Documento approvato alla Direzione Nazionale del PRC-SE del
13/10/2018
La direzione
nazionale chiama il partito ad un impegno straordinario di mobilitazione contro
le politiche portate avanti dal governo recuperando il nesso tra il piano della
battaglia democratica, antifascista, antirazzista e il piano della lotta per i
diritti sociali e del lavoro. In assenza di una politica che ponga al centro le
domande di giustizia sociale e i bisogni dei settori maggiormente colpiti dal
liberismo economico, crescono spauracchi, chiusure, xenofobie, frustrazioni
securitarie, trova alimento la politica della paura. Una politica, funzionale
ai poteri e agli interessi dominanti, utile a distogliere il dibattito pubblico
dall’urgenza di un cambiamento sociale radicale o ad alimentarne un simulacro
di destra. Basti pensare all’allarmismo e alle politiche brutali, fascistoidi
in tema di migranti. Bisogna infrangere gli specchietti per le allodole. Per
farlo occorre ritrovare la capacità di parlare ai ceti popolari impoveriti, di
esserci sul terreno materiale delle condizioni di esistenza. La manovra
economica in corso di definizione e approvazione da parte del governo solo in
apparenza risulta in controtendenza con il passato ma ha una capacità inedita
di parlare ai ceti popolari. In realtà col taglio della spesa sociale,
l’ennesimo mega regalo ai grandi evasori e ai ricchi la manovra è destinata a
non ridurre ma ad ampliare la forbice delle disuguaglianze e a peggiorare la
condizione sociale in un Paese in cui il 20% più ricco ha 740 volte la
ricchezza del 20% più povero. Anche in occasione del dibattito sulla manovra
emerge che l’attuale opposizione parlamentare – rappresentata da forze che
hanno l’indubbia responsabilità del peggioramento delle condizioni di vita dei
settori popolari – costituisce il miglior alleato del governo. Occorre adoperarsi
per costruire la più ampia mobilitazione contro le politiche di austerità
vecchie e nuove, con una critica da sinistra al governo. A tal fine la direzione si impegna a
predisporre una campagna sociale e di controinformazione da condurre su scala
nazionale nei luoghi di lavoro, nelle piazze, nei quartieri in cui mettere al
centro l’abrogazione della Legge Fornero, il reddito minimo ai disoccupati, la
tassazione alle grandi ricchezze, la lotta alle disuguaglianze. Impegna altresì
il partito a partecipare a tutti i momenti di mobilitazione promossi da forze
sociali, sindacali, di movimento.
La direzione
nazionale del Prc-Se unitamente alla costruzione dell’opposizione sociale ribadisce
il proprio impegno per la ricostruzione di un campo di forze antiliberiste,
anticapitaliste, antagoniste, di sinistra, ambientaliste. Lo abbiamo fatto in
Potere al Popolo che è apparso in questi mesi uno dei punti di riattivazione di
energie e di protagonismo. Lo abbiamo fatto con l’idea di mantenere l’impegno
originario di apertura, di sviluppare un modello inclusivo, partecipativo,
democratico, plurale contro ipotesi autoreferenziali, di chiusura, di poter
bastare a se stessi e trasformare quello che doveva essere un movimento
politico sociale unitario in un partito. Ex Opg, Eurostop e altri hanno
perseguito l’archiviazione di fatto del manifesto fondativo di Potere al popolo
imponendo un’assurda consultazione su due statuti contrapposti, del tutto priva
di garanzie democratiche e di confronto paritario, a cominciare dalla censura
operata nei confronti dei materiali di presentazione dello “Statuto per tutte e
tutti”. Di fronte a violazioni palesi delle più elementari regole di
correttezza, la nostra delegazione nel coordinamento nazionale – unitamente a
compagne/i indipendenti – ha chiesto di sospendere e rinviare le votazioni on
line e di indire una riunione per chiarire la situazione. Al rifiuto è seguita
la dolorosa decisione di ritirare la proposta di statuto e l’invito a non
partecipare al voto. Anche in questo caso la risposta è stata all’insegna della
prepotenza lasciando sulla piattaforma in votazione una proposta ritirata dai
proponenti.
