domenica 11 gennaio 2015

BERLINO - RIUNIONE DELLA SINISTRA EUROPEA

A Berlino riunione esecutivo del Partito della Sinistra Europea di Giovanna Capelli La riunione dell’Esecutivo del Partito della Sinistra Europea di venerdì 9 e sabato 10 gennaio 2015 a Berlino è stata percorsa da due argomenti decisivi, capaci entrambi non solo di sollecitare le capacità e le intelligenze politiche nell’aggiornamento delle analisi e nella elaborazione di una linea futura, ma anche di far muovere emozioni e sentimenti riannodando i fili della memoria della storia del movimento comunista: i fatti di Parigi e la imminente vittoria di Syriza alle elezioni greche. L’azione terroristica di Parigi e il suo snodarsi nel tempo ha subito sconvolto l`ordine dei lavori: il Presidente del Partito della Sinistra Europea, Pierre Laurent che e`anche il Segretario del Partito Comunista Francese, non ha aperto come al solito i lavori dell’Esecutivo, ma è rimasto a Parigi a organizzare la risposta politica e a fronteggiare la gravità della situazione, tessendo i fili perché la reazione di massa all’assalto terroristico sia democratica, antirazzista, capace di fare da argine alle derive populiste e securitarie. E a Berlino i 54 rappresentanti dei 26 Partiti componenti la Sinistra Europea, i molti osservatori e i nuovi partners (fra cui i nuovi compagni dalla Slovenia in rappresentanza della giovane coalizione della Sinistra alternativa che nelle ultime elezioni politiche ha stupito le previsioni degli esperti aggiudicandosi 6 seggi in Parlamento ) hanno tentato di inquadrare ciò che è successo a Parigi e le reazioni internazionali nel più vasto e intricato contesto della Europa. Così il compagno Gilles Garnier del PCF ha sottolineato che gli autori degli attentati sono francesi e la cultura che li ha mossi è il risultato di più di 10 anni di politiche sociali devastanti in Francia. Ci sono 5 milioni di francesi che Marie Le Pen vorrebbe far si che vengano considerati e trattati come potenziali terroristi perché musulmani, con l’obbiettivo di creare un clima da guerra civile e portare il popolo francese sfinito dalla crisi a credere di essere davanti a due uniche scelte possibili: o lo stato islamico o il Fronte Nazionale. Non è un caso, aggiunge Olga Athaniti di Syriza, che una delle argomentazioni più forti e insidiose che Samaras usa in Grecia per sventare la vittoria di Alexis Tsipras è la minaccia che il paese venga invaso dagli immigrati, se, come prevede il programma di Salonicco le leggi sull’immigrazione attualmente in vigore fortemente xenofobe e restrittive saranno modificate alla luce dei principi di solidarietà e dell’universalismo dei diritti.Fabio Amato del Partito della Rifondazione Comunista ha ricordato i precedenti momenti in cui in Europa il terrorismo integralista ha colpito: Parigi, Madrid, Norvegia. In tutti questi episodi è affiorata la pervasività profonda delle pulsioni razziste che la crisi economico, politica e sociale produce, aprendo spazi politici alle nuove destre. Esse alimentano l`intolleranza verso il diverso per costumi, provenienza, orientamento sessuale e trovano spazio nelle coscienze anche perché in Europa la idea della laicità dello stato ha subito molte ferite e non ha mai maturato nuove conquiste stabili. Amato si chiede se in uno stato veramente laico può esistere il reato di blasfemia (come in Italia ). La risposta a questa situazione figlia della crisi, e o `la accettazione dello stato di eccezione conseguente allo scontro di civilta’ e quindi la produzione di politiche autoritarie e securitarie che ottengono un consenso sociale grazie alla continua costruzione della immagine del nemico contro cui unirsi, dentro le logiche sempre più`violente del liberismo (una moderna barbarie) oppure il cambiamento vero, la rottura dei rapporti politici ed economici esistenti. Per questo la attenzione politica e le aspettative della seconda fase del dibattito si concentrano sulla Grecia sulla prossima vittoria elettorale di Syriza, evidenziando il nesso di reciprocità fra Grecia ed Europa. Syriza ha bisogno della solidarietà il più vasta possibile in Europa per vincere le elezioni nel modo migliore, contrastando allarmismi e falsificazioni che già occupano i media europei. Ma dopo le elezioni questa solidarietà sara ancora piu necessaria per attuare il suo programma. Il Partito della Sinistra europea si è impegnato ad allargare le proprie relazioni politiche, a intensificare l`iniziativa di sostegno a Syriza e a trasmettere ai movimenti sociali il senso e la imminenza di un cambiamento possibile.Per questo i momenti piu salienti e decisivi dell’Esecutivo sono stati quelli che hanno seguito l’intervento del compagno greco Yannis Milos che ha brevemente illustrato il programma di Salonicco. Durissime e nette sono state le domande poste sulle possibilità di vincere non solo dal punto di vista elettorale, ma di attuare quel programma che restituisce diritti e dignità alle persone, ma che anche imposta un diverso modello economico e sociale. Tutti e tutte riconoscono la importanza non solo simbolica della vittoria elettorale di un Partito della Sinistra europea che in una crisi gravissima ha conquistato consenso elettorale e fiducia di molti settori sociali. Ma è chiaro che la reazione in Europa delle forze del liberismo sarà durissima. La parlamentare europea Marisa Matias annuncia che la BCE interverrà con il QE solo a favore dei paesi classificati con le 3 A dalle agenzie di rating. Grecia e Cipro sono esclusi a priori. Come si pensa di di contrastare il boicottaggio al programma che la borghesia greca metterà in atto, come verrà affrontato il problema delle passate privatizzazioni, con una semplice rinazionalizzazione o attraverso la collocazione della proprietà nelle mani dei lavoratori e in questo caso con quali forme di controllo e di democrazia? Esiste un piano B nel caso in cui la BCE non ricontrattasse il debito? La risposta di Milos è altrettanto netta. Il piano A è quello dell’Europa neoliberista che in Grecia ha causato una emergenza umanitaria, una situazione post.bellica in cui le persone non hanno i soldi per pagare la luce, il riscaldamento e persino il pane quotidiano. Il piano B è il programma di Salonicco. Non esiste altro piano. E’ su quel programma che Syriza chiede il consenso del popolo e costruisce il suo vincolo che non intende rompere in modo unilaterale. La strada stretta passa dalla Grecia all’Europa, alla conferenza sul debito, alla sua ristrutturazione e al coinvolgimento in alleanze attive di tutti quei paesi che sono commissariati dalla Ue per il loro debito e spinti verso la povertà dalle politiche di austerità e dai tagli allo stato sociale. Si apre per tutti un nuovo scenario. Se cambia la Grecia cambia l`Europa. Si spezza l’ordine del neoliberismo e si può costruire l`uscita da sinistra dalla crisi. Tutte le risposte non sono date, ma sono terreno di costruzione comune per il Partito della Sinistra Europea.

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