giovedì 24 febbraio 2022

STOP THE WAR - NO ALLA GUERRA

 
 
NO ALLA GUERRA

Rifondazione Comunista condanna l’inaccettabile intervento militare russo e invita alla mobilitazione per la cessazione immediata del conflitto in Ucraina e la ricerca di una soluzione di pace.

Rifiutiamo la logica bellicista e imperialista che ha riportato la guerra nel cuore dell'Europa. Non ci arruoliamo e non mettiamo l'elmetto della NATO in testa.

Condanniamo l’invasione russa dell’Ucraina e l'espansionismo della NATO che ha deliberatamente prodotto un’escalation irresponsabile alimentando il nazionalismo ucraino e l’attacco contro le repubbliche del Donbass.

Siamo contro la guerra, senza se e senza ma. Lo eravamo quando la Nato bombardava la Serbia per imporre l'indipendenza del Kossovo e lo siamo oggi che la Russia invade l’Ucraina in nome dei diritti delle popolazioni russe del Donbass.

Il conflitto tra il revanscismo nazionalista di Putin e la prepotenza imperialista statunitense rischia di precipitarci in una guerra di dimensioni mai viste e dalle conseguenze inimmaginabili.

L'Italia deve innanzitutto rifiutare qualsiasi coinvolgimento e recuperare il ruolo di pace e ripudio della guerra della nostra Costituzione.

Bisogna immediatamente fermare le armi e riprendere la strada della diplomazia e del diritto internazionale.

L'unica via per la pace è quella della sicurezza comune, del rispetto degli accordi di Minsk con il riconoscimento dell'autonomia delle regioni russofone e un'Ucraina neutrale in una regione demilitarizzata.

Questa aggressione, e la tensione che l’ha scatenata, avrebbero potuto essere evitate se si fosse deciso di costruire una Sicurezza Continentale Integrata come approvata nel 1990 nella cosiddetta "Carta di Parigi" dalla CSCE (oggi OSCE).


Purtroppo dopo il 1991 l'Europa invece che dichiarare conclusa l'esperienza dei blocchi militari e proporre una nuova democrazia multipolare ha continuato a condividere l'esistenza della NATO in nome dell'Atlantismo, di cui l'Europa è la prima vittima.

L' Europa è stata incapace di reagire alla prepotenza degli USA che hanno boicottato la normalizzazione delle relazioni fra Ue e Russia e la creazione del gasdotto Nord stream 2, usando la NATO per fomentare tensioni e divisioni in Europa. Condanniamo la continua violazione da parte del governo di Kiev degli accordi di Minsk, la sua persecuzione nei confronti delle popolazioni di lingua russa, la sua glorificazione di criminali di guerra collaborazionisti dell'occupazione nazista e il suo sciovinismo nazionalista.

Continuiamo a sperare che non sia troppo tardi per cambiare strada, e sciogliere la NATO.

La NATO si è confermata un fattore di destabilizzazione nel nostro continente, così come in Medio Oriente. Putin deve fermare il suo attacco, l’Italia e i Paesi europei devono assumere l'impegno – anche senza USA - di dire no all'allargamento dell'alleanza all’Ucraina come base per una trattativa di pace autentica.

Condanniamo l'irresponsabile sudditanza con cui il governo italiano ha fatto propria la linea della porta aperta della NATO all'Ucraina e l'invio di proprie truppe nei Paesi confinanti. Condanniamo altresì le dichiarazioni della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che ha prefigurato l'allargamento anche ai Paesi scandinavi.

Mobilitiamoci per la pace e la ripresa del dialogo. Mobilitiamoci per chiedere al governo italiano di agire nel rispetto dell'articolo 11 della Costituzione e all'Unione Europea di assumere un'iniziativa di pace autonoma dall'oltranzismo della NATO e degli USA.

