lunedì 30 aprile 2018

PRIMO MAGGIO DI LOTTA CONTRO LO SFRUTTAMENTO


Primo Maggio di lotta contro lo sfruttamento – Stazione Centrale
1-maggioIl Prc Federazione di Milano sostiene e partecipa al corteo del Primo Maggio di lotta contro lo sfruttamento
Per dire NO allo sfruttamento dei “vecchi” e “nuovi” lavoratrici e lavoratori e per dire basta alle morti sul lavoro, il PRC Federazione di Milano sarà presente il 1 Maggio alla manifestazione sindacale di CGIL-CISL e UIL (ore 9.30 concentramento a Porta Venezia) e a quella di movimento “Primo Maggio di lotta contro lo sfruttamento” ore 15.30 Stazione Centrale.
L’uso dei big data nel processo produttivo robotizzato, l’emergere dell’”economia delle piattaforme”, le cosiddette  “labour platform”, che vanno dalle piattaforme che forniscono la consegna di pasti a domicilio come Foodora o Deliveroo, trasporto come Uber, servizi per la casa come TaskRabbit o servizi come Amazon e Crowdflower, hanno prodotto un ulteriore precarizzazione e sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori, già massacrati negli anni dai provvedimenti volti ad aumentare profitto e competitività, la cui retorica offre giustificazioni per le inaccettabili e scellerate scelte operate.
In questo quadro drammatico si inserisce l’incremento delle cosiddette morti bianche che hanno funestato anche recentemente la nostra città, che forse è più opportuno chiamare omicidi sul lavoro. Si parla molto, e spesso a sproposito, di sicurezza: la nostra idea di sicurezza passa in modo imprescindibile dalla sicurezza nei luoghi di lavoro, siano essi la Fabbrica o la strada.

