Acerbo:
«Basta rifugiarsi nel Pd, ora Sinistra italiana stia con noi»
Intervista con Maurizio Acerbo (Prc): In Abruzzo SINISTRA ITALIANA ha fatto la ruota di scorta e ha fatto eleggere un renziano. Calenda e Zingaretti due minestre riscaldate, alle europee uniti anche con Pap, Diem e De Magistris
Daniela
Preziosi – “IL MANIFESTO” - EDIZIONE DEL 13.02.2019
Dico a
Sinistra italiana: valeva la pena rinunciare a una lista con noi per imboscarsi
nella lista di Legnini e fare eleggere un renziano doc? Nella campagna
abruzzese la sinistra è stata invisibile. Ha solo detto che Legnini è abruzzese
e invece Marsilio vive a Roma».
Maurizio Acerbo (segretario Prc, ndr), oltre a essere romano il neopresidente Marsilio è un ex Msi di Fratelli d’Italia.
Non calcato
neanche su questo perché Legnini aveva dei supporter di destra.
Perché non avete corso?
Lavoravamo a
una lista con SINISTRA ITALIANA ma il 28 dicembre hanno cambiato idea e deciso di rifugiarsi
da Legnini. Non siamo riusciti a raccogliere le firme, da noi la legge fatta da
PD e destre ne prevede un numero altissimo.
Poi non
avete votato?
Il PRC non
ha dato indicazioni di voto. Io per la prima volta nella vita non ho votato.
Mi costringe
a citare un suo vecchio segretario: per lei Legnini o Marsilio pari sono?
Non si può
usare sempre il ricatto della vittoria della destra. Se Salvini è il fascismo
il Pd aveva il dovere di fare il governo con il M5S. Legnini o Marsilio, gli
ospedali si chiudono e si fanno gli interessi delle cliniche private. Rifiuto
il tentativo di usare i POP CORN per poi ricostruire la dialettica centrodestra
– centrosinistra per cui tutta la sinistra deve votare il Pd, senza che il Pd
cambi in nulla. Dico ai compagni di S.I.: sarebbe stato meglio esserci,
l’obiettivo era a portata di mano. Invece hanno fatto le ruote di scorta. Non
hanno neanche eletto nessuno.
Con queste
’ruote di scorta’ però farà la lista alle europee.
Se non
costruiamo un progetto autonomo rischieremo sempre di trovarci come in Abruzzo.
E sarà facile per il Pd recuperare i voti di sinistra di chi è spaventato da
Salvini. Quelli che condividono un programma e una visione antiliberista, che
non sono nazionalisti ma neanche per la troika, si ritrovino insieme. Per
questo lavoriamo con De Magistris, Dema, S.I., Diem, Potere al popolo. Siamo
tutti No tav, per la patrimoniale, contro il jobs act, per la Costituzione.
Sull’Europa
tutti d’accordo?
Siamo tutti contro i trattati europei. Con la lente di ingrandimento abbiamo qualche
differenza come c’è in Unidos podemos, in Bloco de Esquerda, nella Linke, ma è
nulla rispetto all’alterità dal PD.
Nel 14
l’Altra Europa per Tsipras univa gli ’antiliberisti’. Poi è esplosa lo stesso.
Ma tutti gli
eletti sono stati ottimi parlamentari nel GUE. L’Altra Europa non è proseguita
perché non avevamo la stessa idea sul centrosinistra. Ma Eleonora Forenza è
stata un punto di riferimento per tutti.
Stavolta
resterete uniti?
Ormai tutti,
anche S.I., sono contrari al centrosinistra. E stiamo discutendo con De Magistris
per costruire una coalizione che non sia un autobus ma un punto di riferimento
lontano da Calenda e dal PD, e cioè dall’eutanasia della sinistra.
Voi e Pap vi
siete già scissi una volta.
Lenin
consigliava ai giovani comunisti di Livorno di lavorare con Serrati (Giacinto
Menotti, socialista corrente ’terzina’, ndr). Bando ai rancori. Siamo uniti sul
99 per cento, se stanno insieme i compagni di Barcellona non vedo perché non
possiamo farlo noi. Unità e umiltà.
Di questa
lista perno indispensabile è De Magistris. Ma si è davvero convinto a farlo?
Un sindaco
che guida da sette anni un’amministrazione ribelle contro tutti (contro Pd, 5
stelle e destre) vuole accertarsi della ampia unità e della possibilità di
proseguire dopo le europee. Ma stiamo facendo un buon lavoro. Faccio una
proposta.
Prego.
Mai più
Abruzzo. Daremo la possibilità di usare il simbolo della Sinistra Europea,
consentirà in ogni caso la presentazione della lista. La sinistra non sarà
costretta a votare il caravanserraglio di Calenda e la minestra riscaldata del
Pd per paura di Salvini.
Zingaretti
per lei è una minestra riscaldata?
Conosco
Zingaretti da anni, non voglio essere irrispettoso. Però fin qui non ha detto
una sola parola che lo distingua dalle precedenti stagioni del Pd. Certo ci ha
messo la buona educazione e forse anche la gestione collegiale del suo partito
al posto della sbruffonaggine di Renzi. Mi fa piacere per loro, qualche
componente collaterale potrà trovare asilo nel Pd, ma al momento novità
politiche non ci sono.
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