Facciamo appello a un immediato cessate il fuoco e per la ripresa del negoziato che ascolti le ragioni di tutti gli attori, scongiurando una escalation dagli esiti imprevedibili.

I popoli dell'Europa costringano i governi a scegliere la via della pace e del disarmo. Siamo al fianco delle voci che in Ucraina e in Russia chiedono di fermare la guerra e i nazionalismi.

Gli ideali dell'internazionalismo socialista e comunista continuano a essere la nostra bussola in un mondo che il capitalismo precipita di nuovo nella guerra.

Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

Giovani Comuniste/i

 
 

mercoledì 23 febbraio 2022

VENERDI 25-02-2022 DALLE 10 ALLE 12 PRESSO IL MERCATO DI VIMODRONE (MI) RIFONDAZIONE COMUNISTA RACCOGLIERA’ LE FIRME 1) CONTRO L’AUMENTO DELLE BOLLETTE 2) CONTRO L’IMBROGLIO DI QUOTA 102 PER ANDARE IN PENSIONE

VENERDI 25-02-2022 DALLE 10 ALLE 12 PRESSO IL MERCATO DI VIMODRONE (MI) RIFONDAZIONE COMUNISTA RACCOGLIERA’ LE FIRME
1) CONTRO L’AUMENTO DELLE BOLLETTE
2) CONTRO L’IMBROGLIO DI QUOTA 102 PER ANDARE IN PENSIONE
 
 


 

DALLA GAZZETTA DELLA MARTESANA 21 FEBBRAIO 2022

 


Verso le elezioni

A Vimodrone il sindaco Dario Veneroni si ricandida: coalizione allargata ai Cinque Stelle

Il primo cittadino ha sciolto le riserve: punta alla rielezione anche col sostegno al primo turno di Vimodrone Futura, oltre che del Pd, di Vimodrone sei tu e de Il Ponte.


Politica Martesana, 21 Febbraio 2022 ore 13:49

A Vimodrone il sindaco Dario Veneroni si ricandida: coalizione allargata ai Cinque Stelle. Il primo cittadino ha sciolto le riserve: punta alla rielezione anche col sostegno al primo turno di Vimodrone Futura, oltre che del Pd, di Vimodrone sei tu e de Il Ponte.

Dario Veneroni si ricandida a sindaco

Squadra che vince non si cambia, recita il detto. Se poi (come nel caso specifico) si allarga, allora le possibilità di successo non possono che aumentare. Oggi, lunedì 21 febbraio 2022, nello spazio L'Hub di via Cesare Battisti, il sindaco uscente ha ufficializzato la sua candidatura alla guida di Vimodrone verso le elezioni comunali che (manca ancora la data) si terranno in primavera. Ed è la sua quarta volta. Accanto a lui ci sono gli alleati "storici": dal Pd a Vimodrone sei tu, passando per la civica de Il Ponte. A loro si aggiungono delle novità per nulla secondarie: da una parte Vimodrone Futura (che alle elezioni comunali nel 2017 si presentò da sola in contrapposizione a Veneroni, arrivando all'apparentamento al secondo turno di ballottaggio), dall'altra i pentastellati, che dopo quasi cinque anni di opposizione hanno deciso di appoggiare Veneroni e di entrare nella coalizione. Un passaggio reso possibile da un confronto iniziato a settembre, fino alla "fumata bianca" frutto anche degli ultimi mesi di un dialogo che è passato anche attraverso i lavori del Consiglio comunale.

La decisione di riprovarci

Veneroni non ha nascosto il "travaglio interiore" alla base della decisione di riprovarci, ma ha poi aggiunto come per lui la politica non sia un lavoro, "ma un servizio rivolto al bene comune e dei cittadini. Ho un debito di riconoscenza verso Vimodrone, città nella quale sono nato, sono andato a scuola, ho creato la mia famiglia ed è insediata la mia impresa - ha spiegato - E' la mia quarta volta da candidato sindaco: qualcuno potrebbe dire che è ora di cambiare, ma in questi anni ho accumulato competenze tecniche e amministrative, senza contare che ora Vimodrone non è più un piccolo paese, ma conta sempre di più a livello provinciale. Non siamo più un semplice Comune schiacciato tra Milano, Segrate, Cernusco sul Naviglio e Cologno Monzese".