lunedì 23 aprile 2018

25 APRILE 2018 A VIMODRONE

25 Aprile: osare per costruire un futuro

Di TINA COSTA Staffetta partigiana, Vice presidente Anpi provinciale di Roma

Il 25 Aprile è sempre una giornata bella e straordinaria, perché si festeggia la storica riconquista della libertà, della democrazia e della pace. 
L’affermazione degli ideali che animarono la Resistenza antifascista, recepiti e tradotti settanta anni fa nella nostra straordinaria Carta Costituzionale che – come ho avuto modo di affermare molte volte – ha il solo limite di non essere stata ancora applicata, di essere stata tradita anche in molti dei suoi principi fondamentali. Soggettivamente è anche una giornata particolare e speciale nella quale soffermarmi in ricordi che sono parte di quella “memoria collettiva” che avverto l’obbligo di dover trasmettere alle nuove generazioni, attraverso quei racconti che propongo ai ragazzi che incontro nelle scuole dove sovente vengo invitata. 
Per me, nata in una famiglia di comunisti e socialisti, nella quale il senso di ribellione alle ingiustizie era forte ed indomito, rappresentato plasticamente dal volto tumefatto con il quale mio padre tornava spesso a casa dopo essersi rifiutato di aderire al partito fascista, partecipare attivamente alla Resistenza rappresentò un fatto spontaneo e naturale. Avevo appena tredici anni quando iniziai ad intrufolarmi nelle stalle del mio paese, vicino Rimini, per assistere alle riunioni segrete alle quali partecipavano miei familiari insieme ad altri partigiani. 
Un giorno mio zio, comandante di Brigata, mi affidò il mio primo compito: portare due borse di viveri, attraversando un ponte sul fiume Faglia, ai partigiani che si trovavano al di là della Linea gotica. Nelle due borse, oltre ai viveri, probabilmente (anche se non lo ho mai saputo con certezza) c’erano anche delle armi. Iniziai così, a soli quindici anni, a svolgere il ruolo di “staffetta partigiana” attraverso una serie di missioni, in sella alla mia bicicletta, in una sfida costante con la morte. Come quando ero nascosta con la mia famiglia e altri partigiani in delle grotte, ma una soffiata fascista ci fece rastrellare dai tedeschi che ci caricarono su un treno piombato, diretto a Buchenwald. Durante il viaggio gli alleati bombardarono la linea ferroviaria; il treno fu costretto a fermarsi e noi riuscimmo a scappare. 
O quando, poco tempo dopo, ero diretta ad una riunione segreta con tre partigiani; poco prima di arrivare in paese alcune donne che stavano chiacchierando per strada, e che sapevano che ero una staffet ta, mi urlarono di tornare indietro e scappare perché era appena arrivata una camionetta di tedeschi. Purtroppo i tre partigiani con cui dovevo incontrarmi furono presi e il giorno dopo vennero impiccati nella piazza di Rimini. Ero ribelle e, pure in ragione dell’età, a volte incosciente, ma come tutti avevo paura anche io. Ma non era possibile restare indifferenti.
Occorreva reagire contro chi in quel momento stava occupando l’Italia e contro chi ci aveva tolto la libertà. La nostra grande forza era nella consapevolezza di non essere soli, di essere in tanti a lottare per un futuro migliore. Quella forza ci ha consentito di scrivere la straordinaria pagina della Resistenza che meriterebbe e necessiterebbe di essere più approfonditamente e dettagliatamente trattata negli insegnamenti scolastici, per la formazione dei ragazzi ai quali, ogni volta che me ne viene data l’opportunità, dico: “Studiate, studiate e studiate: perché è con la cultura che ci si oppone ai regimi e alla soppressione delle nostre libertà.
E’ la nostra mente l’arma più forte per poterci difendere, perché spesso l’intelligenza può sostituire anche i fucili. E tutti noi siamo partigiani, anche oggi, nel momento in cui decidiamo di ribellarci alle ingiustizie che continuano, copiosamente, ad interessare il nostro paese, l’Europa e l’intero mondo”. Dico questo ai ragazzi, ai giovani, perché penso che nell’attuale fase sociale e politica vi è un grande bisogno di una nuova leva di “partigiani” capace di contrastare le pericolose derive che stanno intervenendo sia nello scenario internazionale (segnato da grandi incognite e perfino da rischi di nuovi e incontrollabili conflitti su scala mondiale) che nel nostro paese, dove l’esito delle elezioni del 4 marzo certifica un’insopportabile tendenza alla semplificazione dei problemi, premiando forze politiche attigue al fascismo o con grandi ambiguità sui temi dell’antifascismo e dell’antirazzismo.
In questo quadro vi è certamente bisogno di iniziative simboliche ed al contempo importanti come l’appello “mai più fascismi”, finalizzato a chiedere interventi, delle istituzioni e delle autorità preposte, per il rispetto della Costituzione e della legge in tema di apologia del fascismo e di riproposizione di culture razziste. Mi permetto però di dire che non basta. Vi è bisogno di togliere acqua nello stagno dove la cultura dell’intolleranza si alimenta, mettendo i penultimi contro gli ultimi.
E’ necessario aggredire alla radice i problemi che generano ineguaglianze sociali insopportabili. La Sinistra politica e sociale non può lasciare alla Lega la bandiera della cancellazione dell’iniqua legge Fornero sulle pensioni.
Non può lasciare ai 5Stelle le proposte di tutela di quanti stanno peggio, sotto la soglia di povertà. Non può non ripartire da una forte mobilitazione tesa all’affermazione dei principi fondamentali della nostra Costituzione, a partire dall’articolo 1: dalla centralità e dal primato del lavoro. Non può non ripartire, rispetto a quanto avviene in Siria, in Palestina e in tante altre parti del mondo, da una grande mobilitazione pacifista.
Purtroppo non siamo più nei primi anni del Duemila quando, dopo l’aggressione degli Usa in Iraq, milioni di persone scesero in piazza in tutto il mondo, animando un grande e straordinario movimento per la pace e contro la globalizzazione liberista.

