Erri De Luca: «Salvini fa il guappo con i deboli ma Minniti gli ha
aperto la strada»
Vestiti di
rosso. «Il ministro dell’interno fa propaganda elettorale. Ma il suo
predecessore, eliminando il secondo grado di appello per i richiedenti asilo, è
stato più efficace»
Da “IL MANIFESTO” - Rachele Gonnelli
Arriva il
secondo atto di Salvini dopo la chiusura dei porti alle ong: è una circolare ai
prefetti e alle commissioni territoriali per restringere e sveltire i criteri
di ammissibilità alla protezione internazionale. A conti fatti (cfr Cronache di
Ordinario razzismo) si tratta di 40 mila rifugiati e 136mila domande ancora
pendenti. Numeri davvero piccoli.
Erri De Luca, ma allora qual è il
vero obiettivo di questi provvedimenti di Salvini?
Il vero
obiettivo è che se ne parli, perché si sta anticipando la campagna elettorale
che seguirà lo scioglimento delle Camere, dopo il dissolvimento di un governo
accozzaglia. Usano i ministeri per strumento di amplificazione della
propaganda. È stato più efficace il ministro degli Interni di prima, con la
eliminazione del secondo grado di appello per i richiedenti asilo che subivano
in primo grado un rigetto. È stato più efficace in Libia dove aveva
interlocutori degni di lui nella fazione che abbiamo foraggiato. L’ha avviata
quello, la campagna di calunnia e diffamazione dei salvatori di naufraghi, con
tanto di inchieste giudiziarie al seguito poi cadute nel nulla. Questo ministro
attuale approfitta largamente dell’operato precedente. Di suo aggiunge la
beceraggine del guappo di cartone, quello che fa il forte coi più deboli.
Pare che si voglia negare che il
passaggio nei centri di detenzione in Libia costituisca una condizione per
chiedere aiuto come soggetto vulnerabile. Solo le condizioni del paese
d’origine e di partenza contano. Ma si sa che in Libia i centri di detenzione
si ingrossano al diminuire delle partenze, che le donne sono sistematicamente
stuprate, gli uomini schiavizzati e torturati. Un tentativo di rimozione?
La negazione
delle ragioni inesorabili di chi scappa dalla Libia sono falsificate, negate,
omesse. La grancassa della posizione di rendita di parlare dal trespolo di
governo aumenta il volume della voce del pappagallo di turno. Negare le
evidenze è lo stadio finale dell’ubriaco che nega di esserlo mentre barcolla.
Credono che negare elimini la realtà. L’Unione europea comunque ha ribadito che
navi battenti bandiera della Ue non possono prestarsi a riportare in Libia i
naufraghi eventualmente recuperati. Questi 21 anni di ostacolo alle migrazioni,
facendo data da Pasqua ‘97 con l’affondamento del battello albanese Kater i
Rades nel Canale di Otranto, questi 21 anni di ostacoli ai flussi migratori
dimostrano che nessuna barriera serve. Il danno ricade su una società che si
abitua all’infamia degli annegamenti, all’ ingigantimento falso del fenomeno
degli arrivi, che sono più transiti che permanenze, insomma intorbidisce la
propria umanità. Il danno dell’odio ricade sul sistema nervoso di chi lo prova.
Una delle poche iniziative di
opposizione al cinismo dilagante e alle politiche di Salvini e dell’Europa
contro i migranti è quella, pur minimale, di sabato prossimo lanciata da
Libera, Anpi, Arci e Legambiente: un invito a indossare una maglietta rossa
come segno distintivo, per riconoscersi. Pensa che aderirà? Ha senso?
Non costa
nulla infilare una maglia, che anche con una scritta sopra, resta muta. Ci
vogliono azioni che costino qualcosa a chi decide di battersi contro la
disumanità programmata e sbandierata. Non è ora di moderare i termini. Comunque
stasera sono in una trasmissione televisiva con una camicia rossa. Hanno senso
tutto i gesti individuali e collettivi che facciano argine, che blocchino le
porte girevoli e gli ingressi come facevano gli scioperi operai.
La rivista Rolling Stones dedica la
copertina a un attacco a Salvini e raccoglie adesioni di registi, attori,
cantanti, anchor della tv. Salvini li tratta da radical chic e dice che così
raddoppierà la sua forza perchè non rappresentano pensionati, studenti e operai
e sono multimiliardari, però è la sua Lega che deve risarcire lo Stato per 49
milioni di euro. Eppure è lui a bucare lo schermo della comunicazione, cosa c’è
di sbagliato in ciò che fanno i giornali?
Da noi la
figura dell’intellettuale preferisce il distacco e la prudenza. Gli
intellettuali degli anni ‘70 che prendevano posizione sul Vietnam, sulle stragi
di Stato, erano coinvolti da una gioventù politica travolgente. Dopo
quell’epoca sono rimasti pochi, Franca Rame e Dario Fo hanno fatto supplenza
generale di una categoria assente. Oggi Roberto Saviano spende tutto il suo
credito per pronunciare a voce alta le ragioni di molti. Ricordo che su 1200
titolari di cattedre chiamati a giurare fedeltà al fascismo solo 12 rifiutarono
e persero l’incarico. È ancora quella la percentuale, uno su mille. Gli organi
di informazione sono servizievoli, assecondano l’imbonitore in carica, gli
amplificano la voce. Anche questa domanda in questo momento sta riportando le
dichiarazioni e le ragioni di disprezzo di un guappo di rione che si piglia
l’applauso dei sondaggi a ogni sputo in faccia che rivolge dritto in faccia
alle telecamere. Il suo partito è losco e compromesso con la corruzione quanto
gli altri e la sua difesa dovrà farla in tribunale.
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