Brancaccio
sul Sole 24ore: "La domanda interna é strategica"
Dilemma
italiano. Siamo all’ultimo minuto della recessione o stiamo sperimentando il
primo istante della ripresa? Al gioco di società dell’estate – iniziato quando
sono comparsi alcuni indicatori con il segno più dopo una lunga litania noir di
numeri ultrarecessivi – Eurostat, con il suo Pil
a -0,2%, ha aggiunto un altro argomento di discussione. In particolare per gli
economisti. I quali non sono dei cartomanti o degli aruspici. Ma, soprattutto
quando sono abituati a sporcarsi le mani con la realtà, possono formulare una
serie di ipotesi di lavoro sul punto in cui si trova la notte dell’economia
italiana. Sì, perché il -0,2% del Pil nel secondo trimestre, calcolato
da Eurostat, rappresenta una bella sfida
interpretativa [...]
[...]
La dinamica economia-società, mercati esteri-domanda interna va vagliata con
attenzione. «La nostra storia industriale – sottolinea Emiliano Brancaccio,
economista di ispirazione marxista e postkeynesiana dell’università del Sannio
– è quella di un Paese orientato ai mercati stranieri. Tuttavia, oggi il nostro
grado di apertura è relativamente minore rispetto ad altre realtà: secondo Eurostat in Italia il rapporto fra export e
Pil
è pari al 30,2%, mentre in Germania vale il 51%». Dunque, per quanto il fattore
dell’export sia importante, la componente della domanda interna è
strutturalmente strategica. «Nella domanda interna – osserva Brancaccio – conta
non poco la capacità di generare reddito e di spendere delle singole persone.
Un problema non irrilevante, a questo punto, è la disoccupazione. Per ridurre
apprezzabilmente la quale ci vorrebbe una crescita del Pil
non inferiore all’1,5 per cento. Un miraggio, oggi» [...]
Tratto
da Paolo Bricco, “Un refolo dalla domanda interna” , Il Sole 24 Ore, 15 agosto
2013
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