giovedì 21 maggio 2009

DA CHE PARTE STARE - MILANO – 23 MAGGIO 2009


MANIFESTAZIONE CONTRO LA CRISI E CONTRO IL RAZZISMO!
Campagna Nazionale “Da che parte stare”

La crisi colpisce duro, la crisi colpisce tutti: donne e uomini, italiani e migranti. Eppure, per rispondere alla crisi, il governo produce e sancisce differenze. È razzismo istituzionale: la legge Bossi-Fini e il “pacchetto sicurezza” inseguono il sogno di una forza lavoro usa e getta, vogliono ridurre i migranti e le migranti alla perenne espellibilità. Tutti i lavoratori e le lavoratrici in cassa integrazione, sospesi dal lavoro e licenziati vedono ogni progetto di vita frantumarsi di fronte ai loro occhi. Tra i lavoratori, i precari con contratti a termine e senza garanzie sono messi alla porta per primi. Tra i lavoratori, i migranti vivono una doppia precarietà, sanno che il permesso di soggiorno non sarà rinnovato, la clandestinità è una minaccia più vicina, l’espulsione una possibilità sempre presente. Per questo è ora di scegliere DA CHE PARTE STARE.

Il razzismo istituzionale colpisce duro: il Governo Berlusconi, con la Lega Nord in prima fila e buona parte dei media, hanno dato il via ad una campagna di odio che si indirizza prevalentemente contro i “clandestini” ma criminalizza tutti i migranti giustificando il loro sfruttamento. La proposta di un “contributo” per il rinnovo dei permessi – che si aggiunge al furto dei contributi previdenziali e pensionistici che non possono essere ritirati – mostra che il salario dei migranti è considerato risorsa sempre disponibile. Si tratta di denaro che, con quello di tutti i lavoratori, pagherà nuovi Centri di identificazione ed espulsione. E mentre il razzismo istituzionale si legittima sul corpo delle donne facendo strada a ronde e linciaggi popolari, la violenza continua nelle case, i tagli alla scuola e al welfare pretendono di rinchiudere tutte le donne tra le mura domestiche, riservando alle migranti solo un posto da “badanti”. Per questo è ora di scegliere DA CHE PARTE STARE.

La crisi mostra spietatamente che lo sfruttamento non conosce differenze: tutti hanno mutui e affitti da pagare, l’incubo del giorno dopo. Il razzismo istituzionale impedisce però ai migranti di sperare persino nelle già povere “misure anticrisi”. Ammortizzatori sociali, piani edilizi, bonus bebè non li riguardano: devono solo pagare, e farlo in silenzio. L’abolizione del divieto di denunciare i migranti irregolari che si rivolgono alle strutture sanitarie è l’espressione più meschina di una strategia che vuole produrre una clandestinità politica oltre che legale. Impedire di certificare la nascita dei figli e delle figlie dei migranti senza documenti pone un’ipoteca sulle prossime generazioni. Per questo è ora di scegliere DA CHE PARTE STARE.

Contro i colpi duri della crisi e del razzismo istituzionale, la risposta deve essere altrettanto forte. È ora di scegliere DA CHE PARTE STARE, e tutti e tutte siamo chiamati in causa. Le organizzazioni autonome dei migranti, che in questi anni hanno tenuto alta la lotta contro la legge Bossi-Fini, le associazioni e i movimenti antirazzisti, i sindacati, tutti siamo tenuti a schierarci contro questa politica del razzismo. Fino a quando i migranti saranno esposti al ricatto, tutti saranno più ricattabili. È tempo di ritessere il filo della solidarietà, di avviare in ogni territorio una nuova grande azione concreta di lotta capace di opporsi a un attacco alle condizioni di vita che colpisce prima di tutto i migranti, ma non solo i migranti.

