martedì 25 ottobre 2011

NO AD OGNI ULTERIORE MANOVRA: SCIOPERO GENERALE!




NO AD OGNI ULTERIORE MANOVRA: SCIOPERO GENERALE!

No ad ogni ulteriore manovra antipopolare che per altro non serve a nulla per bloccare la speculazione.
Occorre proclamare subito lo sciopero generale, non certo mandare in pensione la gente più tardi.
Come dimostra il caso greco le stangate non servono a nulla contro la speculazione, contro cui invece è necessario obbligare la BCE a comprare direttamente i titoli di stato dei paesi membri.

domenica 23 ottobre 2011

MAGGIORANZA A PISAPIA - VOGLIAMO PARTECIPARE ALLE DECISIONI



I partiti della maggioranza a Pisapia
"Vogliamo partecipare alle decisioni"

Una lettera collettiva indirizzata al sindaco dai rappresentanti di Sinistra, Pd, Idv e Sel
per chiedere maggiore coinvolgimento sui temi del bilancio, dei tagli e delle partecipate
La richiesta verrà ufficializzata a breve con una lettera. Destinatario: Giuliano Pisapia. Mittente: i partiti della sua maggioranza. I segretari cittadini di Federazione della sinistra, Idv, Pd e Sel chiedono per iscritto al sindaco maggior condivisione dei percorsi decisionali dell’amministrazione. Soprattutto in vista di una scadenza importante, quella del bilancio 2012. A novembre l’assessore Bruno Tabacci presenterà i primi piani di spesa e risparmio per l’anno prossimo, e già si annunciano dolori. Così i partiti — che avevano già mal digerito la riunione sul Pgt la sera prima dell’arrivo in giunta del documento — hanno deciso di partire per tempo con la richiesta di condivisione. Che non deve essere, nelle loro intenzioni, soltanto sui passaggi finali delle scelte della giunta.

«Se ci verrà dato modo di farlo noi siamo pronti a metterci ventre a terra per portare il nostro contributo di idee, progetti e professionalità al lavoro degli assessori», spiega il segretario della Federazione della sinistra, Antonello Patta. I mal di pancia verso il decisionismo in solitaria del sindaco — o sulle decisioni degli assessori non comunicate prima ai partiti — si indirizzano ora più che mai sulle scelte strategiche che dovranno essere prese sulle partecipate — Sea e Serravalle, ma non solo — su Ecopass, sui servizi sociali. Insomma il messaggio che verrà recapitato al sindaco a breve è: vogliamo sapere e decidere con voi.
i temi sul piatto, in effetti, sono di quelli che potenzialmente daranno da discutere alla maggioranza, nei prossimi mesi, vista l’aria di tagli che si respira. In commissione l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, ha illustrato il quadro ancora confuso dei fondi statali e regionali che arriveranno a Milano: l’unica certezza, per il 2012, è di un incasso di 2 milioni e 600mila euro, a fronte dei 23 milioni del 2011, già ridotti rispetto al passato. Anche la Cgil nei prossimi giorni potrebbe avanzare una richiesta di coinvolgimento simile a quella abbozzata giovedì dai partiti. Su quel fronte l’assessore Tabacci ha già messo in programma incontri per parlare di bilancio con i sindacati e con i consigli di zona.

