Per una
lista della sinistra antiliberista alternativa al Pd e alle destre
Pubblicato
il 4 dicembre 2017
Documento approvato dal Comitato
Politico Nazionale del PRC del 2-3/12/2017
Il progetto
politico che abbiamo perseguito in tutti questi anni e che continuiamo a
perseguire, è la costruzione della sinistra antiliberista, autonoma e
alternativa rispetto ai soggetti politici esistenti, fondata sulla democrazia e
sulla partecipazione.
Con questa
ispirazione abbiamo partecipato al “percorso del Brancaccio”, accogliendo
l’idea di una lista che unificasse la sinistra sociale e politica e le tante
forme di civismo e partecipazione, su un programma di attuazione della
Costituzione e di netta alternativa al PD, le cui politiche da anni sono
“indistinguibili da quelle della destra”.
Lo abbiamo
fatto nella prima assemblea nazionale, lo abbiamo fatto lavorando in maniera
determinante, assieme con L’Altra Europa, nella promozione delle tante
assemblee territoriali che si sono svolte in questi mesi e che avrebbero dovuto
portare, attraverso un percorso partecipato e inclusivo, a determinare per le
prossime elezioni la presenza di una lista unitaria di una sinistra nuova e
radicale.
Abbiamo
accettato la sfida con una disponibilità assai diversa da quella di altre formazioni
politiche che al di fuori di quel luogo unitario hanno costruito
un’aggregazione che va definendosi con caratteristiche assai distanti da quelle
auspicate inizialmente dai promotori del Brancaccio.
Fin
dall’inizio, e come ribadito nel documento approvato dalla Direzione Nazionale
il 28 ottobre, abbiamo evidenziato che “un programma radicale e un profilo di
netta discontinuità col passato” erano le condizioni che potevano determinare
l’unità auspicata dalle assemblee del Brancaccio.
Per questo
abbiamo giudicato negativamente l’interruzione del percorso e l’annullamento
dell’assemblea convocata per il 18 novembre, assemblea che avrebbe dovuto, fare
la sintesi programmatica del lavoro delle assemblee, e confrontarsi sulle
condizioni politiche per una lista unitaria.
Per questo
diamo una valutazione negativa sui contenuti e sul profilo politico
dell’aggregazione che si è determinata tra MPD, SI e Possibile ha bloccato ogni
ipotesi di costruzione democratica e dal basso di una sinistra nuova e
radicale, come aveva invece proposto il Brancaccio. La riproposizione
strategica del centro sinistra a cui si tratterebbe di costruire la gamba
sinistra, è un errore. Se in questo paese sono cresciute la sfiducia verso la
politica e all’interno di questa hanno ripreso piede proposte razziste e
fasciste questo è dovuto proprio al disastro sociale determinato dalle
politiche neoliberiste che sono state praticate dai governi di centro destra e
di centro sinistra che si sono succeduti in questi anni. Il nodo è la costruzione
di una sinistra antiliberista che sappia mettere in discussione il complesso
delle politiche liberiste, dal pareggio di Bilancio in Costituzione alla legge
Fornero, dal pacchetto Treu al Jobs act, dalle privatizzazioni alla buona
scuola.
Non vengono
però meno le ragioni che avevano motivato il nostro impegno nel processo
innescato dall’assemblea del Brancaccio né il patrimonio di relazioni che
abbiamo costruito con migliaia di compagne e compagni della sinistra in tutto
il paese con cui abbiamo discusso e ci siamo confrontati. A tutti questi
compagni e compagne, alle forze che hanno partecipato a questo processo,
rivolgiamo un forte appello affinché partecipino al processo di costruzione
della lista della sinistra di alternativa.
Rifondazione
Comunista non rinuncia alla costruzione di una proposta di sinistra per le
prossime elezioni con una proposta che abbia le caratteristiche programmatiche
delineate nel documento della Direzione Nazionale del 28 ottobre. Per questo
continuiamo a lavorare per il coinvolgimento di tutte le persone, le compagne e
i compagni, le aree e le soggettività della sinistra antiliberista e
anticapitalista, dei movimenti, a partire dal movimento delle donne e a tal
fine porta avanti un’interlocuzione larga con spirito inclusivo e unitario.
