lunedì 21 agosto 2017

UNA POLITICA DELL’UMANITÀ di ROBERTO MUSACCHIO e RICCARDO PETRELLA

Una politica dell’umanità

ROBERTO MUSACCHIO E RICCARDO PETRELLA

Oggi è più che mai essenziale e indispensabile affermare e rispettare gli imperativi morali e “politici” dell’umanità. Ogni donna e ogni uomo compongono l’umanità. L’umanità convive il Pianeta con le specie non umane. La memoria dei non più viventi e le speranze di coloro che attendono di vivere fanno parte della umanità. L’umanità e ogni singola donna e ogni singolo uomo hanno il diritto alla vita come bene comune e il dovere di curarla per sé, per tutti e per ciascuno, umani e non umani. L’umanità ricerca la eguaglianza, il valore delle differenze, la giustizia, la fratellanza e la sorellanza, la felicità. Nessun potere può violare i principi “costituzionali” della umanità…da scrivere.
Si tratta di principi utopici realizzabili e pensiamo che sia urgente che provassimo veramente a scriverla una Costituzione dell’umanità, proprio perché essa sembra oggi tragicamente impossibile. Tutto ciò che di costituzionale esiste viene stracciato, giorno dopo giorno. Tutto ciò che di umano sta nelle nostre vite anche esso viene negato, contraddetto quotidianamente. Ciò che si sostituisce alle Costituzioni, e alla umanità, è il Potere Potenza. La Potenza della Mercificazione, che parte dal mercato per andare oltre il mondo delle merci per rendere merce l’intero Mondo, umanità e vita compresi. La Potenza del Pensiero unico, che rende impensabile, o illegale, l’idea stessa di qualcosa che sia altro da sé. La Potenza che alla triade rivoluzionaria di libertà, uguaglianza, fraternità sostituisce la trimurti controrivoluzionaria di dipendenza (al mercato), competitività (per il mercato), odio (per chi pensi minacci il tuo posto nel mercato).
Eppure c’è stato un momento in cui l’idea di una democrazia dell’umanità si è affacciata. Dopo la seconda guerra mondiale, l’orrore totale del nazismo disposto all’olocausto per sostituire l’umano con l’ariano e i funghi atomici di Hiroshima e Nagasaki, l’ONU provò a indicare un cammino.
Se leggiamo nelle sue carte troviamo ad esempio che c’è un diritto di asilo universale per donne e uomini che fuggono dalle guerre. E c’è un diritto universale a muoversi senza confini per cercare lavoro e una vita migliore. Sono diritti dell’umanità che si chiedeva alle istituzioni del Mondo di recepire e di far vivere. D’altronde era viva la coscienza delle centinaia di milioni di persone che avevano migrato nel ‘900 delle guerre e dell’edificazione del capitalismo moderno. A vedere la realtà di oggi non si può che provare una angoscia, e una rabbia, grandi per come questi due diritti scritti dalla coscienza del Mondo che diceva mai più guerra siano oggi calpestati. Anzi, vilipesi perché di vilipendio si tratta in quanto si straccia ciò che scriveva una coscienza democratica che provava a farsi democrazia globale. E chi compie questo vilipendio è la Potenza del dominio, della violenza per natura “illegale”. Una Potenza che crea profughi con le guerre militari e commerciali e poi perseguita e schiavizza i migranti negandogli libertà di muoversi per poi schiavizzarli nel mercato globale della merce lavoro. E facendo di essi il capro espiatorio per i nuovi lager.
E sempre dall’ONU è figliata quella Carta di Kyoto per la salvezza del Pianeta dal bruciare per il mercato. Protocollo di Kyoto nato dalle Conferenze sulla Terra e cioè dal provarsi dell’umanità a prendere atto delle proprie responsabilità di specie e chiamando il potere a risponderne. E il vilipendio di quella Carta, che è di chi la sta stracciando, ma anche di chi mai l’ha attuata, è il segnale che il Potere della Potenza è anche il Potere Irresponsabile, disumano perché non dà alcun valore all’ umanità e alla sua responsabilità verso la comunità globale della vita.
Ma perché la speranza di una umanità costituente si è trasformata nell’incubo di un Potere Costituito Autocratico e Disumano? Questa è la domanda a cui dobbiamo una risposta, ciascuno di noi e, se possibile insieme. La realtà è che il Potere della Potenza si è costituito facendo a pezzi tutto ciò che lo ostacolava. Uccidendo democrazia e umanità. Estirpando la politica come costruzione di coscienza condivisa e pratica della rivoluzione. Annerendo cuori e coscienze evocando invece che l’amore tra speci, l’odio di razze.
Resistenze si ci sono. I grandi movimenti alterglobalisti, pacifisti e dei beni comuni. Il “restiamo umani” con cui Vittorio Arrigoni ci ha illuminato sull’esistenza di un irriducibile cui appellarsi. Il “rivolgersi al Mondo degli scarti” come leva di liberazione di Papa Francesco.
Ma la politica appare invece morta, suicidata. Eppure essa ci manca non possiamo dire quanto. Dietro il molock della Potenza si muovono autentici mostri. La globalizzazione nazionalistica. La massificazione identitaria. Incubi generati dal sonno della ragion politica. Che dovrebbe aiutarci ad affrontare i problemi giganteschi dell’epoca nostra, quelli di una umanità che rischia di essere breve parentesi della vita del pianeta.
Si chiamano cicli vitali naturali compromessi e sequestrati dal mercato. Cicli demografici di un mondo dove ci sono pochi “ricchi vecchi” che vivono della povertà dei giovani e di tanti altri vecchi e dove dovremmo saper far vivere il meticciato contro gli stupri che subiamo dal mercato. Si chiamano precarizzazione e nuove schiavitù di massa che caratterizzano il mercato del lavoro globalizzato. Si chiamano onnipotenza della finanza cui ogni cosa è permesso mentre per donne e uomini si innalzano muri per segregarli negli spazi e nella società.

Ma la politica, che si è suicidata, può rinascere solo se si dà un imperativo categorico, un apriori non negoziabile, il solo capace di riportarla in vita. E questo imperativo vale per tutti e per ciascuno e cioè è politico in quanto singolarmente e collettivamente irrinunciabile. È la rottura con la mercificazione della vita e la militarizzazione del mondo. E’ la riconciliazione dell’umano con il vivente. Ci dice Papa Francesco che la Chiesa stessa non può più “accompagnare” la politica come ha sempre, e spesso colpevolmente, fatto. Perché la politica si è suicidata. E perché l’umano per riemergere da scarto deve resuscitare la politica ripartendo dal proprio essere irriducibile a tornare a farsi costituente. Costituente di un nuovo Potere della Comunità Umana, del popolo, una democrazia dell’umanità planetaria. Che si dona la propria carta da scrivere insieme e che inizia con “ L’umanità ripudia le guerre e dichiara illegale la povertà (e non i poveri)….”

Nessun commento:

Grazie per le visite!
banda http://www.adelebox.it/