"Vimodrone sta cambiando e continuerà a farlo"

"Vimodrone sta cambiando profondamente il proprio volto, tenendo ferme le parole d'ordine solidarietà, sicurezza, partecipazione e coesione sociale - ha proseguito Veneroni, da poco diventato anche consigliere metropolitano con deleghe al Bilancio e al Patrimonio - In questi cinque anni ci sono state anche contrapposizioni accese in coalizione, ma questo si chiama confronto. Non si finisce sempre a tarallucci e vino: sono le regole della democrazia e del dialogo".

L'attenzione non poteva non essere puntata sui diversi interventi urbanistici che hanno modificato decisamente lo sky line di Vimodrone. Veneroni si è soffermato su due ambiti in particolare, focalizzati sulla Padana: quello dell'ex Idalium (con l'abbattimento del palazzo blu inutilizzato da più di un decennio e la nascita di un'area commerciale e di un insediamento residenziale) e della De Padova, dove a giorni (il 24 febbraio) verrà inaugurato un nuovo supermercato, ma nel cui sedime sorgerà "anche una piazza con fontane e giochi d'acqua, oltre a servizi - ha sottolineato - Il tutto per far vivere ancora di più il territorio ai cittadini".

Dall'emergenza Covid e alle politiche green

Veneroni non poteva non sottolineare la volontà di aprire in città un centro vaccinale per fronteggiare l'emergenza Covid, focalizzandosi poi sulla "Green Way" che sta sorgendo lungo la ex Statale 11: "A ridosso del Quartiere Mediolanum stiamo realizzando un parco urbano reso possibile anche grazie all'adesione al progetto ForestaMi, con l'obiettivo di ridurre la produzione di Co2", ha sottolineato. Senza tralasciare il Parco Est delle Cave di cui il sindaco è tra l'altro presidente e al centro (con Cava Gabbana) di un intervento che ha sollevato (e continua a farlo) non poche polemiche. "Nel Plis abbiamo inserito ben 2 dei 5 chilometri quadrati di territorio comunale: con il nuovo Pgt la dotazione verde aumenterà ancora di più - ha proseguito - Cava Gabbana era un'area abbandonata, privata, inaccessibile ai cittadini e pericolosa: ora, con l'intervento di riempimento richiesto dalla proprietà, potrà diventare un'oasi naturalistica pubblica e frequentabile, a venti minuti di metro dal centro di Milano, con un'ampia zona umida e nuove piantumazioni. Lasciare tutto così, senza poterla utilizzare, sarebbe stato stupido".

Le altre "frecce all'arco"

Sul fronte Lavori pubblici, l'accento è stato posto sugli interventi migliorativi e incentrati sulla sicurezza stradale avviati o già portati a compimento sulla Padana, in via Fiume e via Sant'Anna. "Capisco le lamentele dei commercianti per un cantiere lungo, ma a fine marzo-inizi di aprile riconsegneremo anche a loro una strada dove sarà più bello passeggiare in centro". Un riferimento è poi andato a Villa Torri ("investiremo 1,1 milioni di euro per farla diventare un polo culturale") e ai quartieri, che spesso di lamentano di "sentirsi dimenticati - ha dichiarato Veneroni - Tuttavia a breve saranno conclusi i lavori di messa in sicurezza della Provinciale a Cascina Crivella, anche con la posa di un semaforo pedonale a chiamata". Senza dimenticare Cava Gaggiolo ("la Regione con i fondi del Pnrr conta di bonificare un'area pesantemente inquinata anche da idrocarburi") e lo sport. Veneroni ha infatti annunciato la possibilità di realizzare un nuovo centro sportivo "degno di questo nome" grazie a un project financing, che potrebbe sorgere "tra le vie Ariosto e Leopardi a ridosso della struttura utilizzata dal Real Milano. Sarà dotato non solo di una pista d'atletica, ma anche di una piscina e di campi da paddle, segno di come Vimodrone si stia dimostrando sempre più attrattiva per quanto riguarda gli investimenti".

