venerdì 27 dicembre 2019

BUONE FESTE E BUON 2020


IMBRATTATA CON UNA SVASTICA LA TARGA DI TINA COSTA


giovedì 19 dicembre 2019

MA QUALE GOVERNO DEL CAMBIAMENTO!





ACERBO (PRC): «QUESTO GOVERNO NON FERMA LA DESTRA. IL PD CANTA BELLA CIAO MA È NEOLIBERISTA»
di Daniela Preziosi
Il segretario di Rifondazione comunista. Il lancio della campagna sociale: Salvini passa per difensore del popolo, si è costruito questa credibilità con quota 100 che è poco ma meglio di niente. Ci vuole una svolta percepibile da milioni di persone

«La Francia dimostra che alle controriforme si può dire no. In Italia si discute di eliminare quota 100, invece i francesi difendono il diritto di andare in pensione entro i 62 anni e con sistema retributivo. Ecco: facciamo come in Francia, chiediamo l’abolizione della legge Fornero». Rifondazione comunista, di cui Maurizio Acerbo è segretario, ha lanciato la sua ‘campagna sociale’ in contemporanea con lo sciopero generale francese. Perché, spiega, «intendiamo portare nelle strade, dai mercati alle periferie, dalle fabbriche ai luoghi della formazione, un programma di cambiamento reale».
Nella convocazione dite: non si ferma la destra se non si mettono al centro i bisogni e i diritti di lavoratrici e lavoratori.Il governo non sta fermando la destra?
Per nulla. Salvini passa per difensore del popolo. Si è costruito questa credibilità con quota 100 che è poco ma meglio di niente dopo anni di misure antipopolari. Ci vuole una svolta percepibile da milioni di persone.
Allora perché ne avete caldeggiato la nascita?
Non siamo per il tanto peggio tanto meglio e difendiamo la Costituzione. Abbiamo richiamato M5S e Pd alle loro responsabilità verso il paese. Ma abbiamo sempre detto che non basta un governo, serve una politica diversa da quella che il Pd portato avanti da quando è nato.
Quello attuale non è «il governo più a sinistra della storia della Repubblica» come qualcuno lo definisce?
Neanche lontanamente. Erano più a sinistra i democristiani pungolati dal Pci e dalle lotte. Mi accontenterei di un governo che facesse propri metà dei 10 punti che tante personalità della sinistra avevano proposto in un appello sul Manifesto. Nessuno è stato fatto proprio dal governo. Per non parlare delle proposte di Landini e della Carta dei diritti su cui la Cgil ha raccolto milioni di firme.
Erano più “a sinistra” quelli a cui ha partecipato il Prc?
Neanche. Nella seconda repubblica tutti i governi hanno portato avanti un programma neoliberista e antipopolare. E col bipolarismo abbiamo avuto alternanza tra coalizioni che condividevano imperativi di fondo. Noi abbiamo tentato di frenare e ridurre i danni. Ma eravamo troppo deboli.
Con Pap e Pcl a Roma avete tenuto un’assemblea «delle sinistre di opposizione». È un nuovo percorso elettorale?
Lavoriamo sempre per unire la sinistra antiliberista e anticapitalista. Preferirei avere qualcosa di simile a Unidos Podemos anche in Italia invece che l’attuale frantumazione che suscita passività e impotenza. Ma siamo stati invitati a un’assemblea incentrata sulla costruzione dell’opposizione sociale e politica al governo e all’ultradestra. Per noi bisogna ragionare su come rilanciare un ciclo di movimento e lotte. Proponiamo una svolta generale: un piano per il lavoro incentrato su un vero Green New Deal, una politica fiscale progressiva, salario minimo orario, abrogazione Jobs Act. Rilancio sanità e scuola pubblica. Sono le idee di Sanders, Corbyn e della Sinistra Europea. Il Pd strumentalizza Bella Ciao e poi resta imprigionato in un impianto neoliberista. Finché quella che la tv e la stampa chiamano «sinistra» ha il volto della Fornero nessuno se la può prendere con il popolo ignorante.

