venerdì 24 febbraio 2017
mercoledì 22 febbraio 2017
venerdì 17 febbraio 2017
TRASFORMISMO CAPITALE
Trasformismo
capitale
di Norma
Rangeri da “il manifesto”
La colata di
900mila metri cubi di cemento si farà. L’incontro tra il Campidoglio e i
costruttori è andato bene e nello stesso momento in cui praticamente si
chiudeva l’accordo, l’assessore all’ambiente Paolo Berdini ha rassegnato le
dimissioni «irrevocabili». A dimostrazione di quale fosse la sostanza di uno
scontro ammantato di gossip. Dopo tante giostre, tutto va al suo posto, come
purtroppo è sempre andato, a Roma e dintorni. Con rare eccezioni che confermano
la regola aurea della città: vincono i costruttori, perdono i cittadini,
specialmente quelli di fede romanista visto che stiamo parlando del nuovo
stadio giallorosso.
Ormai la
grande opera è stata spiegata nel dettaglio. Il plastico mostra grattacieli,
una distesa di edifici, ponti e il grande fiume che gli scorre accanto.
Sappiamo che
solo circa il 14% della struttura edilizia di Tor di Valle sarà riservata allo
stadio. Sappiamo che tutto il resto è manna palazzinara.
Sappiamo
anche che i 5Stelle sono dei gran chiacchieroni, sempre in trincea contro tutto
e tutti, salvo poi scoprirsi sensibili agli affari che fruttano popolarità,
come indubbiamente è il caso dello stadio della Roma (con Totti sceso in campo
per reclamarlo). Il vizietto del trasformismo, male antico della politica
italiana, colpisce tutti, nuovi e vecchi politici, e il suo eterno spettacolo è
benzina sul fuoco della disaffezione dei cittadini dalla cosa pubblica, è
concime per il terreno dell’astensione.
Che
tristezza vedere e ascoltare gli interventi degli allora consiglieri Raggi e Frongia
(giunta Marino dicembre 2014), intervenire in assemblea contro la delibera che
avviava il grande sacco degli anni duemila. Citano l’Istituto Nazionale di
Urbanistica, chiedono alla maggioranza della giunta marziana di fermarsi, di
non infliggere alla città un colpo così micidiale. Discorsi accorati, inviti a
fermarsi per non avallare «l’operazione che stravolge la lettera e lo spirito
del piano regolatore». Poi i pentastellati sono andati al governo della
Capitale e, come dice la canzone, todo cambia. - Fonte: Il
manifesto
Ferrero: “Berdini vittima dei
palazzinari. I 5Stelle hanno scelto con chi stare”
«A Roma
governano e decidono i palazzinari senza scrupoli. Berdini è rimasto vittima di
questo ingranaggio e i M5S hanno scelto, con ogni evidenza, la logica di
cambiare tutto salvo le cose davvero importanti. E per questo saranno
protagonisti della più grande speculazione edilizia d’Europa: complimenti!»
Paolo Ferrero, segretario nazionale
di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
14 febbraio
2017
………………………………
Il comunicato di Paolo Berdini: «Mentre le periferie sprofondano in
un degrado senza fine e aumenta l’emergenza abitativa, l’unica preoccupazione
sembra essere lo stadio della Roma. Dovevamo riportare la città nella piena
legalità e trasparenza delle decisioni urbanistiche, invece si continua sulla
strada dell’urbanistica contrattata, che come è noto ha provocato immensi danni
a Roma. Era mia intenzione servire la città mettendo a disposizione competenze
e idee. Prendo atto che sono venute a mancare tutte le condizioni per poter
proseguire il mio lavoro. Ringrazio coloro che hanno collaborato con me e le
tante persone che mi hanno sostenuto in questi mesi di duro impegno. Da questo
momento le mie dimissioni sono irrevocabili».