Sono passati meno di venti anni, ma pare sia trascorso più di un secolo, rapportando quelle lotte con il “niente” di oggi in termini di mobilitazione contro le guerre. Il movimento pacifista appare quasi dissolto, nelle sue tante e plurali articolazioni. Sommessamente, penso che spetti ad organizzazioni di rappresentanza sociale di massa come la Cgil (sindacato al quale ancora oggi, da pensionata, sono orgogliosamente iscritta) metterci la faccia e proporre mobilitazioni sui temi della pace,
così come su quelli connessi all’antifascismo, all’antirazzismo, alle lotte per il lavoro, i diritti, l’equità sociale. Rischiando anche l’insuccesso. D’altro canto se tutte le azioni partigiane fossero state concepite solo con la certezza del successo, non ve ne sarebbe stata neppure una. Questo penso debba essere il senso del 25 Aprile: osare per costruire un futuro migliore.


lunedì 16 aprile 2018

GYSI, PRESIDENTE DELLA SINISTRA EUROPEA: «FAR PREVALERE LA RAGIONE, INVECE DELLA VIOLENZA!»




Gysi, presidente della Sinistra Europea: «Far prevalere la ragione, invece della violenza!»

Sulla situazione in Siria, il presidente della sinistra europea Gregor Gysi dichiara:

L’attacco internazionale illegale che gli Stati Uniti hanno lanciato insieme a Francia e Regno Unito su singoli obiettivi in Siria deve essere immediatamente fermato. L’incapacità diplomatica associata porta a un’escalation di violenza e non alla risoluzione del conflitto. Questo attacco è illegale sotto qualsiasi punto di vista. Non esiste il diritto all’autodifesa degli Stati Uniti, non esiste il diritto a una incursione aerea preventiva. Un intervento senza un mandato del Consiglio di sicurezza dell’ONU è chiaramente contrario al diritto internazionale. Anche la giustificazione dell’intervento umanitario non lo rende compatibile con il diritto internazionale. Anche l’uso di armi chimiche è ovviamente contrario al diritto internazionale. In primo luogo, tuttavia, deve essere chiarito se esistono. Probabilmente bisogna presumerlo. Ma poi chi ha parlato di armi chimiche, deve dimostrare che ci siano davvero. Di certo non è interesse da parte di Assad e della Russia. Passo dopo passo ottengono successi militari. Trump voleva iniziare il ritiro delle sue truppe. Che interesse dovrebbero avere Assad e Putin nel provocare contrattacchi che li fermino? L’interesse è più probabile per coloro che vogliono un intervento militare statunitense.
Nei nostri pensieri, siamo coi molti civili, i rifugiati, i loro parenti e amici. Sono loro che soffrono nel mezzo di una terribile lotta di potere.

giovedì 12 aprile 2018

I NOSTRI COMPITI. DOCUMENTO APPROVATO DALLA DIREZIONE NAZIONALE DELL’8 APRILE 2018


I nostri compiti. Documento approvato dalla Direzione Nazionale dell’8 aprile 2018

