Intervista a Paolo Ferrero: «Con l’Italicum Gramsci non sarebbe eletto» Paolo Ferrero, segretario Prc: Renzi vuole il regime, la lista Tsipras lanci una manifestazione contro il governo e questa Europa. Sel oggi fa bene a fare ostruzionismo al senato. Ma prenda atto che non c’è più il centrosinistra. Quindi anche l’ipotesi su cui è nata «Renzi vuole demolire l’impianto istituzionale e costituzionale del 48 per rendere impermeabile alla società il governo del paese: non eleggibilità dei senatori, Italicum, riforma dei regolamenti. Un governo potrà fare una stangata in un mese, la società non avrà più il tempo di organizzarsi per fermarlo, come si fece con Berlusconi sull’art.18 e Dini sulle pensioni. Negli Usa il governo ha impie¬gato mesi per tro-vare un accordo sul bilancio. Qui invece… track, tagliola in Costituzione».
Paolo Ferrero oggi inaugura la nuova sede del Prc, special guest Alexis Tsipras, oggi a Roma per una conferenza stampa. La sera sarà poi alla festa di Sel, sabato all’assemblea della lista. È la famosa svolta autoritaria? È il tentativo di costruire un regime. Se lei fosse al senato che farebbe? Ostruzionismo violento e una proposta alternativa per ridurre i costi, dal taglio drastico dei parlamentari. Renzi è il fratello di Grillo, distrugge la democrazia usando gli argomenti che Grillo ha usato contro la casta. Oggi il M5S fa l’errore drammatico di mettersi a giochicchiare con il Pd. La sinistra invece dovrebbe lanciare un’altra idea di democrazia. L’ostruzionismo è quello che sta facendo Sel, non il M5S.
Sel fa benissimo. La battaglia di Sel e quella dei compagni del Pd, da Mineo a Chiti, è importantissima per la democrazia. Dopo la riforma del senato, sarà la volta dell’Italicum. Dal vostro 4 per cento dovrete raggiun-gere l’8, tanto serve ai non coalizzati per essere eletti? Intanto daremo battaglia. L’Italicum è peggio del Porcellum. Ha un premio abnorme, il ballottaggio è presidenzialismo perché riproduce il meccanismo dei sindaci e tende ad abolire le minoranze. Ci tengo a dirlo: è peggio della legge Acerbo che fece il fascismo dopo la marcia su Roma.
Con quella, Gramsci venne eletto con un Pcd’I a meno del 4 per cento, Matteotti con il Psu a meno del 6. Con la legge di Renzi, Mussolini non avrebbe avuto bisogno di ammazzare Matteotti, perché Matteotti non sarebbe stato eletto. Siamo al fascismo, anzi peggio? No, è scientificamente un’altra fase. È un governo autoritario che dà mano libera alle privatizzazioni, alle multinazionali e alle politiche neoliberiste. Ma certo è lo svuotamento della democrazia. E Berlu-sconi si è venduto Forza Italia per mantenere le aziende. Avevamo una Costituzione nata dalla Resi-stenza, ne avremo una nata dal ricatto di un premier spregiudicato su un pregiudicato. Ciò premesso, dovrete arrivare all’8%.
Dovremo costruire una sinistra alternativa a questo quadro. Io la chiamo Syriza italiana, un processo costituente. E a che punto siete? Chi si è mobilitato per le europee ha costituito i comitati, quindi l’ha vissuto come punto di partenza. All’assemblea il 19 verrà proposto un programma di mobilitazione a partire da una manifestazione con-tro il semestre europeo, e quindi contro Renzi. La lista Tsipras ha aperto uno spazio, l’intreccio fra comitati e mobilitazione è un passaggio per una soggettività che presto dovrà essere organizzata. Renzi calamita consensi, noi dobbiamo fare la nostra proposta. Diceva dei ’compagni del Pd’. Civati ha invitato Vendola, non lei nella sua nuova associazione. Perché? Lo chieda a lui. Ma tutto quello che si fa contro Renzi va bene. A Civati dico: le riforme non sono un incidente di percorso, non basta dire di no, bisogna costruire un’alternativa politica e sociale. E Renzi non è nean¬che un alleato. È un avversario. Alle regionali che farete? Sel non chiude le porte al Pd.
Lo vedo. Ma se riusciamo a costruire presto un soggetto autonomo e alternativo, questo soggetto potrà decidere. Se non si fa nulla e le regionali registrano le differenze di sempre, temo che le regionali pos¬sano diventare la tomba di un progetto possibile. Le fuo¬riu¬scite da Sel verso Renzi aiu¬tano, a suo parere, la costi¬tuente di cui parla? Chi esce da Sel dice: è finita la fase del condizionamento a sinistra del centrosinistra. Il centrosinistra non c’è più. Analisi che del resto lei fa da anni.
Quella fase è davvero chiusa. Naturalmente sbaglia chi va nel Pd, Renzi non c’entra più niente con la sinistra. Ma l’ipotesi su cui è nata Sel è in crisi, e da questa situazione nuova si può costruire una sini-stra in termini diversi da prima. Al netto di quello che abbiamo fatto in questi anni. Chi dice no all’approdo di Gennaro Migliore dovrebbe trovare naturale la costruzione di una nuova sinistra europea. Il cui elemento chiaro è: stare fuori dal recinto dell’Europa ademocratica costruito da popolari e socialisti.
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