VIMODRONE - TRE CITTADINI PREMIATI CON IL PANETTONE D’ORO ALLA VIRTÙ CIVICA
VIMODRONE - TRE CITTADINI PREMIATI
CON IL PANETTONE D’ORO ALLA VIRTÙ CIVICA
E’ stato il
Teatro dell’Arte quest’anno a ospitare la premiazione dell’ultima edizione del
Premio alla Virtù Civica. Il Panettone d’Oro, arrivato alla sua diciottesima
edizione, ha raccolto intorno a sé, nella mattinata di sabato 11 febbraio,
centinaia di cittadine e cittadini dei comuni della città metropolitana.
I premiati
dal Coordinamento Comitati Milanesi e dalle otto associazioni che lo
sostengono, sono cittadini che unnamed (1)impiegano il loro tempo, le loro
risorse e le loro energie, allo scopo di rendere migliore la comunità in cui
vivono. “In questi diciotto anni il tasso di civismo milanese è aumentato di
circa dieci punti” dice Carlo Montalbetti, Direttore Generale di Comieco.
Consorzio, questo, che insieme a Legambiente, Amici di Milano, Ciessevi,
Assoedilizia, Amsa, City Angels e l’Associazione Saveria Antiochia, collabora
con il Coordinamento Comitati Milanesi in questa iniziativa di promozione di
civismo milanese.
Tra le 38
persone e associazioni premiate, è salito sul palco, per ben tre volte, il
Comune di Vimodrone. Due attestati alla virtù civica e una menzione speciale,
per i tre cittadini vimodronesi che da molti anni rivolgono il loro impegno
civico, in modo assolutamente gratuito, verso la città di Vimodrone e Milano:
Palmiro Gattella, che dal 1998 in città offre sostegno alle persone disabili;
Umberto Ursetta, volontario nelle carceri milanesi per offrire consulenza
legale ai detetuti e Affatà Onlus, associazione che da venti anni offre a
VImodrone un servizio di casa di accoglienza, con monolocali attrezzati e
pronti ad ospitare i familiari di persone degenti negli ospedali dell’area
milanese.
“Sono fortemente orgoglioso –dice Antonio
Brescianini, sindaco di Vimodrone- di essere al fianco, in questa occasione, a
questi tre cittadini vimodronesi che si
sono contraddistinti per il loro animo di volontari, regalando con il loro
impegno, un valore aggiunto a Vimodrone”.
A
intervenire durante la manifestazione anche altri esponenti di rilievo: Michela
Palestra, sindaca di Arese, MonicaChittò, sindaca di Sesto San giovanni, Emilia
Rio, direttrice delle risorse umane di A2A, Lorenzo Lipparini, assessore a
Partecipazione, Cittadinanza attiva e Open Data e Gianciacomo Schiavi,
giornalista ed ex Vicedirettore del Corriere della Sera. Nomi di spicco tutti
concordi nel esaltare i valori che accomunano i premiati, caratterizzati
da impegno civico costante e
sensibilità: “Il civismo è una delle poche armi che abbiamo a disposizione per
cambiare in meglio e dare un senso all’idea attiva di cittadinanza” ha
commentato Schiavi.
La
solidarietà, la tutela dei più deboli e la difesa dei diritti sono solo alcune
delle virtù civiche premiate in questa occasione attraverso la consegna
simbolica di un attestato e di una spilla d’oro a forma di panettone.
“Ringrazio l’amministrazione comunale per il sostegno e l’appoggio che in
questi lunghi anni ha dimostrato per
l’operato dell’associazione la Goccia”
ha commentato tra gli applausi della platea e con molta commozione
Palmiro Gattela, al ritiro del premio. Parole a cui fanno eco quelle di Umberto
Ursetta, premiato da Jole Garuti dell’Osservatorio Antimafia: “Solo spendersi
per gli altri induce a un modello di solidarietà di cui la società nel suo
complesso ha bisogno”. Al termine della
premiazione, il panettone, dolce milanese per eccellenza, è stato offerto a
tutti i presenti, sulla scorta della condivisione, dell’umanità e del calore,
caratteristiche di tutti i premiati.
