venerdì 23 agosto 2019

CRISI DI GOVERNO, IL PROPORZIONALE È LA VERA DISCONTINUITÀ


Maurizio ACERBO da “IL MANIFESTO” del 23.08.2019
Crisi di governo, il proporzionale è la vera discontinuità
Salvini è uscito dal Senato come un pugile suonato. La cosa che teme di più è che M5S e Pd non gli regalino il plebiscito. Ma a leggere qualche giornale della destra sa bene che a metterlo fuori gioco definitivamente sarebbe una legge elettorale proporzionale. È responsabilità storica di M5S e Pd non consentirgli di riprendersi dalla figuraccia andando a elezioni anticipate. Già ci hanno regalato la crescita enorme dell’ultradestra, abbiano la decenza di evitare al paese un regime reazionario di massa. La resistibile ascesa di Salvini può essere fermata oggi solo in parlamento. Chi dice che non ci si può alleare con chi è stato in questi 14 mesi con la Lega dimentica che il Pd ha governato con Berlusconi e Verdini. Grottesco gridare al pericolo dell’onda nera per mesi e poi consegnare l’Italia a una maggioranza assoluta Salvini-Meloni, con l’Italia accanto a Trump e Bolsonaro nell’internazionale di Bannon. Non saranno voti utili e fronti impopolari a impedire questo esito. Certo non è secondario che cosa combinerà un nuovo governo e lo spettro di Monti terrorizza. Quando Zingaretti chiede ai pentastellati discontinuità ha ragione ma è evidente che analogo invito dovrebbe rivolgerlo al suo partito. Salvini e M5S sono cresciuti dopo anni di governi che hanno seminato un diffusissimo malcontento. Se è ovvio chiedere che la si faccia finita con i decreti sicurezza sarebbe doveroso fare altrettanto con il Jobs Act. Il Pd dovrebbe smetterla con politiche neoliberiste antipopolari e con l’attacco da destra a misure semmai da implementare e correggere come quota 100 e «reddito di cittadinanza». C’è bisogno di discontinuità nei confronti non solo del governo Conte ma anche e soprattutto rispetto a quelli che lo hanno preceduto. Bisognerebbe mettere in discussione austerity, precarizzazione, privatizzazioni, saccheggio di ambiente e beni comuni, subalternità a qualsiasi lobby e Confindustria, europeismo acritico, smantellamento di sanità e stato sociale, attacco alla scuola della Costituzione, autonomia differenziata. L’elenco sarebbe molto più lungo ma chi legge il manifesto non ha bisogno che mi dilunghi. Non mi aspetto nessuna svolta radicale da questo parlamento e da queste forze politiche. Ma credo che in tema di discontinuità vada preso sul serio uno dei punti approvati dalla direzione del Pd, quello della democrazia e della centralità del parlamento. È giustissimo dire no al taglio del numero dei parlamentari – posizione più forte se accompagnata dalla proposta di ridurne le retribuzioni – anche perché accompagnata a una legge elettorale liberticida. Ma una vero segnale di discontinuità sarebbe riconoscere che maggioritario e bipolarismo hanno ridotto e snaturato il ruolo del parlamento, da anni ostaggio di esecutivi e voti di fiducia. E che con una destra come quella in circolazione è meglio che nessuno possa conquistare «pieni poteri» che consentano di stravolgere la Costituzione. Negli anni ’90 si sostenne che il proporzionale non serviva più perché il mondo andava verso un futuro di serena liberaldemocrazia. Oggi chi sosteneva queste tesi dovrebbe ammettere che le cose sono andate diversamente e che bisogna mettere in sicurezza la nostra democrazia costituzionale con una legge elettorale proporzionale. Il Pd avrà il coraggio della discontinuità che predica ad altri?
* L’autore è Segretario di Rifondazione Comunista

