Sole 24 ore, se il salotto buono
diventa una toilette. Prc: "Quelli di Confindustria grandi moralisti a
chiacchiere e sempre pronti a truffare e ad intascare soldi pubblici - i nostri
- a sbafo, come malviventi qualsiasi"
"Pieno
appoggio ai lavoratori e alle lavoratrici del Sole 24 ore". La presa di
posizione del Prc è netta. E non solo perché questa partita a metà tra
affari, furbetti del bilancio ed
editoria, interessa direttamente la condizione dei lavoratori. Lo scandalo
stavolta arriva proprio dal "salotto buono" di una borghesia italiana
allo sbando, che addirittura adotta gli stessi metodi del malaffare per sperare
di farla franca.
I lavoratori
sono in sciopero da e chiedono le dimissioni del direttore Napoletano. "La
vicenda è clamorosa: il Sole 24 ore ha falsificato i dati delle vendite del
quotidiano on line - sottolinea Paolo Ferrero, segretario del Prc, in una nota
- sia per avere più soldi dalla pubblicità che per avere maggiori contributi
pubblici e la procura milanese procede con dieci indagati per false
comunicazioni sociali e appropriazione indebita. Questo sono i padroni: grandi
moralisti a chiacchiere e sempre pronti a truffare e ad intascare soldi
pubblici - i nostri - a sbafo, come malviventi qualsiasi".
Intanto, il
Consiglio di amministrazione si terrà oggi alle 17. Confindustria è in
difficoltà: le banche premono perché servono 100 milioni L’ipotesi Caltagirone
è tra quelle più accreditate, ma l’editore non entrerebbe come socio di
minoranza, come prevede lo statuto dell'editrice. Caltagirone, tra l'altro, è quell'imprenditore-editore,
che ha più volte sottolineato di volersi allontanare dai contratti di lavoro
stipulati dalla Fieg, l''associazione degli imprenditori del settore
editoriale.
Roberto
Napoletano intanto ha formalizzato ieri sera con poche righe la sua
autosospensione dal ruolo di direttore responsabile del Sole 24 Ore. Dopo gli
sviluppi nell’indagine della procura milanese di venerdì scorso — dieci
indagati per false comunicazioni sociali e appropriazione indebita (Napoletano
solo per la prima ipotesi) — la redazione chiede le dimissioni tout court. Non
è solo su una questione di numero di copie gonfiate su cui sta indagando la
procura. Il fatto è che tra il 2013 e il 2016 la vendita di copie digitali
tramite la società inglese Di Source Limited ha portato entrate per 15,5
milioni di euro ma è stata compensata con uscite per 18,5. All’appello mancano
3 milioni. Ma è evidente a questo punto che l'appoggio di Boccia a Napoletano è
il risultato di una guerra interna a Confindustria senza precedenti.
"Il 5
ottobre 2016 avvisai con un esposto il collegio sindacale e la Consob della
necessità di guardare con attenzione alcune poste dello stato patrimoniale. Il
6 marzo 2017 un advisor spiegava che ci sono 19 milioni di svalutazioni",
scrive Nicola Borzi sul suo blog.
"Il 7
ottobre 2016 raccontavo in un secondo esposto al collegio sindacale e alla
Consob della Di Source, di Fleet Street News e di Filippo Beltramini, indicando
un doppio flusso finanziario da e per Il Sole 24 Ore - continua Borzi,
giornalista del Sole 24 ore - Il 10 marzo 2017 Beltramini spicca tra gli
indagati e la Di Source svetta al centro di 18,5 milioni in uscita e solo 15,5
milioni in rientro al Sole 24 Ore". "Il 17 ottobre 2016 in un
incontro con il collegio sindacale, registrato e integralmente trascritto in un
verbale di 50 pagine, citavo le decine di migliaia di copie cartacee gestite
dal gruppo Johnsons che non andavano ai clienti. L’11 marzo 2017 il Corriere
della Sera riporta virgolettandolo il proprietario di Johnsons, il quale ha
testimoniato che decine di migliaia di copie cartacee non andavano ai clienti
ma al macero e che a suggerirgli quante comprarne ogni giorno erano i vertici
aziendali del Sole 24 Ore", continua. Io sono un giornalista e un
azionista del Sole 24 Ore - conclude Borzi -. E sono orgoglioso di esserlo.
Così come sono orgoglioso di essere un whistleblower. La mia inchiesta interna,
durata sette anni trascorsi tutti sottotraccia, è confermata dalle
indagini".
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