Sul voto in
Lombardia
Di Nello Patta e Giovanna Capelli
Anche in
Lombardia il voto registra la tendenza nazionale: un risultato negativo per
Potere al popolo non premiato nonostante gli imponenti cambiamenti nelle scelte
degli elettori, e il generale desiderio di rottura con le politiche esistenti
dell’elettorato.
Una sorte
analoga è toccata alla lista di Sinistra per la Lombardia nelle elezioni
regionali, la cui presentazione nasce dalla confluenza di processi e scelte
diverse, non ultimo la non disponibilità manifestata da diversi dei soggetti di
Pap in Lombardia e quindi a livello nazionale nei confronti della proposta iniziale di costruire insieme una lista per
le regionali. La risposta nella interlocuzione locale è stata formulata con un
generico non interessamento, senza esplicitare le ragioni politiche che
avrebbero potuto essere chiarite in riunioni ad hoc.
Non ci sono
stati ripensamenti nemmeno di fronte alla sostanziale convergenza politica e
programmatica fra Potere al Popolo e Sinistra per la Lombardia confermata dal
fatto che Massimo Gatti non solo era Presidente candidato della lista, ma anche
candidato alla uninominale di Potere al Popolo di Lodi, proposto dalla
assemblea territoriale
Un’apertura
di Potere al popolo è arrivata nazionalmente purtroppo fuori tempo massimo
rispetto alla urgenza di avere una lista, un presidente per la raccolta firme,
che, ricordiamo, sono state dimezzate solo quando la raccolta era partita da
una settimana. Si tenga presente che anche dimezzate erano 4 volte quelle
necessarie per le politiche.
In Lombardia
Potere al popolo ottiene lo 0,82 alla Camera e lo 0,81 al Senato, mentre
Sinistra per la Lombardia ottiene 0,68 (-0,13%)
L’analisi
del voto può essere utile e fornirci insegnamenti per il futuro
In primo
luogo si osserva che in Lombardia diversamente da altre situazioni, il
risultato della Camera è praticamente lo stesso (+0,01%) di quello del Senato,
a testimonianza di una presa insufficiente anche nel mondo giovanile di Potere
al Popolo.
In secondo
luogo Pap va meglio nelle grandi aree urbane e al loro interno nella città
capoluogo che contribuiscono in modo significativo ad alzare la media. Alcuni
esempi: nella circoscrizione Lombardia 1 Pap ottiene l’1,02%, nel collegio
plurinominale 03 (Milano città) lo 1,35%; nella circoscrizione 3 (Province di
Bergamo e Brescia) Pap ottiene lo 0,89%, a Bergamo città l’1,28%, a Brescia
l’1,21%.
Infine non
si può non sottolineare, nella difficoltà, il ruolo di tenuta della rete di
circoli di Rifondazione (numero): nei comuni in cui è presente il circolo i
risultati del voto sono meno negativi (spesso superiori del 50% e in diversi
casi del 100% rispetto al territorio circonvicino). Tema che rimanda al problema del radicamento
sociale su cui Rifondazione discute da tempo e che anche Pap ha giustamente
indicato come priorità nella sua agenda.
Un discorso
più approfondito merita il voto per Sinistra per la Lombardia e il suo rapporto
con quello per Potere al Popolo.
Anche nel
caso delle regionali l’impegno profuso dalle compagne e dai compagni e la
qualità, riconosciuta da tutti del candidato Presidente e delle liste non hanno permesso di
raggiungere un risultato positivo.
Certo quando
si tratta di numeri così piccoli è difficile avere spiegazioni certe; esistono
però alcuni fatti che possono aiutare a capire.
1) L’oscuramento
mediatico, in mancanza di alcuna pur piccola risonanza nazionale, è stato ancor
più forte; le redazioni locali di Corriere e Repubblica hanno deciso che noi
non eravamo tra le forze che dovevano comparire sulle loro pagine
2) Diversamente
dal Lazio, in Lombardia Leu non ha fatto l’alleanza col PD, si è presentata con
la faccia dell’opposizione, ha ricevuto dalle pagine locali di giornali e
televisioni lo stesso spazio dei grandi partiti e l’ha utilizzato per lanciare
come proprie tutte le posizioni di Sinistra per la Lombardia.
3) Sinistra
per la Lombardia, ha ricevuto, considerando le forze che hanno sostenuto Potere
al Popolo, solo il sostegno di Rifondazione Comunista.
Tutto ciò
considerato ci pare che l’accento vada posto non tanto sul
fatto che Sinistra per la Lombardia abbia un quinto dei voti in meno, ma che ne
abbia conservato l’80%
I l
risultato della Lombardia al pari di quello nazionale ci sembra dia alcune indicazioni di lavoro per il
futuro:
1) Il
radicamento sociale oltre che essere un fattore strategico per la
trasformazione socialista rappresenta un antidoto
alla rivoluzione passiva che si
sta compiendo nel nostro paese e al conseguente arretramento elettorale di
fronte a grandi spostamenti d’opinione e va perseguito con forza in tutte le
sue forme: mutualismo, internità ai conflitti, strutture di autorganizzazione
autonome, promozione di lotte
2) Il
difficile (nessuno si illuda) radicamento
richiede inchiesta, progetto e
lavoro duro che può nascere solo da una presenza diffusa e molecolare di Pap
nei territori non da forme assembleari di scala provinciale, che rischiano di
produrre autoreferenzialità e settarismi e soprattutto non permettono di valorizzare
tutte le energie e le competenze. E abbiamo molta strada da fare.
3) I
territori sono il luogo d’elezione per far conoscere il carattere innovativo di
Pap e coinvolgere nel nostro percorso le tantissime persone che esprimono un
orientamento antiliberista e che finora non siamo riusciti a interessare.
Approfondire l’innovazione, l’apertura e la democrazia interna, investire sulle
pratiche sociali sono a questo fine prerequisiti indispensabili.
3) Il
radicamento da solo non basta; si deve accompagnare a una visione, a un
progetto di Paese che devono trasparire da poche proposte forti in grado di
incidere sul senso comune diffuso, di parlare ai soggetti sociali cui ci
riferiamo in primo luogo: i proletari.
I media ci
hanno oscurato, ma ci siamo oscurati anche da soli con un bel programma, che
diceva tutto, e di cui non abbiamo saputo comunicare le priorità per le quali
avremmo voluto essere riconosciuti. L’unico nostro manifesto esprimeva la
presunzione autoreferenziale che il nostro nome fosse sufficiente a quanti
chiedono che finalmente la politica parli di loro!
4) Le
campagne politiche sulla Fornero e il reddito minimo, accompagnate dalla
spiegazione della necessità di modificare l’articolo 81 della costituzione e la
lotta contro la Buona scuola possono essere un buon inizio per il superamento
dei limiti richiamati.
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