sabato 27 novembre 2010

DOM. 28 NOVEMBRE SOSTIENI “LIBERAZIONE” IN EDICOLA A €.25



Settimane cruciali per Liberazione

di Dino Greco

Quelle che ci attendono sono settimane cruciali per il destino del nostro giornale. Dico per Liberazione, perché lì batte il nostro cuore ma, più in generale, per il futuro dell'informazione libera e indipendente. Dunque per un pezzo rilevante della democrazia del Paese, sottoposta ad una devastante percussione demolitrice.
Sappiamo tutti che il governo coltiva l'insana intenzione di tagliare i fondi destinati al finanziamento pubblico dei giornali di partito, di idee e cooperativi e a decine di emittenti radiofoniche. Sappiamo che lo fa in malafede, usando l'argomento, non privo di una certa popolarità, secondo cui è il pubblico, sono i lettori, a decidere cosa deve andare in edicola e cosa no, per cui ogni ulteriore foraggiamento da parte dei contribuenti corrisponderebbe ad un'indebita sottrazione di risorse alle casse dello Stato. I furbissimi ed interessati sostenitori di questa tesi nascondono il fatto che la pubblicità, vitale per qualsiasi foglio, è monopolio privato di poche agenzie di raccolta, legate mani e piedi ad un numero esiguo di testate. E che il tanto celebrato "libero mercato" è in realtà drogato. E' poi universalmente noto (o almeno lo era quando le sinapsi della gente funzionavano meglio) che i poteri forti dispongono di mezzi economici tali da rendere per se stessi del tutto trascurabile qualsiasi intervento pubblico. Sono le piccole testate, quelle spesso osteggiate dal potere perché ne svelano soprusi e misfatti a rischiare l'oscuramento.
Ma la democrazia, per rimanere tale e non trasformarsi in un simulacro, ha un bisogno vitale del pluralismo. Se questo è vero per la rappresentanza politica istituzionale, vale - non di meno e forse di più - per l'informazione. Perché se questa è uniforme e omologata, se il giornalismo embedded satura tutto il campo, allora il mondo virtuale cancella quello reale ed ogni manipolazione delle coscienze diventa possibile: il potere costituito, in una realtà sterilizzata da ogni anticorpo, si riproduce tal quale. E i suoi vizi, trasfigurati dalla propaganda, possono persino essere contrabbandati per virtù. Dunque daremo battaglia - con ogni strumento lecito - perché questo fosco scenario non si materializzi. Poi è vera anche un'altra cosa e voi lo avete ben capito: il finanziamento pubblico, anche nella migliore delle eventualità, non basta. Servono altre risorse che tocca alla nostra comunità assicurare. Ebbene, dallo scorso luglio si sta verificando qualcosa di molto importante e per qualcuno persino di inaspettato.
Le compagne ed i compagni, le lettrici ed i lettori di Liberazione hanno avvertito la gravità del pericolo e si sono mobilitati, con una generosità ed una intelligenza della situazione che lasciano ben sperare. Così è decollata la corsa agli abbonamenti (abbiamo superato quota 800) e alla sottoscrizione. Tuttavia, non ovunque la reattività è stata la stessa, sicchè esistono zone "grige" e ampi margini per un ulteriore balzo che ci consenta di toccare i 1000 abbonamenti entro la fine dell'anno.
E' andata molto bene, decisamente oltre ogni ottimistica previsione, l'asta delle opere di 105 artisti che hanno voluto devolvere l'intero incasso a Liberazione, segno che l'interesse che suscitiamo, anche fuori dal nostro tradizionale perimetro politico, è più ampio di quanto noi stessi abbiamo percezione. Le controcopertine nelle quali da quasi tre mesi ospitiamo contributi di rappresentanti di movimenti, soggetti collettivi, intellettuali, esponenti del mondo dello spettacolo, espressioni di parti fra le più vitali della società civile, dicono che l'eventualità di una scomparsa di Liberazione dal panorama editoriale sarebbe un danno serio, percepito come tale da tanti che nel nostro quotidiano racconto trovano l'eco robusta delle loro battaglie e delle loro passioni. Esserne consapevoli significa raccogliere la sfida e portarla sino in fondo, senza farsi intimorire dalle difficoltà e dagli ostacoli, anche quando questi paiono insuperabili. Non so quante dovremo inventarne e quante tentarne. So che non ne trascureremo alcuna.
Domenica 28 novembre, ad esempio, troverete in edicola un giornale molto più grande. Perché il nostro foglio tradizionale conterrà un inserto speciale di 28 pagine, interamente dedicate alla satira nella politica, in Italia, vista da sinistra, dall'ottocento sino ai giorni nostri. Si chiamerà Compagna satira. Non vogliamo anticiparvi troppo, per lasciare intatta la curiosità e il gusto della srpresa. Basti dirvi che troverete una gustosissima antologia delle vignette più graffianti, corredate da schede, testi che ne illuminano il contesto storico e politico, oltre a interviste di alcuni fra i più importanti autori viventi. Un numero unico, per ridere e per pensare. E da conservare. Quel giorno Liberazione costerà 25 euro. Una cifra importante. E anche dura da sostenere. Superfluo sottolineare che ci aspettiamo molto, moltissimo dalle vendite. Sarà un altro modo per confermare che siamo qui, in piedi, malgrado tutto. Per continuare a combattere. E per durare.

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