il manifesto, 8 dicembre 2019

Facciamo come la Francia
di Paolo Ferrero
Come nel maggio del 1968, la Francia indica la strada giusta su cui incamminarsi per uscire dallo schifo in cui viviamo.
In Francia giovedì è cominciato uno sciopero generale contro la “riforma” delle pensioni che vuole introdurre in Francia una sorta di legge Fornero. Lo sciopero proclamato da molte sigle sindacali, a partire dalla CGT ha avuto adesioni altissime e continua oggi, domani, dopodomani… Ai cortei dei lavoratori e delle lavoratrici dipendenti hanno però partecipato anche i gilet gialli. Ai lavoratori dipendenti si sono cioè uniti molti di quegli artigiani, commercianti, lavoratori autonomi, disoccupati, marginalizzati dai tagli del welfare, che in questi mesi hanno dato vita alle lotte dei gilet gialli.
La lotta in Francia è diventata cioè una vera e propria coalizione sociale del popolo francese unito contro le politiche liberiste del governo Macron e del padronato. Il popolo ha alzato la testa e di fronte al governo e ai padroni dice chiaramente che la crisi non la deve pagare e che devono pagare i ricchi e le banche.
La situazione francese è di un popolo arrabbiato ma non disperato, di un popolo che prende il futuro nelle proprie mani e senza delegarlo a nessuno lotta per cambiare la storia e la propria vita. Qualcuno sa dire chi è il leader del movimento francese? No perché i leader sono le centinaia di migliaia di persone che hanno organizzato le lotte.
Parallelamente, cosa succede in Italia? Succede che dilaga la sfiducia, il senso di impotenza e la guerra tra i poveri. Più la gente si sente impotente e più si genuflette verso i potenti e se la prende con i poveracci. Mentre in Francia i poveracci e i meno poveri si alleano per lottare contro i ricchi, in Italia la lega Nord propaganda la guerra dei meno poveri contro i più poveri. Mentre in Francia la gente si prende le sue responsabilità e scende in piazza, duramente, per contrastare le politiche del governo, in Italia assistiamo ad una continua ricerca dell’uomo della provvidenza, che ci salvi e ci faccia il miracolo. In Francia il popolo prende il suo destino nelle sue mani.
In Italia il destino viene affidato miracolisticamente all’ultimo deficiente pompato dai media. Negli ultimi vent’anni di uomini della provvidenza ne sono circolati parecchi e tutti prima o poi finiscono nella pattumiera della storia, da Berlusconi a Monti passando per Grillo. Il problema è che il meccanismo continua a ripetersi all’infinito – adesso con Salvini – in un meccanismo che invece di misurarsi con i problemi reali si affida ai miracoli del prescelto di turno.
Per questo la Francia ci indica la strada: perché l’unica via per uscire dal pantano italiano è quella di fare come in Francia. Invece che continuare a piangersi addosso occorre prendersela con i ricchi, i banchieri e il governo costruendo un movimento di massa, di cittadini protagonisti. Invece della guerra tra i poveri bisogna fare la guerra ai ricchi e se i ricchi non ci vogliono sentire, la rivolta è la strada da percorrere per cambiare le cose.

martedì 17 dicembre 2019

LA SINISTRA EUROPEA ELEGGE A MALAGA BIERBAUM PRESIDENTE E FERRERO VICE


La Sinistra europea elegge a Malaga Bierbaum presidente e Ferrero vice
Si è concluso a Malaga in Spagna il congresso del Partito della Sinistra Europea che riunisce decine di partiti comunisti, rossoverdi, della sinistra radicale di tutto il continente.
Eletto presidente il tedesco Heinz Bierbaum della Linke, già sindacalista della IG Metal, che succede a Gregor Gisy.
Confermato tra i vicepresidenti Paolo Ferrero di Rifondazione Comunista, unico partito italiano membro effettivo della Sinistra Europea.
Dichiarazione di Paolo Ferrero: "Un congresso positivo che nella sua conclusione unitaria sulla politica e sul gruppo dirigente pone le condizioni per costruire una unità tra tutte le forze della sinistra di alternativa presenti in Europa. Contro le destre razziste e il centro liberista é infatti necessario avanzare una proposta di alternativa che possa portare nuovamente i popoli europei a guardare al futuro con speranza. Per quanto mi riguarda nel mio ruolo di vicepresidente mi occuperò di cultura e cioè di organizzare le forze intellettuali a livello europeo per dare idee e progetti all'alternativa".