L’arresto del compagno Lula rappresenta la continuazione del golpe mediatico-giudiziario che ha portato alla destituzione della legittima presidente Dilma Rousseff. Nel paese che ha dato vita al Foro Sociale Mondiale da cui si diffuse in tutto il pianeta l’urgenza di un altro mondo possibile si consuma un ennesimo passaggio dell’attacco del capitalismo neoliberista alla democrazia e alle conquiste popolari.
In Medio Oriente Erdogan e Netanyahu, con la complicità della comunità internazionale, massacrano curdi e palestinesi.
In Europa gli scioperi francesi contro la privatizzazione delle ferrovie e dei servizi pubblici rappresentano il momento più alto di resistenza e opposizione sociale alle politiche neoliberiste condivise dalle classi dirigenti pur delegittimate dei paesi UE.
In questo quadro occorre lavorare per il rafforzamento della sinistra antiliberista e anticapitalista che in Europa si oppone alle politiche di austerity, ai trattati UE, alla NATO, alle logiche neocoloniali e di guerra.
La crisi di legittimazione delle classi dirigenti che hanno condiviso e condividono l’agenda neoliberista in Europa, l’ossessiva riproposizione di politiche che accrescono le disuguaglianze, l’avanzata di destre xenofobe e razziste che si presentano come antisistemiche, la bancarotta dei partiti ex-socialdemocratici, pongono alle sinistre radicali e popolari la responsabilità di costruire un’alternativa e una proposta unitaria nei singoli paesi e sul piano continentale alla scelta tra ‘peste e colera’. Il Partito della Sinistra Europea e il GUE-NGL  hanno sempre avuto un profilo plurale e questo è un patrimonio da non dissipare. La recente dichiarazione congiunta dei portavoce di Unidos Podemos rappresenta un segnale positivo e un esempio concreto. In vista delle elezioni europee lavoriamo in Italia e in Europa per la costruzione di un forte schieramento unitario di sinistra e popolare.
Il risultato delle elezioni politiche in Italia ci consegna un quadro confuso e il proseguimento di un clima da campagna elettorale. Un clima pericoloso perché può dare spazio a nuove spinte autoritarie e iper-maggioritarie e alla riproposizione del tema della “governabilità” come centrale anche se con attori in parte nuovi e con rapporti di forza diversi nel sistema politico. La sconfitta dei partiti che hanno impersonato le larghe intese e le politiche antipopolari è un fatto positivo. Le nostre critiche e la nostra distanza da M5S e ancor più dalla Lega sono di natura assai diverse da quelle del PD renziano. La posizione del PD appare del tutto strumentale e priva di qualsiasi senso di responsabilità verso il paese: il partito delle larghe intese con Berlusconi e Verdini rifiuta a priori il confronto programmatico e critica. Mentre dall’UE, dalla finanza, da Confindustria, dal Fondo Monetario Internazionale giungono moniti a non abbandonare la linea dell’austerity e delle “riforme”, noi da sinistra dobbiamo costruire un’opposizione che chieda coerenza con gli impegni assunti in campagna elettorale rispetto a temi come la legge Fornero, l’articolo 18, il “reddito di cittadinanza”, e ne evidenzi invece la contraddizione tanto con parole d’ordine come la Flat-Tax o comunque l’ulteriore riduzione della progressività fiscale, quanto con le dichiarazioni di fedeltà alla UE e alla NATO di Di Maio.  Un’opposizione che sia dunque in connessione con le aspettative popolari, e che insieme faccia valere il conflitto “basso contro alto”. 
Nella crisi sociale e politica italiana c’è bisogno di un punto di vista di sinistra che rimetta al centro gli interessi delle classi popolari e la lotta per l’attuazione della Costituzione. Lo stillicidio di morti sul lavoro e i dati sulla enorme crescita della ricchezza di poche famiglie nell’ultimo decennio (+72% per le 10 famiglie più ricche) in questi ultimi giorni hanno reso evidente quanto l’emergenza immigrazione sia stato un fattore di distrazione di massa rispetto ai processi reali che hanno prodotto aumento delle disuguaglianze e impoverimento di larghi settori della società italiana.
Le forze che sono uscite rafforzate dal voto non vanno criticate da destra come fa il PD in nome della fedeltà ai vincoli europei, ma chiedendo conto da sinistra sul piano dei contenuti e degli impegni assunti.
Oggi più che mai è fondamentale che nel paese la ricostruzione di una sinistra radicale, popolare, antiliberista e anticapitalista alternativa rispetto a tutti i poli esistenti. Per questo va proseguito il percorso di Potere al popolo come movimento politico e sociale, soggettività politica aperta che, in forme democratiche e partecipate, sappia valorizzare pienamente tutte le esperienze di militanza e impegno che si pongono sul terreno dell’alternativa e ne sappia attrarre e sviluppare di nuove. Un processo che deve essere basato sulla partecipazione diretta di chi aderisce, che si definisca a partire dai punti fondamentali su cui abbiamo svolto la campagna elettorale e che sia costitutivamente plurale e democratico e quindi rispettoso delle diverse appartenenze politiche, sociali e culturali. Le campagne di raccolta firme che sosteniamo come Rifondazione Comunista e Potere al popolo – LIP scuola e abrogazione pareggio di bilancio articolo 81 – costituiscono un primo terreno di iniziativa politica di massa nel mentre si discute la concreta strutturazione del movimento.