mercoledì 19 ottobre 2011

RAPPORTO CARITAS…



Rapporto Caritas: in difficoltà il 13,8% della popolazione

di Roberto Tesi - su il manifesto del 18/10/2011

E' una Italia sempre più povera, quella fotografata dal Rapporto «Poveri di diritti» su la povertà e l'esclusione sociale» in Italia pubblicato dalla Caritas con la Fondazione Zancan. Le cifre sono spietate: nel 2010 erano 8,3 milioni (2,730 milioni di famiglie) i cittadini che vivevano in povertà, il 13,8% della popolazione. Nel 2009 la percentuale era al 13,1% e le persone povere quasi 400 mila di meno.In tempi di crisi economica, la povertà sta cambiando volto: secondo i dati raccolti dalla Caritas, il 20% delle persone che si rivolgono ai Centri di ascolto in Italia ha meno di 35 anni. In soli cinque anni, dal 2005 al 2010, il numero di giovani è aumentato del 59,6% e, tra questi, il 76,1% non studia e non lavora, percentuale che nel 2005 era del 70%. La povertà (il termine deve essere inteso come povertà relativa, anche se tra gli oltre 8 milioni sono parecchi anche i poveri «assoluti») sta aumentando anche tra le famiglie che hanno come persona di riferimento (un tempo si sarebbe detto, capofamiglia) un lavoratore autonomo (dal 6,2% al 7,8%) o con un titolo di studio medio-alto (dal 4,8 al 5,6%). Tra queste ultime famiglie è aumentata anche la povertà assoluta, passando dall'1,7 al 2,1 per cento.
Altro dato estremamente interessante riguarda la «nuova» povertà degli stranieri: riguarda il 70% delle persone che si rivolgono ai Centri di Ascolto della Caritas. La povertà si diffonde anche nei contesti di vecchia immigrazione, con particolare riguardo alla situazione delle famiglie che sono riuscite a riunificare il proprio nucleo: le nuove esigenze familiari (spese scolastiche, necessità di abitazione più ampia, su tutte) suscitano nuovi disagi.
Eppure, secondo Caritas e Fondazione Zancan, le risorse per far fronte al fenomeno ci sono, ma sono male investite: una parte del Rapporto è dedicata all'analisi della spesa sociale e per la povertà da parte dei Comuni italiani.
Il Rapporto 2011 dedica un'attenzione particolare al tema dei diritti negati. Perché parlando di povertà non si deve ragionare solo in termini di deprivazione economica, ma si deve pensare alle altre conseguenze concrete. E la scelta del titolo del rapporto non è casuale. «Se i poveri avessero dei diritti - sostiene la Caritas - il primo sarebbe quello di poter sperare in una vita migliore, per sé e per i propri figli, e di sapere che l'uscita dalla povertà è possibile». Invece - è l'amaro commento - «oggi esiste una coltura diffusa secondo la quale le azioni a favore dei poveri da parte dello stato sono una specie di benevolenza, una concessione, una cura di mantenimento per la povertà di lungo periodo da cui è difficile uscire»

lunedì 17 ottobre 2011

UN CAMBIO DI REGIME GLOBALE






UN CAMBIO DI REGIME GLOBALE

di Naomi Klein, Vandana Shiva, Michael Hardt, Noam Chomsky e Eduardo Galeano

Il 15 ottobre 2011, uniti nella nostra diversità, uniti per il cambiamento globale, chiediamo una democrazia globale: governance globale del popolo e per il popolo. Ispirati dalle nostre sorelle e fratelli in Tunisia, Egitto, Libia, Siria, Bahrain, Palestina, Israele, Spagna e Grecia, anche noi chiediamo un cambio di regime: un cambio di regime globale. Nelle parole dell'attivista indiana Vandana Shiva, oggi chiediamo di sostituire il G8 con l'umanità intera, il G7.000.000.000. Le istituzioni non democratiche a livello internazionale sono il nostro Mubarak globale, il nostro Assad globale, il nostro Gheddafi globale. Queste includono il Fondo monetario internazionale (Fmi), l'organizzazione internazionale del commercio (Wto), i mercati globali, le banche multinazionali, il G8, il G20, la Banca centrale europea ed il consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Come successo con Mubarak e Assad, a queste istituzioni non sarà permesso di continuare a gestire la vita delle persone senza il loro consenso.
Nasciamo tutti uguali, ricchi o poveri, donne o uomini. Ogni africano o asiatico è uguale ad ogni europeo o americano. Le nostre istituzioni globali devono riflettere questo, o altrimenti devono essere abbattute. Oggi, più che mai, forze globali influenzano la vita delle persone. Il nostro lavoro, la nostra salute, il nostro diritto alla casa, la nostra educazione e le nostre pensioni sono controllate da banche globali, paradisi fiscali, multinazionali e soggette a crisi finanziarie. Il nostro ambiente è distrutto da inquinamento in altri continenti. La nostra sicurezza è determinata da guerre internazionali e dal traffico internazionale di armi, droga e risorse naturali. Stiamo perdendo controllo sulle nostre vite. Questo deve finire. Questo finirà. I cittadini del mondo devono prendere il controllo sulle decisioni che li influenzano a tutti i livelli - dal global al locale. Questa è la democrazia globale. Questo è quello che chiediamo oggi. Come gli zapatisti del Messico, diciamo «Ya basta! Qui il popolo comanda e il governo ubbidisce». Ora Basta! Qui il popolo comanda e le istituzioni globali ubbidiscono. Come gli spagnoli di Tomalaplaza, diciamo Democracia Real Ya!: vera democrazia globale adesso! Oggi ci appelliamo ai cittadini del mondo: globalizziamo Tahrir Square! Globalizziamo Puerta del Sol.

