Rifondazione: Stellantis, l’ad chiede ulteriori incentivi senza prospettive, altrimenti procede con gli smantellamenti degli impianti produttivi
Carlos Tavares, l’amministratore delegato di Stellantis
minaccia neanche tanto velatamente di continuare sulla strada del
progressivo smantellamento degli stabilimenti italiani già gravemente
messi in crisi dalla riduzione delle produzioni e delle maestranze
spinte all’uscita, dall’assenza di prospettive e dagli incentivi, uso
massiccio della cassa integrazione, mancanza di certezze sul piano
industriale e sui modelli.
Col ricatto occupazionale e produttivo, la paventata chiusura di
Mirafiori e Pomigliano, l’ad pretende un aumento delle risorse pubbliche
per incentivi all’acquisto, senza impegni veri sul futuro del gruppo in
Italia. Ancora una volta si scaricano sullo Stato le responsabilità dei
disastrosi ritardi dell’industria dell’auto europea e italiana in
particolare rispetto all’emergenza climatica e la crisi di un
capitalismo che in tutta Europa per sopravvivere gioca sulla
competizione tra gli Stati che il neoliberismo imperante ha ridotto a
“camerieri del re”.
Come commentare altrimenti le fanfaronate di un ministro che si dice
disposto a entrare nel capitale di Stellantis mentre il suo governo
dichiara di mettere soldi pubblici nell’Ilva per riconsegnarla al più
presto possibile ai privati; quando per raccattare 20 miliardi vengono
svendute quote di aziende strategiche perfino sul piano della sicurezza
nazionale.
La sudditanza alla religione del mercato è tale che ci si rifiuta di
comprendere come gli incentivi, senza un forte ruolo dello stato nella
gestione e nelle politiche industriali, non determinano risultati in
termini produttivi e occupazionali.
Oltretutto è noto che gli incentivi finiscono per l’80% in auto non prodotte in Italia.
Basta solo soldi a pioggia. Si investano le risorse necessarie per
entrare nel capitale di Stellantis, come ha fatto il governo francese,
unica strada per fermare la fuga delle produzioni all’estero e salvare
un settore strategico per l’industria nazionale.
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea
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