Rifondazione Comunista persegue l’obiettivo della costruzione di un quarto polo di sinistra e popolare. In questa direzione bisogna coinvolgere tanti compagni e compagne così come altre soggettività della sinistra a partire dall’Altra Europa, dalle Città in Comune e dalle liste e esperienze locali che non hanno preso parte direttamente a Potere al Popolo, ma che sono interessate alla costruzione di un’alternativa ai poli esistenti e ad una prospettiva comune anche in chiave europea. Dentro il processo pur rapidissimo di Potere al Popolo abbiamo dimostrato che su una base politico-programmatica chiara e con metodo democratico è possibile unire le forze della sinistra, le stesse formazioni comuniste con esperienze di lotta, conflitto, mutualismo.
In vista delle prossime elezioni amministrative operiamo per presentare liste di alternativa che non potranno essere contrassegnate da un unico simbolo imposto ovunque su base nazionale ma – situazione per situazione sulla base delle diverse esperienze – ci poniamo l’obiettivo di aggregare il complesso delle forze antiliberiste presenti sul territorio. In tale contesto vanno valorizzate le esperienze delle Città in comune e dei diversi percorsi che hanno caratterizzato la costruzione di alternativa di sinistra aperte a forze politiche, sociali e di movimento. Questa apertura non è da intendersi in antitesi con lo sviluppo del progetto di Potere al popolo ma come prosecuzione della medesima ispirazione a riaggregare le forze disponibili nella direzione indicata dallo stesso “manifesto” della lista. In questo senso, la presentazione del simbolo di Potere al popolo è utile e auspicabile, ma non può essere imposta in presenza di progetti locali che condividendo la medesima ispirazione programmatica riescono a allargare la base di partecipazione e coinvolgimento.
E’ dentro questo contesto e avendo presenti i giganteschi compiti che ci attendono che l’ultimo Comitato Politico Nazionale ha indicato nel rilancio del PRC un obiettivo su cui impegnare i gruppi dirigenti in un lavoro non solo relativo all’organizzazione e all’autofinanziamento ma anche di elaborazione collettiva.
La stessa campagna per il tesseramento e quella per l’autofinanziamento – 2×1000 e rid – rappresentano occasione di mobilitazione di tutto il partito e debbono occasioni di discussione e orientamento.
Non si tratta soltanto di avviare un lavoro di manutenzione organizzativa pur indispensabile ma contemporaneamente un percorso di riflessione collettiva.
Il bicentenario della nascita di Karl Marx e il cinquantennale del 1968 ci offrono l’occasione per lo sviluppo di iniziative in tutto il paese e di una riflessione politico-teorica sui “fondamentali” sviluppando l’elaborazione già sviluppata nell’ultimo congresso.
La costruzione di soggetti unitari come Potere al Popolo non implica il venir meno del ruolo di un partito impegnato nel progetto della rifondazione comunista, anzi possiamo affermare con orgoglio che con tutti i nostri limiti la nostra resistenza controcorrente ha consentito di tenere aperta la prospettiva della ricostruzione di una sinistra di alternativa.
Si pone però la necessità – come sottolineato nell’ultimo CPN – di ridefinire il ruolo storico di un partito comunista nel nostro paese, di farlo concretamente nel contesto che ci consegnano le elezioni e della nostra partecipazione a Potere al popolo e ad altre esperienze unitarie, di rivisitare le forme e le modalità della nostra organizzazione per razionalizzarne il funzionamento e potenziarne l’efficacia politica nelle condizioni date.
La Direzione Nazionale costituisce gruppi di lavoro coordinati da componenti della segreteria nazionale su rivisitazione organizzativa/pratiche e riflessione politico-teorica.
Entro l’estate – indicativamente dal 4 al 6 maggio – lavoriamo a una Tre giorni di Rifondazione che riunisca non solo il CPN ma anche i gruppi dirigenti territoriali, strutturata in sessioni, workshop di autoformazione, forum intrecciando riflessione teorico-politica, programmatiche, proposte di riorganizzazione e condivisione di pratiche.
La Direzione Nazionale impegna tutto il partito:
- nelle iniziative di solidarietà con la sinistra brasiliana e il compagno Lula, con i popoli curdo e palestinese;
- nella campagna del tesseramento 2018 e nella campagna di autofinanziamento mediante 2×1000 e di sottoscrizione RID;
- nelle campagne per le leggi di iniziativa popolare sulla scuola, l’articolo 81, e per una legge elettorale proporzionale. Nel sostegno alla petizione sull’antifascismo;
- costruzione liste per elezioni amministrative;
- sviluppo sui territori del progetto di Potere al popolo;
- rafforzamento dell’iniziativa del partito sul lavoro a partire dal coordinamento delle esperienze sindacali e di lotta.


