Appello:
Costruiamo convenzioni della sinistra in ogni città
Per la proporzionale e per due Sì nei
referendum sul lavoro
La vittoria
referendaria ha una portata storica. Siamo riusciti a mettere in salvo la
Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza, “la più grande conquista che
la classe operaia e il nostro popolo abbiano realizzato”. E’ una vittoria della
democrazia contro il neoliberismo. Il referendum doveva essere il plebiscito
per una leadership politica bonapartista sostenuta dal capitalismo italiano,
dalla finanza internazionale, dalla troika, da tutti i poteri forti, e da un
coro mediatico mai visto. Si è trasformato in una sconfitta clamorosa di Renzi
e del renzismo, ma soprattutto in una vittoria popolare che ha impedito una
svolta autoritaria che avrebbe segnato negativamente i prossimi decenni. A
questo risultato ha contribuito in modo rilevante il generoso impegno dei
compagni e delle compagne di Rifondazione Comunista, che ringraziamo.
La campagna
per il No ha prodotto a sinistra e nella società una diffusa riattivazione di
energie, passione civile, militanza coinvolgendo tante cittadine e cittadini,
intellettuali, associazioni, movimenti, in ogni territorio. La campagna
referendaria e lo stesso risultato dimostrano che nel nostro paese vi è
un’ampia disponibilità a ritrovarsi su una piattaforma di difesa e allargamento
della democrazia, di difesa di diritti e beni comuni, di opposizione al
neoliberismo.
Questo
patrimonio democratico non va disperso così come non va piegato alla formazione
di un soggetto politico, perché c’è bisogno in questo paese di un movimento
unitario per l’attuazione della Costituzione. Movimento unitario che
salvaguardi il risultato ottenuto, vigili rispetto a nuovi attacchi, socializzi
saperi, elabori proposte e costruisca nuove campagne: partendo dalla legge
elettorale – dove la scelta del proporzionale è quella più coerente con l’impianto
costituzionale – rilanciando la questione dell’incompatibilità tra trattati
europei e Costituzione e quella della cancellazione del pareggio di bilancio e
del fiscal compact. In questo quadro, è molto positivo che i Comitati per il No
abbiano già annunciato l’impegno a sostegno della vittoria del Si nei due
referendum contro il JOBS ACT, purtroppo azzoppati dalla Corte Costituzionale
che attraverso una sentenza politica ha impedito ai cittadini di votare per il
ripristino e l’estensione dell’articolo 18. I militanti di Rifondazione
Comunista continueranno quindi a dare il proprio contributo nell’Anpi, nei
comitati per il No, nel coordinamento per il No sociale e in tutti i luoghi di
costruzione di questo movimento unitario per l’attuazione della Costituzione.
La domanda
di rottura e cambiamento che emerge dal referendum, purtroppo non incrocia a
sinistra una soggettività adeguata che per forma e dimensioni abbia la capacità
di proporre a chi non si riconosce nel PD e nel M5S un progetto politico
credibile. E’ un problema che non riguarda solo i partiti, ma la stessa
incisività delle lotte democratiche. E’ un problema che deve essere risolto.
Per questo,
nel pieno rispetto dell’autonomia del movimento unitario che si è raccolto
attorno alla difesa e all’attuazione della Costituzione,
rivolgiamo a
tutte e tutti un appello per dar vita in ogni città e a livello nazionale a
convenzioni della sinistra, finalizzate a costruire un soggetto unitario della
sinistra antiliberista, autonoma e alternativa al PD e al Partito Socialista
Europeo, costruita in forme democratiche non verticistiche e aperte, immersa
nelle pratiche sociali e nelle esperienze di autorganizzazione, capace di
collegare e fare interloquire tra loro le diverse forme dell’impegno e le
diverse esperienze politiche, sociali, culturali, dando vita ad una
rappresentanza unitaria sul piano istituzionale. Un soggetto unitario e plurale
della sinistra antiliberista che, senza chiedere scioglimenti a chicchessia, si
presenti alle elezioni con un simbolo costante nel tempo e sia in grado di
sviluppare iniziativa su tutti i nodi politici e sociali.
Riteniamo
che questo progetto vada costruito a partire dalla valorizzazione piena di
tutte le esperienze unitarie sorte in questi anni sul territorio e che vedono nelle
liste unitarie della sinistra, nelle esperienze di Palermo e di Napoli, che
coinvolge tutte le forze politiche e sociali della sinistra, coniuga governo
della città e costruzione di un processo di partecipazione conflittuale, un
punto avanzato. Allargando lo sguardo sul piano europeo, riteniamo che
l’esperienza di Barcellona rappresenti un modello da cui trarre positivi
insegnamenti. Oltre ad una innovativa esperienza di governo cittadino, il
laboratorio catalano si caratterizza infatti per la costruzione di una
soggettività unitaria della sinistra che nascendo dal comune lavoro delle
organizzazioni sociali, culturali e politiche, dà vita al soggetto unitario in
forma plurale, senza chiedere scioglimenti o abiure ad alcuno.
Quello a cui
pensiamo è un soggetto unitario che sia capace di unire e coinvolgere chi in
questo paese lotta, si impegna, non si rassegna e di parlare a tutti coloro che
sentono il bisogno di un’alternativa. Occorre attuare una vera innovazione
delle forme con cui costruire un soggetto unitario della sinistra: nessuno dei
partiti esistenti o in formazione può pensare di rinchiudere nel proprio
perimetro la proposta unitaria e non è possibile ridurre nelle forme del
partito il pluralismo di culture politiche e pratiche concrete, perché quel
pluralismo è fattore costitutivo del campo di forze che si è riattivato.
Proponiamo
per questo di dar vita ad uno spazio attraversabile da tutte le realtà e i
singoli individui coinvolgibili in un progetto di trasformazione, di una
soggettività capace di mettere in comunicazione le diverse esperienze e i
diversi conflitti. Per questo come Rifondazione Comunista e con l’Altra Europa
abbiamo lavorato in questi anni. Auspichiamo che le reti delle “Città in
comune” e delle “Città ribelli” sviluppino iniziative e consolidino una
capacità di intervento politico a tutti i livelli, a partire dai territori con
lo spirito che ha animato le assemblee dopo il referendum che hanno visto una
partecipazione forte e plurale.
Si tratta di
costruire un soggetto che sia governato dalla democrazia, dal principio “una
testa un voto” e che declini concretamente un programma di attuazione alla
Costituzione Repubblicana, di rottura con il neoliberismo, di difesa di beni
comuni e diritti, di rinnovamento autentico del paese. Oggi questo è più
semplice di ieri perché il contrasto al liberismo, l’alternatività al Pd, la
difesa della Costituzione hanno vissuto concretamente nella campagna per il NO.
Documento approvato dal Comitato
Politico Nazionale del 14-15/1/2017
Partito della Rifondazione Comunista
Proposto da: Paolo Ferrero, Maurizio
Acerbo, Giovanna Capelli, Roberta Fantozzi, Marco Gelmini, Ezio Locatelli,
Nando Mainardi, Rosa Rinaldi, Monica Sgherri, Raffaele Tecce.
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