Smuraglia: “Non scoraggiamoci,
prepariamo la più grande campagna referendaria che sia mai stata realizzata”
Si è concluso il deposito delle firme in
Cassazione. I nostri Comitati non hanno raggiunto il numero sufficiente, pur
avendo compiuto uno sforzo notevole, contro tutto e tutti. Non ci scoraggiamo,
siamo orgogliosi e riconoscenti del lavoro che molti e molte hanno compiuto e
ci prepariamo, come ho già accennato altre volte, alla più grande campagna
referendaria “dal basso” che sia stata realizzata. Dico dal basso, perché non
potendo contare sui grandi organi di comunicazione e di “informazione” (!)
dobbiamo usare l’antico sistema del “porta a porta”, del colloquio diretto con
cittadine e cittadini; e lo faremo con coscienza, impegno e serietà. I
sostenitori del SI hanno depositato le firme sostenendo di avere superato il
livello previsto dalla legge. I controlli della Corte di Cassazione sono
previsti proprio per verificare la regolarità delle firme ed accade spesso che
molte risultino inammissibili. Staremo a vedere. In ogni caso, non cambierà
nulla, perché ciò che conta sarà la campagna che andremo a fare nei prossimi
mesi (non abbia paura il lettore, parlo di settembre e ottobre, non di agosto).
In ogni caso, un’altra stranezza è questa incertezza sulla data del referendum.
È evidente che si stanno facendo calcoli di pura convenienza; e già questo non
è bello, perché la scadenza vera dovrebbe essere quella della data che consenta
la maggior partecipazione.
Infine continuano i segnali dei “poteri
forti”: Confindustria, Coldiretti, adesso anche quella stampa internazionale
più vicina alle opinioni di chi dichiarò, tempo fa, che le Costituzioni europee
erano spostate troppo “a sinistra” e dunque bisognose di modifiche
(naturalmente a favore di soluzioni non democratiche). Che posso dire se non
che potrebbe trattarsi di segnali che, alla fine si risolveranno positivamente,
se tanti incerti e “incoscienti” si renderanno conto che la posta in gioco
riguarda anche il nostro sistema democratico e perfino il quadro economico?
Una piccola postilla. A proposito del
fallito golpe in Turchia, un commentatore scrive – su un quotidiano nazionale –
un articolo con questo titolo “Non c’è stabilità senza democrazia”.
Giustissimo. Nel caso specifico, il principio vale sia per Erdogan che per i
militari. Ma più in generale, il pensiero va a quanti sostengono che bisogna
votare SI perché questa riforma garantisce la “stabilità” (o la governabilità)
evidentemente a qualunque costo, anche sacrificando la rappresentanza, ossia,
in sostanza la democrazia. Quel titolo è dunque un ammonimento per tutti e vale
anche per il referendum, spiegando ulteriormente e in poche parole, le ragioni
del nostro NO.
Carlo Smuraglia, presidente nazionale A.N.P.I.
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