mercoledì 21 agosto 2019

LA FINE GIALLOVERDE NON PRODUCA ULTERIORI DANNI A CHI NON ARRIVA A FINE MESE


La fine gialloverde non produca ulteriori danni a chi non arriva a fine mese

L’intervento del presidente del Consiglio non cancella quanto accaduto in 14 mesi.
Purtroppo non abbiamo ascoltato segnali di discontinuità nè da parte di Conte e dei pentastellati nè da parte del PD.
Pd e M5S hanno il dovere di evitare il plebiscito che Salvini ha cercato di imporre, ma sarebbe letale un governo che persegua il rigore e le politiche liberiste con un’impronta maggiormente securitaria.
Da difensori della Costituzione diciamo con nettezza che la riduzione del numero dei parlamentari con la legge elettorale liberticida che l’accompagna è inaccettabile.
Per mettere al sicuro la nostra democrazia costituzionale e fermare la destra c’è un solo rimedio corretto: reintrodurre una legge elettorale proporzionale.
Non aspettandoci nessuna svolta radicale da questo parlamento, Rifondazione Comunista continuerà ad impegnarsi in percorsi di lotta che trovino rappresentanza in una Sinistra capace di redistribuire reddito e lavoro, difendere il welfare, abolire la legge Fornero, superare la barbarie razzista che si è diffusa nel paese. 

martedì 20 agosto 2019

IL TRIBUNALE DI MILANO CI RICORDA QUANTI DANNI HA FATTO IL PD E CHE IL JOBS ACT NON È STATO ABROGATO DA DI MAIO




Il Tribunale di Milano ci ricorda quanti danni ha fatto il Pd e che il Jobs Act non è stato abrogato da Di Maio

COMUNICATO STAMPA

Jobs Act – Acerbo (Prc-SE): Tribunale Milano ci ricorda quanti danni ha fatto il Pd e che il Jobs Act non è stato abrogato da Di Maio
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea ha dichiarato:
 “L’ordinanza del Tribunale di Milano che rinvia alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea l’articolo 10 del Jobs Act ci ricorda quanti danni hanno fatto i governi del Pd.
E che Di Maio – soprattutto per responsabilità della Lega – non ha abrogato il Jobs Act.
Il Pd dovrebbe chiedere scusa per la guerra che ha condotto per anni contro i diritti di lavoratrici e lavoratori e lo stato sociale.
Se è sacrosanto criticare il M5S per complicità con Salvini non meno lo è rammentare che il Pd ha votato uno stillicidio di pseudoriforme antipopolari.
Auspichiamo il ravvedimento operoso dei due partiti che portano la maggiore responsabilità dell’enorme crescita dell’estrema destra di Salvini e Meloni: cancellare decreti sicurezza e Jobs Act sarebbe un buon punto di partenza.
Restituite l’articolo 18 a lavoratrici e lavoratori.”




lunedì 19 agosto 2019

È IN BALLO IL CUORE DEL VANGELO E DELLA COSTITUZIONE



È in ballo il cuore del Vangelo e della Costituzione

Appello. Ha ragione Papa Francesco a dire che certi discorsi gli ricordano quelli di Hitler! Mi appello ai giudici perché, nella loro autonomia, interpretino il decreto sicurezza bis dando priorità al principio della vita

