Proporzionale per fermare l’ultradestra
Pubblichiamo l’articolo del
segretario nazionale di Rifondazione Comunista uscito oggi su Il Fatto
quotidianodel 12 agosto 2019
Nei giorni
scorsi ho scritto che non bisogna assecondare la pretesa di Salvini di imporre
il suo plebiscito.
M5S e PD
hanno la responsabilità in parlamento di isolarlo, di fermare la sua
resistibile ascesa.
E’ un fatto
positivo che Beppe Grillo abbia finalmente rotto il tabù e avanzato la proposta
di una maggioranza diversa da quella giallo-verde.
Auspico che
Zingaretti riveda la linea di oggettiva alleanza con Salvini sulla strada delle
elezioni anticipate.
Mi sembra
una caricaturale replica dell’asse suicida Veltroni-Berlusconi del 2008 da cui
uscì vincente il Caimano che conquistò il governo e pure il Comune di Roma.
E’
irresponsabile consegnare l’Italia all’estrema destra dell’amico di Bolsonaro,
con alle spalle Trump e Bannon.
Magra
consolazione fare i conti con Renzi e ricreare il bipolarismo con Salvini al
posto di Berlusconi.
Logiche
autoreferenziali mentre dovrebbe prevalere l’interesse generale del paese.
E’ assai
probabile che nonostante tutti i richiami al voto utile e alla “paura” questa
destra possa fare cappotto grazie all’attuale legge elettorale.
E non
saranno rabberciati e poco credibili fronti repubblicani dell’ultima ora a
fermarla.
Salvini
potrebbe andare dritto sulla strada irreversibile della “secessione dei ricchi”
che chiamano autonomia differenziata, fare la “riforma” della giustizia
agognata da Berlusconi, scegliersi il Presidente della Repubblica e non oso
immaginare altro sul piano delle libertà e dei diritti.
Può e deve
essere fermato oggi in parlamento nel pieno rispetto della Costituzione.
E come
sottolineato anche da Montanari e Pallante su questo giornale passaggio
indispensabile è la modifica della legge elettorale rispettando finalmente i
risultati del referendum che segnò la sconfitta di Renzi (e anche di Zingaretti
visto che rivendica quella battaglia).
Chi scrive
ritiene qualunquistica la modifica della Costituzione voluta dal Movimento 5
Stelle.
L’obiettivo
della riduzione dei costi può essere ottenuto più seriamente semplicemente
tagliando finalmente retribuzioni dei parlamentari come tra l’altro previsto
nel programma dei Cinque stelle.
Proposi una
legge in tal senso nel 2006.
La riduzione
del numero dei parlamentari è obiettivo non sbagliato in sé ma andrebbe
perseguito semmai in maniera più seria come nella storica proposta di Stefano
Rodotà e Gianni Ferrara.
Ma il vero
mostro è la legge elettorale antidemocratica che accompagna la riduzione dei
parlamentari invocata dai pentastellati.
Quella legge
prevede vantaggi incostituzionali, antidemocratici e potenzialmente liberticidi
come segnalato da tutti i migliori costituzionalisti, quelli che con noi e i
pentastellati si schierarono per il No al referendum.
La legge n.
51/2019 agganciata alla modifica della Costituzione cancella il pluralismo e
soprattutto consentirebbe di fare cappotto all’Uomo nero di turno.
Il combinato
disposto di riduzione e legge elettorale è devastante e non avrebbe senso un
governo anti-Salvini per portare avanti un progetto del genere.
Come
ricordava sempre Primo Levi il fascismo è nato in Italia.
Solo una
legge proporzionale può liberarci del perenne pericolo dell’Uomo Nero di turno:
ieri quello che Grillo definiva lo Psiconano di Arcore, oggi Matteo Salvini.
Il contesto
è oggi assai più pericoloso perché viviamo un’epoca segnata dal risorgere dei
fascismi e dei nazionalismi razzisti e xenofobi.
I “pieni
poteri” è meglio non darli a nessuno.
Maurizio
Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
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