martedì 2 maggio 2017

VALENTINO PARLATO, UN COMUNISTA


Valentino Parlato, un comunista
di Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea
Con Valentino Parlato la sinistra italiana perde una figura di assoluto valore.  Si può essere comunisti, intelligenti, aperti, liberi e sorridenti. Valentino Parlato di sicuro lo è stato. Per chi è cresciuto leggendo Il manifesto è forte l’emozione per una grande perdita. Attraverso i decenni ci ha aiutato a riflettere e a agire contribuendo a fare del giornale un luogo di incontro prezioso e unico per culture, storie e punti di vista diversi e non allineati. Ma anche di confronto con le culture riformiste laddove se ne trovava qualche traccia in questo disgraziato paese. Valentino Parlato è sempre rimasto testardamente comunista: “realizzare il comunismo non è cosa da poco. E’ – dovrebbe essere – un passaggio storico, come l’uscita dalla schiavitù, come il passaggio dall’età feudale a quella moderna. E non va dimenticato neppure che dopo la gloriosa Rivoluzione Francese arrivò Napoleone I, sovrano assoluto, anche se un po’ meglio di Stalin”, scriveva in un intervento di pochi anni fa. Poneva la domanda “il comunismo è davvero finito?” e rifiutava la riduzione a “barbarie” di un’intera vicenda storica di cui rivendicava i meriti. Ricordava che con quella “scrittarella” quotidiano comunista sotto la testata del Manifesto avevano voluto affermare che si poteva essere comunisti anche al di fuori del PCI. E dunque lo si poteva rimanere anche dopo la morte del grande partito: quell’indicazione dovrebbe “segnare ancora una linea”, scriveva. Valentino Parlato concludeva invitando a ragionare su “che cosa può o dovrebbe essere il comunismo del XXI° secolo e di fronte alla crisi capitalistica più grave e drammatica della nostra storia”. Non vi era nulla di conservatore, ma certo il rifiuto di arrendersi allo spirito dei tempi e al senso comune dominante anche a sinistra. Non a caso nelle ultime interviste rimarcava la necessità di fare i conti con le discontinuità e le trasformazioni del capitalismo odierno. Si rimane comunisti se – come Valentino Parlato – non si smette di interrogarsi e se non si perde la curiosità.
Le più sentite condoglianze di tutte le compagne e i compagni di Rifondazione Comunista alla moglie, ai figli e agli amici di Valentino Parlato”.

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