La squadra del Veneroni (forse) quater si è allargata

A intervenire oggi, lunedì, alla presentazione della candidatura di Veneroni, sono stati tra gli altri il segretario del Pd Mattia Peduzzi, l'assessore di Vimodrone Futura Marco Albertini e i capigruppo di Vimodrone sei tu Francesco De Bartolomeo, de Il Ponte Rosa Maria Beninati e dei Cinque Stelle Silvana Brondoni.

"Stare all'opposizione non ci permette di incidere come vorremmo - ha spiegato Brondoni - Questa alleanza ci garantisce invece una nuova opportunità per veder riconosciuto il nostro impegno e portare a compimento dei progetti su cui abbiamo sempre creduto, anche se da prospettive diverse. Abbiamo preso la scelta di essere una parte integrante: ci siamo e vogliamo continuare a esserci".

"Questa scelta è stata il frutto di un confronto costante, oltre che di senso di responsabilità - ha proseguito Albertini - Sono stati tre i motivi che ci hanno spinto a prendere questa decisione: i risultati ottenuti in questi quattro anni e mezzo, garantire la continuità per costruire la ripresa post Covid e il fatto che tutte queste forze che ora sostengono Veneroni hanno sempre lavorato per il bene di Vimodrone, anche se magari da ottiche diverse".

La possibilità di allargare ancora di più la squadra

A pesare c'è l'assenza di Rifondazione Comunista (passata all'opposizione dopo la fuoriuscita da Vimodrone sei tu e l'allontanamento dell'assessore Luigi Verderio nell'estate 2020, che può contare in aula sui due consiglieri Marco Messineo e Aurelio Lamorte) e di Italia Viva, rappresentata nel parlamentino da Aurora Alma Maria Impiombato Andreani. Sono in corso trattative per capire se la squadra sin qui formata da Veneroni possa allargarsi ancora di più, ma le speranze sembrano ridotte al lumicino, soprattutto per quanto riguarda il Prc. Leggermente migliori le aspettative per Iv, anche se un possibile tandem con Azione renderebbe ancora più improbabile che le due formazioni che fanno riferimento a livello nazionale a Matteo Renzi e Carlo Calenda possano inserirsi in una coalizione con i pentastellati.


 

lunedì 21 febbraio 2022

PER UNA SINISTRA RADICALMENTE NON COMPATIBILE di Stefano Galieni

 

Per una sinistra radicalmente non compatibile

 

