mercoledì 15 gennaio 2014

TUTTI (O QUASI) UNITI CONTRO LA SENTENZA DELLA CORTE, IL PROPORZIONALE E LA COSTITUZIONE


TUTTI (O QUASI) UNITI CONTRO LA SENTENZA DELLA CORTE, IL PROPORZIONALE E LA COSTITUZIONE




Le motivazioni della decisione della Corte sono di straordinaria importanza perchè, dopo anni di violazioni dell'impianto costituzionale, finalmente ribadiscono i fondamentali della concezione della formazione della rappresentanza (e, quindi, delle leggi elettorali, demandate ai legislatori, ma nel rispetto dell'impianto costituzionale).

Sia detto per inciso, a proposito, che suona indegna l'ipocrisia delle forze politiche parlamentari (a cominciare dal Pd e, di conseguenza, da Sel) che fingono che la decisione della Corte Costituzionale non vi sia stata e si arrovellano, per pura convenienza personale, di gruppo o di partito, nel proporre leggi ancor più bipolari/maggioritarie. Gramscianamente, si tratta di sovversivismo per nome e per conto di Confindustria e poteri finanziari che soffrono la Costituzione come impaccio. La Corte è stata chiarissima: l'abnorme premio di maggioranza "è foriero di una eccessiva sovrarappresentazione della lista, in quanto consente ad una di esse che abbia ottenuto un numero di voti anche relativamente esiguo di acquisire la maggioranza assoluta dei seggi". Dichiarando, quindi, l'incostituzionalità in base all'art.3 della Costituzione, la Corte esplicitamente afferma che viene compromessa la "compatibilità con il principio di eguaglianza di voto". Esistono, quindi, come da vent'anni sosteniamo, voti dimezzati, di serie b. Un risultato incompatibile con l'impianto costituzionale, un'alterazione profonda dello Stato di diritto. Cosi come è preciso il giudizio della Corte sulle"liste bloccate". Sono incostituzionali le liste "lunghe", in cui l'elettore non può riconoscere chi vota. La Corte ritiene che sia ammissibile solo una lista così esigua numericamente da garantire "l'effettiva conoscibilità dei candidati e, con essa, l'effettività della scelta e della libertà di voto".

La sentenza è chiarissima. Si può andare immediatamente al voto con il proporzionale puro e almeno un voto di preferenza. Ma il sistema politico ha deciso di navigare nel sovversivismo. A partire dal Presidente della Repubblica, che dovrebbe essere garante ed è, invece, il primo a dichiarare, travolgendo poteri e funzioni del capo dello Stato, che sarebbe drammatico "tornare al proporzionale": seguono Renzi ei suoi accoliti che disinvoltamente, in nome della modernizzazione, negano la concezione stessa della repubblica parlamentare.

Purtroppo siamo alla metafora della priorità assoluta della "governabilità" (peraltro presunta) sulla formazione della rappresentanza democratica. Da Veltroni a Renzi. Le esigenze politiche personali, di gruppo (di partito, quando va bene) di Berlusconi, Alfano, Renzi, abbattono ogni ineludibile bilancio autocritico, vero, serio su vent'anni di bipolarismo maggioritario. L'importante, per costoro, è continuare a tagliare dal Parlamento ogni raggruppamento critico, anticapitalista, comunista.

Nel merito (approfondiremo nei prossimi giorni seguendo la discussione parlamentare) non vi è dubbio che le proposte ufficialmente formulate da Renzi siano contrarie alla decisione della Corte Costituzionale, perchè basate su meccanismi ultramaggioritari tecnicamente diversi, ma politicamente anche peggiori del porcellum. Ci impegneremo, quindi, in una battaglia di democrazia e per lo Stato di diritto.

Non è un impegno di tecnica giuridica. E'un impegno di libertà.

Giovanni Russo Spena

Nessun commento:

Grazie per le visite!
banda http://www.adelebox.it/