venerdì 13 dicembre 2019

50 ANNI - 12 DICEMBRE A MILANO - CONCENTRAMENTO PIAZZA CAVOUR ORE 18.30


CORTEO 12 DICEMBRE – 50 ANNI DA PIAZZA FONTANA
50 anni dalla strage di Piazza Fontana
noi conosciamo la verità, no a celebrazioni rituali
la lotta per una vera giustizia sociale deve continuare,
non c’è futuro senza memoria, ieri come oggi
giustizia sociale e giustizia globale!
Milano sarà attraversata da un corteo cittadino che toccherà i luoghi che hanno segnato con questa tragica storia la nostra città.
Partirà da Piazza Cavour a pochi passi dalla Questura e terminerà in Piazza Fontana.
MEMORIA E ATTUALITÀ PERCHÉ IL BOATO DI QUELLA
DEFLAGRAZIONE NON SI È ANCORA SPENTO
MEMORIA Per contrastare l’oblio e le vergognose ambiguità nel tentativo di una rimozione storica che offuschi responsabilità, connivenze, coperture; per ribadire l’unica verità:  è stata una strage di Stato, eseguita dai gruppi fascisti in combutta con pezzi importanti dei partiti di governo, con la regia, il supporto e la protezione dei servizi segreti italiani e americani, che Pinelli è stato assassinato e Valpreda imprigionato innocente.
Certo, la bomba non ha vinto, grazie alla forte e cosciente mobilitazione popolare che ha impedito la programmata deriva reazionaria, ma la volontà di contenere e di contrastare in ogni modo le conquiste sociali e la piena attuazione della Carta Costituzionale non è mai venuta meno.
Addirittura, dopo gli anni della “strategia della tensione”, i cambiamenti epocali in campo tecnologico e la grande ristrutturazione economica e finanziaria a livello globale sono serviti ad approfondire ulteriormente le diseguaglianze planetarie e, nei paesi più ricchi, a consentire al padronato di recuperare abbondantemente la parte di potere e di ricchezza messa pesantemente in discussione negli anni delle grandi conquiste dei lavoratori.
ATTUALITÀ Le strutture dello Stato hanno accompagnato questo processo attraverso l’emanazione di leggi che hanno contribuito in maniera determinante allo smantellamento dei diritti dei lavoratori, all’allargamento delle ingiustizie, alla marginalizzazione delle povertà e alla discriminazione delle diversità; fino agli ultimi famigerati “decreti sicurezza”. Se non intervenendo direttamente in maniera pesantemente repressiva e antidemocratica come successo a Genova ben 32 anni dopo Piazza Fontana.
Allora si seminarono bombe per diffondere paura e disorientamento, per imporre un rigido controllo sociale a garanzia del potere; oggi la paura e l’incertezza per un futuro degno sono parte stessa della condizione sociale dei più, segnata dalla totale precarietà, dalla povertà diffusa e dalla palese ingiustizia subita.
L’emergenza climatica e l’esodo forzato di milioni di persone, insieme alle guerre sempre più diffuse e alla perdita quotidiana dei diritti fondamentali sono oggi l’eco sordo di quella deflagrazione.
Come negli anni ’60/’70 studenti, operai, femministe e movimenti sociali lottavano per la giustizia sociale, oggi un tutto il mondo, dalla Rojava all’America Latina, il rifiuto del sistema neoliberista e della chiusura degli spazi di partecipazione acquista sempre più forza. Giustizia ambientale, giustizia di genere, giustizia economica sono le rivendicazioni di un’unica voce che chiede un mondo libero e degno.
In questo contesto di grave disgregazione sociale, la reiterata protervia nella negazione della verità a 50 anni dalla strage di Stato e dall’assassinio di Giuseppe Pinelli, ci allarma molto perché dimostra che la profonda faglia antidemocratica ereditata dal fascismo non si è ancora completamente chiusa e il pericolo di nuove derive reazionarie non è scongiurato.
Aderiscono:
Milano Antifascista Antirazzista Meticcia e Solidale
Memoria Antifascista
Centro Sociale Cantiere
Csoa Lambretta
Zam
POQ – Partigiani in Ogni Quartiere
ANPI ATM Milano
Rete della Conoscenza
Partito della Rifondazione Comunista Fed. di Milano
Partito Comunista Italiano
Sinistra Anticapitalista
Partito Comunista dei Lavoratori
Sinistra Italiana
Fronte Popolare
Possibile Milano
Brianza Antifascista Antirazzista Antisessista
Marxpedia
CCL-Coordinamento Comunista Lombardia,
Slai Cobas Provinciale Milano
APS EL Pueblo
Comitato ‘Non Dimenticarmi’
Zona 3 per la Costituzione
Potere al Popolo Provincia Milano
Centro Culturale Concetto Marchesi
Circolo Legambiente Zanna Bianca
Milano in Comune Municipio 5
Associazione per non dimenticare Varalli e Zibecchi
Ass. Naz. di amicizia Italia – Cuba
Collettivo Kasciavìt
ANPI di Assago
Associazione Culturale Punto Rosso
Amici e compagni di Luca Rossi
Federazione Anarchica – Milano
Ateneo Libertario – Milano
CUB – Confederazione Unitaria di Base
Coordinamento Staffette Podistiche per Bologna
Circolo Proletari Comunisti
ANPI di Cassine (Alessandria)
Fuori Luogo
LUME – Laboratorio Universitario MEtropolitano
Non Una Di Meno – Milano