È ORA DI STARE DALLA PARTE DEI MIGRANTI E DELLE MIGRANTI. Per questo, facciamo appello a tutti i lavoratori, le lavoratrici, gli studenti e le studentesse, le associazioni e i sindacati, affinché siano parte di questa lotta. Con questo appello inizia il percorso per una mobilitazione che arrivi a una grande manifestazione nazionale il 23 maggio a Milano, una città del nord dove più evidenti sono le caratteristiche dell’offensiva del razzismo istituzionale e più marcati gli effetti della crisi. Affinché gli effetti della legge Bossi-Fini non amplifichino quelli della crisi, NOI CHIEDIAMO:

- che i permessi di soggiorno siano congelati in caso di licenziamento, cassa integrazione, mobilità, sospensione dal lavoro;

- che i migranti, così come tutti quei lavoratori che non usufruiscono di ammortizzatori, partecipino alla pari di ogni altro lavoratore a ogni misura di sostegno e vedano salvaguardati i contributi che hanno versato;

- che i migranti e tutti i lavoratori possano rinegoziare i loro mutui in caso di perdita del lavoro; il blocco degli sfratti per tutti i lavoratori e le lavoratrici nella stessa condizione, perché sappiamo che un migrante senza contratto di locazione è un lavoratore clandestino;

- il mantenimento del divieto di denuncia dei migranti senza documenti che si rivolgono alle strutture sanitarie e della possibilità di registrare la nascita dei loro figli;

- il ritiro della proposta di un permesso di soggiorno a punti e di qualunque tipo di “contributo” economico, sia esso di 80 o di 200 €, per le pratiche di rinnovo dei permessi.

- il blocco della costruzione di nuovi centri di identificazione ed espulsione, l’utilizzo dei fondi stanziati per iniziative a favore di tutti i lavoratori colpiti dalla crisi, la cancellazione di ogni norma che preveda l’allungamento dei tempi di detenzione, la chiusura dei CIE.

- la garanzia di accesso al diritto d’asilo e il blocco immediato dei respingimenti alla frontiera in attesa della promulgazione di una legge organica in materia.



PER ADESIONI: da.che.parte.stare@gmail.com

SITO INTERNET: www.dachepartestare.org

lunedì 18 maggio 2009

Massimo GATTI Candidato PRESIDENTE della PROVINCIA di MILANO di PRC, UN'ALTRA PROVINCIA e PDCI


Massimo Gatti. Sono nato a Milano il 12 maggio 1956, coniugato con due figli, laureato in giurisprudenza.

Dal 1973 al 1982 ho avuto diversi incarichi all’interno della Federazione Giovanile Comunista Italiana, tra cui quello di Segretario della Federazione Milanese.

Dal 1985 al 2004 sono stato Sindaco del comune di Paullo.

Dal 1986 al 1996 dipendente in una società privata del settore ittico con funzioni tecniche di controllo.

Dal settembre 1998 al primo semestre 2008 amministratore del Consorzio per l’acqua potabile, trasformatosi successivamente in CAP Gestione spa di cui sono stato Presidente dal settembre 2004 al giugno 2008.

Dal 2004 consigliere provinciale di Milano prima DS e poi di Sinistra Democratica

Nel 2006 sono stato insignito dell’Ambrogino d’0ro della città di Milano per la realizzazione del depuratore milanese di Peschiera Borromeo .

Da luglio 2008 sono Vice Presidente di AMIACQUE srl. azienda pubblica che aggrega le società idriche milanesi.

mercoledì 13 maggio 2009

Verso il congresso della Cgil


Una piattaforma alternativa alla concertazione

e alla complicità sindacale

L’accordo separato del 22 gennaio colpisce il contratto nazionale

e la libertà di contrattazione. Il no della Cgil è un primo passo,

ma bisogna andare avanti

􀁘 per il lavoro sicuro 􀁘 per la dignità 􀁘 per il salario

􀁘 per i diritti 􀁘 per lo stato sociale

􀁘 per una società più giusta

La crisi la devono

pagare i ricchi

Assemblea nazionale della Rete28Aprile Cgil

per l’indipendenza e la democrazia sindacale

Milano, 15 maggio 2009 – ore 9,30

Presso la Camera del Lavoro di Milano (corso di Porta Vittoria, 43)

introduce Giorgio Cremaschi

saluto di apertura di Onorio Rosati (Segretario generale Cdlm di Milano)

tra gli interventi sono previsti quelli di: Gianni Rinaldini (Segretario

generale della Fiom‐Cgil), Carlo Podda (Segretario generale Funzione

Pubblica Cgil) e Nicola Nicolosi (Coordinatore nazionale di Lavoro‐Società)

