giovedì 15 febbraio 2018

UN PENOSO BILANCIO DI FINE LEGISLATURA


Un penoso bilancio di fine legislatura

Di Luigi Ferrajoli da “IL MANIFESTO” del 15-02-2018

Il Rapporto di Sbilanciamoci! offre un bilancio penoso delle politiche messe in atto in questa legislatura dai tre Governi di «centro-sinistra» (Letta, Renzi e Gentiloni). Alla domanda alla quale è intitolato – «stiamo meglio o peggio di cinque anni fa?» – la risposta, purtroppo, è che sta meglio un’esigua minoranza di ricchi e assai peggio la grande maggioranza della nostra popolazione, quella formata dal ceto medio e da una massa crescente di poveri e di poverissimi.
Sono infatti aumentate le disuguaglianze e la povertà, a causa di un gigantesco trasferimento di ricchezza dai poveri ai ricchi e dal lavoro al capitale. La nostra Repubblica sembra dunque aver fatto il contrario del «compito» impostole dall’articolo 3 della Costituzione: non già la rimozione, ma la promozione delle disuguaglianze economiche e sociali.
Quasi un terzo degli italiani – 18 milioni, pari al 30% della popolazione – è a rischio di povertà e la loro ricchezza complessiva è pari a quella dei 7 miliardari più ricchi del nostro Paese.
Non solo.
Questa crescita scandalosa della povertà è stata resa ancor più drammatica dai tagli alle spese sociali. Come ci informa il capitolo del Rapporto dedicato al Welfare, tra il 2014 e il 2016 sono stati tagliati circa 30 miliardi di euro della spesa corrente complessiva. I tagli hanno colpito soprattutto la sanità e la scuola pubblica, provocando un abbassamento della qualità dell’una e dell’altra. Il dato più spaventoso è che, a causa dei ticket e super-ticket per farmaci e visite mediche 11 milioni di persone hanno rinunciato alle cure.
AI TAGLI ALL’ISTRUZIONE, come dice il capitolo ad essa dedicato, si è poi aggiunto un sistema di distribuzione di premi e incentivi a studenti e a docenti che hanno avuto il solo effetto, dietro l’illusoria finalità meritocratica, di moltiplicare disuguaglianze, discriminazioni e privilegi, perdita di solidarietà e competizione tra i loro possibili destinatari.
Non meno regressive sono state le politiche in materia di lavoro. Il Jobs Act e i cosiddetti voucher hanno completato la demolizione del vecchio diritto del lavoro avviata negli anni Novanta. Con l’abrogazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori sul divieto di licenziamenti senza giusta causa è stata cancellata l’ultima garanzia della stabilità perfino nel tradizionale rapporto di lavoro a tempo indeterminato.
LA PRECARIETÀ SI È COSÌ generalizzata, l’arbitrio padronale e lo sfruttamento sono diventati illimitati, le disuguaglianze e le discriminazioni si sono moltiplicate e i lavoratori, privati di fatto di ogni diritto, sono stati ridotti, come nell’Ottocento, a merci in concorrenza tra loro che possono essere espulsi al prezzo di poche mensilità.
Ancor più penose sono state, come ci dice un altro capitolo del Rapporto di Sbilanciamoci! , le politiche in materia di immigrazione. Nell’ottobre 2013, il Governo Letta aveva organizzato l’operazione militare e umanitaria Mare Nostrum che nel corso di un anno soccorse e salvò la vita di circa 100mila migranti.
Ma l’operazione è stata giudicata troppo costosa (9 milioni di euro al mese) e soprattutto troppo contraria al razzismo montante nel nostro Paese. È stata perciò sostituita dall’operazione a guida europea Triton-Frontex, finalizzata essenzialmente al controllo delle frontiere (costo: 2 milioni e 900mila euro), e poi, nell’estate 2017, dai provvedimenti del Ministro Minniti, che ha varato dapprima uno strano «codice» diretto a ostacolare le operazioni di salvataggio in mare e poi una missione militare finalizzata, grazie agli accordi con le autorità libiche, a bloccare le partenze dei migranti e a consegnarli ai lager in Libia.
Una sostanziale indifferenza alla tutela dell’ambiente e della pace ha informato le politiche industriali e militari. Il decreto «Sblocca Italia» del 2014 è stato in sostanza un provvedimento che ha sbloccato speculazioni edilizie e inquinamenti, con agevolazioni fiscali e riduzione dei controlli sull’impatto ambientale a favore delle imprese edilizie e delle concessioni autostradali.
QUANTO ALLA PACE, l’Italia non ha avuto il coraggio di aderire al Trattato di non proliferazione nucleare, sottoscritto il 7 luglio 2017 da ben 122 Paesi. E si è giunti al paradosso che mentre gli eurodeputati italiani, inclusi quelli della maggioranza di governo, votavano al Parlamento europeo mozioni con cui chiedevano l’embargo delle forniture di armi all’Arabia Saudita nella guerra che colpiva la popolazione civile dello Yemen, mozioni identiche venivano respinte nel Parlamento italiano.
INFINE, IL CAPITOLO desolante delle politiche finanziarie e fiscali. Dopo anni nei quali i nostri governanti hanno ripetuto che «le nostre banche sono sane», con il decreto «Salva Banche» della fine del 2016 sono stati messi a disposizione degli istituti in difficoltà ben 20 miliardi di euro, all’insegna ancora una volta della regola della socializzazione delle perdite dopo la privatizzazione dei profitti.
Quanto alla politica fiscale, a parte lo sbandierato bonus degli 80 euro per i redditi medio-bassi, è stata da un lato varata, con la cancellazione per tutti della tassa sulla prima casa, una sostanziale de-tassazione sul patrimonio e, dall’altro, non è stato introdotto nessun aumento della progressività delle imposte, che dunque continuano a colpire quasi interamente i salari e le pensioni.
Il Rapporto si chiude con una serie di proposte di politiche alternative di Sbilanciamoci! in tutti i diversi settori sopra illustrati nei quali le politiche governative non hanno affrontato, bensì aggravato i problemi.
Si tratta di proposte realistiche, che valgono a provare la forte carica ideologica della tesi, ripetuta da oltre vent’anni da governanti di destra e di sinistra che «non ci sono alternative» alle politiche liberiste finora praticate di smantellamento dello stato sociale e di subalternità ai dettami dei mercati.
Le alternative ci sono. È la volontà politica di cambiare strada, purtroppo, che manca, nonostante i fallimenti finora sperimentati.

* Questo testo è tratto dall’introduzione dell’autore al Rapporto di Sbilanciamoci! sul bilancio di fine legislatura che sarà presentato a Roma il 15 febbraio (leggi qui)

Stiamo meglio o peggio di cinque anni fa? Una delle campagne elettorali più demagogiche della storia rincorre a colpi di slogan un elettorato sfiduciato e incattivito. È su una nuova agenda politica che Sbilanciamoci! chiama alcuni candidati a un confronto. A Roma oggi 15 febbraio alle 17 Largo dello Scautis

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