Alex Zanotelli – “il manifesto” 17.08.2019

Quello che sta avvenendo di nuovo nel Mediterraneo con le navi Open Arms e Ocean Viking è uno spettacolo indecente, immorale e criminale. Il rifiuto del ministro dell’Interno Matteo Salvini di aprire i porti per accogliere queste due navi cariche di 500 rifugiati salvati in mare , esprime un cinismo e un disprezzo verso l’altro inaccettabile.
Perché queste sono persone che fuggono da terrificanti lager libici, dalle torture, dagli stupri, da una guerra tra il generale Haftar e el Serraj, l’uomo forte di Tripoli. E quindi non sono migranti, ma rifugiati che hanno diritto all’acccoglienza per i Trattati Internazionali Onu, firmati anche dall’Italia. Per di più, di questi 500 rifugiati, ora nelle due navi, ben 150 sono minorenni, particolarmente protetti nei Trattati internazionali e solo a una piccola parte dei quali ieri è stato concesso di sbarcare dalla Open Arms. Infatti il Tribunale dei minori di Palermo ha dichiarato che «trattenere a bordo minori in prossimità delle frontiere con lo Stato italiano equivale a un respingimento».
Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è subito intervenuto chiedendo a Salvini di rispettare le norme a tutela dei minori e autorizzare lo sbarco. Salvini gli risponde che una nave di una Ong straniera non può entrare in un porto italiano. In questa bagarre è intervenuto il Tar del Lazio , affermando che «data l’eccezionale gravità della situazione a bordo, Open Arms può entrare nelle acque italiane».
La ministra della Difesa, smarcandosi da Salvini, manda due navi della Marina militare a scortare Open Arms. Salvini, infuriato, rilancia la sua litania di no allo sbarco, ma i ministri Toninelli e Trenta non firmano.
E così la Open Arms arriva a150 metri dal porto di Lampedusa, ma Salvini non cede. E così i 130 rifugiati di Open Arms dopo sedici giorni di attesa sulla nave, stanno ancora attendendo di scendere a terra. Tutto questo è disumano e disumanizzante! Dobbiamo svergognare Salvini che ha già ricevuto uno schiaffo clamoroso in Parlamento, quel Parlamento da lui snobbato sia per la Diciotti che per Moscopoli.
Se Salvini da ministro dell’Interno si è comportato come se incarnasse lui il governo, chissà cosa succederà quando il popolo italiano, come lui chiede, gli darà «pieni poteri».
Ha ragione Papa Francesco a dire che certi discorsi gli ricordano quelli di Hitler! Mi appello ai giudici perché, nella loro autonomia, interpretino il decreto sicurezza bis dando priorità al principio della vita.
Come ha fatto il giudice Alessandra Vella del Tribunale di Trapani, che ha rimandato libera Carola Rackete, la comandante della Sea-Watch, perché ha agito obbedendo al principio della vita. Abbiamo bisogno di giudici e magistrati che riescano così a smantellare il decreto sicurezza che è un decreto immorale perché dichiara reato salvare vite in mare. Siamo arrivati al sovvertimento dell’ordine costituzionale e del Sistema internazionale dei diritti umani universali.
Mi appello ai militari, alle forze dell’ordine, ai poliziotti, alle guardie costiere perché riscoprano l’obiezione di coscienza e la disobbedienza civile davanti a leggi ingiuste e disumane.
Mi appello soprattutto ai vescovi italiani (Cei) perché abbiano il coraggio di bollare con parole di fuoco, come facevano gli antichi profeti e Gesù, quello che sta avvenendo in questo paese. Mi appello sempre ai vescovi perché abbiano il coraggio di chiedere ai fedeli dei gesti pubblici contro questo pauroso crescendo di razzismo come un digiuno collettivo, preghiere speciali. Dobbiamo farci sentire sulla pubblica piazza:è in ballo il cuore del Vangelo.
Mi appello ai preti e alle comunità cristiane perché risuoni chiaro il messaggio che la politica leghista è antitetica al Vangelo: non ci si può dichiarare cristiani e votare Lega. «Amerai il prossimo tuo come te stesso-afferma il libro del Levitico- e amerai lo straniero come te stesso» (Levitico 19, 18,34). E Gesù ha riespresso tutto questo con la parabola del Samaritano.
La situazione è molto grave: è in ballo la nostra Costituzione e per i cristiani, il cuore del Vangelo.





domenica 18 agosto 2019

A LAMPEDUSA SI SEQUESTRANO PERSONE, A ROMA LA COSTITUZIONE.



A Lampedusa si sequestrano persone, a Roma la Costituzione
Oggi pomeriggio un compagno del PRC-S.E. di Roma, Mauro Zanella, molto attivo nella Rete Restiamo Umani, prima contro i decreti sicurezza e ora contro il fermo delle navi delle Ong da parte del Ministero dell’Interno, ha deciso di attuare una sua forma pacifica di protesta. Si è recato davanti a Palazzo Chigi con due cartelli recanti il testo degli articoli 2 e 10 della Costituzione.
Identificato dai funzionari del commissariato è stato “deferito all’autorità giudiziaria” e i cartelli sono stati posti sotto sequestro. Nell’apprezzare l’impegno del compagno, che per due settimane ha effettuato lo sciopero della fame per impedire che venisse approvato il “Salvini Bis”, Rifondazione Comunista si mette a sua disposizione e a quella dei tanti e delle tante che in questi giorni stanno protestando in tutto il paese contro il sequestro di persone e di democrazia. Le istituzioni dovrebbero ringraziare e non porre sotto accusa compagni come lui che riaffermano, con nettezza, i valori fondanti della Repubblica. Chiediamo quindi che qualsiasi accusa nei suoi confronti venga immediatamente revocata ma che soprattutto le centinaia di persone a rischio della vita per l’ottusità di un despota ancora al Viminale vengano subito tratte in salvo.
Maurizio Acerbo, Segretario Nazionale PRC-S.E.
Stefano Galieni, Responsabile Nazionale Immigrazione PRC-S.E.