Stefano Galieni*

Anche la sinistra non compatibile radicalmente con le politiche governative, ha trovato da oggi modo di strutturarsi in parlamento. Annunciato in Aula lunedì 7 febbraio, il nascente gruppo si è presentato mercoledì 16 in conferenza stampa. La scelta di quattro deputate, uscite dal M5S molto tempo fa e approdate al gruppo misto, di costituirsi in componente, rappresenta una vera novità politica. L’esordio è stato immediato. La settimana scorsa, di fronte al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, venuta a riferire in aula, la portavoce del gruppo, Simona Suriano, a nome anche delle altre, ha duramente pronunciato un j’accuse verso la responsabile del governo, in merito alla repressione attuata in numerose piazze italiane, contro gli studenti che manifestavano dopo la morte di un loro coetaneo ucciso dallo sfruttamento imposto con l’alternanza scuola – lavoro. Il gruppo delle 4 parlamentari ha scelto di chiamarsi ManifestA, un invito tanto ad esprimersi, a riappropriarsi dei territori rimasti vuoti della democrazia e della partecipazione, quanto ad evidenziarne il carattere ad oggi totalmente femminile della composizione. Nasce in opposizione al governo Draghi e intende essere il punto di partenza “di un dialogo aperto con tutte le realtà che si definiscono di sinistra e che catalizzano istanze sinora ignorate dalle forze in parlamento”, affermano. Non si tratta di una scelta maturata in pochi giorni. Da quasi un anno le parlamentari collaborano con Potere al Popolo e col Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea ( che saranno sostenitori attivi del gruppo). Lo fanno sui temi del lavoro, dei diritti di tutti, a partire da chi, in quanto immigrato, è più soggetto a violazioni, del contrasto a scelte politiche nazionali e internazionali – si sono opposte alla proroga ad esempio del finanziamento della cosiddetta Guardia costiera libica – ma tale collaborazione, spesso tradottasi in disponibilità immediata a condividere vertenze, interpellanze e interrogazioni non era sufficiente. Le parlamentari, oltre a Simona Suriano sono: Silvia Benedetti, Yana Chiara Ehm e Doriana Sarli, partendo dalla costatazione che questo è un periodo di grave sofferenza per le categorie più fragili, hanno scelto di rendere più organica e pubblica la collaborazione con PaP e Prc, individuandole come tra le forze che con maggior vigore non hanno abbandonato le lotte per rivendicar i diritti di chi ha, negli ultimi anni, sempre pagato il prezzo più alto di scelte politiche sbagliate e la cui voce, come quella delle forze politiche suddette, è stata ben poco rappresentata a livello istituzionale.  C’è estrema chiarezza di fondo negli obiettivi: “promuovere e costruire una proposta politica concreta, che metta finalmente al centro il benessere sociale, l’ambiente, il pubblico e che dia vita a un modello di sviluppo che si contrapponga fermamente alle ricette neoliberiste, ai processi di privatizzazione, e al potere economico e politico dominante, che da tempo ignora l’interesse collettivo. Vogliamo realizzare uno spazio, autenticamente di sinistra e ambientalista, che provi a disegnare un percorso unitario e che possa avvicinare la politica ai bisogni reali delle cittadine e dei cittadini” si afferma nel testo con cui si sono presentate pubblicamente. L’invito che rivolgono è quello di alzare la testa, reagire rivendicando i propri diritti e partecipando attivamente alla costruzione di un modello di società più equo e giusto. E non si tratta di lodevoli quanto generiche buone intenzioni, parlano di redistribuzione della ricchezza attraverso la tassazione dei grandi patrimoni e una reale progressività delle imposte, di diritti delle lavoratrici e dei lavoratori oggi poco tutelati che debbono riacquisire potere; reclamano il fatto che l’intervento pubblico nell’economia non deve più essere considerato un tabù. La sinistra che vogliono rappresentare è quella capace di affrontare urgentemente con fatto concreti la crisi climatica e ambientale, che si impegni ad una attuazione della Costituzione ripudiando realmente la guerra, tagliando le spese militari, promuovendo il dialogo e la pace a tutti i livelli rimettendo in discussione anche il ruolo del Paese in ambito multilaterale. Una attenzione particolare – ed è estremamente positivo che la componente nasca come composta da donne – è connesso alla promozione di una reale uguaglianza di genere che combatta, anche su tale fronte ogni forma di discriminazione.