AGGRESSIONE ALL UMANITÀ


di Alessandro Dal Lago

Quando qualcuno, affamato, malato o bisognoso, bussa alla nostra porta, dovrebbe scattare un imperativo primordiale al soccorso. Questo almeno sostengono le mitologie religiose. L'umanità, prima ancora di un'astrazione filosofica, è l'espressione di questo riflesso. Anche se non crediamo al diritto naturale e tanto meno alla retorica dei diritti umani, soprattutto nell'epoca delle guerre umanitarie, sappiamo che il limite minimo della comune condizione umana è definito da quell'imperativo. Rinviando i barconi dei migranti in Libia, il governo italiano ha deciso di rinunciare di fatto e di diritto a qualsiasi minima considerazione umana. O meglio: ha stabilito che la cittadinanza, italiana o occidentale che sia, è il requisito indispensabile perché qualcuno sia trattato da essere umano. E dunque che abbia diritto a vivere, a essere curato e trattato come una persona.
Tra i migranti respinti senza nemmeno mettere piede sul nostro sacro suolo ci sono persone in fuga dalla guerra, dagli stermini e dalla fame. Impedendo loro persino di chiedere asilo e riconsegnandoli ai porti d'imbarco, l'Italia li condanna alla detenzione, alle angherie e, come è già documentato da anni, alla morte. Così nel nome della difesa paranoica della nostra purezza territoriale che accomuna la maggioranza di destra e parti consistenti dell'opposizione, noi rispediamo nel nulla i nostri fratelli, uomini, donne e bambini. Proprio come, a diecimila chilometri di distanza, in nome della nostra sicurezza, le nostre pallottole uccidono i bambini e le nostre bombe cancellano dalla faccia della terra cento civili in un colpo solo.

A questo punto, non c'è nemmeno bisogno di insistere nelle analisi. Il quadro appare chiaro. Dentro la nostra fortezza, norme discriminatorie, che si appoggiano a una cultura trionfante della delazione pubblica e privata, tengono in riga, nell'ombra e nello sfruttamento, gli stranieri di cui abbiamo bisogno. Fuori, c'è l'espulsione preliminare, concordata con la Libia. Curiosi ricorsi storici: i nostri ex colonizzati, a suo tempo decimati e rinchiusi nei campi di concentramento di Graziani, si incaricano, in cambio di soldi, contratti e autostrade, di respingere e internare i profughi e gli affamati di un continente.

Qui le leggi razziali, rispolverate da qualcuno, non c'entrano proprio. C'è invece quella linea, profonda come la faglia di Sant'Andrea, che separa il mondo sviluppato dal resto della terra. In un romanzo di Saramago, la penisola iberica si staccava dall'Europa. Ma ora è questa che scava un fossato incolmabile con la povertà esterna; la Lega è la punta estrema e paranoica di questa cultura del respingimento. E in Italia, ventre d'occidente, non valgono nemmeno le finzioni umanitarie di burocrati e giuristi europei. Qui da noi, mentre la stampa si affanna intorno ai casi privati del padrone, tutto è divenuto possibile. Ma ci si sbaglierebbe a credere che la nostra sia un'eccezione. Dopotutto, il fascismo è nato in una pianura tra le Alpi e gli Appennini. Oggi, l'Italia è l'avanguardia di un'aggressione all'umanità.

Referendum, facciamolo fallire


Referendum, Rodotà: 4 buone ragioni per l’astensione

Stefano Rodotà: "Come aveva già evidenziato la Corte Costituzionale rischiamo un sistema elettorale incompatibile con la Costituzione. Possiamo accettare un risultato di questa gravità?".

NASCE IL COMITATO CONTRO IL REFERENDUM.

Si è costituito oggi il Comitato ‘No al referendum elettorale’, promosso da esponenti del mondo giuridico – docenti di diritto costituzionale, avvocati, magistrati -, di partiti politici (Rifondazione comunista, Nuovo Partito d’azione, IdV), e del sindacalismo.