DA "IL MANIFESTO" - MAURIZIO ACERBO PRC - PER IL CENTENARIO DEL PCI, GAZZARRA DELLA DESTRA


Per il centenario del Pci, gazzarra della destra
MAURIZIO ACERBO SEGRETARIO PRC – da “IL MANIFESTO” del 12-12-2019
La polemica della destra contro lo stanziamento di 400mila euro in due anni per le commemorazioni del centenario della fondazione del Partito Comunista d’Italia, poi Pci sono qualunquiste nell’argomentazione – lo spreco di denaro pubblico – e fasciste nelle motivazioni.
Salvini e Meloni gridano vergogna e i giornali della destra fanno da amplificatori di una polemica becera che cerca il consenso di quelli che vivono ancora oggi come un lutto la Liberazione dal nazifascismo.
La polemica contro il presunto spreco di denaro pubblico è del tutto strumentale.
Semmai si dovrebbe considerare irrisoria la cifra stanziata rispetto all’importanza dell’anniversario.
Faccio presente che la sola Regione Abruzzo (governata dalla destra) ha stanziato e speso nell’anno in corso 150.000 euro per celebrare l’anniversario della cosiddetta «impresa di Fiume» di Gabriele D’Annunzio.
Il problema per loro non è dunque la spesa di denaro pubblico ma il ruolo che i comunisti hanno svolto nella storia italiana come principale componente del movimento operaio e contadino, e soprattutto principale forza dell’antifascismo e della Resistenza.
Erano comunisti la stragrande maggioranza dei condannati dal Tribunale Speciale.
L’intellettuale italiano del Novecento più studiato e citato nel mondo è Antonio Gramsci che morì dopo una lunga detenzione nelle galere fasciste.
La Costituzione della Repubblica Italiana reca in calce la firma del comunista Umberto Terracini, fondatore con Bordiga e Gramsci del Pcd’I nel 1921, che trascorse 14 anni in prigione.
E comunista era il bracciante pugliese Giuseppe Di Vittorio, segretario generale della Cgil.
L’anniversario della fondazione del PCdI è quello del partito che ha pagato il più alto contributo di sangue alla costruzione della democrazia italiana e che è stato il più importante protagonista delle lotte sociali e democratiche della storia repubblicana.
È un anniversario che dovrebbero considerare come proprio tutti i democratici italiani.
Gli stessi (post)fascisti dovrebbero ricordare che fu il capo del Pci Palmiro Togliatti, ministro della giustizia nel breve periodo di unità delle forze antifasciste dopo la Liberazione, a consentire con l’amnistia ai loro nonni di reintegrarsi nella vita del nostro paese.
Nella legge di Bilancio 2018 (art 1 comma 334) sono stati stanziati per il sessantesimo anno dalla scomparsa di Luigi Sturzo e il centenario della fondazione del Partito popolare italiano 300.000 euro per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020. 900.000 euro su cui la destra non ha fatto alcuna polemica.
Una cosa è certa: ai fascioleghisti non piacciono le bandiere rosse. Le sardine ci riflettano.
* segretario nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Grazie per le visite!
banda http://www.adelebox.it/