Elezioni e
partito: ancorare il senso di disagio e ribellione a una causa comune
di Ezio
Locatelli* -
Sono giorni
e settimane d’intenso impegno elettorale. Rifondazione Comunista, insieme ad
altre realtà associative, sociali, politiche è impegnata nella presentazione
delle liste di “potere al popolo” in una corsa contro il tempo, in particolare
per quanto riguarda la raccolta delle firme necessarie alla presentazione della
lista stessa. Eh già, la raccolta firme vale solo per chi è fuori dal
parlamento. Siamo in presenza di un sistema politico istituzionale che,
trovandosi in forte crisi di legittimità, tende a chiudersi in se stesso, a
mettere fuori gioco chi non rientra nella cerchia dei poteri dominanti.
Spezzare questo meccanismo di esclusione non è cosa di poco conto ma non per
questo vi possiamo rinunciare. Tutt’altro: dobbiamo mettercela tutta.
Le elezioni
sono e rimangono un passaggio politico importante. Attenzione però a non
mettere in secondo piano il lavoro che attiene all’organizzazione delle nostre
forze quale strumento di lotta politica. Mai dimenticare che i cambiamenti non
si producono per partenogenesi elettorale. I cambiamenti reali si producono per
capacità d’iniziativa politica e di lotta in rapporto ai movimenti ampi delle
masse, per capacità di agire il conflitto sociale, la contrapposizione tra
sfruttati e sfruttatori, per capacità di ridare impulso a una volontà
collettiva di cambiamento.
Stando così
le cose vale appieno il vecchio assunto di Antonio Gramsci secondo cui la
libertà si realizza quando diventa “libertà organizzata”, “quando gli individui
escono dalla loro solitudine e si associano”. È solo allora che la debolezza
diventa forza. Ecco perché uno dei compiti essenziali per le comuniste e i
comunisti è di lavorare sistematicamente e pazientemente a costruire questa
forza. Un lavoro controcorrente poiché è abbastanza diffusa, anche nella
cultura di sinistra, la messa in discussione del partito politico quale forma
organizzata. A me pare che questa messa in discussione, tout court, sia
funzionale allo stadio oggi raggiunto dal dominio del capitale finanziario, il
cosiddetto finanzcapitalismo, che privilegia una società liquida, il più
possibile atomizzata e dispersa, impossibilitata a esprimere – sul versante
degli sfruttati – efficienti organismi di azione collettiva, forme di
radicamento sociale e territoriale, manifestazioni estese e non effimere di
dissenso e opposizione sociale.
Noi che
siamo impegnati a costruire per contrasto sociale una diversa prospettiva
dobbiamo avere sempre presenti i problemi pratici che attengono alle forze
soggettive. Proprio per questo è importante intrecciare l’impegno elettorale e
l’iniziativa politica delle prossime settimane con l’impegno alla conduzione
della campagna di tesseramento 2018 per Rifondazione Comunista. Diamoci degli
obiettivi al rialzo, aumentiamo le adesioni e il sostegno al nostro partito
com’è stato per la campagna del 2Xmille. Facciamolo senza alcuna pretesa
totalizzante, in rapporto con tutte le forze potenzialmente o attualmente
anticapitaliste, ma facciamolo!
Quest’anno,
nel 50esimo anniversario del ’68, abbiamo scelto di connotare la tessera, con
lo slogan “ribellarsi è giusto”. Proprio cinquant’anni fa in Italia, e in tutto
il mondo, iniziava un periodo di grandi sollevazioni di masse giovanili,
operaie, popolari contro autoritarismo, ingiustizie e sfruttamento. Un periodo
di grandi lotte di liberazione e di conquiste sociali. Poi, sappiamo, sono
venuti gli anni della rivincita padronale, della guerra, della dittatura
neoliberista. Ma oggi, come allora, c’è nell’aria “un senso di vigilia”. Nella
scandalosa concentrazione di ricchezze e aumento delle disuguaglianze sociali,
nell’esaltazione delle diverse forme di sfruttamento, cova l’indignazione, la
protesta sociale, il bisogno di cambiamento. Il 2018 sarà l’anno in cui tornerà
di grande attualità l’idea che “ribellarsi è giusto” A noi cogliere questo
momento di opportunità, lavorare per ancorare il senso di disagio e di
ribellione a una causa comune.
*responsabile
organizzativo nazionale Prc-Se
Roma, 22.01.2018
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