Il Comitato
Politico Nazionale del PRC dà quindi mandato alla Direzione Nazionale e alla
Segreteria di proseguire nel percorso avviato di costruzione di una lista della
sinistra di alternativa mantenendo l’attitudine unitaria e avanzando una
proposta aperta a tutti i soggetti che intendono lavorare per la costruzione di
una lista della sinistra antiliberista: a partire da coloro che hanno
partecipato e condiviso il percorso del Brancaccio, le esperienze civiche
territoriali, l’associazionismo impegnato nella solidarietà e nelle pratiche
mutualististiche, i movimenti di lotta, i centri sociali, le organizzazioni
politiche della sinistra antagonista.
Il CPN
ritiene necessario avanzare una proposta credibile ed effettivamente
alternativa al centrosinistra che faccia delle elezioni un passaggio verso la
costruzione di una forza e di uno schieramento popolare che lavori per
un’alternativa di società. Una proposta che unisca programmi, lotte, conflitti,
pratiche sociali e mutualismo, che punti a costruire un’aggregazione su basi
solide e credibili. Una proposta che tenga insieme le tante forme del fare
politica oggi: partiti, movimenti, sindacati, centri sociali, una proposta
radicale, che fondi il consenso sulla capacità di conflitto e trasformazione
del senso comune, che valorizzi chi ogni giorno fa militanza con sacrificio e
passione. Una proposta che si intrecci con il movimento delle donne, la
mobilitazione per la scuola pubblica e le lotte sociali, a partire da quelle
contro la precarietà e per l’abolizione della riforma Fornero che stanno
attraversando il paese e che pongono con forza la necessità di uno sciopero
generale contro le politiche del governo e dell’Unione Europea. L’unificazione
e lo sviluppo di queste lotte, il dispiegarsi di un forte conflitto di classe e
popolare nel paese è condizione essenziale per aprire concretamente la strada
dell’alternativa e per sconfiggere la logica della guerra tra i poveri di cui
si nutrono le destre fascistoidi e razziste.
In tale
direzione va la nostra partecipazione all’assemblea del Teatro Italia svoltasi
il 18 novembre u.s. a Roma, convocata dalle compagne e dai compagni dell’Ex-OPG
– Je so pazzo, assemblea che valutiamo molto positivamente per la capacità di
far esprimere – nonostante il tempo brevissimo della convocazione – esperienze
di lotta, pratiche solidali, volontà di partecipazione, nuovo entusiasmo e di
cui accettiamo la sfida. Una proposta che giudichiamo importante per quel
lavoro di costruzione del blocco sociale, di riconnessione tra sociale e politico
in cui rifondazione comunista è strategicamente impegnata.
Consideriamo
positivo l’approccio proposto per costruire una proposta politica che unisca le
forze politiche e sociali antiliberiste e anticapitaliste, ambientaliste,
antisessiste, antirazziste per una alternativa di società. Riteniamo altresì
necessario che questo processo si articoli e radichi in forme democratiche e
partecipate sui territori, al fine di poter costruire dal basso una lista della
sinistra antiliberista.
Nella crisi della politica che caratterizza l’ora
presente le forme democratiche e partecipate di costruzione della lista, lungi
dall’essere una questione formale, sono essenziali al fine di ottenere un
effettivo allargamento dei soggetti protagonisti della costruzione della lista
e del carattere effettivamente sociale e popolare della stessa. Il Prc si
impegna quindi a lavorare a una costruzione unitaria, con tutte le forze
politiche e sociali interessate, e un percorso partecipato nei territori, in
vista della presentazione alle prossime elezioni politiche di una lista
antiliberista, popolare, del “basso contro l’alto”, quindi di sinistra. Una
lista contro la gabbia neoliberista dei trattati europei e i processi di
militarizzazione dell’Unione Europea.
Il PRC
conferma e rilancia la campagna contro la legge Fornero. La controriforma delle
pensioni ha rappresentato il provvedimento più violento per la vita delle
lavoratrici e dei lavoratori in produzione, ha colpito in particolar modo le
donne, su cui continua inaccettabilmente a scaricarsi il doppio lavoro
produttivo e riproduttivo, ha costruito un nuovo muro nell’accesso al mondo del
lavoro per le giovani generazioni.
E’ una delle maggiori ferite aperte nel
paese, e la nostra iniziativa (la raccolta delle firme nei luoghi di lavoro e
online, la costruzione di iniziative e assemblee) su questo terreno può e deve
parlare alla rabbia che attraversa tanta parte del mondo del lavoro, come alla
disoccupazione e alla precarietà, configurandosi come uno dei terreni di un
processo di ricomposizione sociale. Allo stesso tempo ci poniamo in relazione
con i processi di mobilitazione esistenti, che riteniamo debbano svilupparsi e
avere uno sbocco con lo sciopero generale.
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