venerdì 3 febbraio 2017
CORTEO NAZIONALE PER LA LIBERTA' DI OCALAN MILANO 11 FEBBRAIO 2017
11 febbraio
a Milano in piazza col popolo curdo contro tutti i fascismi
di Stefano Galieni*
Mancano
ormai pochissimi giorni alla manifestazione nazionale per la libertà del
Presidente Ocalan e di tutti i detenuti e le detenute politici, indetta da UIKI
(Ufficio Informazione Kurdistan in Italia) e Rete Kurdistan. Il corteo che si
terrà a Milano, l’11 febbraio, per permettere anche la partecipazione della
comunità curda presente nel vicino Canton Ticino, nasce per supportare la
manifestazione internazionale, con le stesse parole d’ordine che si terrà nelle
stesse ore a Strasburgo. Il corteo partirà alle ore 14 da Porta Venezia
/Palestro e alla fine, oltre l’avvocato di Ocalan parleranno esponenti della
comunità curda in Italia e in Turchia. Per le ulteriori informazioni di tipo
logistico, la cosa migliore da fare è cercare (per trovare uno dei tanti pullman
che parte alla volta del capoluogo lombardo, sul sito della Rete Kurdistan
nazionale o sui nodi locali. Altra opzione quella del sito dell’UIKI, ricco di
materiale informativo.
La scelta
della data ha un alto valore simbolico. In quei giorni, nel 1999, dopo un breve
periodo trascorso in Italia, nella speranza di ottenere in Europa asilo
politico e protezione dal regime turco, il Presidente del Partito dei
Lavoratori Kurdi (PKK) veniva convinto, per evitare frizioni diplomatiche ad
andare in Kenia ma all’aeroporto di Nairobi venne sequestrato dai servizi
segreti turchi e portato direttamente nell’isola carcere di Imrali, dove è
ancora detenuto. Al governo in Italia c’era allora Massimo D’Alema
Una vicenda
a cui l’Italia e soprattutto la sinistra di questo paese, non deve voltare le
spalle. All’epoca le modalità per la concessione del diritto d’asilo (non
esistevano le commissioni territoriali) erano ad appannaggio del lento
procedere dei magistrati. Ocalan non poteva essere rimandato in un paese dove vigeva
la pena di morte (che l’attuale dittatore/presidente Erdogan, vorrebbe
ripristinare), nessun paese europeo accettò di ospitare un “rifugiato così
scomodo” e Abdullah Ocalan ne pagò le conseguenze peggiori. Eppure nel
frattempo si era cementato nel nostro paese un legame stretto, politico ma
anche affettivo con la lotta del popolo curdo. Quando Ocalan era in Italia,
nell’ospedale militare del Celio, la piazza antistante divenne “Piazza
Kurdistan” piena giorno e notte tanto di rappresentanti della comunità venuti
da tutta Europa quanto da italiani che ne avevano compreso appieno la causa.
Diciotto anni dopo molte cose sono cambiate e in gran parte in peggio. La
Turchia di questi mesi è un carcere a cielo aperto con oltre 3 milioni e mezzo
di rifugiati dalla Siria, con un partito di governo AKP e un presidente Erdogan
che, dopo il fallito colpo di Stato del luglio scorso, pretende di divenire un
sultano del ventunesimo secolo, con la crescita esponenziale dei prigionieri
politici e gli attacchi perpetui soprattutto verso i villaggi a maggioranza
curda. Il contesto geo politico è quanto mai sfavorevole, con Russia e Usa che
ormai banchettano sulla spartizione della Siria e dell Iraq e per cui il
destino dei curdi divisi nei tre Stati è solo un effetto collaterale.
Molti di noi
hanno avuto il privilegio di conoscere intanto una evoluzione politica della
lotta curda, dalla ricerca dell’indipendenza e di uno Stato curdo si è passati
ad un progetto che farebbe saltare, se riuscisse a vincere, il disordine
precostituito nell’area. L’idea, nata in carcere dal lavoro intellettuale di
Ocalan ma poi cresciuto nella pratica comunitaria, tanto nel Kurdistan turco
che in quello siriano, di cui certamente è emblema la lotta nei cantoni del
Rojava, sta divenendo un esempio di come sia sempre più necessario guardare
oltre i propri confini per cercare esperienze di lotta rivoluzionaria in grado
di sovvertire il mondo e di far diventare pratica quotidiana il socialismo, la
democrazia partecipata, il superamento del patriarcato.
