Un forum internazionale per il diritto alla salute contro il G7
sulla sanità
di Vittorio Agnoletto, Emilio
Molinari
Il 4-5 novembre a Milano. Controvertice con esperti
internazionali. Gli argomenti in discussione: cambiamenti climatici, acqua,
siccità e alluvioni
Il 5 e il 6 novembre si svolgerà a Milano l’incontro dei
ministri della salute del G7.
Gli argomenti in agenda sono: le conseguenze sulla salute dei
cambiamenti climatici, al quale verranno dedicate 3,5 ore di discussione; la
salute della donna e degli adolescenti 1,5 ore, e la resistenza antimicrobica 1
ora.
Tempi sufficienti, secondo i ministri, per arrivare ad una
solenne dichiarazione finale su questioni la cui rilevanza è fondamentale per
il futuro dell’umanità. Considerato che a quei tavoli siederanno i massimi
responsabili dell’attuale modello di sviluppo è fin troppo facile immaginare
che, al di là delle parole, vi sarà il vuoto.
Decine di associazioni impegnate in difesa della salute a
livello locale, nazionale e internazionale hanno costituito il comitato «Salute
senza padroni e senza confini» e, insieme al Gue, gruppo parlamentare «Sinistra
Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica» e al gruppo consiliare «Milano in
Comune», hanno organizzato a Milano due iniziative.
Sabato 4 novembre un «Forum internazionale per il diritto
alla salute e l’accesso alle cure»
(http://www.medicinademocratica.org/wp/?p=5219;
https://www.facebook.com/events/299458030530298/?acontext=%7b
)
nel quale si confronteranno ricercatori, scienziati, medici,
biologi di altissima professionalità con attivisti di tutto il mondo per
individuare obiettivi condivisi sia dai movimenti sociali che da chi agisce in
campo scientifico. Proprio da quest’ambito abbiamo ricevuto un’enorme disponibilità,
come testimonia il programma, segno che la scienza, quando non è asservita al
potere, giunge a conclusioni molto simili a quelle del movimento antiliberista.
Domenica 5 novembre si svolgerà un incontro tra i movimenti
italiani attivi nella difesa della salute per organizzare insieme delle
campagne nazionali.
I temi del Forum sono: «la disuguaglianza sociale come
determinante di malattie», nel 2012 l’effetto Glasgow aveva dimostrato come il
tasso di mortalità fosse strettamente correlato alle condizioni sociali della
popolazione, l’Istituto Mario Negri ha documentato lo stesso fenomeno a Milano.
«L’accesso alle cure», il 50 % delle persone colpite dal
virus Hiv nel mondo ne sono prive e l’accesso ai farmaci salvavita non è più
garantito nemmeno nel mondo occidentale come testimonia la vicenda del
Sofosbuvir per l’epatite C.
«La privatizzazione dei servizi sanitari» vera preda del
mercato globale ma anche locale come dimostra, ad esempio, il tentativo della
Regione Lombardia di sostituire, nell’assistenza a 3.350.000 cittadini con
patologie croniche, il medico di famiglia con un gestore, società per lo più
private finalizzate al profitto.
E infine «Le conseguenze sulla salute dei cambiamenti
climatici». Amitav Gosh, noto romanziere bengalese, ha recentemente pubblicato
un saggio: «La Grande Cecità», quella dei cambiamenti climatici. L’accusa è,
alla letteratura mondiale, di essere centrata su l’umano e i suoi diritti, e di
aver ignorato il «non umano», indifferente ai destini della terra, dell’acqua e
dell’aria, relegati tutti nella letteratura di serie B: la fantascienza. Eppure
di cambiamenti climatici ci si ammala e si muore; per l’Oms potrebbero
provocare 12,6 milioni di decessi tra il 2030 e il 2050. 250.000 morti in più
ogni anno: per malnutrizione, malaria, diarrea. 20.000 morti per colpi di
calore nella sola Europa. A questi numeri andrebbero aggiunti i morti per la
maggior concentrazione di inquinanti nell’atmosfera dovuti all’assenza di
piogge: 500.000 deceduti in Europa, 90.000 in Italia e 9 milioni nel mondo.
Ma la vera tragedia del cambio climatico è l’acqua. Siccità e
alluvioni agiscono pesantemente nel ridurne la sua disponibilità. Nel 2050
verrà a mancare il 50% del necessario e a farne le spese saranno i poveri della
Terra, i 900 milioni di persone prive di acqua potabile. La corsa
all’accaparramento delle terre fertili e degli invasi da parte delle
multinazionali e dalla Cina e dall’Arabia saudita è da tempo iniziata e i
mutamenti climatici l’accentueranno sempre più.
Le grandi dighe prolificano in Asia e in Africa con il loro
seguito di profughi e di guerre e le multinazionali degli acquedotti Suez –
Veolia – Thams Water – Rwe ecc.. premono con maggior forza per la
privatizzazione dei rubinetti di tutto il mondo.
Le stime dell’alto commissario delle Nazioni Unite parlano di
79 guerre in corso per cause ambientali e appropriazione di risorse. Nella
guerra del Kashmir (100.000 morti) ci sono le dighe sul fiume Indo e la
concorrenza tra India, Pakistan, Cina. L’Egitto è una polveriera di 90 milioni
di persone che vivono attorno al Nilo aggredito dalle dighe dell’Etiopia. La
guerra in Siria avviene dopo 5 anni di siccità e di dighe turche sul Tigri. Le
guerre ai kurdi hanno acqua e petrolio sullo sfondo. Nella contabilità mondiale
3 miliardi di persone sono considerati da «qualcuno»: insostenibili esuberi.
Beni comuni salute del pianeta e salute pubblica vanno
insieme e vanno collocate in cima alle nostre priorità.
Vittorio Agnoletto comitato «Salute
senza padroni e senza confini»
Emilio Molinari contratto mondiale
dell’acqua
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