Il Congresso del Partito della Sinistra Europea.
Paolo
Ferrero*
Dal 13 al 15
dicembre si terrà a Malaga il Congresso del Partito della Sinistra Europea.
Oggi il PGE
è una realtà consistente, presente in tutti i paesi che fanno parte dell’Unione
Europea. Il Congresso serve per fare un salto di qualità in più direzioni.
In primo
luogo è necessario che il congresso confermi la sintesi unitaria, tra le diverse
forze politiche, che sviluppi il terreno unitario fornito nel documento
congressuale. Non è cosa semplice coordinare decine di partiti diversi per
cultura politica e realtà nazionale, ma questa è la prima sfida del congresso,
ben impostata grazie ad un documento preparatorio unitario.
In secondo
luogo è necessario riuscire a costruire attorno a questa unità un maggior
lavoro politico comune. E’ del tutto evidente che ad oggi il PGE è in primo
luogo un coordinamento di realtà nazionali ma non agisce come vero e proprio
partito nello spazio europeo. Credo che questo sia possibile farlo innanzitutto
individuando campagne comuni che vengano fatte unitariamente sul livello
europeo. Pensiamo alla questione del salario, del welfare, della tassazione,
delle politiche ambientali e monetarie. Vi sono molti terreni che si prestano
ad una azione chiara e riconoscibile del partito europeo, al di là delle azioni
dei singoli partiti nazionali. Pensiamo solo alla vicenda del governo di Syriza
in Grecia. Al di là delle diverse valutazioni che possiamo dare dell’azione di
Syriza, è del tutto evidente che è mancata una azione coordinata di sostegno
nei diversi paesi europei e che il popolo greco è stato nei fatti lasciato solo.
Occorre su questo fare un salto di qualità.
In terzo
luogo occorre operare per l’unità di tutte le forze della sinistra di
alternativa. In questi anni sono maturate al di fuori del Partito della
Sinistra Europea varie esperienze politiche significative: da Podemos a France
Insumise al movimento di Varoufakis. Non è semplice riportare all’interno di
una sola organizzazione tutte queste esperienze. E’ però possibile e necessario
costruire una rete di relazioni stabili tra queste diverse esperienze in modo
da riuscire a costruire una sinergia tra queste diverse forze. E’ necessario dotare la sinistra di alternativa di una massa critica sufficiente ad
incarnare una credibile proposta di alternativa. Come esiste la famiglia
popolare, quella socialista, quella liberale o quella fascistoide, è necessario
dar vita ad una famiglia della sinistra antiliberista.
Questa
azione unitaria verso tutta la sinistra di alternativa si intreccia con il
quarto compito del partito della sinistra europea: la ricostruzione di una
credibile proposta di alternativa. E’ del tutto evidente che mentre nel primo
quinquennio della crisi nata nel 2007/8 sono state le forze della sinistra a
rappresentare la possibilità di una alternativa, negli ultimi anni sono state
le forze razziste e fascistoidi a farla da padrona. Non siamo stati capaci di dar vita ad una duratura e credibile ipotesi di alternativa su scala europea e
la gestione complessiva della vicenda greca non ci ha certo rafforzati. La
costruzione di questa non è quindi solo un fatto organizzativo – di unità
all’interno della sinistra europea e verso le altre forze di sinistra presenti
all’esterno – ma è un compito politico di prima grandezza. I movimenti delle
donne e sul cambio climatico forniscono un terreno su cui è possibile
riqualificare fino in fondo la nostra proposta in modo che sia chiaro che
l’alternativa in Europa come nel mondo non è tra socialiberisti e
fascioliberisti.
La
costruzione dell’alternativa richiede l’avvio di un dibattito culturale e
politico a livello europeo, cosa che oggi non accade se non in minima parte.
Transform si muove positivamente in questa direzione ed è necessario che
direttamente il partito della sinistra europea si ponga il problema di
diventare punto di riferimento del tessuto intellettuale di sinistra nel
continente e apra contemporaneamente uno spazio di dibattito politico
culturale. L’organizzazione di un tessuto culturale della sinistra di
alternativa è quindi un punto fondamentale su cui operare.
Da ultimo,
la costruzione di una prospettiva dell’alternativa chiede di unire le forze sociali
che in Europa si muovano su questo terreno. A tal fine il Forum Europeo deve
coinvolgere maggiormente il complesso delle forze sociali, in modo da dar vita
ad una sorta di Forum sociale europeo che diventi un appuntamento periodico e
significativo dei movimenti.
Da ultimo
occorre favorire anche forme di partecipazione e iscrizione diretta al partito
della sinistra europea al di là dei partiti che lo compongono. Le adesioni
individuali sono una strada che in Italia stimo praticando più che in altri paesi:
occorre proseguire e occorre trovare le forme attraverso cui valorizzare questa
adesione diretta al partito europeo, aumentandone dimensione ed articolazione
partecipativa.
Senza farla
più lunga, quelli sopra elencati mi paiono i punti fondamentali dell’agenda del
partito della sinistra europea al fine di essere in grado di porsi come
alternativa alle destre fascistoidi come al centrismo diversamente liberista di
chi oggi governa l’Unione Europea.
*Vicepresidente
Partito della Sinistra Europea
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