martedì 9 settembre 2014

IL BLUFF DEL MERITO A SCUOLA: PREVISTI TAGLI DA 42 A 75 EURO AGLI STIPENDI

IL BLUFF DEL MERITO A SCUOLA: PREVISTI TAGLI DA 42 A 75 EURO AGLI STIPENDI Fonte: Il Manifesto - Autore: Roberto Ciccarelli - 09/09/2014 L’Ocse chiede all’Italia di aumen­tare la busta paga degli inse­gnanti da una media di 24 mila 316 euro (31.460 dol­lari) a 26 mila 866 euro (34.760 dol­lari). Il «patto edu­ca­tivo» pro­po­sto da Renzi taglierà invece gli sti­pendi. I conti non tor­nano nell’abolizione degli scatti di anzia­nità tra­sfor­mati in «scatti di com­pe­tenza». Nelle 136 pagine del libretto sulla «buona scuola» il governo sostiene che gli scatti inte­res­se­ranno il 66% dei docenti. Il 34%, un docente su tre, verrà giu­di­cato «imme­ri­te­vole» e non potrà rice­verli. Per l’Anief quella di Renzi è una riforma più dura di quella appro­vata dal centro-destra con Bru­netta. Quest’ultima pre­ve­deva il «merito» per il 75% dei dipen­denti pub­blici. Il centro-sinistra solo per il 66% del per­so­nale sco­la­stico, quasi il 10% in meno. Su queste basi allora immaginiamo il futuro, dopo l’assunzione dei 150 mila docenti pre­cari pre­vi­sta a set­tem­bre 2015 per i quali saranno neces­sari 4,1 miliardi di euro a regime, ancora tutti da tro­vare. Secondo la ripar­ti­zione media indi­cata nelle linee guida, il 66% di tutti i docenti sarà meri­te­vole di uno «scatto» di sti­pen­dio da 60 euro ogni tre anni. I neo-assunti dovranno attende 4–5 anni (invece di nove) per rag­giun­gere il primo «scatto». Si parla di 180 euro con­tro i 140 garan­titi dal sistema pre­ce­dente. Il governo sostiene che a fine car­riera gua­da­gne­ranno 9 mila euro netti di sti­pen­dio in più, due­mila in più rispetto a quanto avreb­bero per­ce­pito con i soli «scatti di anzianità». Que­sta cifra sarà tutta­via desti­nata solo ad un terzo dei docenti e non sem­pre alle stesse per­sone. E il rispar­mio per le casse dello Stato sarà supe­riore rispetto a quanto già rea­liz­zato oggi. Si dà infatti il caso che il portfolio di crediti e titoli di un docente «meri­te­vole» possa essere pena­liz­zato dal nucleo interno di valu­ta­zione di un isti­tuto. Dopo sei anni, e due scatti, que­sto docente può avere una brutta sor­presa. Al nono anno potrà essere sca­val­cato in clas­si­fica da uno più «meri­te­vole» di lui. Sem­pre che que­sto non accada già al terzo o al sesto anno. Il sito specializzato Orizzonte Scuola ha pub­bli­cato due simu­la­zioni curate dai docenti Anto­nello Ven­ditti e Eliana Vianello. Il primo sostiene che in nove anni ver­ranno per­ce­piti media­mente due scatti invece di tre. In 42 anni di ser­vi­zio, il docente meritevole percepirà 26 euro mensili in meno, 312 euro all’anno. Per lo Stato si ipotizza un risparmio di 200 milioni di euro annui per 650 mila docenti. La seconda simulazione riguarda i 150 mila futu­ri­bili neo-assunti. Se per­de­ranno il primo scatto dopo 4–5 anni, il loro sti­pen­dio per­derà 72 euro, 900 euro in meno all’anno. La per­dita dovrebbe restare anche nel caso in cui recu­pe­rino posi­zioni in clas­si­fica negli anni successivi. Nella scuola di Renzi essere meritevoli ha un costo per tutti. Per il governo, invece, è un altro modo per fare «spending review», dopo avere negato lo sblocco dei contratti fino al 2017. A dif­fe­renza di altre cate­go­rie del pub­blico impiego, il contratto della scuola è bloc­cato dal 2009. In quasi dieci anni i docenti ita­liani avranno rega­lato allo Stato una media di 4800 euro (stima Flc-Cgil). Nei pros­simi dieci ne lasce­ranno molti altri. Si chiama merito e fa rima con i tagli. Il bluff è il risul­tato di un pre­ciso dispo­si­tivo di governo: alla scuola viene applicato il sistema «valutare e punire». Per i docenti questo signi­fica sacri­fi­carsi in nome delle poli­ti­che di auste­rità. Resta da capire cosa acca­drà a coloro che non saranno «meri­te­voli» per legge. Le linee guida Renzi-Giannini sug­ge­ri­scono di spo­starsi nelle scuole meno com­pe­ti­tive dove il ren­di­mento è medio-basso. Que­sta mobi­lità riguar­derà i docenti «meri­te­voli» che invece ver­ranno indi­riz­zati verso gli istituti «eccellenti».L’obiettivo sembra essere quello di rafforzare le disparità territoriali, di censo e di classe tra le scuole e i docenti in tutto il paese. Sono inquietanti le pro­spet­tive che aspet­tano i docenti e i pre­cari meno pagati nei paesi Ocse, e sem­pre più poveri, all’inizio del nuovo anno sco­la­stico. L’Unicobas ha con­fer­mato lo scio­pero gene­rale il 17 set­tem­bre. I Cobas di Piero Bernocchi sciopereranno con­tro la «scuola miseria» il 10 ottobre, scen­dendo in piazza con gli studenti medi.

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