mercoledì 18 febbraio 2009

SABATO 21 FEBBRAIO 2009 - ORE 14.30 P.TA VENEZIA - MANIFESTAZIONE CONTRO RAZZISMO PER DIFESA COSTITUZIONE



CONTRO IL DISEGNO DI LEGGE SULLA SICUREZZA, IL RAZZISMO E PER LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE, SABATO 21 FEBBRAIO ORE 14.30 DA PORTA VENEZIA PARTIRÀ UNA MANIFESTAZIONE PER LE VIE DI MILANO.

PRC VIMO





Classi omogenee (per età o uscita da scuola). Le proteste di Sdl e Cgil, il Comune: nulla di ufficiale

Milano, riforma Gelmini alle materne
Maestra unica e divisioni di classe

Claudio Jampaglia
Milano


Da dove potrebbe cominciare un Comune a risparmiare davanti alla crisi? Dall'asilo. Non è una battuta ma il senso della riorganizzazione per le 170 scuole materne di Milano che sta gettando nel panico le circa 3mila maestre, mentre i genitori ancora non sanno nulla. Perché d'ufficiale ovviamente non c'è niente. Ma la macchina della "riorganizzazione" gira a pieno regime. Le prime riunioni dei servizi in Comune, l'informativa ai collegi - e quindi alle insegnanti - il nuovo modello orario già varato e adesso arriverà la protesta dei sindacati per stanare il Comune. Sdl sta già volantinando e nei prossimi giorni arriverà anche la Cgil, in attesa di essere ricevuta con Cisl-Uil a Palazzo dall'assessora Mariolina Moioli, la distruttrice. Non c'è servizio che l'assessora - molto vicina alla sindaca - non abbia depotenziato, tagliato o chiuso. Ora tocca a bambini, genitori e soprattutto alle maestre. E come? Applicando la riforma Gelmini in salsa milanese: maestre uniche e classi omogenee. Come tornare indietro di un trentennio.
Attualmente le maestre per sezione (classe) sono due, per 5 ore al giorno. Si separano per l'entrata e l'uscita (a turno), ma il resto del tempo lavorano insieme, scrivono un progetto educativo con laboratori, attività, un percorso che ha un senso complessivo e specifico per le età, le abilità, gli obiettivi pedagogici. Una cosa seria. Molto seria. Pensata. Studiata. E chi non lo capisce non l'ha vissuto. Certo, con 25 bambini dai 3 ai 5 anni è sempre più difficile anche in due. Ma avete presente con una sola maestra? Si perché dall'anno prossimo, le indiscrezioni dicono che si andrà verso la maestra prevalente e che il numero degli alunni per classe potrebbe aumentare. Facciamo l'esempio che è stato fatto alle insegnanti, riportatoci dai sindacati: in una scuola di cinque classi e 11 educatrici, 5 maestre andranno in sezione con orario 8-14 (insegnante prevalente), 2 educatrici dalle 10:30 alle 16:30 (per i "progetti" educativi di tutte e 5 le classi), 2 educatrici andranno in chiusura con orario 12-18 e 2 educatrici diventeranno "Dotazione Organica Aggiuntiva" e gireranno come trottole su tutte le materne di zona per coprire eventuali assenze in organico.
Ora, cosa fa un'educatrice da sola con 26 bambini? Niente laboratori, lavori in gruppi, uscite, interclasse. E la pipì si dovrà fare tutti insieme? E come farà a occuparsi contemporaneamente delle relazioni tra i piccoli (disciplina compresa), della progettualità comune e di quella di ciascun bambino? Non lo farà. E forse non interessa che lo faccia, anche se il vero motivo di tutta questa storia è risparmiare. Sulle sostituzioni, sulla malattia. Sul lavoro. «Se si confermerà l'impianto non ci sarà nessuna codificazione per le sostituzioni - commenta Mariangela Saggese di Sdl - come nessuna certezza educativa per i portatori di disabilità... Siamo alla dequalificazione a dir poco delle scuola d'infanzia ed è solo l'inizio purtroppo. Perché con l'iscrizione dei bambini di 2 anni e mezzo alle materne si punta anche allo svuotamento dei nidi e lì ne vedremo delle belle».
E così mentre la sindaca Letizia Moratti riceve il premio "Nomade 2009" dallo storico gruppo di "Dio è morto" (ebbene sì, avete letto bene i Nomadi premiano Moratti "per la solidarietà verso il prossimo", un'allucinazione), i sindacati si preparano a volantinaggi, assemblee (settimana scorsa erano in 700 in Camera del Lavoro), per evitare che il tutto si concretizzi in piena estate. In Comune però varano le contromisure. Tutte falsità. E' una riorganizzazione pensata per le famiglie. E ci tengono a far sapere, nei corridoi, che Csil e Uil "avrebbero già firmato, non fosse per la Cgil". La Cisl ha smentito. Si vedrà. Intanto le maestre si organizzano: «Credo non ci siano insegnanti che vogliano tornare a essere "la maestra della castagna" o "della pallina di carta crespa" con bambini seduti tutti il giorno a disegnare... ci siamo formate, abbiamo costruito una professionalità e una storia educativa che è insensato svilire, non abbiamo nessuna intenzione di tornare indietro», spiega Tatiana Cazzaniga della Cgil Funzione pubblica.
E i genitori? Non cambierà niente. Continuano a ripetere in Comune. Intanto cambiano gli orari. Quelli nuovi prevedono tre fasce: 8-13.30 (col pranzo), 8-16.30, 8-18. Ci si iscrive a una e stop. Niente più prescuola e doposcuola. Un'ora di entrata e l'uscita di "classe". Quella dei "ricchi": mamme casalinghe o famiglie con supernonni e baby-sitter fisse. Quella "media": impiegati flessibili e nonni e baby-sitter a mezzo tempo. Quella dei "poverelli" che non hanno alternative a causa degli orari di lavoro. Il tutto aggravato dal ritorno del criterio di omogeneità per classe: per orario di frequentazione o per età. Cosa è peggio? Difficile scegliere. Ciliegina finale: il bambino potrà stare assente per più di un mese soltanto per comprovata malattia. Altrimenti "raus", via da scuola. Così si risparmiano posti per chi ne ha davvero bisogno e si educano i bambini a non fare i fannulloni.
Peggio della Gelmini. Anche perché l'Italia ha una sola eccellenza educativa in Europa, le materne. Queste materne. E ci vuole un grande odio per l'insegnamento, la cultura, il servizio pubblico per volerle smantellare. A meno che il progetto sia "più ignoranza per tutti". Allora tutto si spiegherebbe.

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