lunedì 12 agosto 2019

MAURIZIO ACERBO (PRC) - DA "IL FATTO QUOTIDIANO" DEL 12 AGOSTO 2019



Proporzionale per fermare l’ultradestra

Pubblichiamo l’articolo del segretario nazionale di Rifondazione Comunista uscito oggi su Il Fatto quotidianodel 12 agosto 2019

Nei giorni scorsi ho scritto che non bisogna assecondare la pretesa di Salvini di imporre il suo plebiscito.
M5S e PD hanno la responsabilità in parlamento di isolarlo, di fermare la sua resistibile ascesa.
E’ un fatto positivo che Beppe Grillo abbia finalmente rotto il tabù e avanzato la proposta di una maggioranza diversa da quella giallo-verde.
Auspico che Zingaretti riveda la linea di oggettiva alleanza con Salvini sulla strada delle elezioni anticipate.
Mi sembra una caricaturale replica dell’asse suicida Veltroni-Berlusconi del 2008 da cui uscì vincente il Caimano che conquistò il governo e pure il Comune di Roma.
E’ irresponsabile consegnare l’Italia all’estrema destra dell’amico di Bolsonaro, con alle spalle Trump e Bannon.
Magra consolazione fare i conti con Renzi e ricreare il bipolarismo con Salvini al posto di Berlusconi.
Logiche autoreferenziali mentre dovrebbe prevalere l’interesse generale del paese.
E’ assai probabile che nonostante tutti i richiami al voto utile e alla “paura” questa destra possa fare cappotto grazie all’attuale legge elettorale.
E non saranno rabberciati e poco credibili fronti repubblicani dell’ultima ora a fermarla.
Salvini potrebbe andare dritto sulla strada irreversibile della “secessione dei ricchi” che chiamano autonomia differenziata, fare la “riforma” della giustizia agognata da Berlusconi, scegliersi il Presidente della Repubblica e non oso immaginare altro sul piano delle libertà e dei diritti.
Può e deve essere fermato oggi in parlamento nel pieno rispetto della Costituzione.
E come sottolineato anche da Montanari e Pallante su questo giornale passaggio indispensabile è la modifica della legge elettorale rispettando finalmente i risultati del referendum che segnò la sconfitta di Renzi (e anche di Zingaretti visto che rivendica quella battaglia).
Chi scrive ritiene qualunquistica la modifica della Costituzione voluta dal Movimento 5 Stelle.
L’obiettivo della riduzione dei costi può essere ottenuto più seriamente semplicemente tagliando finalmente retribuzioni dei parlamentari come tra l’altro previsto nel programma dei Cinque stelle.
Proposi una legge in tal senso nel 2006.
La riduzione del numero dei parlamentari è obiettivo non sbagliato in sé ma andrebbe perseguito semmai in maniera più seria come nella storica proposta di Stefano Rodotà e Gianni Ferrara.
Ma il vero mostro è la legge elettorale antidemocratica che accompagna la riduzione dei parlamentari invocata dai pentastellati.
Quella legge prevede vantaggi incostituzionali, antidemocratici e potenzialmente liberticidi come segnalato da tutti i migliori costituzionalisti, quelli che con noi e i pentastellati si schierarono per il No al referendum.
La legge n. 51/2019 agganciata alla modifica della Costituzione cancella il pluralismo e soprattutto consentirebbe di fare cappotto all’Uomo nero di turno.
Il combinato disposto di riduzione e legge elettorale è devastante e non avrebbe senso un governo anti-Salvini per portare avanti un progetto del genere.
Come ricordava sempre Primo Levi il fascismo è nato in Italia.
Solo una legge proporzionale può liberarci del perenne pericolo dell’Uomo Nero di turno: ieri quello che Grillo definiva lo Psiconano di Arcore, oggi Matteo Salvini.
Il contesto è oggi assai più pericoloso perché viviamo un’epoca segnata dal risorgere dei fascismi e dei nazionalismi razzisti e xenofobi.
I “pieni poteri” è meglio non darli a nessuno.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea


domenica 11 agosto 2019

ROBERTA FANTOZZI (PRC) - LA LEGGE DI BILANCIO ALL’ORIGINE DELLA SCELTA DI SALVINI. DENUNCIAMO IL CLASSISMO DI SALVINI, CHIEDIAMO PROPORZIONALE PURO



roberta fantozzi (prc) - La legge di bilancio all’origine della scelta di Salvini. Denunciamo il classismo di Salvini, chiediamo proporzionale puro
Non è la Tav il problema, perché sulla Tav come su tutto il resto, Salvini ha sin qui dettato legge.
E’ la legge di bilancio prossima ventura che Salvini non vuole in nessun modo accollarsi, prima di aver fatto il pieno della crescita dei consensi che ha portato la Lega a più che raddoppiare nelle intenzioni di voto rispetto al marzo 2018, con i sondaggi che la danno ora intorno al 38%.
E’ la prossima legge di bilancio, che dipende in larga misura dal modo in cui si è chiusa la precedente: con ipoteche pesantissime, determinate tanto dalla ottusità austeritaria della Commissone dell’U.E., quanto dal modo demenziale con cui il governo gialloverde ha allora condotto la partita.
Dai 23 miliardi di clausole di salvaguardia al riaggiustamento dei conti per la riduzione della crescita, siamo a ben oltre 40 miliardi da reperire. Se a questo si aggiungono i costi della controriforma fiscale che Salvini vuole mettere in campo avviando la Flat/dual tax anche sull’Irpef, siamo ad una legge di bilancio infattibile, in cui gli interventi ipotizzati di revisione della spesa sarebbero pesantissimi e socialmente costosissimi.
Una situazione potenzialmente esplosiva, specie se in campo vi fosse stata una qualche mobilitazione sindacale reale, contro le politiche fiscali annunciate e inaccettabili, come contro l’autonomia differenziata, e certamente contro i tagli sui diversi capitoli di spesa.
Un inizio forse della rottura del consenso popolare a Salvini, la possibilità che iniziasse ad emergere la cifra antipopolare e liberista della Lega, fin qui coperta da provvedimenti tutt’altro che risolutivi ma certo percepiti come risarcitori come quello sulle pensioni, oltrechè dalla egemonia del “prima gli italiani”.
L’alternativa alla crisi ora, era del resto probabilmente per Salvini l’approvazione di una legge di bilancio in parallelo ad una grande campagna contro i vincoli Ue, funzionale ad andare al voto subito dopo.
Probabilmente la scelta preferita, in caso in cui fosse stata ipotizzabile la possibilità di portare a casa in maniera relativamente semplice, gli obiettivi realmente centrali per Salvini, dall’autonomia differenziata al fisco.
Preferita perchè meno a rischio di essere in esplicito individuati come i responsabili della crisi e della conseguente instabilità, proprio per la sovrapposizione con i tempi della legge di bilancio.
E ora?
La situazione che viviamo è tra le peggiori della storia della Repubblica.
Perché è del tutto evidente che andare al voto in questa situazione e con questa legge elettorale, porta con sé la probabilità più che la possibilità, di consegnare effettivamente i “pieni poteri” a Salvini o a Salvini e Meloni (basta ricordare le proiezioni terribili che l’istituto Cattaneo aveva fatto del voto europeo su quello delle politiche).
E i “pieni poteri” sarebbero tanto quelli di continuare con le politiche disumane e barbare sull’immigrazione, tanto quelli di portare a termine l’attacco ai diritti di libertà, alla possibilità di far vivere il conflitto sociale, all’autodeterminazione e ai diritti delle donne, quanto la distruzione compiuta della Costituzione tra autonomia differenziata e controriforma fiscale, compreso il welfare residuo, giacchè il primo esito della Flat Tax, non è altro che questo.
Il tutto in un quadro dove anche l’elezione del Presidente della Repubblica finirebbe nelle mani della Lega.
E dall’altra parte, la richiesta sensata, che possa formarsi un’altra maggioranza parlamentare, collide con gli obiettivi dichiarati dei diversi attori politici, e dovrebbe inoltre andare insieme alla capacità di quella maggioranza di fare politiche in grado di diminuire i consensi a Salvini: politiche socialmente progressive, perché se così non fosse, un Salvini all’opposizione i consensi li può persino aumentare.
Il tutto in un contesto che vede una debolezza senza precedenti della sinistra.
Dunque non ci sono davvero soluzioni semplici e non contraddittorie ad una situazione che è davvero estrema.
Ci sono alcune cose che però si possono e si devono fare comunque, a sinistra.
La prima riguarda l’enfatizzazione della denuncia degli obiettivi di Salvini, e il collocare quella denuncia non solo sul terreno dell’antirazzismo, dei diritti di libertà e della democrazia, ma del carattere classista e antipopolare di quegli obiettivi.
Dalla Flat Tax all’autonomia differenziata siamo all’eclissi del principio di uguaglianza, alla distruzione del welfare, al liberismo estremo.
Il disvelamento di questo disegno, la esplicitazione delle alternative del tutto possibili: dal terreno fiscale ai diritti sociali, all’individuazione delle vere priorità, a partire dalla crisi climatica, relegata nei titoli di coda mentre dovrebbe essere sovradeterminante di ogni scelta.
La seconda: la rivendicazione di una legge elettorale proporzionale pura.
Per quello che di fondo ha comportato il maggioritario in questi anni: un trucco permanente che ha distorto la rappresentanza della società ed ha ridotto la politica ad alleanze forzose, determinata solo dall’obiettivo di avere un voto in più dell’altro.
E perché con questa legge elettorale, la distorsione maggioritaria avrebbe come mai prima esiti micidiali.
Ridateci la sovranità popolare, quella vera, dunque, non quella posticcia con cui avete già sfigurato la democrazia reale in questo paese.

