lunedì 25 novembre 2019

IL CONGRESSO DEL PARTITO DELLA SINISTRA EUROPEA DAL 13 AL 15 DICEMBRE 2019.



Il Congresso del Partito della Sinistra Europea.
Paolo Ferrero*
Dal 13 al 15 dicembre si terrà a Malaga il Congresso del Partito della Sinistra Europea.
Oggi il PGE è una realtà consistente, presente in tutti i paesi che fanno parte dell’Unione Europea. Il Congresso serve per fare un salto di qualità in più direzioni.
In primo luogo è necessario che il congresso confermi la sintesi unitaria, tra le diverse forze politiche, che sviluppi il terreno unitario fornito nel documento congressuale. Non è cosa semplice coordinare decine di partiti diversi per cultura politica e realtà nazionale, ma questa è la prima sfida del congresso, ben impostata grazie ad un documento preparatorio unitario.
In secondo luogo è necessario riuscire a costruire attorno a questa unità un maggior lavoro politico comune. E’ del tutto evidente che ad oggi il PGE è in primo luogo un coordinamento di realtà nazionali ma non agisce come vero e proprio partito nello spazio europeo. Credo che questo sia possibile farlo innanzitutto individuando campagne comuni che vengano fatte unitariamente sul livello europeo. Pensiamo alla questione del salario, del welfare, della tassazione, delle politiche ambientali e monetarie. Vi sono molti terreni che si prestano ad una azione chiara e riconoscibile del partito europeo, al di là delle azioni dei singoli partiti nazionali. Pensiamo solo alla vicenda del governo di Syriza in Grecia. Al di là delle diverse valutazioni che possiamo dare dell’azione di Syriza, è del tutto evidente che è mancata una azione coordinata di sostegno nei diversi paesi europei e che il popolo greco è  stato nei fatti lasciato solo. Occorre su questo fare un salto di qualità.
In terzo luogo occorre operare per l’unità di tutte le forze della sinistra di alternativa. In questi anni sono maturate al di fuori del Partito della Sinistra Europea varie esperienze politiche significative: da Podemos a France Insumise al movimento di Varoufakis. Non è semplice riportare all’interno di una sola organizzazione tutte queste esperienze. E’ però possibile e necessario costruire una rete di relazioni stabili tra queste diverse esperienze in modo da riuscire a costruire una sinergia tra queste diverse forze. E’ necessario dotare la sinistra di alternativa di una massa critica sufficiente ad incarnare una credibile proposta di alternativa. Come esiste la famiglia popolare, quella socialista, quella liberale o quella fascistoide, è necessario dar vita ad una famiglia della sinistra antiliberista.
Questa azione unitaria verso tutta la sinistra di alternativa si intreccia con il quarto compito del partito della sinistra europea: la ricostruzione di una credibile proposta di alternativa. E’ del tutto evidente che mentre nel primo quinquennio della crisi nata nel 2007/8 sono state le forze della sinistra a rappresentare la possibilità di una alternativa, negli ultimi anni sono state le forze razziste e fascistoidi a farla da padrona. Non siamo stati capaci di dar vita ad una duratura e credibile ipotesi di alternativa su scala europea e la gestione complessiva della vicenda greca non ci ha certo rafforzati. La costruzione di questa non è quindi solo un fatto organizzativo – di unità all’interno della sinistra europea e verso le altre forze di sinistra presenti all’esterno – ma è un compito politico di prima grandezza. I movimenti delle donne e sul cambio climatico forniscono un terreno su cui è possibile riqualificare fino in fondo la nostra proposta in modo che sia chiaro che l’alternativa in Europa come nel mondo non è tra socialiberisti e fascioliberisti.
La costruzione dell’alternativa richiede l’avvio di un dibattito culturale e politico a livello europeo, cosa che oggi non accade se non in minima parte. Transform si muove positivamente in questa direzione ed è necessario che direttamente il partito della sinistra europea si ponga il problema di diventare punto di riferimento del tessuto intellettuale di sinistra nel continente e apra contemporaneamente uno spazio di dibattito politico culturale. L’organizzazione di un tessuto culturale della sinistra di alternativa è quindi un punto fondamentale su cui operare.
Da ultimo, la costruzione di una prospettiva dell’alternativa chiede di unire le forze sociali che in Europa si muovano su questo terreno. A tal fine il Forum Europeo deve coinvolgere maggiormente il complesso delle forze sociali, in modo da dar vita ad una sorta di Forum sociale europeo che diventi un appuntamento periodico e significativo dei movimenti.
Da ultimo occorre favorire anche forme di partecipazione e iscrizione diretta al partito della sinistra europea al di là dei partiti che lo compongono. Le adesioni individuali sono una strada che in Italia stimo praticando più che in altri paesi: occorre proseguire e occorre trovare le forme attraverso cui valorizzare questa adesione diretta al partito europeo, aumentandone dimensione ed articolazione partecipativa.
Senza farla più lunga, quelli sopra elencati mi paiono i punti fondamentali dell’agenda del partito della sinistra europea al fine di essere in grado di porsi come alternativa alle destre fascistoidi come al centrismo diversamente liberista di chi oggi governa l’Unione Europea.
*Vicepresidente Partito della Sinistra Europea


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