Il risultato è stato una sonora bocciatura di queste forzature: ha votato solo una minoranza degli aventi diritto al voto (4041 su 9.091) e solo poco più di un terzo a favore dello statuto n. 1 (3.332).
Il risultato è stato una sonora bocciatura di queste forzature: ha votato solo una minoranza degli aventi diritto al voto (4041 su 9.091) e solo poco più di un terzo a favore dello statuto n. 1 (3.332).
In qualità
di soggetto cofondatore di Potere al popolo! che ha sempre proposto la
democratizzazione del percorso attraverso la partecipazione diretta, non
riconosciamo la legittimità di tale statuto che non riteniamo essere stato
approvato dalle/dagli aderenti di Potere al popolo!
La DN del
PRC, nel prendere atto delle palesi irregolarità compiute dalla maggioranza del
coordinamento provvisorio di Pap in sede di votazione dello Statuto, non
riconosce l’esito di questa consultazione falsata. Tali forzature antidemocratiche
se non azzerate, rappresentano una palese violazione dello spirito con cui è
nato il progetto di Potere al Popolo. Riteniamo pertanto necessario aprire una
fase di forte dialettizzazione politica.
Non viene
meno il nostro impegno a costruire in Italia uno schieramento di sinistra e
popolare alternativo a tutti i poli esistenti di cui ogni giorno di più emerge
l’urgenza.
Ribadiamo la
nostra indisponibilità per riproposizioni del vecchio centrosinistra liberista
e la necessità di una proposta politica di rottura con le politiche e le classi
dirigenti degli ultimi 25 anni.
È doveroso e
indispensabile che le soggettività politiche, sociali e civiche che in questi
anni hanno resistito e difeso diritti e beni comuni lavorino per costruire
un’alternativa a questo governo e a un’opposizione delegittimata.
Per questo
insistiamo sulla costruzione di un progetto che parli a milioni di persone e
che sul piano europeo si collochi in alternativa tanto a nazionalisti e
razzisti quanto ai trattati UE e alla governance neoliberista.
Il Partito
della Rifondazione Comunista è uno strumento al servizio della lotta per la
trasformazione della società e la difesa delle condizioni di vita delle classi
lavoratrici.
Respingiamo
ogni caricatura volta a presentare la nostra esistenza come ostacolo alla
costruzione di soggettività di sinistra più forti. Le esperienze europee
dimostrano il contrario, come per esempio nel caso di Unidos Podemos. Sono
semmai il settarismo da un lato e l’opportunismo dall’altro che in questi anni
hanno impedito un’auspicabile ricomposizione di un’area
politico-sociale-culturale frammentata e lo sviluppo di un discorso politico
nuovo e egemone. Ribadiamo l’impegno alla costruzione del partito come fatto
materiale, a rafforzare il nostro tessuto militante, il senso di appartenenza,
l’impegno all’autofinanziamento, la presenza politica, le pratiche sociali. Va
in tale direzione la convocazione dell’assemblea nazionale delle compagne e dei
compagni del partito della rifondazione comunista impegnati sul diritto
all’abitare.
Che questa possibilità ci sia lo dimostrano alcuni indicatori non
di poco conto. Le 50.597 mila sottoscrizioni al 2Xmille a favore di
Rifondazione Comunista e la riuscita delle molte feste di Rifondazione
Comunista. Dati significativi che parlano di una potenzialità, di un possibile
salto in avanti che va accompagnato a una maggiore capacità di comunicare e
raccontare quello che proponiamo e le cose che facciamo. Su tutto questo e
altro ancora siamo impegnati a dare corso alla traccia di lavoro contenuta nel
documento uscito dalla discussione di Spoleto sul rilancio del partito. In
particolare la direzione nazionale impegna i gruppi dirigenti territoriali alla
convocazione dei comitati federali e regionali con all’ordine del giorno la
fase politica e il completamento della campagna di tesseramento 2018
contattando e coinvolgendo compagne e compagni vecchi e nuovi.
La Direzione nazionale, su proposta del segretario, convoca il
Comitato Politico Nazionale per il 27 e 28 ottobre.
Nessun commento:
Posta un commento