ACERBO (PRC): PD E M5S NON ASSECONDINO IL GOLPE DI SALVINI. LA RESISTIBILE ASCESA DI SALVINI PUÒ ESSERE FERMATA




Acerbo (PRC): PD e M5S non assecondino il golpe di Salvini. La resistibile ascesa di Salvini può essere fermata

Salvini si sostituisce al Presidente della Repubblica e decide da una spiaggia che bisogna sciogliere le camere e che questo parlamento non ha più legittimità.
È grave che Zingaretti, segretario del principale partito di opposizione, assecondi con un via libera la pretesa del ministro degli interni fascioleghista.
In parlamento Salvini è in minoranza. Se il PD e i pentastellati volessero, sarebbe facile stoppare il golpe di Salvini.
Per evitare che Salvini imponga il plebiscito delle elezioni anticipate, basterebbe che PD e M5S si decidessero a dare vita a una coalizione.
Non è vero che sarebbe “inaccettabile”, come sostiene Salvini, una nuova maggioranza.
Gli elettori non hanno votato per una coalizione Lega-M5S. il governo Conte è nato in parlamento e un nuovo governo può legittimamente nascere.
Se Salvini rappresenta un problema serio per la convivenza civile, lo stato di diritto, la tenuta democratica, non è il caso di regalargli la maggioranza assoluta delle due camere e la possibilità di eleggersi il prossimo Presidente della Repubblica o di modificare la Costituzione. Il PD la smetta di mangiare i pop corn e si alzi dal divano.
Il PD è stato alleato di Berlusconi e Verdini, il partito di Grillo fino a oggi della Lega. Evidentemente sono di bocca buona.
Allora vedano di mettere Salvini all’opposizione ché hanno ancora i numeri.
Se non lo fanno, poi non chiedano voti utili per arginare l’uomo nero che hanno creato loro.
Lo diciamo ora: PD e M5S sono responsabili della crescita enorme di Salvini negli ultimi 12 mesi. È bene che si riconoscano già da ora le responsabilità di quelli che, per indifendibile ortodossia liberista e legami col partito degli affari o inettitudine qualunquista, consegnano il Paese alle destre razziste.
La resistibile ascesa di Salvini può e deve essere fermata in parlamento nel rispetto della Costituzione.
M5S e PD evitino di proseguire con logiche suicide e autoreferenziali.
Maurizio Acerbo, Segretario Nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Grazie per le visite!
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