A presiedere il Comitato è stato chiamato Gianni Ferrara, professore emerito di Diritto costituzionale alla Sapienza di Roma.

Scopo del Comitato è di far fallire il referendum elettorale, che con ben 67 quesiti mira, con un lavoro di ‘tagli e cuci’, alla manipolazione del sistema elettorale per giungere al bipartitismo coatto assegnando il premio di maggioranza alla lista con il maggior numero di voti. Ciò significa che una lista, anche con il 20%, conquisterebbe il 55% dei seggi. Si avrebbe così una legge peggiore di quella attuale e ancor peggiore di quella del fascista Acerbo, che almeno prevedeva la soglia minima del 25% per conquistare la maggioranza dei seggi.

Contro questo disegno di cancellazione dell’eguaglianza del diritto di voto e del pluralismo democratico, il Comitato agirà per far fallire il referendum, che per essere valido ha bisogno della partecipazione al voto della metà degli elettori. Questo referendum, se i sì prevalessero, non aprirebbe al strada alla riforma dell’attuale sistema elettorale, perché il Parlamento non potrebbe certo contrastare un eventuale voto popolare favorevole. Avremmo un sistema ultramaggioritario che darebbe a Berlusconi lo strumento per ottenere un potere personale ancora più forte. I referendari Segni e Guzzetta continuano nel lavoro di guastatori di quel che rimane della democrazia rappresentativa in Italia. Il Comitato si propone di essere uno strumento per riunire tutti/e coloro che vogliono difendere la democrazia rappresentativa, il pluralismo politico, la libera scelta dei parlamentari, oggi nominati dai capi-partito.

venerdì 8 maggio 2009

Le alternative contro la crisi


Tendenze globali
La situazione in Europa e in Italia
Le politiche possibili per una uscita a sinistra dalla crisi

MILANO
sabato 9, domenica 10 Maggio
Camera del Lavoro
(Corso di Porta Vittoria, 43)


Conclusioni di Paolo Ferrero
SABATO 9 MAGGIO - ore 10-13
Tendenze globali della crisi e la crisi in Europa

Presiede e coordina: Bruno Steri
Saluti di Nello Patta (Segr. Federazione di Milano)

Interventi:
Diether Dehm (deputato Die Linke, Germania), Alberto Burgio, Luigi Vinci, Roberto Romano, Massimo Florio

pausa pranzo

ore 14-17
La crisi in Italia. Analisi del capitale e delle classi

Presiede e coordina: Roberta Fantozzi
Relazioni di: Nicola Nicolosi, Giancarlo Saccoman, Riccardo Bellofiore, Francesco Garibaldo, Mimmo Porcaro

La crisi in Italia. Le ripercussioni sui territori

Presiede e coordina: Augusto Rocchi
Intervento introduttivo di Matteo Gaddi

ore 17-17.30 pausa caffè

ore 17.30-19.30
La crisi a Milano

Coordina Laura Re Garbagnati
Introduce Franco Calamida

Intervengono RSU di fabbriche del territorio e Bruno Casati
Partecipa Paolo Ferrero

DOMENICA 10 MAGGIO ORE 9.30 -13.30
Sessione finale coordinata da Dino Greco
Il carattere globale della crisi e il socialismo del XXI secolo

Relazione di Samir Amin
Tavola rotonda: Vittorio Agnoletto, Lidia Menapace, Massimo Gatti, RSU Indesit None, RSU FIAT Pomigliano

CONCLUSIONI DI PAOLO FERRERO

Perchè una persona di sinistra non può votare Di Pietro alle elezioni europee


di Vittorio Agnoletto - (europarlamentare PRC/Sinistra Europea)

Nelle ultime settimane ho avuto modo di ascoltare non poche persone di sinistra intenzionate a votare IdV, e questa stessa intenzione è stata rappresentata più volte sulle pagine di questo giornale da diversi lettori.