E finalmente una sinistra realmente antirazzista, non solo di fronte alle destre, che si pone l’obiettivo di affrontare in maniera complessiva i cambiamenti strutturali che avvengono nella società attraverso le migrazioni. Quello che un tempo veniva definito fatto sociale totale. Come si accennava, le quattro parlamentari hanno già da tempo operato in tal senso, contrastando ad esempio l’esistenza dei Centri permanenti per il rimpatrio (CPR) vere e proprie strutture detentive per chi non ha commesso altro reato se non quello di esistere.  Intende restare “uno spazio aperto aperto a tutti coloro che intendano contribuire alla costruzione di un progetto collettivo, fermo nei valori e nei principi, per trovare soluzioni concrete, attraverso un processo di partecipazione dal basso” conclude il loro testo di presentazione. «Vorrei essere chiara – afferma Doriana Sarli – Noi non vogliamo capitanare un’organizzazione della sinistra o creare un nuovo progetto politico, magari per formare un partito. Nasciamo per esserne parte, collettore, per dare realmente ascolto e fare da sponda parlamentare alle istanze delle fasce più deboli, di chi lavora e di chi è emarginato. Per questo abbiamo bisogno di operare con forze quali sono PaP e Rifondazione che hanno già una propria storia e che su queste direttrici hanno da sempre lavorato». Le fa eco Silvia Benedetti, che parte però da un’altra considerazione: «Noi possiamo dimostrare che si può ancora interloquire oltre il mondo dei social, ripartendo dal contatto umano. Stabilendo un rapporto diretto fra realtà anche diverse. Io parto dall’idea di Baumann secondo cui il vero confronto è fra chi non la pensa come te. Ovvio non al ribasso e senza rinunciare ad alcuni principi come quelli per cui ci siamo trovate come parlamentari, ma relazionandoci anche con esperienze diverse come sono quelle delle forze politiche che ci hanno mostrato vicinanza. Credo che sia necessario per far ridivenire vicina alle persone anche la nostra attività». Marta Collot e Giuliano Granato, Coordinatori di Potere al Popolo, chiosano con nettezza: «Mentre le distanze tra paese reale e istituzioni aumentano di giorno in giorno, la nascita di ManifestA è un’ottima notizia perché può rappresentare un po’ di aria fresca all’interno di un’aula sorda ai bisogni della stragrande maggioranza della nostra gente». «La nascita della componente è un fatto positivo per noi di Rifondazione Comunista che proponiamo da tempo la convergenza di partiti e movimenti per costruire l’opposizione sociale e una proposta politica di sinistra e ambientalista alternativa a centrodestra e centrosinistra che sostengono il governo Draghi. – risponde Maurizio Acerbo, segretario del PRC-S.E. -Ringrazio le deputate che hanno proposto di creare uno spazio a disposizione di lotte e vertenze e di partiti come il nostro che si battono per l’attuazione della Costituzione, per la sanità e la scuola pubbliche per i diritti di chi lavora contro precariato e salari da fame, per la giustizia sociale e ambientale, per la pace». E aggiunge Elena Mazzoni, della segreteria nazionale di Rifondazione: «Io credo che questo sia lo spazio di iniziativa parlamentare a disposizione di chi davvero vuole operare per una società capace di cura e di futuro, ecologista, femminista, pacifista, partigiana e antirazzista»,

La critica forte al governo Draghi, che si dimostra capace, in nome della ripresa che avvantaggia solo le grandi imprese e le banche, di ampliare lo sblocco dei licenziamenti e di rendere ancora più fragili i soggetti che già lo erano, a cui si aggiungono coloro che lo sono divenuti con la pandemia è un altro dei tratti comuni della componente e delle forze politiche che la sostengono. Le parlamentari sono già intervenute individualmente contro le delocalizzazioni ma la loro riflessione sul disagio non si ferma al presente. Parlano di come dalla crisi del 2008 l’Italia non sia di fatto mai uscita per rientrare nei parametri di Maastricht che hanno fermato i salari da 30 anni, che hanno portato a operare tagli inaccettabili alla sanità, allo smantellamento di quel poco di welfare che esisteva oggi in gran parte esternalizzato e reso precario. Tanti insomma i temi che ManifestA intende portare avanti e su cui vuole spendersi. Che non sia finalmente un bel giorno, atteso da tempo per la sinistra in Italia?

*Transform Italia


 

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