venerdì 6 aprile 2018

7 APRILE 2018: GIORNATA EUROPEA D’AZIONE CONTRO LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA SALUTE



7 aprile 2018: Giornata europea d’azione contro la commercializzazione della salute

7 aprile: Giornata europea di azione “Tutti per la salute”
Lancio della campagna:
un anno per dire no alla commercializzazione della salute, per tutte e tutti!
Ogni anno, diverse reti di sindacati, gruppi, organizzazioni non governative e movimenti sociali organizzano una serie di azioni in varie città europee per la Giornata Mondiale della Salute (sabato, 7 aprile 2018). Un grido per la mobilitazione sarà lanciato a Madrid, Barcellona, Parigi, Lille, Nizza, Bruxelles, Milano, Napoli, Bologna e molte altre città in tutta Europa, come nel resto del mondo (vedi mappa delle iniziative qui)
Nella settimana del 7 aprile, la Rete europea contro la commercializzazione e la privatizzazione della salute e della protezione sociale lancia la campagna “un anno per dire no alla commercializzazione della salute, per tutte e tutti”, in vista delle elezioni europee del maggio 2019.
L’Europa impone politiche di austerità ai Paesi membri che causano un disinvestimento pubblico nella sanità e nella protezione sociale. Così, il ruolo del mercato diventa sempre più preponderante in diversi settori della sanità, creando disparità di accesso a cure di qualità. Questo è il motivo per cui la rete europea richiede maggiori investimenti in un’assistenza sanitaria di qualità, accessibile a tutta la popolazione, senza l’ingresso di operatori commerciali.
Vogliamo mandare un messaggio forte alle istituzioni europee e agli Stati membri, mettendo in evidenza:
1. Le conseguenze negative di una austerità prolungata sulla qualità e l’accessibilità dei servizi sanitari
2. Le politiche interne, fiscali e commerciali, che favoriscono la crescita delle assicurazioni e dei servizi commerciali nel settore della sanità, con peggioramento delle diseguaglianze in salute.
3. La politica dei brevetti e degli accordi segreti tra gli Stati membri e l’industria farmaceutica che fanno esplodere i prezzi dei farmaci.
Chiediamo che queste politiche vengano fermate per le conseguenze estremamente negative sulla salute della popolazione.
“In tutta Europa, milioni di persone hanno sperimentato e sperimentano difficoltà sempre maggiori nell’accesso alle cure, una riduzione nella qualità delle cure, la chiusura e la privatizzazione dei servizi sanitari, il deterioramento delle condizioni di lavoro per gli operatori e le operatrici della salute, un aumento dei prezzi dei farmaci… nel frattempo, gli operatori commerciali in campo sanitario aumentano i loro margini di profitto. Queste politiche hanno e avranno effetti catastrofici sulla salute delle persone!”, avverte Sarah Melsens, coordinatrice della Rete europea contro la commercializzazione di salute.
Diverse iniziative svolte nel mese di marzo fanno parte dello spirito del 7 aprile:
• L’8 marzo, in Spagna, più di 5,3 milioni di donne hanno scioperato per rivendicare l’uguaglianza dei diritti sociali ed economici, tra cui l’accesso a una assistenza sanitaria di qualità.
• Il 22 marzo, in Francia, 500.000 operatori e operatrici dei servizi pubblici (compresi ospedali, case di riposo, servizi domiciliari, ecc.) hanno scioperato e marciato per le strade di diverse città.