Il 6/7 giugno si voterà per il Parlamento Europeo e Di Pietro ha annunciato che tutti gli eletti dell'IdV a Bruxelles faranno parte del gruppo “Liberali e Democratici”, il medesimo gruppo al quale è stato iscritto lo stesso Di Pietro quand'era europarlamentare. Per valutare se sia compatibile una rivendicata militanza a sinistra con il voto alle elezioni europee per l'IdV, penso che la cosa migliore sia analizzare il comportamento che il gruppo liberale ha tenuto verso le principali direttive nell'ultima legislatura.

Nel settore delle politiche sociali e lavorative il gruppo Liberale ha votato:

*a favore della Bolkestein, che costituisce una vera e propria istigazione al dumping sociale e alla concorrenza al ribasso tra lavoratori dentro l'UE;

*a favore della direttiva che avrebbe prolungato l'orario di lavoro fino a 65 ore alla settimana e in alcune occasioni fino a 78, direttiva che per ora, siamo riusciti a bocciare;

*a favore della risoluzione sul lavoro nero che punisce più le vittime che i carnefici. Ed infatti prevede per i datori di lavoro, che impiegano attraverso il lavoro nero immigrati senza permesso di soggiorno, solo sanzioni pecuniarie ed invece l'immediata espulsione degli stessi migranti (a meno che siano minori o che riescano a dimostrare di essere vittime della tratta). Un vero e proprio incentivo al lavoro nero degli immigrati: chi di loro farà più una denuncia ?

I Liberali hanno anche votato a favore della direttiva della “vergogna” che prevede: la possibilità di rinchiudere nei cpt/cie i migranti sprovvisti di permesso di soggiorno, ma senza che abbiano commesso alcun reato, anche per 18 (6 +12) mesi; il rimpatrio dei migranti in Paesi differenti dai loro: ad es. chi proviene dal Sudan potrebbe essere rimpatriato in Libia, nei cpt di Gheddaffi in mezzo al deserto; il rimpatrio dei minori non accompagnati purché abbiano nel loro Paese parenti anche di grado lontano....forse non è allora così difficile capire come mai 10 parlamentari dell'IdV si siano astenuti sul disegno di legge sulla sicurezza nel Parlamento italiano !

In politica estera, senza infierire, mi limito a ricordare il voto favorevole alla risoluzione sul potenziamento del ruolo della NATO nelle politiche di sicurezza dell'UE.

A coloro che obiettano che tutto dipende da chi, nella lista, verrà eletto, rispondo che è sempre meglio pensarci prima: può facilmente capitare (e non solo nell'IdV) che si dia la preferenza a qualcuno che è contro il liberismo e si contribuisca invece ad eleggere, con il proprio voto, un parlamentare della stessa lista pronto a sostenere la direttiva sull'orario di lavoro quando il Consiglio, come annunciato, la ripresenterà.

Inoltre è bene sapere che a Strasburgo il lavoro del singolo deputato dipende quasi totalmente dal rapporto con il gruppo parlamentare di appartenenza. Le iniziative individuali hanno uno spazio quasi nullo.

E' più che legittimo compiacersi con chi lancia grandi proclami contro Berlusconi, per altro sempre utili nel deserto del nostro attuale Parlamento italiano, ma non è sufficiente; è necessario andare a vedere quali concrete scelte sociali costui pratichi.

E sulla base della mia esperienza di cinque anni al Parlamento europeo, credo proprio che una persona di sinistra, e che tale voglia restare, il 6/7 giugno non possa votare l'IdV.

lunedì 4 maggio 2009

Proiezione film e dibattito - GOVERNARE CON LA PAURA - Milano 7 maggio 20.30 Camera del Lavoro


La storia degli abusi del potere in Italia dal G8 di Genova ai giorni nostri. Oggi gli stessi modi di operare vengono riproposti dai vari decreti sicurezza approvati dal governo Berlusconi. Mano dura contro i più deboli, gli extracomunitari, contro chi protesta e non si adatta alle regole imposte dall’alto. Sicurezza è la parola d’ordine in base alla quale l’opinione pubblica deve accettare nuove regole che limitano la libertà e i diritti dei singoli.

Presentazione del cofanetto omonimo, con due film inchiesta e un libro, a cura di Enrico Deaglio, Beppe Cremagnani e Mario Portanova, Editore Melampo.