Per questo e
per mille altre ragioni che attendono alla nostra visione di società futura
sarà necessario essere in tante e tanti a Milano, come militanti di
Rifondazione Comunista, con le nostre bandiere e dietro al nostro striscione.
Gli organizzatori ci hanno, non appena si stava determinando la mobilitazione,
coinvolto e considerato compagni di lotta e saranno molte e molti coloro che
partiranno, anche da molte città lontane per partecipare. Chi non potrà per le
mille difficoltà anche economiche e logistiche, si è però già mosso per far
vivere questa manifestazione. Sono tante, da Bergamo a Torino a Firenze, Roma,
Grosseto, Bologna e chissà quante ce ne sfuggono, ad avere organizzato in
questi giorni, peraltro di fermento politico forte, iniziative di dibattito e
di discussione. Soprattutto di informazione rispetto ad un conflitto che viene
rimosso La sera che precede il corteo, sempre a Milano, presso la CAM Gabelle,
in Via San Marco 45, Il Prc, ha organizzato un incontro di carattere nazionale,
per poter discutere con chi in prima linea si va esponendo. Lo farà partendo da
tre punti di vista complementari: quello di Faysal Sariyldiz, deputato HDP,
quello dell’avvocata Barbara Spinelli che da anni difende gli oppositori kurdi
e che recentemente è stata cacciata dalla Turchia per la sua attività non
gradita al regime e quello del segretario nazionale del Prc Paolo Ferrero.
Organizziamo
questo incontro per aprire un dibattito che non si conclude certo con il corteo
nazionale ma che intende mantenere il profilo del nostro partito sui temi della
solidarietà internazionalista come sulla necessità di apprendere dalle lotte di
liberazione. L’iniziativa si svolge in collaborazione con la Rete Kurdistan di
cui Rifondazione Comunista si considera parte attiva e integrante. dall’informazione mainstream non casualmente.
L’UE ha infatti, nel marzo scorso, approvato un accordo con la Turchia, soldi,
tanti soldi, 6 mld di euro in cambio della chiusura di ogni via di accesso per
i richiedenti asilo verso l’Europa. Faranno loro il lavoro sporco, così come lo
si sta richiedendo oggi alla Libia e ai paesi dell’africa Sub Sahariana, grazie
al quale dovremmo poter vedere meno profughi giungere sulle nostre coste. A
quale prezzo di vite umane e di perdita di futuro del continente è lasciato ai
posteri immaginarlo.
E nella più
assoluta, ipocrita complicità, i governanti dei paesi europei, non si sono
neanche agitati troppo quando, sono stati arrestati almeno 15 rappresentanti
nazionali dell’HDP (il Partito Democratico del Popolo) riuscito nonostante
ritorsioni e continue intimidazioni ad eleggere uomini e donne in parlamento.
Oggi questi parlamentari sono in carcere. Il loro è un partito laico di curdi e
turchi che si pone come strumento di battaglia politica, sono stati ripagati con
richieste assurde di condanne per terrorismo, soltanto per aver espresso la
propria opinione. E insieme a loro sono finiti a migliaia: dirigenti locali del
partito, amministratori, giornalisti, intellettuali, magistrati indipendenti,
avvocati, sindacalisti, tutti coloro che insomma possono voler ostacolare il
regime, un regime che va sempre più convergendo verso l’islamizazione della
società e un nazionalismo estremo parafascista in un grande paese ormai
divenuto dominante, ( è anche membro della NATO), anche se dai piedi di
argilla, in quella vasta area di mondo che unisce Asia ed Europa. Essere in
piazza sabato significa affermare, rispetto alla misera complicità dei governi
UE, da che parte si sta, dei popoli o dei padroni?
*Responsabile
Pace e Immigrazione Prc-S.E.
Iscriviti a:
Post (Atom)