I nostri compiti.
Documento approvato dalla Direzione Nazionale dell’8 aprile 2018
L’arresto
del compagno Lula rappresenta la continuazione del golpe mediatico-giudiziario
che ha portato alla destituzione della legittima presidente Dilma Rousseff. Nel
paese che ha dato vita al Foro Sociale Mondiale da cui si diffuse in tutto il
pianeta l’urgenza di un altro mondo possibile si consuma un ennesimo passaggio
dell’attacco del capitalismo neoliberista alla democrazia e alle conquiste popolari.
In Medio
Oriente Erdogan e Netanyahu, con la complicità della comunità internazionale,
massacrano curdi e palestinesi.
In Europa
gli scioperi francesi contro la privatizzazione delle ferrovie e dei servizi
pubblici rappresentano il momento più alto di resistenza e opposizione sociale
alle politiche neoliberiste condivise dalle classi dirigenti pur delegittimate
dei paesi UE.
In questo
quadro occorre lavorare per il rafforzamento della sinistra antiliberista e
anticapitalista che in Europa si oppone alle politiche di austerity, ai
trattati UE, alla NATO, alle logiche neocoloniali e di guerra.
La crisi di
legittimazione delle classi dirigenti che hanno condiviso e condividono
l’agenda neoliberista in Europa, l’ossessiva riproposizione di politiche che
accrescono le disuguaglianze, l’avanzata di destre xenofobe e razziste che si
presentano come antisistemiche, la bancarotta dei partiti ex-socialdemocratici,
pongono alle sinistre radicali e popolari la responsabilità di costruire
un’alternativa e una proposta unitaria nei singoli paesi e sul piano
continentale alla scelta tra ‘peste e colera’. Il Partito della Sinistra Europea
e il GUE-NGL hanno sempre avuto un
profilo plurale e questo è un patrimonio da non dissipare. La recente
dichiarazione congiunta dei portavoce di Unidos Podemos rappresenta un segnale
positivo e un esempio concreto. In vista delle elezioni europee lavoriamo in
Italia e in Europa per la costruzione di un forte schieramento unitario di
sinistra e popolare.
Il risultato
delle elezioni politiche in Italia ci consegna un quadro confuso e il
proseguimento di un clima da campagna elettorale. Un clima pericoloso perché
può dare spazio a nuove spinte autoritarie e iper-maggioritarie e alla
riproposizione del tema della “governabilità” come centrale anche se con attori
in parte nuovi e con rapporti di forza diversi nel sistema politico. La
sconfitta dei partiti che hanno impersonato le larghe intese e le politiche
antipopolari è un fatto positivo. Le nostre critiche e la nostra distanza da
M5S e ancor più dalla Lega sono di natura assai diverse da quelle del PD
renziano. La posizione del PD appare del tutto strumentale e priva di qualsiasi
senso di responsabilità verso il paese: il partito delle larghe intese con
Berlusconi e Verdini rifiuta a priori il confronto programmatico e critica.
Mentre dall’UE, dalla finanza, da Confindustria, dal Fondo Monetario Internazionale
giungono moniti a non abbandonare la linea dell’austerity e delle “riforme”,
noi da sinistra dobbiamo costruire un’opposizione che chieda coerenza con gli
impegni assunti in campagna elettorale rispetto a temi come la legge Fornero,
l’articolo 18, il “reddito di cittadinanza”, e ne evidenzi invece la
contraddizione tanto con parole d’ordine come la Flat-Tax o comunque
l’ulteriore riduzione della progressività fiscale, quanto con le dichiarazioni
di fedeltà alla UE e alla NATO di Di Maio.
Un’opposizione che sia dunque in connessione con le aspettative
popolari, e che insieme faccia valere il conflitto “basso contro alto”.
Nella crisi
sociale e politica italiana c’è bisogno di un punto di vista di sinistra che
rimetta al centro gli interessi delle classi popolari e la lotta per
l’attuazione della Costituzione. Lo stillicidio di morti sul lavoro e i dati
sulla enorme crescita della ricchezza di poche famiglie nell’ultimo decennio
(+72% per le 10 famiglie più ricche) in questi ultimi giorni hanno reso evidente
quanto l’emergenza immigrazione sia stato un fattore di distrazione di massa
rispetto ai processi reali che hanno prodotto aumento delle disuguaglianze e
impoverimento di larghi settori della società italiana.
Le forze che
sono uscite rafforzate dal voto non vanno criticate da destra come fa il PD in
nome della fedeltà ai vincoli europei, ma chiedendo conto da sinistra sul piano
dei contenuti e degli impegni assunti.
Oggi più che
mai è fondamentale che nel paese la ricostruzione di una sinistra radicale,
popolare, antiliberista e anticapitalista alternativa rispetto a tutti i poli
esistenti. Per questo va proseguito il percorso di Potere al popolo come
movimento politico e sociale, soggettività politica aperta che, in forme
democratiche e partecipate, sappia valorizzare pienamente tutte le esperienze
di militanza e impegno che si pongono sul terreno dell’alternativa e ne sappia
attrarre e sviluppare di nuove. Un processo che deve essere basato sulla
partecipazione diretta di chi aderisce, che si definisca a partire dai punti
fondamentali su cui abbiamo svolto la campagna elettorale e che sia
costitutivamente plurale e democratico e quindi rispettoso delle diverse
appartenenze politiche, sociali e culturali. Le campagne di raccolta firme che
sosteniamo come Rifondazione Comunista e Potere al popolo – LIP scuola e
abrogazione pareggio di bilancio articolo 81 – costituiscono un primo terreno
di iniziativa politica di massa nel mentre si discute la concreta
strutturazione del movimento.
