Una
politica dell’umanità
ROBERTO MUSACCHIO E RICCARDO PETRELLA
Oggi è più che mai essenziale e indispensabile
affermare e rispettare gli imperativi morali e “politici” dell’umanità. Ogni
donna e ogni uomo compongono l’umanità. L’umanità convive il Pianeta con le
specie non umane. La memoria dei non più viventi e le speranze di coloro che
attendono di vivere fanno parte della umanità. L’umanità e ogni singola donna e
ogni singolo uomo hanno il diritto alla vita come bene comune e il dovere di
curarla per sé, per tutti e per ciascuno, umani e non umani. L’umanità ricerca
la eguaglianza, il valore delle differenze, la giustizia, la fratellanza e la
sorellanza, la felicità. Nessun potere può violare i principi “costituzionali”
della umanità…da scrivere.
Si tratta di principi utopici realizzabili e pensiamo che sia urgente che
provassimo veramente a scriverla una Costituzione dell’umanità, proprio perché
essa sembra oggi tragicamente impossibile. Tutto ciò che di costituzionale
esiste viene stracciato, giorno dopo giorno. Tutto ciò che di umano sta nelle
nostre vite anche esso viene negato, contraddetto quotidianamente. Ciò che si
sostituisce alle Costituzioni, e alla umanità, è il Potere Potenza. La Potenza
della Mercificazione, che parte dal mercato per andare oltre il mondo delle
merci per rendere merce l’intero Mondo, umanità e vita compresi. La Potenza del
Pensiero unico, che rende impensabile, o illegale, l’idea stessa di qualcosa
che sia altro da sé. La Potenza che alla triade rivoluzionaria di libertà,
uguaglianza, fraternità sostituisce la trimurti controrivoluzionaria di
dipendenza (al mercato), competitività (per il mercato), odio (per chi pensi
minacci il tuo posto nel mercato).
Eppure c’è stato un momento in cui l’idea di una democrazia dell’umanità si
è affacciata. Dopo la seconda guerra mondiale, l’orrore totale del nazismo
disposto all’olocausto per sostituire l’umano con l’ariano e i funghi atomici
di Hiroshima e Nagasaki, l’ONU provò a indicare un cammino.
Se leggiamo nelle sue carte troviamo ad esempio che c’è un diritto di asilo
universale per donne e uomini che fuggono dalle guerre. E c’è un diritto
universale a muoversi senza confini per cercare lavoro e una vita migliore.
Sono diritti dell’umanità che si chiedeva alle istituzioni del Mondo di
recepire e di far vivere. D’altronde era viva la coscienza delle centinaia di
milioni di persone che avevano migrato nel ‘900 delle guerre e
dell’edificazione del capitalismo moderno. A vedere la realtà di oggi non si
può che provare una angoscia, e una rabbia, grandi per come questi due diritti
scritti dalla coscienza del Mondo che diceva mai più guerra siano oggi
calpestati. Anzi, vilipesi perché di vilipendio si tratta in quanto si straccia
ciò che scriveva una coscienza democratica che provava a farsi democrazia
globale. E chi compie questo vilipendio è la Potenza del dominio, della
violenza per natura “illegale”. Una Potenza che crea profughi con le guerre
militari e commerciali e poi perseguita e schiavizza i migranti negandogli
libertà di muoversi per poi schiavizzarli nel mercato globale della merce lavoro.
E facendo di essi il capro espiatorio per i nuovi lager.
E sempre dall’ONU è figliata quella Carta di Kyoto per la salvezza del
Pianeta dal bruciare per il mercato. Protocollo di Kyoto nato dalle Conferenze
sulla Terra e cioè dal provarsi dell’umanità a prendere atto delle proprie
responsabilità di specie e chiamando il potere a risponderne. E il vilipendio
di quella Carta, che è di chi la sta stracciando, ma anche di chi mai l’ha
attuata, è il segnale che il Potere della Potenza è anche il Potere Irresponsabile,
disumano perché non dà alcun valore all’ umanità e alla sua responsabilità
verso la comunità globale della vita.
Ma perché la speranza di una umanità costituente si è trasformata
nell’incubo di un Potere Costituito Autocratico e Disumano? Questa è la domanda
a cui dobbiamo una risposta, ciascuno di noi e, se possibile insieme. La realtà
è che il Potere della Potenza si è costituito facendo a pezzi tutto ciò che lo
ostacolava. Uccidendo democrazia e umanità. Estirpando la politica come
costruzione di coscienza condivisa e pratica della rivoluzione. Annerendo cuori
e coscienze evocando invece che l’amore tra speci, l’odio di razze.
Resistenze si ci sono. I grandi movimenti alterglobalisti, pacifisti e dei
beni comuni. Il “restiamo umani” con cui Vittorio Arrigoni ci ha illuminato
sull’esistenza di un irriducibile cui appellarsi. Il “rivolgersi al Mondo degli
scarti” come leva di liberazione di Papa Francesco.
Ma la politica appare invece morta, suicidata. Eppure essa ci manca non
possiamo dire quanto. Dietro il molock della Potenza si muovono autentici
mostri. La globalizzazione nazionalistica. La massificazione identitaria.
Incubi generati dal sonno della ragion politica. Che dovrebbe aiutarci ad
affrontare i problemi giganteschi dell’epoca nostra, quelli di una umanità che
rischia di essere breve parentesi della vita del pianeta.
Si chiamano cicli vitali naturali compromessi e sequestrati dal mercato.
Cicli demografici di un mondo dove ci sono pochi “ricchi vecchi” che vivono
della povertà dei giovani e di tanti altri vecchi e dove dovremmo saper far
vivere il meticciato contro gli stupri che subiamo dal mercato. Si chiamano
precarizzazione e nuove schiavitù di massa che caratterizzano il mercato del
lavoro globalizzato. Si chiamano onnipotenza della finanza cui ogni cosa è
permesso mentre per donne e uomini si innalzano muri per segregarli negli spazi
e nella società.
Ma la politica, che si è suicidata, può rinascere solo se si dà un
imperativo categorico, un apriori non negoziabile, il solo capace di riportarla
in vita. E questo imperativo vale per tutti e per ciascuno e cioè è politico in
quanto singolarmente e collettivamente irrinunciabile. È la rottura con la
mercificazione della vita e la militarizzazione del mondo. E’ la
riconciliazione dell’umano con il vivente. Ci dice Papa Francesco che la Chiesa
stessa non può più “accompagnare” la politica come ha sempre, e spesso
colpevolmente, fatto. Perché la politica si è suicidata. E perché l’umano per
riemergere da scarto deve resuscitare la politica ripartendo dal proprio essere
irriducibile a tornare a farsi costituente. Costituente di un nuovo Potere
della Comunità Umana, del popolo, una democrazia dell’umanità planetaria. Che
si dona la propria carta da scrivere insieme e che inizia con “ L’umanità
ripudia le guerre e dichiara illegale la povertà (e non i poveri)….”
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