• Nel corso del mese di marzo, in Belgio, la campagna TAM TAM ha denunciato le politiche neoliberiste che hanno un impatto negativo sull’accesso alla salute e che, tramite accordi segreti, consentono all’industria farmaceutica ulteriori margini di profitto.
AZIONI
Più di 40 azioni e iniziative sono previste in Europa e nel mondo, per esprimere una crescente preoccupazione e l’unità di intenti delle organizzazioni sociali contro la commercializzazione della salute. Ovunque, invitiamo le persone a mostrare il proprio sostegno partecipando alle mobilitazioni, esponendo un lenzuolo bianco alla propria finestra con un messaggio contro la commercializzazione della salute e la privatizzazione della sanità, e condividendo le fotografie sui social network tramite l’hashtag #health4all.
Europa: Red Europea contra la comercialización y privatización de la salud y la protección social – http://europe-health-network.net Federación Sindical Europea de Servicios Públicos (FSESP), People’s Health Movimiento Europeo; Alter Summit
Bélgica: Plataforma de Acción Santé et Solidarité – http://www.sante-solidarite.be/
Francia: Nuestra Salud en peligro
Italia: Campagna Dico32! ¡Salute per tutte e tutti! – http://setteaprile.altervista.org
España: MEDSAP – Marea Blanca: https://mesaendefensasanidadpublica.wordpress.com/
Marea Blanca Catalana :http://www.mareablanca.cat/
Coordinadora Mareas Blancas Estatales: http://mareablancaestatal@gmail.com
Coordinador de Plataformas para la Sanidad Publica de Madrid: coordiplataformas@gmail.com
sito: europe-health-network.net


ORE 14  PRESSO L’ACQUARIO CIVICO,   VIA GADIO 2 CONVEGNO PUBBLICO: MEDICINA GENERALE E DIRITTO ALLA SALUTE. Saranno discusse le denunce raccolte nella mattinata, le quali verranno presentate, nei giorni successivi, all’assessore regionale alla Sanità e al direttore generale dell ‘ASST (ex ASL) di Milano. Secondo quanto previsto dalla legge che ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale, i Medici di Medicina Generale (MMG, spesso chiamati anche Medici di base o Medici di famiglia) dovrebbero essere il punto di riferimento per ogni cittadino che sospetta di avere una malattia; i MMG costituiscono una componente essenziale per la tutela della salute individuale e collettiva. La Regione Lombardia, con una serie di delibere di Giunta è intervenuta a modificare un sistema consolidato,inserendo elementi che sviliscono il ruolo del medico di medicina generale a favore di “gestori” che per lo più sono società private alla ricerca di facili guadagni. Il rischio è che a rimetterci siano i cittadini e la loro salute.
PROGRAMMA DEL CONVEGNO: 
H. 14,00 presentazione: Fulvio Aurora, Medicina Democratica
H. 14,10 Relazione introduttiva: dott. Vittorio Agnoletto, medico, docente universitario.
H. 14,30 – 15,30: testimonianze di cittadini e di operatori della sanità.
H. 15,30- 17,30 interventi di approfondimento e di proposta  di medici e di esperti di economia sanitaria: dott. Maurizio Bardi, dott, Luigi Campolo, dott.ssa Marzia Fratocchi, , dott. Pierfranco Olivani, Alldo Gazzetti, prof. Maria Ester Sartor,  Ing. Margherita Napoletano.
H. 17,30 -18,00  domande del pubblico
H. 18,00 conclusioni: una proposta per migliorare l’assistenza sanitaria pubblica: La casa della salute nel Servizio Sanitario Nazionale. Prof. Piergiorgio Duca, docente universitario, presidente nazionale di Medicina Democratica




