lunedì 15 novembre 2010

INTERVISTA A CESARE SALVI PORTAVOCE FDS






Intervista a Cesare Salvi


Otto domande al portavoce della




Federazione della Sinistra




Verso il primo congresso



Cesare Salvi, presidente di Socialismo 2000, da maggio è il nuovo portavoce della Federazione della Sinistra. Lo abbiamo sentito per farci spiegare come questo nuovo soggetto politico si appresta ad affrontare il primo congresso e con quali campagne, quali contenuti e quali idee forza intende interpretare il proprio ruolo nel contesto di profonda crisi economica e di macelleria sociale in atto.




1) La Federazione della Sinistra, un progetto nato già un anno fa con l’obiettivo di rompere una storia a sinistra fatta di scissioni. Un messaggio di unità fra soggetti diversi, politicamente molto forte, per qualche detrattore invece un ritorno alla Sinistra Arcobaleno.




La Sinistra Arcobaleno non c’entra niente. Quello fu un cartello elettorale, nato all’ultimo momento a seguito della famigerata separazione consensuale tra Veltroni e Bertinotti, che per di più prevedeva una rinuncia ai simboli della tradizione, senza alcuna motivazione (almeno esplicita) di questa scelta.La Federazione della Sinistra nasce invece (anche se, secondo me, più faticosamente e lentamente del dovuto) sulla base di due presupposti: in primo luogo non rompere con la tradizione, la storia, l’identità delle forze che ne fanno parte; in secondo luogo nella ricerca delle ragioni dell’unità sui contenuti, nel rispetto delle diverse identità.Il documento congressuale è molto impegnato in questo senso: l’unità è costruita sulla base della condivisione del giudizio sul capitalismo e dei contenuti politici e programmatici.



2) In questi anni la sinistra ha perso la propria identità e credibilità, anche per aver dismesso un patrimonio teorico ed ideologico. Quali sono i temi qualificanti per presentarci e dire: “Noi siamo questo, questa è la Federazione della sinistra”?



Dal punto di vista teorico a me pare molto importante il giudizio comune sulla critica del capitalismo e l’obiettivo di un diverso sistema economico e sociale. La crisi in atto dimostra l’attualità di molti aspetti del pensiero di Marx, a partire dalla contraddizione tra capitale e lavoro. Il capitalismo occidentale reagisce alla crisi con un’ulteriore accentuazione della logica neo liberista, e ciò si presenta con il suo volto più becero e aggressivo in Italia. Acquistano invece peso crescente, sullo scenario mondiale, progetti di segno diverso: dalla peculiare forma di capitalismo di Stato propria della Cina, al tentativo, in America Latina, di affermare un altro modello all’insegna del Socialismo del XXI secolo.In Italia la Federazione della Sinistra fa quindi riferimento, io credo, sia alla critica tradizionale del capitalismo, sia ai progetti che in altri luoghi del mondo sono in campo per affermare l’idea di un governo democratico e sociale dei processi economici. In questo quadro, nel nostro Continente, i punti di riferimento sono le soggettività politiche che, in forme e secondo modalità differenti, sulla base della storia di ciascuno di essi, si pongono - e spesso con esiti elettorali particolarmente buoni - sul terreno che possiamo chiamare per brevità della sinistra di alternativa.Tutti questi soggetti politici europei si pongono, in forme diverse, l’esigenza di unire chi ha un punto di vista comune sulle questioni fondamentali. La Federazione si propone lo stesso obiettivo per l’Italia.




3) Il congresso è ormai alle porte ed il regolamento prefigura tempi stretti, solo due livelli di partecipazione (territoriale e nazionale) e la scelta dei delegati al nazionale per quote. Potevamo forse aspettarci un percorso più partecipato?




Sarebbe stato certamente preferibile un percorso più partecipato. Alla scelta del Congresso leggero hanno concorso fattori diversi; alcuni sono imputabili a noi stessi, a cominciare da un persistente eccesso di divisioni.Ma il dato fondamentale è stato l’aggravarsi della crisi economica e sociale e il rischio di una precipitazione della crisi politica. L’importante ora è che il Congresso nazionale delinei con chiarezza il profilo unitario, ideale, politico e sociale, della Federazione, e si dia uno Statuto basato sui principi della democrazia e della partecipazione.




4) Il documento è ricco di spunti che parlano di temi vivi, come quello della crisi. In che modo l’appuntamento congressuale proverà ad intrecciarsi con la crisi economica che oggi rappresenta l’occasione per i padroni ed il governo per provare a cambiare la Costituzione calpestando i diritti dei lavoratori?