15 OTTOBRE 2011 - VIDEO DA YOU TUBE

http://www.youtube.com/watch?v=AUrslrkSsH4

sabato 15 ottobre 2011

venerdì 14 ottobre 2011

15 OTTOBRE INDIGNARSI E' GIUSTO








INDIGNARSI E' GIUSTO!



CAMBIARE L'ITALIA



CAMBIARE L'EUROPA



http://15ottobre.wordpress.com/

Piazza Esedra-San Giovanni: alla fine del percorso le uniche concessioni alla tradizione potrebbero essere proprio i capolinea del corteo del 15 ottobre. Tutto il resto sarà affidato alla creatività di chi avrà deciso di accogliere l'appello degli indignados spagnoli per una giornata europea e internazionale "United for global change", prima scadenza internazionale convocata dal basso.Cosa accadrà al termine di quel corteo? L'indignazione riuscirà ad accamparsi, a occupare lo spazio pubblico coniando forme di democrazia reale e una propria piattaforma, che poi sono i tratti distintivi di quanto avviene in mezza Europa? Assedierà o si terrà alla larga, quasi a ignorarli, i palazzi del potere? Ci sarà un palco o verrà scelta una modalità più partecipativa e orizzontale? Ci sarà solo la piazza romana o ci si convocherà anche in altre città per decentrare e ampliare la partecipazione? Ciascuno di questi nodi esprime prospettive differenti ma inizia ad essere chiaro che quel giorno sarà l'inizio di una mobilitazione imponente e lunga almeno quanto la crisi. L'innovazione non allude a un "copia e incolla" di pratiche mutuate dall'estero ma di costruire un percorso a disposizione della sollevazione possibile visto che, nei mesi precedenti, l'indignazione italiana ha già espresso grandi mobilitazioni (studenti, donne, precari, il decennale del 2001 genovese) ma segnali di "eccedenza", alla ripresa estiva, non è che si siano registrati almeno al di fuori della partecipazione allo sciopero del 6 settembre. Il movimento studentesco ha appena rimesso piede nei suoi luoghi, l'Uds per il 7 ottobre ha convocato cortei in ogni città. L'attesa, tuttavia, è palpabile per una manifestazione che vedrà convergere a Roma decine di migliaia di persone. Segno ne è la terza riunione dello spazio di coordinamento che ha visto ieri la partecipazione di un centinaio di persone appartenenti a vario titolo alle sigle sociali, politiche e sindacali che agiscono lo spazio del movimento antiliberista di questo Paese. Solo la settimana precedente erano meno della metà. Dal salone dell'Arci nazionale s'è usciti con un invito a costruire nei territori la partecipazione italiana «contro la distruzione dei diritti, dei beni comuni, del lavoro e della democrazia compiuta, con le politiche anticrisi, a difesa dei profitti e della speculazione finanziaria», si legge nel comunicato finale prodotto dopo decine di interventi. Un'indicazione in sintonia con quanto sta già accadendo in periferia: da domani e ogni venerdì, fino al 15 ottobre, la società civile cosentina, ad esempio, manifesterà lungo Corso Mazzini e fino a Piazza dei Bruzi.Il Coordinamento 15 ottobre, tuttavia, non è un social forum. Prevale, al momento, una versione piuttosto minimale, di servizio, con l'obiettivo di preparare una piazza grande e inclusiva ma che non scalfisce la polarità su cui l'esperienza nostrana sembra inchiodata, quella tra conflitto e sua rappresentazione. Una polarità tutta interna all'anomalia italiana (berlusconismo, bipolarismo, assenza di una opposizione politica, concertazione) in cui sono tutte da ricostruire la istituzioni di movimento e la rappresentanza politica dei soggetti conflittuali. Dunque il coordinamento curerà unitariamente la logistica e l'organizzazione della manifestazione nazionale di Roma e ne definirà le sue parti comuni. «Il suo obiettivo è favorire la massima inclusione, convergenza, convivenza e cooperazione delle molteplici e plurali forze sociali, reti, energie individuali e collettive che stanno preparando e prepareranno la mobilitazione con i propri appelli, le proprie alleanze, i propri contenuti. Ci impegniamo insieme a costruire una manifestazione partecipata, pacifica, inclusiva, plurale e di massa, il cui obiettivo è raccogliere e dare massimo spazio alla opposizione popolare, alle lotte e alle pratiche alternative diffuse nel nostro paese. Sarà una tappa della ripresa di spazio pubblico di mobilitazione permanente, come si sta realizzando in tutta Europa e nel Mediterraneo».Nel fine settimana le singole realtà saranno occupate in vari appuntamenti: dalla Perugia-Assisi alla convention bolognese di San Precario fino alla kermesse di Uniti contro la crisi in un ex cinema romano occupato a San Lorenzo. Martedì prossimo, dalle 11 ancora all'Arci nazionale, il prossimo appuntamento per varare il titolo/slogan della manifestazione e l'arrivo del corteo che alcune reti preferibbero in una piazza più centrale. Funzioneranno una mailing list, un blog, la comunicazione virale sui social network.

