lunedì 23 febbraio 2009

Campagna per il tesseramento del 2009 al Prc .


La situazione che stiamo vivendo, è eccezionale e non può che essere affrontata come tale.

In primo luogo vi è la drammaticità della crisi economica.

Berlusconi dopo aver sostenuto che con un po' di ottimismo si sarebbe risolto tutto, oggi si dice "molto preoccupato". Naturalmente ciò non significa che i provvedimenti che il governo sta prendendo siano adeguati.

Anzi.

A fronte di un aumento enorme della cassa integrazione, della cessazione del contratto di lavoro per centinaia di migliaia di lavoratori precari, non si vede all'orizzonte alcun intervento serio che non sia il solito contributo, attraverso la rottamazione, per l'industria automobilistica.

Alla drammatica situazione di numerose famiglie che si trovano a dover fare i conti con un proprio componente che perde il lavoro o che va in cassa integrazione, non viene dato alcun aiuto.

Ai giovani precari viene negata qualsiasi prospettiva che non sia quella di svolgere - nella migliore delle ipotesi - lavori saltuari.

Mentre avviene tutto questo abbiamo una "opposizione" parlamentare inesistente.

Il Partito Democratico, diviso su tutto, non va al di là di qualche critica, ma non organizza nel Paese e in Parlamento una opposizione degna di questo nome.

D'altra parte come potrebbe farlo visto che in questi anni ha spesso sostenuto quei provvedimenti economici che sono all'origine della crisi e cioè privatizzazioni, precarizzazione del lavoro e contenimento dei salari?

Ma anche Di Pietro sulla crisi non alza la voce.

Anche per lui, come per il Pd, sembra valere la regola che si può parlar male di Berlusconi, ma, quando ci sono di mezzo i padroni e la Confindustria, è meglio tacere.

La partita tuttavia è aperta perché, come si è visto dallo sciopero di venerdì 13 febbraio, vi è una reazione del mondo del lavoro forte e combattiva e vi è un impegno non solo di alcune categorie del sindacalismo di base a sostenerla, ma di tutta la Cgil.

In secondo luogo siamo già entrati in una importantissima campagna elettorale.

Ci andiamo con una legge elettorale voluta dal Partito Democratico e votata da tutti i partiti presenti in Parlamento, Italia dei Valori compresa, che introduce una soglia di sbarramento del quattro per cento.

Il PD che in passato aveva criticato Berlusconi per aver cambiato all'ultimo momento la legge elettorale per ricavarne un vantaggio di parte, si è comportato esattamente nello stesso modo pensando di ridurre per questa via proprio calo di consensi.

Non ci riusciranno. Rifondazione Comunista supererà la soglia perché la netta impressione che si percepisce è che questa volta il voto utile sarà "alla rovescia".

Questa volta, poiché non si vota per il governo del Paese, non c'è lo spauracchio di Berlusconi.

La Sinistra debole, come si è visto in questi mesi, determina un Pd sempre più centrista e priva di rappresentanza il mondo del lavoro più combattivo.

Quello che era in piazza venerdì 13 febbraio, per intenderci.

Inoltre questa volta non ci presenteremo agli elettori con un simbolo sconosciuto e un programma indefinito, come avvenne il 13 e 14 aprile scorsi.

Come ha deciso infatti la Direzione Nazionale PRC, ci proponiamo di costruire una convergenza con le altre forze comuniste, anticapitaliste, di movimento, sulla base di un programma nettamente di sinistra, che abbia come sbocco naturale la collocazione nella SINISTRA EUROPEA e nel gruppo del GUE al Parlamento europeo, a partire dalla presentazione del simbolo di Rifondazione Comunista.

Sono questi i motivi che ci spingono a sollecitare l'iscrizione al Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea.



PRC VIMO

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