Torino –
Ezio Locatelli (Prc-Se): Confindustria non la dia a bere. Quella del Tav in
Valsusa non è crescita ma speculazione
Mistificatorio
e anche un po’ ridicolo. Parlare della Tav Torino Lione come di un investimento
per la crescita e lo sviluppo del Paese è come parlare dei cavoli a merenda.
Questo è quanto fatto dalle dodici associazioni imprenditoriali che si sono
ritrovate oggi a Torino. Fa niente se l’opera oltre che inutile, distruttiva ha
costi enormi. L’importante è farla e chi se ne frega, in questo caso, del
debito pubblico! Il motivo di fondo lo spiega bene un rappresentante di una
delle associazioni imprenditoriali presenti: “non solo gli appalti e i
subappalti del cantiere ma le stesse opere di compensazione possono essere
un’occasione di crescita per le imprese”.
Più chiari di così non si poteva essere. L’opera s’ha da fare non perché utile, necessaria – c’è già una linea ferroviaria veloce, peraltro sottoutilizzata – ma perché doppiamente conveniente per i costruttori, le imprese, i faccendieri chiamati alla realizzazione dell’opera e, al tempo stesso, alla realizzazione delle opere compensative per i danni causati.
Più chiari di così non si poteva essere. L’opera s’ha da fare non perché utile, necessaria – c’è già una linea ferroviaria veloce, peraltro sottoutilizzata – ma perché doppiamente conveniente per i costruttori, le imprese, i faccendieri chiamati alla realizzazione dell’opera e, al tempo stesso, alla realizzazione delle opere compensative per i danni causati.
E’ indecente
che in un Paese che ha intere aree terremotate, in dissesto idrogeologico,
privo di collegamenti decenti, di servizi primari, privo di politiche
industriali si continui a pensare la crescita in termini di opere speculative,
di profitti privati, di cementificazione del territorio, di riduzione dei
diritti del lavoro – un modello obsoleto – e non sulla base di investimenti in
attività ambientalmente e socialmente utili, di produzione di beni collettivi.
Signori
della Confindustria smettetela di presentarvi come gli assertori della politica
del fare. Come Rifondazione Comunista parteciperemo alla manifestazione No Tav
dell’8 dicembre non solo per ribadire la nostra ferma opposizione a un’opera
inutile e dannosa ma per chiedere un cambio radicale delle scelte politiche ed
economiche, scelte che mettano finalmente al centro l’interesse pubblico e non
quello dell’affarismo privato.
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