giovedì 5 aprile 2018

M5S – ARTICOLO 18, FANTOZZI (PRC): «REINTRODUCETELO! REDDITO E L.FORNERO NON STANNO INSIEME ALLA FLAT-TAX. CI VUOLE LA PATRIMONIALE»



M5S – Articolo 18, Fantozzi (Prc): «Reintroducetelo! Reddito e l.Fornero non stanno insieme alla Flat-tax. Ci vuole la patrimoniale»

COMUNICATO STAMPA
ARTICOLO 18 – PRC AL M5S: «REINTRODUCETELO! REDDITO E L. FORNERO NON STANNO INSIEME ALLA FLAT TAX. CI VUOLE LA PATRIMONIALE»
Roberta Fantozzi, responsabile nazionale Politiche economiche di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, dichiara:
«La dichiarazione di Tridico sulla reintroduzione dell’articolo 18 è  importante e positiva, anche perché fa giustizia delle tante “tesi” fasulle per cui la distruzione dei diritti sarebbe il prezzo da pagare per l’aumento dell’occupazione. Tesi del tutto falsa, come è abbondantemente dimostrato. Vedremo se alle parole seguiranno i fatti su questo punto centrale, come rispetto alle altre promesse che hanno segnato la campagna elettorale: reddito e legge Fornero.
Sul reddito la volontà di allargare la platea rispetto al Rei è certamente positiva, non lo è invece l’esclusione delle persone in povertà relativa, nè il suo configurarsi come misura di workfare, legata all’accettazione di qualsiasi lavoro.
Sulla riforma Fornero non bastano interventi emendativi, serve l’abolizione di una legge che sta letteralmente impedendo alle giovani generazioni di accedere al mondo del lavoro, come è dimostrato da tutte le rilevazioni degli occupati, comprese quelle di ieri dell’Istat, che registrano solo negli ultimi tre anni l’aumento di oltre 1 milione di occupati nelle fasce più anziane mentre crescono di oltre 600mila i contratti a termine: segno evidente di un processo che blocca gli adulti/anziani al lavoro e confina i più giovani nella precarietà estrema.
Se non è oggi il tempo per valutazioni compiute – a partire dal fatto ovvio che non si è ancora costituito il nuovo governo – c’è però una contraddizione evidente che va rilevata. Gli interventi sul reddito, come quelli sulle pensioni, non stanno insieme alla flat tax, nè ad ipotesi che diminuiscano ulteriormente la progressività del sistema fiscale. Serve l’opposto: un alleggerimento del carico fiscale sui redditi più bassi e una patrimoniale che colpisca il 5% più ricco della popolazione che da solo possiede il 40% della ricchezza del paese. Su questo costruiremo iniziativa e mobilitazione».

mercoledì 4 aprile 2018

CAMPAGNA TESSERAMENTO 2018 AL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA E SOSTEGNO NELLA DICHIARAZIONE DEI REDDITI SCRIVI L19




campagna tesseramento 2018 al partito della rifondazione comunista

Grazie per le visite!
banda http://www.adelebox.it/