra diffusa, che spesso si articola sul territorio in realtà associative diffidenti verso la politica dei partiti, della quale abbiamo parlato prima.

lunedì 8 novembre 2010

10 NOV. INCONTRO CON FERRERO E PISAPIA





INCONTRO CON FERRERO E PISAPIA
Mercoledì 10 novembre ore 21.00, Camera del Lavoro Milano

martedì 2 novembre 2010

1° Congresso della Federazione della Sinistra


Assemblea congressuale a Vimodrone della

FEDERAZIONE DELLA SINISTRA

Venerdì 5 novembre 2010 alle ore 21.00 presso la sala Carlo Porta della Biblioteca Comunale di Via Battisti, si terrà l’Assemblea congressuale vimodronese della Federazione della Sinistra.


L’Assemblea congressuale è aperta a tutte le associazioni, i comitati, i movimenti, le singole e i singoli che si riconoscono nel percorso della Federazione della Sinistra.

Siete tutte e tutti invitati a partecipare.

Il 1° Congresso Nazionale della Federazione della Sinistra, si terrà dal 19 al 21 novembre 2010.



A SINISTRA DEL PD
COSTRUIAMO L’UNITA’
DELLA SINISTRA ALTERNATIVA


prcvimo@tin.it








LETTERA APERTA
DI CESARE SALVI PORTAVOCE FDS

Care compagne e cari compagni,
il cammino che abbiamo intrapreso insieme,
comunisti e socialisti,
forze della sinistra,
è al suo primo traguardo:
Il Congresso.
La Federazione della Sinistra nasce ricercando le ragioni
dell’unità sui contenuti, nel rispetto delle diverse identità:
la sinistra che continuava a dividersi, torna a riunirsi;
ci ritroviamo proprio nell’anniversario che ha segnato
la storia di questo Paese, i novantanni dalla nascita del PCI,
il prossimo 21 gennaio.
Il nostro sarà un Congresso fondativo,
“numero zero” della nostra storia,
indispensabile per dare alla Federazione
la piattaforma e la struttura dirigente per svolgere
il compito che ci siamo prefissi:
Innanzitutto rappresentare nella politica italiana i lavoratori,
quegli stessi lavoratori
che hanno invaso Roma con le bandiere della FIOM,
che lottano per salvare le loro università,
la conoscenza e la ricerca.
Quei lavoratori ai quali pensavano anche i nostri Costituenti
scrivendo le parole fondamentali della nostra democrazia.
Non dobbiamo nasconderci le difficoltà che ci attendono,
ma oggi è il giorno
in cui dobbiamo soprattutto avere la coscienza
e l’orgoglio della nostra scelta:
Viva la sinistra unita, per i lavoratori, per l’Italia!

Cesare Salvi
Portavoce Nazionale
Federazione della Sinistra

AD 1 ANNO DALLA SCOMPARSA IN RICORDO DI ALDA MERINI


AD 1 ANNO DALLA SCOMPARSA IN RICORDO DELLA POETESSA E CITTADINA ONORARIA DI VIMODRONE ALDA MERINI

Alda Merini è nata a Milano il 21 marzo 1931 muore il 1 nov 2009
--------------------------------------------------------------
Non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri, di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all' orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

--------------------------------------------------------------
Bambino,
se trovi l'aquilone della tua fantasia
legalo con l'intelligenza del cuore.
Vedrai sorgere giardini incantati
e tua madre diventerà una pianta che ti coprirà con le sue foglie.
Fa delle tue mani due bianche colombe che portino la pace ovunque e l'ordine delle cose.
Ma prima di imparare a scrivere guardati nell'acqua del sentimento.

SU LA TESTA! IN EDICOLA


SU LA TESTA!

DAL 30 OTTOBRE E' IN EDICOLA IL NUOVO NUMERO DELLA RIVISTA. ACQUISTALA O ABBONATI SUBITO!
indice
EDITORIALI
La piazza del 16 ottobre di Lidia Menapace
Ripartire dal 16 ottobre di Paolo Ferrero
PASSATO E PRESENTE
Viaggio attraverso i femminismi. Eleonora Cirant a cura di Giovanna Capelli
Le donne della Costituzione di Laura Cima
LA QUESTIONE. LA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA
Nuove forme della politica di Lidia Menapace
Un primo passo importante di Armando Petrini
Izquierda Unida di Ramon Mantovani
Intervista a Cesare Salvi di Sandro Valentini
Dal MAS in Bolivia l’alternativa al capitale di Luciano Vasapollo
Die Linke: un’esperienza da seguire di Bruno Steri
Oligarchie e dolore sociale di Pasquale Voza
Francia, il Front de Gauche di Fabio Amato
LE PRATICHE
Ricercatori e studenti per un’altra università di Alessandro Ferretti
Al Consiglio nazionale della Federazione della Sinistra CV Collettivo Si...ma il lavoro?
PENSIERI CRITICI
Artisti come faraoni di Roberto Gramiccia
Mostri di Monica Lanfranco
Nobel e tecnologie riproduttive di Elena Del Grosso
RECENSIONI
Tino Tellini - L’isola dei cassintegrati di Giuseppe Carroccia Piermichele Pollutri - Parma 25 agosto 1972 di Nando Mainardi AA. VV. 1969/2009 - A quarant’anni dall’autunno caldo di Sergio Dalmasso a cura di Marco Albertaro.
L’assalto al cielo.
Le ragioni del comunismo, oggi di Sergio Dalmasso
Grazie per le visite!
banda http://www.adelebox.it/