lunedì 10 ottobre 2011

12 OTTOBRE DIBATTITO IN CAMERA DEL LAVORO MILANO
















IL 15 OTTOBRE SARÀ UNA GIORNATA EUROPEA E INTERNAZIONALE DI MOBILITAZIONE








“gli esseri umani prima dei profitti, non siamo merce nelle mani di politici e banchieri, chi pretende di governarci non ci rappresenta, l’alternativa c’è ed è nelle nostre mani, democrazia reale ora!” Commissione Europea, governi europei, Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale, multinazionali e poteri forti ci presentano come dogmi intoccabili il pagamento del debito, il pareggio del bilancio pubblico, gli interessi dei mercati finanziari, le privatizzazioni, i tagli alla spesa, la precarizzazione del lavoro e della vita. Sono ricette inique e sbagliate, utili a difendere rendite e privilegi, e renderci tutti più schiavi. Distruggono il lavoro e i suoi diritti, i sindacati, il contratto nazionale, le pensioni, l’istruzione, la cultura, i beni comuni, il territorio, la società e le comunità, tutti i diritti garantiti dalla nostra Costituzione. Opprimono il presente di una popolazione sempre più impoverita, negano il futuro ai giovani. Non è vero che siano scelte obbligate. Noi le rifiutiamo. Qualunque schieramento politico le voglia imporre, avrà come unico effetto un’ulteriore devastazione sociale, ambientale, democratica. Ci sono altre strade, e quelle vogliamo percorrere, riprendendoci pienamente il nostro potere di cittadinanza che è fondamento di qualunque democrazia reale. Non vogliamo fare un passo di più verso il baratro in cui l’Europa e l’Italia si stanno dirigendo e che la manovra del Governo, così come le politiche economiche europee, continuano ad avvicinare. Vogliamo una vera alternativa di sistema. Si deve uscire dalla crisi con il cambiamento e l’innovazione. Le risorse ci sono. Si deve investire sulla riconversione ecologica, la giustizia sociale, l’altra economia, sui saperi, la cultura, il territorio, la partecipazione. Si deve redistribuire radicalmente la ricchezza. Vogliamo ripartire dal risultato dei referendum del 12 e 13 giugno, per restituire alle comunità i beni comuni ed il loro diritto alla partecipazione. Si devono recuperare risorse dal taglio delle spese militari. Si deve smettere di fare le guerre e bisogna accogliere i migranti. Le alternative vanno conquistate, insieme. In Europa, in Italia, nel Mediterraneo, nel mondo. In tanti e tante, diversi e diverse, uniti. E’ il solo modo per vincere. Il Coordinamento 15 ottobre, luogo di convergenza organizzativa dei soggetti sociali impegnati, invita tutti e tutte a preparare la mobilitazione e a essere in piazza a Roma, riempiendo la manifestazione con i propri appelli, con i propri contenuti, con le proprie lotte e proposte PER LA NOSTRA DIGNITÀ E PER CAMBIARE DAVVERO








COORDINAMENTO 15 OTTOBRE

mercoledì 5 ottobre 2011

CON I LAVORATORI PUBBLICI E DELLA SCUOLA






8 OTTOBRE
CON I LAVORATORI PUBBLICI E DELLA SCUOLA
Grazie per le visite!
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