Padroni e governo stanno approfittando della crisi economica per dare il colpo di grazia definitivo ai fondamentali principi costituzionali, a cominciare da quelli che garantiscono i diritti dei lavoratori.L’offensiva è esplicita: ai fatti concludenti (dei quali il più grave certamente è l’attacco alla logica stessa del contratto nazionale di lavoro) si accompagna l’offensiva ideologica contro la nostra Costituzione e in particolare contro l’art. 41, che pone all’iniziativa economica privata i limiti dell’utilità sociale e della sicurezza, dignità e libertà della persona.Nel quadro di una Unione Europea che nel suo insieme sta scegliendo la via sbagliata del liberismo e dei tagli sociali, l’atteggiamento del governo italiano ha una sua aggressiva peculiarità, che conferma lo slittamento di interi settori delle classi dirigenti verso becere posizioni di destra estrema.Nella Germania della signora Merkel nessuno si sogna di mettere in discussione il diritto di sciopero o di attaccare la Costituzione tedesca, che contiene principi molto simili a quelli della Costituzione italiana.E’ evidente quindi che il Congresso della Federazione non può essere nemmeno pensabile al di fuori di questo contesto e della nostra presenza in tutti i luoghi nei quali si esprime la contestazione a queste politiche.




5) Nei partiti e movimenti che compongono la Federazione rispetto alla Cgil ci sono orientamenti diversi. Inoltre c’è anche chi guarda ai sindacati di base. E’ possibile mettere in connessione queste diversità e al tempo stesso sostenere l’importante battaglia della Fiom?




Non credo che un soggetto politico come la Federazione debba riproporre superati collateralismi con questa o quella parte del mondo sindacale. Decisivi sono i contenuti, non gli schieramenti. Per questo tutti noi (e francamente non ho avvertito nessuna differenza interna) siamo senza riserve accanto alla Fiom nella sua battaglia che è per i lavoratori ma anche per la democrazia e la Costituzione.




6) Nel paese c’è ancora chi non si fa risucchiare dal vortice di passivizzazione in atto, perché a Pomigliano non c’è stato il plebiscito di sì che in tanti si aspettavano, perché si sono raggiunti risultati strepitosi nella raccolta firme sull’acqua, perché c’è il 16 ottobre della Fiom.




Sì, c’è un’Italia che non si piega, c’è un’Italia che pensa e agisce in direzione ostinata e contraria rispetto agli indirizzi prevalenti. Ed è un’Italia molto più ampia di quella che noi stessi immaginiamo. Ciò da un lato mostra lo scarto tra le nostre forze attuali e questa realtà, ma dà anche la speranza , con il lavoro lungo e tenace che è necessario, di trovare consonanze sempre maggiori tra le nostre idee e proposte politiche e settori diffusi dei ceti popolari, dei giovani, dei mondi del sapere.Dipenderà molto da noi se sapremo aprirci e interloquire con queste realtà o chiuderci in controversie intestine o resistenze burocratiche.




7) La maggioranza ha ormai delle crepe profonde. Elezioni o meno, si pone certamente la necessità sempre più forte di tornare a parlare di alleanze per mandare a casa questo governo che ogni giorno prova a smantellare la Costituzione e le conquiste ottenute con anni di lotte.




La proposta che la Federazione della Sinistra ha avanzato, costruire subito un’alleanza democratica per la Costituzione, mi pare la risposta a questa domanda. Le posizioni della maggioranza del Pd, confermate nel dibattito che ho avuto con Bersani alla prima Festa nazionale della Federazione, mi sembrano positive.Naturalmente, quella che noi chiamiamo la linea dei due cerchi (quello del governo e quello dell’alleanza elettorale), che io condivido, va gestita con attenzione. E’ chiaro che non possiamo disinteressarci, anzi dobbiamo essere parte attiva, nel definire i contenuti programmatici, soprattutto per quanto riguarda le questioni sociali. Bisogna anche tener conto dell’attuale legge elettorale, se non sarà cambiata prima del voto. Essa prevede, come si sa, che le liste per collegarsi devono presentare un programma comune e il nome di un candidato comune alla guida del governo. Una ragione in più per segnalare che la nostra presenza nell’alleanza democratica non potrà essere passiva.






8) Infine, l’unità a sinistra. A sinistra del Pd vivono progetti politici differenti. E’ possibile mettere al lavoro insieme su alcuni temi almeno le forze principali, la Federazione e Sel?




Credo che sia necessario insistere per costruire l’unità possibile a sinistra, anzitutto con Sel. I progetti politici sono chiaramente differenti, e non bisogna fare pasticci. Ma la domanda di unità a sinistra, sempre più diffusa tra i cittadini e tra i lavoratori, merita una risposta positiva.In questo momento Sel sembra molto più attenta alle dinamiche interne al centrosinistra che all’esigenza di costruire un polo di sinistra. Ciò non ci esime dal porre il tema dell’unità a sinistra, che riguarda del resto anche altre forze politiche di sinistra e soprattutto quella sinistra diffusa, che spesso si articola sul territorio in realtà associative diffidenti verso la politica dei partiti, della quale abbiamo parlato prima.

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