Milano, giovedi 7 maggio – ore 20.30

Camera del Lavoro, C.so di Porta Vittoria 43

Proiezione del film (40 minuti) e di seguito dibattito con gli autori, Deaglio, Cremagnani, Portanova,

Saverio Ferrari (autore di Da salò ad Arcore e di Le nuove camice brune)

Vittorio Agnoletto (europarlamentare)

Coordina Corrado Mandreoli (Cgil Milano).

Organizzano
Associazione Culturale Punto Rosso e Lavoro Società – Area programmatica Cgil Milano.

Raniero LA VALLE con la LISTA COMUNISTA E ANTICAPITALISTA


LETTERA APERTA AGLI AMICI DELLA SINISTRA CRISTIANA

Agli amici della Sinistra Cristiana
Roma, Festa della Liberazione 2009

Cari Amici,
due scadenze ormai vicine possono imprimere un corso precipitoso alla caduta della democrazia italiana verso forme sempre più restrittive ed oligarchiche del potere politico: le elezioni europee, in cui per lo sbarramento del 4 per cento deciso di comune accordo tra i due maggiori partiti, rischia di ripetersi l’amputazione della rappresentanza e la esclusione della sinistra, già verificatesi nelle elezioni nazionali; e il referendum del 21 giugno che, col premio di maggioranza elargito al partito vincente anziché alla coalizione, mira alla cancellazione dal Parlamento e dal Paese di tutti i partiti ad eccezione di due.
Per questo a me pare che l’interesse supremo delle prossime elezioni europee, al di là delle posizioni particolari di ciascuno, sia di salvare il pluralismo, e perciò che, oltre ai due partiti unici, altre liste riescano a superare la soglia del 4 per cento. Ciò servirebbe anche a mantenere in vita la cultura della diversità e delle alleanze per quando si dovrà tornare a decidere col voto sul governo del Paese.
Mi è stata offerta la candidatura nella Circoscrizione Centro (Roma, Lazio, Umbria, Toscana, Marche) dalla lista Rifondazione-Comunisti italiani-Socialismo 2000-Consumatori uniti, e per le ragioni suddette ho ritenuto mio dovere accettare.
Naturalmente a titolo personale, senza impegnare alcun altro, anche se le motivazioni e gli ideali sono quelli che ci accomunano essendoci incontrati nel progetto di dar vita a un servizio politico di Sinistra Cristiana-Laici per la giustizia, che resta sempre valido.
L’esigenza di superare la soglia del 4 per cento è particolarmente pressante per la sinistra divenuta – suo malgrado – extraparlamentare.
Certo sarebbe un bene che ambedue le liste di sinistra superassero la soglia di sbarramento; tuttavia quella che ha sollecitato la mia candidatura sembra maggiormente in grado di riuscirci, rendendo così efficaci i voti conferitile, sia per il suo insediamento nel Paese, anche per non aver abiurato le culture di provenienza, sia perché viene da una ricomposizione (Rifondazione e comunisti italiani) e non da una scissione.In Europa si deve lavorare per un’uscita dalla crisi in positivo, che faccia dell’Europa una sola cosa con un mondo riconciliato e proteso alla giustizia.
Questa Europa, nuova ed unita, ha bisogno non solo del pragmatismo del fare, ma dei valori delle culture che l’hanno animata, da quella innovatrice dell’illuminismo a quella delle confessioni cristiane, del comunismo e del movimento operaio internazionale.
Non la loro rimozione siccome “obsolete”, ma la loro fecondità può generare una cultura e una politica nuove, proporzionate alle sfide inaudite che l’umanità oggi deve affrontare.Vi scrivo questa lettera perché tutto sia chiaro, anche in ordine a questa mia scelta.
Nessuno, avendo aderito all’appello per la Sinistra Cristiana, è pertanto coinvolto in essa.
Ma se qualcuno vorrà e potrà dare una mano a questa impresa, il suo apporto sarà molto gradito e apprezzato.

Con i più cordiali saluti
Raniero La Valle



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Grazie per le visite!
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