Rifondazione
Comunista persegue l’obiettivo della costruzione di un quarto polo di sinistra
e popolare. In questa direzione bisogna coinvolgere tanti compagni e compagne
così come altre soggettività della sinistra a partire dall’Altra Europa, dalle
Città in Comune e dalle liste e esperienze locali che non hanno preso parte
direttamente a Potere al Popolo, ma che sono interessate alla costruzione di
un’alternativa ai poli esistenti e ad una prospettiva comune anche in chiave
europea. Dentro il processo pur rapidissimo di Potere al Popolo abbiamo
dimostrato che su una base politico-programmatica chiara e con metodo
democratico è possibile unire le forze della sinistra, le stesse formazioni
comuniste con esperienze di lotta, conflitto, mutualismo.
In vista
delle prossime elezioni amministrative operiamo per presentare liste di
alternativa che non potranno essere contrassegnate da un unico simbolo imposto
ovunque su base nazionale ma – situazione per situazione sulla base delle
diverse esperienze – ci poniamo l’obiettivo di aggregare il complesso delle
forze antiliberiste presenti sul territorio. In tale contesto vanno valorizzate
le esperienze delle Città in comune e dei diversi percorsi che hanno
caratterizzato la costruzione di alternativa di sinistra aperte a forze
politiche, sociali e di movimento. Questa apertura non è da intendersi in
antitesi con lo sviluppo del progetto di Potere al popolo ma come prosecuzione
della medesima ispirazione a riaggregare le forze disponibili nella direzione
indicata dallo stesso “manifesto” della lista. In questo senso, la
presentazione del simbolo di Potere al popolo è utile e auspicabile, ma non può
essere imposta in presenza di progetti locali che condividendo la medesima
ispirazione programmatica riescono a allargare la base di partecipazione e
coinvolgimento.
E’ dentro
questo contesto e avendo presenti i giganteschi compiti che ci attendono che
l’ultimo Comitato Politico Nazionale ha indicato nel rilancio del PRC un
obiettivo su cui impegnare i gruppi dirigenti in un lavoro non solo relativo all’organizzazione
e all’autofinanziamento ma anche di elaborazione collettiva.
La stessa
campagna per il tesseramento e quella per l’autofinanziamento – 2×1000 e rid –
rappresentano occasione di mobilitazione di tutto il partito e debbono
occasioni di discussione e orientamento.
Non si
tratta soltanto di avviare un lavoro di manutenzione organizzativa pur
indispensabile ma contemporaneamente un percorso di riflessione collettiva.
Il
bicentenario della nascita di Karl Marx e il cinquantennale del 1968 ci offrono
l’occasione per lo sviluppo di iniziative in tutto il paese e di una
riflessione politico-teorica sui “fondamentali” sviluppando l’elaborazione già
sviluppata nell’ultimo congresso.
La
costruzione di soggetti unitari come Potere al Popolo non implica il venir meno
del ruolo di un partito impegnato nel progetto della rifondazione comunista,
anzi possiamo affermare con orgoglio che con tutti i nostri limiti la nostra
resistenza controcorrente ha consentito di tenere aperta la prospettiva della
ricostruzione di una sinistra di alternativa.
Si pone però
la necessità – come sottolineato nell’ultimo CPN – di ridefinire il ruolo
storico di un partito comunista nel nostro paese, di farlo concretamente nel
contesto che ci consegnano le elezioni e della nostra partecipazione a Potere
al popolo e ad altre esperienze unitarie, di rivisitare le forme e le modalità
della nostra organizzazione per razionalizzarne il funzionamento e potenziarne
l’efficacia politica nelle condizioni date.
La Direzione
Nazionale costituisce gruppi di lavoro coordinati da componenti della
segreteria nazionale su rivisitazione organizzativa/pratiche e riflessione
politico-teorica.
Entro
l’estate – indicativamente dal 4 al 6 maggio – lavoriamo a una Tre giorni di
Rifondazione che riunisca non solo il CPN ma anche i gruppi dirigenti
territoriali, strutturata in sessioni, workshop di autoformazione, forum
intrecciando riflessione teorico-politica, programmatiche, proposte di
riorganizzazione e condivisione di pratiche.
La Direzione
Nazionale impegna tutto il partito:
- nelle
iniziative di solidarietà con la sinistra brasiliana e il compagno Lula, con i
popoli curdo e palestinese;
- nella
campagna del tesseramento 2018 e nella campagna di autofinanziamento mediante
2×1000 e di sottoscrizione RID;
- nelle
campagne per le leggi di iniziativa popolare sulla scuola, l’articolo 81, e per
una legge elettorale proporzionale. Nel sostegno alla petizione
sull’antifascismo;
-
costruzione liste per elezioni amministrative;
- sviluppo
sui territori del progetto di Potere al popolo;
-
rafforzamento dell’iniziativa del partito sul lavoro a partire dal
coordinamento delle esperienze sindacali e di lotta.