Risvegliare le intelligenze.
Intervento di Citto Maselli al CPN di Rifondazione Comunista
Pubblichiamo
l’intervento del compagno Citto Maselli al Comitato Politico nazionale di
Rifondazione Comunista dell’11 marzo 2018. Rinnoviamo il ringraziamento a Citto
per l’enorme contributo che ha dato alla campagna elettorale e al progetto di
Potere al popolo.
Per quanto
riguarda l’analisi del voto e le prospettive che ha di fronte il nostro partito
io concordo sostanzialmente con l’intelligente relazione del segretario così
come con gli interventi di Ramon Mantovani, Russo Spena ed Eleonora Forenza,
interventi diversi fra loro e diversi anche dalla relazione introduttiva ma che
testimoniano una grande e laica capacità di analisi.
Ringrazio
anche tutti i compagni per l’apprezzamento espresso nei confronti dell’appello
che a tutt’oggi ha raggiunto e superato 420 adesioni di intellettuali e
professionisti nei diversi campi della conoscenza e della creatività.
Ma a questo
proposito vorrei sottolineare come la cultura per il nostro partito non sia un
settore come altri su cui è giusto cercare ed importante ottenere consensi.
Per noi e più in generale per i
comunisti la cultura è un luogo CENTRALE e STRATEGICO del progetto di
cambiamento di cui siamo portatori. Considerata la mia età permettetemi di ricordare, a
proposito di cultura, lo sconcerto dei compagni della federazione comunista di
Napoli quando Togliatti appena tornato dall’URSS e con un’Italia semidistrutta
dai bombardamenti dove la disoccupazione aveva raggiunto livelli
impressionanti, le industrie erano per la maggior parte chiuse e perfino la guerra
partigiana nell’Italia del nord era in difficolta – se ricordo bene – per il
famigerato proclama di Alexander, aveva messo tra le priorità in agenda la
pubblicazione di una rivista mensile – la futura “Rinascita”- che segnasse la
presenza del PCI nel campo della cultura, dell’arte, delle ideologie.
Io credo che
sia importantissimo, per il nostro partito, proporre un progetto di società e
un sistema di valori opposti al “pensiero politico” neoliberista. Io credo
infatti che il risultato elettorale che abbiamo sotto gli occhi sia anche il
frutto di una sostanziale passivizzazione delle coscienze operata dalla cultura
dominante veicolata com’è dalla stampa, dal sistema televisivo e dalla
comunicazione in generale.
Risvegliare
le intelligenze, stimolare la consapevolezza critica della realtà, favorire la
nascita di una produzione artistica che rifletta la molteplicità e la ricchezza
delle culture di cui è fatto il nostro paese: ecco un punto di cui il nostro
progetto non può fare a meno.
Ecco perché
stiamo lavorando ad un grande incontro con tutti i firmatari dell’appello – da
tenersi prima dell’estate – per iniziare a ragionare e riflettere sulle ragioni
di una “sconfitta culturale” che ha radici lontane e su come ricostruire una
nuova e diversa visione della vita e del mondo, per una nuova “egemonia
culturale”.
Compagni,
capisco che tutto questo può sembrarvi lontano dalle tante urgenze che premono
drammaticamente in tanti altri ambiti della nostra vita sociale. E tuttavia io
sono convinto che il nostro partito avrà tutto da guadagnare se si definirà
come l’unica forza portatrice di un nuovo e diverso senso comune, di una nuova
e diversa idea di società e di vita. Non siamo comunisti anche per questo?
Citto Maselli
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