GUERRA CONTRO I POVERI
di MARCO
REVELLI*
Mini vertice
UE – Africa per il problema migratorio
Prove
tecniche di ordinaria disumanità.. e nuovo colonialismo
Non troviamo
altro modo per definire nella sostanza il significato del “vertice di Parigi”.
Un’iniziativa che gronda ipocrisia nel modo con cui è presentata. E che
sancisce la vocazione dell’Europa a coniugare la propria “guerra contro i poveri”
con una forma inedita di nuovo colonialismo nei suoi contenuti. I tratti
dell’operazione sono chiari, a saper leggere dietro il velo d’ignoranza
costruito dal linguaggio diplomatico: estendere i confini dell’Europa fino alla
portata dello sguardo, così da tenere i disperati della Terra fuori dalla
nostra vista. Spostare le barriere dall’acqua alla sabbia: spariranno nel
deserto, fuori da sguardi indiscreti, anziché affondare nello stesso mare blu
delle nostre vacanze. Non li dovremo più vedere affogare quotidianamente nel
Mare Nostro, creperanno nel deserto loro. E se qualcuno dovesse sfuggire a
quella prima barriera, ci abbiamo già pensato noi, col “Codice Minniti” a
svuotare il mare da osservatori scomodi – le “famigerate” ONG – malati di
“estremismo umanitario” (sic!).
Pagheremo
profumatamente per questo. Pagheremo – anzi, già paghiamo – le milizie che
taglieggiano, torturano, stuprano e assassinano in Libia e lungo tutta la
tratta che dall’Africa subsahariana sale verso di noi. Pagheremo gli
“scafisti”, gli stessi che accusiamo di tratta degli schiavi, perché da
trasportatori di carne umana si trasformino in macellai o in custodi degli
spazi. Saranno gli stessi di prima, ma ora lavoreranno per noi.. Pagheremo i
signori della guerra che governano (si fa per dire) quei paesi: li pagheremo in
dollari, euro, oro, ma anche armi per addomesticarli ai nostri progetti. Alcuni
saranno lì, a Parigi, alla tavola dei Signori. Altri sono già stati reclutati
dai nostri emissari – servizi, mercanti di cannoni, uomini di finanza e di banca,
funzionari d’ambasciata – e stanno scritti lì, nei protocolli della Nuova
Europa, sotto dizioni immaginifiche: “sindaci libici”, capi tribù del Fezzan e
del Sahel, i gioielli che Marco Minniti porta in dote a Angela Merkel ed
Emmanuel Macron che gentilmente ringrazioano e approvano, mettendo il proprio
suggello.
Questo
stanno facendo, appunto, nell’”incontro a quattro”: approveranno l’”accordo
Italia-Libia” riesumando un morticino con la sola forza delle parole; loderanno
il “codice Minniti”, dando all’”inversione morale” che introduce il “crimine
umanitario” status continentale; benediranno l’accordo tra Minniti (ancora
lui!) e i 14 “sindaci libici” oltre ai 40 Capi-tribù del confine meridionale
libico; si impegneranno per “un’azione comune che tenti di rafforzare la
cooperazione con i Paesi d’origine (dei migranti) al fine di contrastare le
cause profonde, prevenire le partenze e migliorare la capacità di far rientrare
volontariamente i migranti clandestini nei loro paesi d’origine”, confermeranno
“la loro determinazione a contrastare i flussi migratori prima che giungano in
Libia” e si compiaceranno della cooperazione del Niger e del Ciad (i cui leader
saranno presenti al vertice insieme ai rappresentanti libici, ndr) con
l’obiettivo di affrontare le sfide della migrazione irregolare e della tratta
degli esseri umani” (così recita il documento .ufficiale preparatorio);
appoggeranno ”una maggior presenza di strutture governative nel nord del Niger
e del Ciad… rinforzando i programmi esistenti che puntano a migliorare il
controllo delle loro frontiere settentrionali con la Libia”. Naturalmente
copriranno tutto ciò con parole nobili e motivazioni politicamente corrette
auspicando che quegli insediamenti governativi possano assistere i dispersi nel
deserto (una sorta di Missione Triton di terra) e che Unhcr e Oim possano
presto istituire postazioni umanitarie in Libia…E’ questo il modo con cui
l’Europa affronta la Globalizzazione giunta ai suo terzo stadio: quello del
nuovo “confinamento”: creando frontiere politiche trans-territoriali.
Rencintando nuovi spazi oltre quelli codificati dai vecchi Stati Nazionali.
Rendendo strutturale la propria antica e sempre rinnovata vocazione coloniale
Siamo a fine
agosto, ma L’Europa di Parigi non è per nulla diversa da quella che nel luglio
del 2015 ostentò con intento pedagogico la propria disumana volontà di vendetta
contro la Grecia di Alexis Tsipras. Ancora una volta il motto “Guai ai poveri”.
*Il testo di
Marco Revelli è stato pubblicato al giornale quotidiano di SYRIZA “Avgi”,
Mercoledì 30 Agosto 2017 con il titolo: “Guerra contro i poveri”.
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